«Il bilancio Covid del primo mese del 2022 ha toccato la cifra spaventosa di quasi novemila morti, nel 95% dei casi anziani, e tutto ciò senza che nessuno dica nulla, un bollettino che ormai somiglia sempre più a quello meteorologico, o a una notizia di cronaca come tante. Senior Italia FederAnziani esprime le sue condoglianze alle famiglie delle vittime, sempre più sottovalutate ora che si avvicina l’agognata fine dell’ondata pandemica. Chiediamo anche scusa, come italiani, anche a nome di coloro che avrebbero dovuto preoccuparsi di loro» dichiara il Presidente Nazionale di Senior Italia FederAnziani Roberto Messina analizzando i dati relativi alla pandemia aggiornati alla fine del primo mese dell’anno.
«I morti di gennaio si sommano a quelli dei mesi precedenti arrivando a quota 146.363, di cui gli over 60 sono circa 140.000, un dato che dovrebbe essere troppo elevato per passare inosservato, eppure è esattamente quanto accade. Ci chiediamo se non fosse possibile fare di più – incalza Messina – obbligare tutti a vaccinarsi dall’inizio, ad esempio, anziché limitarsi a una semplice multa di 100 euro, una specie di tassa da pagare per essere liberi di continuare a comportarsi irresponsabilmente. Quante vite avremmo salvato intervenendo prima e in modo più incisivo? Sappiamo che per quanto riguarda la prevenzione della malattia severa la percentuale è pari a 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 89% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. È invece pari al 97,5% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster.
Un impatto particolarmente importante se si considerano le condizioni di salute di persone anziane con diverse patologie croniche, più suscettibili di sviluppare severe complicanze. Basta dunque fare una semplice equazione per vedere quante vite avremmo salvato con una politica vaccinale meno tentennante, che ci avrebbe anche consentito di vivere sereni, senza troppe restrizioni, salvaguardando un’economia che oggi è in ginocchio. Il nostro plauso infine va ai medici e a tutto il personale sanitario che ogni giorno continua a lavorare senza sosta, con una pressione senza precedenti, spesso in condizioni di grande stress e insicurezza. Non possiamo che unirci alla loro richiesta di potenziamento della medicina territoriale e di base, e al tempo stesso di misure che garantiscano condizioni di lavoro dignitose per tutte le persone impiegate nel settore sanitario.»
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