Nel 2023, a 90 anni, Liliana Cavani ha girato “L’ordine del tempo”, film tratto dall’omonimo saggio di Carlo Rovelli, che presenta a Venezia questo settembre. Alla Biennale riceverà il Leone d’oro alla carriera
Liliana Cavani nasce il 12 gennaio del 1933 a Carpi, in provincia di Modena, figlia di un architetto originario di Mantova. Cresce con i nonni, in un ambiente famigliare in cui il padre è assente: Liliana infatti nella sua vita sceglierà di mantenere il cognome della madre, Cavani. È la mamma che la fa avvicinare al cinema: la porta a frequentare le sale tutte le domeniche. Dopo gli studi superiori, si iscrive all’università di Bologna dove, nel 1959, si laurea in lettere antiche. Successivamente si trasferisce a Roma per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Vincitrice di un Ciak d’oro grazie a un cortometraggio intitolato “La battaglia”, si dedica alla realizzazione di inchieste di stampo sociale e di documentari, tra cui “La storia del Terzo Reich”, “La donna nella resistenza” e “La casa in Italia”. Nel 1966 Liliana Cavani gira il suo primo film, “Francesco d’Assisi” (sulla vita del santo), in cui il protagonista è impersonato da Lou Castel.
Continua realizzando film biografici e due anni più tardi è la volta di “Galileo”; la pellicola viene scelta per partecipare alla Mostra del Cinema di Venezia. In questo lavoro la regista emiliana pone l’accento sul contrasto tra religione e scienza. Nel 1969 Liliana Cavani reinterpreta in un’ottica moderna l'”Antigone” di Sofocle con il film “I cannibali” (il protagonista è Tomas Milian).
Gli anni 70′
Due anni più tardi, nel 1971, torna a Venezia, ma questa volta fuori concorso, con “L’ospite”, in cui mette in scena la storia di una donna per lungo tempo ricoverata in un manicomio lager, impegnata nel tentativo di tornare nella società dei sani.
Nel 1973 dirige “Il portiere di notte” (con Dirk Bogarde e Charlotte Rampling) e quattro anni dopo gira “Al di là del bene e del male“, in cui racconta gli ultimi anni della vita di Friedrich Nietzsche concentrandosi sulla relazione tra Paul Rée e Lou von Salomé.
Liliana Cavani negli anni ’80
All’inizio degli anni Ottanta è dietro la macchina da presa per “La pelle”, che vede nel cast Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Marcello Mastroianni. Il film è seguito l’anno successivo da “Oltre la porta”. Dopodiché tocca a “Interno berlinese”, caratterizzato da perversioni sessuali ambigue. Poi è la volta di “Francesco” (1989), un nuovo film sulla vita di San Francesco d’Assisi, che questa volta vede come protagonista Mickey Rourke.
Di lei Claudia Cardinale ha scritto:
Gli anni ’90 e 2000
Nel 1999 la regista riceve dall’Università Lumsa la laurea honoris causa in scienze della comunicazione per la ricerca sull’autenticità dell’uomo e per aver dato forma alle inquietudini del presente.
Dopo aver diretto John Malkovich nel film “Il gioco di Ripley”, ispirato a un libro di Patricia Highsmith, nel 2004 Liliana Cavani gira la fiction di Raiuno “De Gasperi, l’uomo della speranza”, che vede nel cast Fabrizio Gifuni (nel ruolo di Alcide De Gasperi) e Sonia Bergamasco. Tra il 2008 e il 2009 gira la fiction “Einstein”, per poi essere membro della giuria della 66esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Gli anni 2010 e 2020
Nel 2012 riceve, in occasione del Bif&st di Bari, il Premio Federico Fellini 8 ½, e gira per la tv “Mai per amore – Troppo amore”. Due anni dopo, nel 2014, è la regista di un film tv intitolato “Francesco”: si tratta della sua terza opera incentrata sul santo.
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