
È una delle più ampie e complete retrospettive dedicate a Felice Casorati, straordinario artista italiano. Fino al 29 giugno 2025, a Palazzo Reale, si approfondisce il legame storico e affettivo tra l’artista e la città
A Milano, dopo 35 anni dall’ultima esposizione del 1990, è in mostra una delle più ampie e complete retrospettive dedicate a Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963), straordinario artista italiano. Fino al 29 giugno 2025, a Palazzo Reale si approfondisce il legame storico tra l’artista e la città di Milano, uno dei temi che attraversano l’esposizione. Nel corso della sua lunga carriera, Casorati ha attribuito una funzione strategica a Milano, prima città in Italia a dotarsi di un moderno sistema e mercato dell’arte, riconoscendo alle sue rassegne degli anni Venti lo spazio strategico per un confronto diretto con le ricerche artistiche più aggiornate.
In apertura: “Raja”, 1924-1925, tempera su tavola, 120 x 100 cm. Collezione privata. Photo Credit: Matteo De Fina. © Felice Casorati by SIAE
Questa mostra propone una rilettura complessiva del lavoro dell’artista, ripercorrendo in ordine cronologico attraverso 14 sale le diverse stagioni della sua produzione, dagli esordi nei primi anni del Novecento fino agli anni Cinquanta. Sono oltre cento le opere presentate per l’occasione, tra dipinti su tela e tavola, sculture, opere grafiche della stagione simbolista, bozzetti per scenografie di opere realizzate per il Teatro alla Scala, tutte di assoluto rilievo e raffinata qualità, selezionate per la loro esemplare storia espositiva. I prestiti provengono da prestigiose raccolte private e da importanti collezioni pubbliche, tra le quali in particolare la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, dove è conservata la più importante e ricca collezione museale di opere di Casorati, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia, il Museo del Novecento di Milano, il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la Galleria d’Arte Moderna di Genova, la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona, e il Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna di Trieste. Cardine del progetto è la stretta collaborazione con l’Archivio Casorati, che ha assicurato il supporto scientifico e la consultazione e condivisione dei materiali documentari storici.

“Un quadro grande ha il titolo Le signorine: quattro figure allineate, quattro simboli e quattro realtà insieme con il commento di cose e colori… Un quadro di intonazione chiarissima, all’aria aperta – mattinale – di effetto strano e forse a prima vista incomprensibile… un’armonia di tinte nuove, che io già da molto tempo accarezzavo nella mia mente e che ora trova la sua esplicazione materiale”. Sullo sfondo degli alberi di piazza Bra a Verona, che il pittore poteva osservare dal suo studio, campeggiano, come in un dipinto del Rinascimento per cui è evidente un richiamo alla Primavera di Botticelli, quattro figure di donne dai nomi emblematici, che rimandano a suggestioni dannunziane. Diversamente atteggiate e abbigliate, sono identificabili – anche grazie ai cartigli che compaiono ai loro piedi – a partire da sinistra in Dolores, per- sonificazione del lutto, Violante della malinconia e dell’inquietudine esistenziale cui rimandano il viola della veste e il capo reclinato, Bianca, innocente nella purezza del suo nudo adolescenziale riflesso nello specchio. È quella che più calamita l’attenzione nel dipinto sovraccarico di dettagli e precede Gioconda, il cui nome, il vestito sgargiante e la fede nuziale al dito ne fanno l’emblema di una vita soddisfatta. L’acquisto da parte della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro rappresentò la decisiva consacrazione di Casorati e un risarcimento per non aver venduto, come sperava, Persone al re.
Una retrospettiva attraverso “l’universo poetico Casorati”
Come osservano i curatori, “la retrospettiva è stata pensata per trasportare i visitatori all’interno dell’universo poetico di Casorati, invitandoli a immergersi nei suoi ambienti (gli interni e lo studio, teatro concettuale della sua intera poetica), conducendoli tra le figure pensose e malinconiche, emblemi riflessivi di un’umanità partecipe e di una profonda filosofia esistenziale. Le sale di Palazzo Reale costituiscono il contesto aulico perfetto per ricostruire la dimensione silenziosa, fatta di pause, contrappunti e vuoti, emanata dalle opere stesse”. La narrazione segue l’intera cronologia dell’arte di Felice Casorati, documentando l’avvicendarsi delle fonti di ispirazione e degli stili, dal verismo al simbolismo, dal neoclassicismo al realismo magico, dalla fase più espressionista orientata dalle deformazioni picassiane sino al ritorno al sintetismo e alle stesure à plat, caratteristiche della produzione di fine carriera.
Il percorso si apre con le prime opere connotate da uno spiccato realismo, tra le quali il celebre “Ritratto della sorella Elvira” del 1907 (collezione privata) o “Le ereditiere” del Mart di Rovereto del 1910. Un focus importante è dedicato agli anni trascorsi a Verona, dove l’artista si trasferisce con la famiglia nel 1911. In questa città inizia la sua stagione simbolista e secessionista, alimentata dal confronto con la vicina Venezia, dove Casorati frequenta Ca’ Pesaro, allestisce la sua prima mostra personale nel 1913 e conosce Gino Rossi, Arturo Martini, Ubaldo Oppi, Teodoro Wolf Ferrari.
La mostra propone alcuni dei maggiori capolavori dell’autore con il ciclo delle Grandi tempere e registra l’evoluzione dello stile e del linguaggio dopo il definitivo trasferimento a Torino, a seguito della tragica morte del padre. Qui, nel 1919, Felice Casorati si stabilisce nella casa-studio dove vivrà per tutta la vita. Per la prima volta dal 1964, vengono accostati in un trittico ideale tre importanti dipinti caratterizzati da una dimensione spaziale nuda e desolata e un senso metafisico di inquietante solitudine: “Una Donna” (o “l’Attesa”, 1919, collezione privata), “Un uomo” (o “Uomo delle botti”, 1919-20) e “Bambina” (o “Ragazza con scodella”, 1919), entrambi della collezione della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. La sezione è completata dall’imponente e maestosa “Colazione” (Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea. Collezione Cerruti), che ritrae una famiglia di sole donne, forse orfane o vedove di guerra, a riassumere lo stato emotivo e psicologico di Casorati, intonato al senso di lutto che pervade i primi anni del dopoguerra.
I fantastici anni Venti di Casorati
Aprono gli anni Venti i capolavori “La donna e l’armatura” del 1921 (GAM Torino) e “Silvana Cenni” del 1922 (collezione privata), icona metafisica ispirata alla misura classica quattrocentesca e alle pale d’altare di Piero della Francesca.
Risale a questo periodo la collaborazione di Casorati con Riccardo Gualino, collezionista, mecenate e imprenditore, per il quale l’artista dipinge i ritratti di famiglia e progetta, insieme all’architetto Alberto Sartoris, il piccolo teatro privato nella loro residenza torinese. Il sodalizio è ricostruito in mostra dai tre ritratti Gualino, dal ritratto di Alfredo Casella (collezione privata), compositore e pianista, direttore di alcuni concerti nel teatrino torinese, e delle danzatrici Raja e Bella Markman, protagoniste con Cesarina Gualino, delle esibizioni di danza libera sotto i fregi casoratiani del teatrino, documentati dai bassorilievi “Donna con arco”, “L’incontro con la musica”, “Donna seduta con scodella” (collezione privata).
Nel 1924 Casorati partecipa con una mostra personale alla Biennale di Venezia, un importante momento di riconoscimento e celebrità: delle quattordici opere esposte allora, sette sono riproposte in mostra. Oltre ai tre ritratti Gualino, sono esposti, nella sala dedicata: “Meriggio” del 1923 (Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna, Trieste), “Natura morta con manichini” del 1924 (Museo Novecento, Milano), “Ritratto di Hena Rigotti” (GAM, Torino) e “Duplice ritratto” (collezione privata). A partire dalla metà degli anni Venti, Casorati sviluppa il tema delle Conversazioni, un ciclo ideale inaugurato dalla celeberrima e tuttora intrigante “Conversazione platonica” del 1925 (collezione privata). Il dipinto, nel quale accanto a un sensuale nudo femminile disteso, siede un uomo con un cappello nero (è l’architetto e amico Alberto Sartoris), fu protagonista di un lungo tour espositivo con l’esordio alla Prima mostra del Novecento italiano a Milano nel 1926 e tappe a Dresda (1926), a Ginevra, Zurigo e Pittsburgh (1927), a New York (1928) e all’Expo di Barcellona (1929), dove fu premiato con una medaglia d’oro.

olio su tavola, 119 × 130 cm
Civico Museo Revoltella, Galleria d’Arte Moderna, Trieste
In mostra si potrà ammirare dopo molti anni lo straordinario dipinto “Annunciazione” del 1927, proveniente da una collezione privata: scelto dall’artista per le esposizioni d’arte italiana del 1927 al Musée Rath di Ginevra e poi alla Kunsthaus di Zurigo, torna visibile al grande pubblico. Nell’atmosfera rarefatta e sospesa di un interno, Casorati costruisce una scena intima in cui il divino traspare dalla specularità e dalle simmetrie attraverso l’inconciliabilità degli opposti: la luce naturalissima e la geometria complessa ed enigmatica dello spazio. Reinserito per la prima volta in un’antologica, il dipinto segna un episodio essenziale entro l’arco dell’itinerario casoratiano.

Casorati e l’anticlassicismo
Sul finire del decennio, l’arte di Casorati è segnata da una svolta in chiave anticlassica, testimoniata in mostra dalle composizioni di una serie di meravigliose nature morte. La pittura si apre al paesaggio, accostato nel dialogo tra interno ed esterno nella poetica “Daphne a Pavarolo” del 1934 (GAM Torino). Nasce ora il ciclo di dipinti di fanciulle degli anni Trenta e Quaranta, tra i quali “Donne in barca” del 1933 (Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza) e “Le sorelle Pontorno” del 1937 (Unicredit ArtCollection), entrambi caratterizzati da una donna che allatta, immersa in atmosfere sospese e intime.

Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi.
Courtesy Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi – Piacenza. © Felice Casorati by SIAE
Gli ultimi anni sono documentati da nature morte, nelle quali torna il tema antico delle uova (insegna di quel ‘Numerus, Mensura, Pondus’ che è il motto araldico dell’arte casoratiana) e del cimiero – con “Natura morta con l’elmo” (1947, GAM Torino), “Uova e limoni” (1950, GAM Torino), “Uova su fondo rosso” (1953, collezione privata) – e nuovi soggetti come “Eclissi di luna” (1949, collezione privata) e “Paralleli” (1949, Collezione Regione Autonoma Valle d’Aosta).

olio su tela, 50 × 49,5 cm
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna
e Contemporanea. Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris, Torino

Dettagli della mostra dedicata a Felice Casorati
“Casorati” – fino al 29 giugno 2025
Milano, Palazzo Reale
Orari Da martedì a domenica ore 10 – 19.30. Giovedì ore 10 – 22.30 Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura – Orari di apertura in giornate festive: Domenica 20 aprile 2025 (Pasqua) | 10.00 – 19.30 Lunedì 21 aprile 2025 (Lunedì dell’Angelo) | 10.00 – 19.30 Venerdì 25 aprile 2025 (Festa della Liberazione) | 10.00 – 19.30 Lunedì 2 giugno 2025 (Festa della Repubblica) | 10.00 – 19.30
Prezzi: € 17,00 Biglietto open, acquistabile anche in biglietteria (valido dalle tre ore successive a quella di vendita/prenotazione) – € 15,00 Biglietto intero – € 13,00 Biglietto ridotto (visitatori oltre i 65 anni)
Nel prezzo del biglietto è inclusa l’audio-guida, scaricabile con il QR code in mostra.
Informazioni e prenotazioni: Ad Artem info@adartem.it tel. + 39 02 6597728 – Call Center Vivaticket
tel. + 39 02 91446111

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