Un’adolescente europea è fuggita da casa per sposare un combattente di Daesh ed è diventata una sposa della Jihad. Tre anni più tardi, la sua vita subisce un cambiamento drammatico: si ritrova a vivere in un campo di detenzione iracheno. Ora deve occuparsi di due figli ed è nuovamente incinta. Ha vent’anni, è vedova e sarà presto processata dai tribunali iracheni. Che effetti hanno avuto su di lei l’esperienza della guerra e del lavaggio del cervello?
Dice il regista Sérgio Tréfaut: “La prima volta in cui andai in Iraq era il 2012, subito dopo che l’esercito americano aveva lasciato il Paese, dilaniato da una sanguinosa guerra civile. Le bombe esplodevano ovunque causando migliaia di vittime. A quell’epoca stavo progettando un documentario che mostrasse l’ipocrisia della teoria dello stato americano secondo la quale libertà mediatica ed elezioni libere avrebbero contribuito a far diventare l’Iraq un Paese democratico e pacifico. Ho avuto l’opportunità di viaggiare tra Mosul e Baghdad, spingendomi verso Sud e poi fino in Kurdistan. Il mio progetto documentaristico è naufragato con l’arrivo dell’ISIS e l’occupazione di Mosul. Il numero sbalorditivo di persone provenienti dall’Europa Occidentale che si sono unite ai combattenti stranieri di Daesh mi ha spinto a realizzare questo film”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.