Con il padre in carcere e il fratello all’estero per lavoro, il giovane Rakib è rimasto l’unico custode di una dimora disabitata appartenente a Purna, ex generale in pensione, presso la cui famiglia il clan di Rakib è al servizio da secoli in una città dell’Indonesia rurale. Quando Purna torna a casa e inizia la campagna per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna, e trova la propria vocazione facendogli da assistente, nel lavoro e nella vita. Quando un giorno un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato, Rakib non esita a rintracciare il colpevole, dando così inizio a un’escalation di violenza…
Dice il regista Makbul Mubarak: “Nei trent’anni di dittatura militare in Indonesia, da metà anni Sessanta alla fine degli anni Novanta, mio padre ha lavorato come impiegato del regime. Io sono cresciuto, considerando la sua lealtà verso lo Stato come qualcosa di intrinseco alla vita della mia famiglia. Osservandolo, ho imparato che la lealtà è quello che rende una persona degna di rispetto: un principio che ritenevo molto vero e, a quel tempo, soddisfacente. In realtà, più crescevo, più ero assillato da un dubbio: la lealtà è degna di rispetto, anche se e quando è promessa a qualcosa di mostruoso? Se in questo caso smettessimo di essere leali, ciò sarebbe considerato tradimento, o lotta per la giustizia? E ci renderebbe persone buone o cattive? Autobiography è un’indagine sentimentale sulla mia adolescenza, sul mio Paese e sui valori con cui sono cresciuto – che vengono insegnati dovunque ancora oggi, a ventiquattro anni di distanza dal collasso della dittatura. In una società con una tale storia di repressione, cosa ci vuole per potersi definire ‘una brava persona’?”
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