E’ stata dimostrata l’efficacia delle tre strategie per ridurre l’ageismo: l’intervento sulla politica e la legislazione, l’intervento nel campo dell’educazione e dell’istruzione e gli interventi che favoriscono i contatti intergenerazionali.
Le politiche complessive e le leggi possono essere utilizzate per ridurre le discriminazione legate all’età nei confronti non solo delle persone anziane, ma di ogni età. Questa strategia, per essere realizzata, ha bisogno di mettere in campo i meccanismi di applicazione delle leggi sui diritti umani e il lavoro degli Organi di controllo sia a livello nazionale sia internazionale.
Gli interventi nel campo dell’educazione dovrebbero essere fatti a tutti i livelli, dalla scuola primaria all’università, in contesti formali e informali. Questo tipo di intervento contribuisce a rafforzare l’empatia, a eliminare le idee false e a ridurre pregiudizi e stereotipi, fornendo informazioni precise ed esempi di campagne significative.
Infine gli interventi tesi a favorire i contatti intergenerazionali sono particolarmente efficaci nei confronti delle persone anziane, per ridurre le discriminazioni legate all’età.
Sono state definite anche tre raccomandazioni relative alle misure da adottare. Queste raccomandazioni hanno lo scopo di sostenere tutti coloro che agiscono in prima persona per ridurre l’ageismo. Nella misura del possibile, dovrebbero essere adottate contemporaneamente perché fanno parte di un intervento complessivo unitario.
Investire su strategie fondate su dati certi e su ricerche adeguate. Dove non sono state messe in opera, dovrebbero essere testate e poi adottate estesamente una volta che sia stata dimostrata la loro efficacia
Migliorare e affinare i dati e le ricerche, evidenziare gli esempi virtuosi e le buone pratiche, tenendo conto dei vari contesti. Ogni Paese dovrebbe assumerle, adottando scale di misura affidabili. Resta ancora molto da fare a questo livello, soprattutto per l’adozione di strategie valide, che misurino la possibilità di estenderle e anche i costi.
Creare un movimento di opinione complessivo teso a modificare la narrazione sull’età, soprattutto nei confronti delle persone anziane. I Governi, la società civile, gli organismi delle Nazioni Unite, gli enti di sviluppo, le università, gli istituti di ricerca, le imprese, tutti i cittadini, di qualsiasi età, dovrebbero cooperare nell’intento comune di ridurre l’ageismo. E’ necessario lavorare per migliorare la collaborazione e la comunicazione tra i diversi attori mobilitati.
E’ giunto il tempo di dire NO all’ageismo per creare insieme un mondo abitabile a ogni età
di Marina Piazza
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.