La Demenza viene definita come una “Sindrome clinica espressa da perdita delle funzioni cognitive (costantemente la memoria) di entità tale da interferire con le usuali attività sociali e lavorative della persona associata a sintomi non cognitivi che interessano la sfera della personalità, l’ideazione e la percezione, l’affettività, il comportamento e le funzioni vegetative”.
Per essere più precisi si dovrebbe parlare in generale di demenze, in quanto il deterioramento cognitivo può essere legato a differenti cause, avere espressioni anatomo-patologiche o cliniche differenti.
La demenza è una patologia complessa in quanto età correlata: l’elevata variabilità dei sintomi fa sì che, spesso vi sia ritardo della diagnosi e conseguentemente mancata tempestività delle misure terapeutiche, comportamentali e/o farmacologiche, atte a ritardarne l’evoluzione o alleviarne i sintomi.
- non esistono, ad oggi, metodi certi di prevenzione
- la malattia è inguaribile e inarrestabile
- esistono e sono prescrivibili cure sintomatiche per i sintomi cognitivi e per i sintomi comportamentali
- la cura della persona richiede terapie farmacologiche e terapie relazionali finalizzate a: contenimento dei sintomi, mantenimento delle funzioni, qualità della vita.
Il decorso delle demenze è complesso, non prevedibile sia dal punto di vista della rapidità dell’evoluzione sia per quanto riguarda la frequenza e la sequenza dei disturbi cognitivi e del comportamento, che nelle diverse fasi di malattia possono susseguirsi. A grandi linee la gravità della malattia è ben rappresentata dalla “Clinical Dementia Rating scale” (CDR) (schema qui sotto) che delinea quali siano le modificazioni delle principali aree cognitive, funzionali e sociali mano a mano che la malattia evolve in senso peggiorativo.
La demenza consiste in una perdita acquisita delle funzioni cognitive, associata a modificazioni del comportamento con perdita di competenze sociali e delle capacità lavorative.
Fra i sintomi cognitivi si possono riconoscere:
- Amnesia = deficit della memoria (compromissione della capacità di apprendere o di ricordare)
- Afasia = alterazione del linguaggio
- Aprassia = compromissione della capacità di eseguire attività motorie
- Agnosia = incapacità di riconoscere o identificare oggetti
- Altri disturbi delle funzioni cognitive (pianificare, ordinare, ordinare in sequenza, astrarre)
A questi segni si possono associare il disorientamento nel tempo (difficoltà a ricordare il giorno della settimana o la data attuale) e il disorientamento topografico (difficoltà nell’orientamento durante la guida dell’automobile o, in fasi successive, tendenza a perdersi anche in luoghi familiari).
Frequenti e variegati i disturbi della sfera psichica e comportamentale (Behavioral And Psychological Symptoms of Dementia -BPSD), che si manifestano come alterazioni della percezione, del contenuto del pensiero, dell’umore o del comportamento.
I BPSD hanno elevata prevalenza in tutte le forme di demenza e possono presentarsi in modo differente per modalità, momento di esordio, ed evoluzione; in alcuni tipi di Demenza possono far parte del quadro clinico senza un valore patognomonico, in altri rappresentano un elemento indispensabile per la diagnosi. Possono essere precoci nelle demenze fronto-temporali e nella demenza a corpi di Lewy mentre possono essere tardivi e correlati all’evoluzione della malattia nella malattia di Alzheimer e nelle demenze vascolari.
I disturbi psichici più frequenti nella persona affetta da demenza sono:
- Deliri
- Misidentificazioni
- Allucinazioni
- Depressione
- Apatia
- Ansia
Il delirio è un’alterazione acuta dello stato di coscienza, della percezione e dell’ideazione con ridotta capacità di focalizzare, mantenere o spostare l’attenzione, disorientamento, deficit del pensiero astratto, della memoria, del comportamento e alterazioni del ritmo sonno-veglia.
Le misedintificazioni sono false ideazioni basate su stimoli reali mal interpretati dal paziente, non legati a deficit sensoriali [presenza di estranei in casa, misidentificazioni di se stesso, misidentificazioni di altre persone (famigliari morti ritenuti ancora vivi) o di oggetti (casa propria confusa con quella dell’infanzia), misidentificazioni di eventi evocati dalla televisione, dal telefono o dalla vista delle figure osservate nello specchio (il paziente non si riconosce più, e pensa che vi sia qualcun altro nella stanza con cui interagisce)]
Le allucinazioni sono percezioni sensoriali che mostrano irresistibile senso di realtà, ma che avvengono senza uno stimolo esterno degli organi di senso. Possono essere visive (80%), uditive (10%) o miste (10%).
La depressione e demenza frequentemente coesistono; la depressione può essere reattiva alla demenza, essere un sintomo precoce di demenza, essere un fattore di rischio di demenza. L’interpretazione di questa associazione richiede un’attenta valutazione delle relazione temporale fra demenza e depressione.La definizione di depressione prevede la coesistenza di almeno cinque delle seguenti caratteristiche:
- tristezza, pessimismo, apatia
- tranquillità, passività, indecisione, chiusura, introversione
- scetticismo, ipercriticismo, lamentosità
- tendenza alla rimuginazione
- marcata coscienziosità, autodisciplina
- autocritica con tendenza alla autosvalutazione
- sentimenti di inadeguatezza
I disturbi comportamentali più frequenti nella persona affetta da demenza sono:
- Aggressività
- Vocalizzazione persistente
- Collezionismo
- Affaccendamento
- Vagabondaggio
- Sundowning syndrome
- Comportamenti sessuali inappropriati
- Comportamenti alimentari inappropriati
- Disturbi del sonno
L’aggressività può essere verbale o fisica, diretta contro cose o contro persone. In genere è espressione di rabbia, frustrazione o timore, talvolta non immediatamente comprensibili, dovuti a erronea interpretazione delle situazioni o dei comportamenti altrui. Un aspetto particolare dell’aggressività è costituito dalle reazione catastrofi che, cioè, sono caratterizzate da reazioni eccessive a piccoli contrattempi o critiche di poco conto. Il soggetto può gridare, fare accuse irragionevoli, agitarsi, diventare molto testardo, cominciare a piangere o ridere in maniera incongrua.
La vocalizzazione persistente dipende dal deficit di memoria e della capacità critica; il soggetto dice o domanda le stesse cose più volte o si lamenta in maniera continua.
Il collezionismo consiste nella continua e incessante raccolta e accumulo di oggetti, generalmente irrilevanti e di nessuna utilità. Rappresenta un tentativo di reazione al timore della perdita, alimentato dalle perdite reali e dai deficit mnesici
L’ affaccendamento è un aumento dell’attività motoria afinalistica, fino alla manipolazione inconcludente di tutti gli oggetti che capitano sotto mano; tipica è la “spinta verso casa”, che si osserva quando il soggetto si trova in ambienti non familiari e che lo induce a raccogliere tutto ciò che trova e a farne fagotto per “andare a casa”. La spinta verso casa è una reazione comprensibile tenendo conto del disorientamento spazio-temporale e dei deficit mnesici. Frequente è l’irrequietezza motoria, che può sfociare in un incremento deambulatorio simil-acatisiaco (continuo, senza scopo, con impossibilità di stare fermo – wandering behaviour).
Vagabondaggio (o Wandering) è una deambulazione continua, apparentemente senza meta delle persone affette da demenza. Può apparire come: Un movimento continuo senza un percorso fisso, scopo o meta o finalizzato a scopi inappropriati, Un movimento continuo palesemente finalizzato a cercare o a trovare qualcosa di irraggiungibile, Un comportamento di affaccendamento spasmodico e affannoso, Un movimento senza fine verso cose o luoghi. Il “wandering” è un problema stressante per paziente e caregiver, che colpisce in Europa circa 2 milioni di persone affette da demenza, che non beneficia della terapia medica, ma potrebbe benefi ciare di un approccio neuroriabilitativo, di terapia occupazionale o cognitiva.
Sundowning syndrome è un termine descrittivo, che comprende confusione, ansietà, agitazione, aggressività con aumento dell’attività motoria (deambulazione, “wandering”, resistenza ai tentativi di ridirezionare i percorsi motori) ed aumentata attività verbale (vocalizzazione); questi comportamenti peggiorano al crepuscolo e nelle ore notturne.
Disturbi della sessualità possono comportare la riduzione- assenza del desiderio sessuale nei quadri depressivi o uno stato di ipersessualità anche con comportamenti socialmente inopportuni nei quadri di euforia-disinibizione
Comportamenti alimentari inappropriati: riduzione dell’appetito, meno frequentemente iperfagia e iperoralità. La riduzione dell’appetito può rientrare in un quadro depressivo mentre l’aumento dell’appetito e l’iperoralità sono inquadrabili in un quadro di disinibizione come negazione della depressione o conseguenza del processo morboso.
L’insonnia protratta è una delle cause che spingono i familiari di un pz demente a chiedere l’istituzionalizzazione.
Le cause di insonnia possono essere molte:
- Alterazioni del ritmo sonno-veglia
- Malattie concomitanti (angina notturna, dispnea parossistica notturna, dolore artrosico, irritazione muscolare da neuropatia, vasculopatia o malattie metaboliche)
- Assunzione di farmaci (antipertensivi, cortisonici, diuretici, analettici cardio-respiratori)
- Frequenti “sonnellini” durante il giorno
- Eccessiva aspettativa della necessità di sonno da parte dei famigliari /personale. La frammentazione del sonno può portare, attraverso i risvegli ripetuti nelle prime ore del mattino, ad uno stato di agitazione psicomotoria (nei residenti in RSA) È importante ricordare che la necessità di sonno nell’anziano non aumenta con l’età: spesso l’anziano dorme più delle 7-8 ore al giorno che servono per sentirsi riposato anche perché molto spesso il paziente viene fatto riposare 2-4 ore anche di pomeriggio.
Cosa significa “riabilitare” una persona con demenza?
- incentivare il più possibile il cammino anche se la persona si affatica, cammina male, è poco stabile ed effettua solo brevi tragitti; si può chiedere al fisioterapista un ausilio per migliorare il cammino (bastone, girello,…) ed effettuare quotidianamente delle passeggiate anche se risultano tragitti brevissimi (meglio effettuare un percorso breve, ma a piedi che uno lungo in carrozzina!). Il cammino è l’attività ideale da proporre anche in soggetti molto deteriorati cognitivamente perché semplice, completo (unisce molti esercizi) ed accessibile a tutti.
- mai sostituirsi alla persona con demenza; mai dare un aiuto maggiore del necessario: abilità non utilizzate diventano abilità perse.
- lasciare che la persona mangi il più possibile da sola anche se si sporca, se è lenta, o se chi gli sta intorno ha un forte desiderio di aiutarla pensando erroneamente che aiutare parzialmente o addirittura imboccare sia la soluzione più giusta.
- lasciare che la persona si vesta, si lavi, si muova il più possibile da sola anche se è lenta, se è impacciata o semplicemente non sta eseguendo le azioni come noi vorremmo che fossero fatte.
- chiedersi sempre se quello che stiamo facendo lo facciamo per il bene della persona con demenza o per noi stessi, per la nostra comodità, per la nostra coscienza.
Il testo di questa pagina è tratto da “Le problematiche connesse alle Demenze in Residenza Sanitaria Assistenziale, pubblicazione curata dallo staff sanitario ed assistenziale dell’ RSA Villa San Clemente di Villasanta (MB), residenza del Gruppo Korian: Dott.ssa Cosso Paola (Medico)- Sala Silvia (Fisioterapista)- Sacchetti Barbara (Educatrice)- Scotti Antonia (Infermiera professionale) – Dott. Ricci Giorgio (Responsabile Sanitario)- Aladar Bruno Ianes Direttore Medico | Korian in Italia
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