Helen Keller, la scrittrice alla quale fu dedicato il romanzo “The Miracle Worker, da cui furono tratti sia un film sia una rappresentazione teatrale, entrambi con lo stesso nome del romanzo, che in italiano è noto come “Anna dei miracoli”, diceva che “le cose migliori e più belle della vita non possono essere né viste, né toccate. Devono essere sentite con il cuore”.
C’è il “pensierino” natalizio per dimostrare ricordo e vicinanza e c’è il regalo impegnativo per segnalare la propria gratitudine. Ci sono i regali caldi e affettuosi tra parenti che si vogliono bene e ci sono i doni simbolici che segnano un momento dell’esistenza. Da qualche anno però, nella ricerca di un regalo per parenti e amici, molte persone, e tra queste spesso chi ha qualche anno di età e di esperienza in più, propongono operazioni davvero alternative. “Non ti ho preso niente, quest’anno, ma ho adottato per te a distanza un ulivo della Pace“; “Hai già tutto, perché non pensare a Natale ai tanti che hanno assai meno di noi?“. Frasi sempre più frequenti, intenzioni buone che si incrociano lungo il percorso delle Feste.
Anche noi proviamo (e non è la prima volta) a proporvi di regalare bontà. Per gratitudine verso la vita che ci offre ancora tanto, per pensare un po’ agli altri, perché proprio l’esperienza di vita ci ha insegnato che quando si dà, il piacere più intenso è per chi dona, prima ancora che per chi riceve. Senza indulgenze né ipocrisie. E allora, forza, amici: qui ci sono alcune proposte che meritano la nostra disponibilità: tutte, assolutamente.
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