Il Teatro Gerolamo di Milano, tra amarcord, marionette e musica lirica

Pubblicato il 20 Novembre 2017 in Outdoor Spettacolo
teatro gerolamo

Dopo più di trent’anni riapre il Gerolamo, gioiello dei teatri milanesi, l’unica ribalta europea appositamente costruita sulla misura degli spettacoli di marionette, per decenni attrazione e appuntamento privilegiato per un pubblico colto e appassionato e per generazioni di piccoli spettatori. L’obiettivo era quello di risvegliare questo teatro dal nome antico e un po’ desueto, è stata una sfida culturale, prima ancora che artistica. È stata ridata un’anima, un’identità, uno stile a questo luogo caro alla città di Milano: un restaurato dall’iniziativa privata all’insegna di un mecenatismo culturale di stampo rinascimentale.

Tecnicamente si presenta come un Teatro di Varietà, nel senso più nobile della parola e nell’accezione più vasta del termine. Il suo direttore artistico Roberto Bianchin, narratore e giornalista, che arriva dal Teatro La Fenice di Venezia dov’è consulente artistico del sovrintendente, parla di “scrigno dei sogni” e di “teatro dell’insolito”. Sono soprattutto tre i settori di intervento privilegiati: i concerti di musica classica, i monologhi di prosa, i recital di canzoni d’autore. Regolari incursioni sono in programma nei territori della danza contemporanea, del nuovo circo, della musica jazz. Senza tralasciare i segnali della memoria: dal teatro per marionette ai teatri dialettali. Alcuni spettacoli sono accompagnati da mostre in tema e giornate di studio realizzate in collaborazione con il Dipartimento di Storia dello spettacolo dell’Università degli Studi di Milano.

Ecco gli spettacoli dei prossimi mesi che possono essere acquistati e trovare giusta posizione sotto l’albero di Natale.

teatro Gerolamo


Da venerdì 1 a domenica 3 dicembre 2017

teatro GerolamoCompagnia Burattini Ferrari –

MORGANA, FIABA SETTECENTESCA

La compagnia storica di Parma, fondata dalla famiglia Ferrari a fine Ottocento, porta in giro per il mondo l’arte e la tradizione dei burattini.
In casa del Dott. Balanzone fervono i preparativi per le nozze della figlia Rosaura con Florindo. A rovinare l’atmosfera ci pensa il mago Morandino che rapisce Rosaura. Fasolino tenterà di salvarla dal mago, grazie all’aiuto della Fata Morgana…. Uno spettacolo dedicato non solo ai più piccoli, per riscoprire la tradizione degli spettacoli dei burattini, diffuso in Italia sin del Cinquecento.


Da mercoledì 15 a domenica 19 febbraio 2018

Compagnia marionettistica Carlo Colla & Figli

IL MATRIMONIO SEGRETO

La compagnia marionettistica “Carlo Colla & Figli” presenta lo spettacolo “Il Matrimonio Segreto”, con Gerolamo nel ruolo del servitore e riduzione e adattamento per marionette di Carlo II Colla, prima edizione del 1868. È la storia di Paolino e Carolina, che in preda ad un impulso amoroso irresistibile si sono sposati in gran segreto, e fra ansie e sotterfugi si adorano senza potersi appartenere, il che accresce la loro tenerezza e il loro ardore. Paolino vorrebbe persuadere la sua sposa segreta alla fuga, ma lei esita. Intanto intorno a loro si muove una piccola folla di personaggi comici e bizzarri. Spuntano persino una vedova che si invaghisce di Paolino e un nobile signorotto che si innamora di Carolina. Così l’intreccio si aggroviglia.
Nella versione per marionette si alternano, come da tradizione, parti musicali e cantate tratte dall’opera di Cimarosa, e parti recitate in sostituzione dei recitativi. La versione dei Colla, in particolare, introduce il personaggio-maschera di Gerolamo, la cui presenza, in questo primo appuntamento dopo la riapertura del Teatro, risulta particolarmente significativa, sia per la storia del teatro che per il personaggio stesso, e anche per il marionettista, Giuseppe Fiando, che lo aveva fatto diventare una star dell’epoca. Non a caso il teatro Fiando, questo il suo primo nome, venne poi universalmente chiamato solamente con il nome della sua marionetta: Teatro Gerolamo, appunto. Non si poteva proprio non ricominciare da lui.


Da martedì 28 febbraio a sabato 4 marzo 2018

IL BUFFO DELL’OPERA

Autore e narratore: Antonio Lubrano – Con: Soprano: Mariacristina Ciampi
Mezzo-Soprano: Altea Maria Pivetta Tenore: Nicola Pamio Baritono: Filippo Rotondo – Ensamble dei Transiti – Regia: Alberto Messaggi

“Il buffo dell’opera”, ovvero tutto quello che di curioso, di ridicolo, persino di farsesco accade quando si mette in scena un melodramma. Ma anche le rivalità fra cantanti e taluni aneddoti che hanno a protagonisti i compositori più celebrati. Ecco che cosa racconta lo spettacolo scritto e condotto da Antonio Lubrano Capovolgendo il titolo di un genere settecentesco, l’opera buffa nata a Napoli, “Il buffo dell’opera” vuole avvicinare alla lirica anche chi non si accosta mai a questo genere musicale. Lubrano non è nuovo a queste operazioni culturali con intenti divulgativi. Già nella primavera del 2016 al Teatro Carcano ha realizzato col maestro Ruben Jais e l’orchestra La Barocca una serie di concerti intitolata “Chi ha paura di..” ovvero Vivaldi, Bach, Haendel, proprio con l’intento di accostare ai grandi musicisti dell’età barocca il pubblico del sabato mattina. Per sei anni poi, dal 99 al 2004, ha condotto su Raiuno, con alti indici di ascolto in seconda e persino in terza serata, un programma a puntate intitolato All’Opera! (certo meno noto di Mi manda Lubrano), che alternava al racconto della trama le arie più significative del melodramma in cartellone.
Anche ne “Il buffo dell’opera” Antonio Lubrano collega ad ogni storia che narra un’ aria del melodramma chiamato in causa. E dunque si va da Madama Butterfly a Tosca a Bohème di Puccini al Don Giovanni di Mozart, dalla Salomè di Richard Strauss all’Elisir d’amore di Donizetti, dal Barbiere di Siviglia di Rossini alla Sonnambula di Bellini, alla Carmen di Bizet, dal Don Carlo al Trovatore al Nabucco alla Traviata di Verdi, dai Pagliacci di Leoncavallo alla Cavalleria rusticana di Mascagni.


Da martedì 7 a giovedì 9 marzo 2018

Ensemble LaBarocca

UNA SERATA CON BACH

Ensemble LaBarocca – Baritono: Christian Senn Direttore: Ruben Jais

LaBarocca è una formazione orchestrale composta da musicisti altamente specializzati nella prassi esecutiva della musica antica. Dal 2008 l’attività dell’ensemble ha portato alla città di Milano il grande repertorio da Barocco europeo, dai grandi capolavori sacri fino a composizioni strumentali meno conosciute. Dopo un’intensa attività sul territorio, nel 2016 laBarocca ha avuto il suo debutto internazionale con un concerto alla Wigmore Hall, insieme al contralto Sonia Prina, e nel 2017 è stata invitata dal Console Generale del Kuwait ad esibirsi nella capitale del paese arabo con un concerto interamente dedicato a Vivaldi e alla musica barocca italiana.
Le tre serate al Teatro Gerolamo sono dedicate interamente ad uno dei compositori più apprezzati e influenti del Primo Settecento, Johann Sebastian Bach. Insieme con Christian Senn, baritono di fama internazionale, laBarocca e il Maestro Ruben Jais affrontano le cantate per baritono solo Ich will den Kreuzstab gerne tragen BWV 56 and Ich habe genung BWV 82, accompagnati da elementi del Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi.
Nella Suite in DO Maggiore BWV 1066 potrete, invece, apprezzare la maestria compositiva di Bach nella musica strumentale.


Da venerdì 24 a domenica 26 marzo 2018

Luciana Savignano

LUMINARE MINUS e FUNAMBOLIA

Per inaugurare la stagione dedicata alla danza, il Teatro Gerolamo avrà come protagonista Luciana Savignano che interpreterà due spettacoli: un estratto dallo spettacolo Luminare Minus e Funambolia, una nuova creazione di Emanuela Tagliavia, creata per l’occasione. L’idea creativa dalla quale prende vita Luminare Minus è tratta da un pezzo della collezione del Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia: un frammento lunare conservato ed esposto nella Sezione Spazio del Museo.
In Luminare Minus arte, contenuti scientifici e nuove tecnologie convergono per creare uno spettacolo che unisce danza, musica e videoproiezioni, nato per l’edizione 2007 del Festival Mi-To, con la partecipazione straordinaria di Luciana Savignano e gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala.
Dalla materia, la pietra lunare, deriva la percezione delle differenti facce della Luna sulla Terra attraverso le sue fasi, dalla luce al buio e ancora alla luce in eterno divenire. I pensieri di Galileo su questi fenomeni, dapprima solo osservati, sono diventati poi argomenti di veri studi scientifici.
Nel quadro della Luna Piena la scienza si abbandona magia del del mito classico di Selene. Nella sua luce splendente si intrecciano gli amori con Endimione, Helios e Pan. Alla luna piena Galileo puntò il telescopio scrutando il suolo lunare e da queste sue osservazioni trasse conclusioni che avrebbero capovolto l’intera concezione del sistema solare. Dalla luce piena di Selene alla Luna Calante, la faccia sempre nascosta della luna, il regno delle ombre, il regno di Ecate.
Sulla Luna il suono non può esistere, ma dalla Terra è possibile immaginare di ascoltare una sorta di voce interiore, come un’eco sottile ma profondo, un riflesso fluttuante dei pensieri umani che attraversano la materia e ritornano a noi piene di significati misteriosi e sconosciuti.
La coreografia sviluppa l’intreccio tra mito e scienza evocando gli intrecci amorosi della Luna Piena, luminosa, di Selene e immaginandone la zona oscura attraverso una donna a tre teste, Ecate, regina delle ombre e dell’ambiguità. Nella Luce Cinerea si inseguono la circolarità e sfericità del movimento del globo lunare, in Assenza di Gravità il movimento dei corpi è attratto dalla sospensione del peso, dall’assenza dell’attrazione gravitazionale e dalla rarefazione estenuata e sensuale dei contatti fisici tra materia diversa.

Funambolia è una coreografia che nasce grazie all’intreccio e alla combinazione drammaturgica di diversi filoni tematici. 
Il principale tra questi è suggerito dalla collaborazione con Luciana Savignano e un gruppo di danzatori che, insieme, danno vita a un bizzarro gruppo familiare all’interno del quale la stessa arte si tramanda di generazione in generazione, senza soluzione di continuità.
Un secondo tema ricava la sua ispirazione dalla lettura di Neve, delicato racconto di Maxence Fermine: poesia e funambolismo si fondono grazie alle atmosfere rarefatte in cui agisce la protagonista, una donna dalla pelle bianca come la neve, la cui “vita segue una sola linea retta”, una donna “leggera come un uccello”, sempre in equilibrio su una fune.
Un terzo tema è la metafora di un dispositivo che, a partire dalla fune, rimanda alla vita, al gioco, al sentiero terreno degli amanti e che costituisce una sorta di ragnatela di significati ‘altri’ nella ricerca continua ed estenuante dell’equilibrio e della leggerezza.
Infine, come suggerisce Philippe Petit nel suo Trattato sul funambolismo, “quando i carpentieri in legno iniziano a costruire un ponte, quando i maghi esibiscono una cordicella sul palco, quando i bambini giocano al tiro alla fune, quando i clandestini installano un cavo, c’è sempre un momento in cui il filo penzola liberamente tra due punti e sorride”.


Altre info sul sito del Teatro Gerolamo

Indirizzo: Piazza Cesare Beccaria 8, Milano

Telefono: 02 45388221

BIGLIETTERIA ONLINE


La storia

Costruita in pochi mesi nel 1868 a pochi passi dal luogo dove ebbe sede dal 1806 al 1865 un precedente Teatro Gerolamo, la sala di piazza Beccaria è una Scala in miniatura, dotata di due ordini di palchi, del loggione e di una platea per una capienza totale, all’epoca, di 600 posti. Attorno alla progettazione del teatro si è consolidata nel tempo, e per una serie di equivoci, una leggenda secondo la quale il Gerolamo fu disegnato da Giuseppe Mengoni, il celebre architetto ideatore della Galleria Vittorio Emanuele, al quale in realtà era stata affidata la direzione dei lavori di sistemazione di tutta l’area centrale di Milano, compresa piazza Beccaria. Il disegno del Gerolamo va invece attribuito all’ingegner Paolo Ambrosini Spinella, come testimoniano diversi documenti e la stampa dell’epoca. I lavori furono affidati alla stessa impresa che stava erigendo la Galleria e fu presumibilmente questa ditta, i capomastri Rivolta e Pellini, a utilizzare per il Gerolamo materiali di scarto e di recupero della Galleria Vittorio Emanuele. La gestione del teatro, affidata all’inizio al grande marionettista Giuseppe Fiando, dava spazio anche al teatro dialettale grazie al contributo dell’Accademia del Teatro Nuovo dove operavano diversi personaggi della Scapigliatura, accanto ad altre compagnie come quella di Palmira Telamoni, diretta da Augusto Vergani, la Compagnia Dialettale Milanese Francesco Parenti e un’altra formazione intitolata a Carlo Porta e diretta da Cesare Poiani.

Dopo la morte di Giuseppe Fiando, la moglie restituì il Gerolamo alle marionette. Sulla piccola ribalta del teatro furono chiamate a esibirsi le creature di legno di varie compagnie: gli Zane, i Croce, i Campogalliano e la prestigiosissima Carlo Colla & Figli, alla quale, infine, nel 1911, fu affidata la gestione del teatro. I Colla vi restarono stabili, creando spettacoli memorabili, fino al 1957, anno in cui il teatro fu chiuso una prima volta sotto la minaccia di demolizione per le sue gravi condizioni di degrado. Recuperato all’uso da Paolo Grassi nel 1958 con una recita straordinaria di Eduardo De Filippo, ha ospitato per alcuni anni recital, esibizioni di cabaret, monologhi, piccoli spettacoli, interpretati da importanti protagonisti della scena nazionale e internazionale da Franca Valeri a Lilla Brignone, da Tino Buazzelli a Jean-Louis Barrault, da Laura Betti a Paolo Poli senza dimenticare, fra gli altri, Milly, Enzo Jannacci, Dario Fo e Franca Rame, Ornella Vanoni, Juliette Gréco, Domenico Modugno, Paola Borboni.

Dal 1960 diventa sede della Compagnia Stabile del Teatro Milanese diretta da Carletto Colombo e con Piero Mazzarella primo attore e beniamino del pubblico. Nel ‘74 il teatro, passato sotto il controllo del Comune di Milano, diventa Ente Autonomo e infine nel ‘78 è affidato alla gestione di Umberto Simonetta fino al 1983, anno della seconda nuova chiusura per ragioni di uscite di sicurezza non a norma. Durante la sua gestione, Simonetta mette in scena molti dei suoi testi, abbandonando definitivamente il dialetto e teorizzando la nascita di un neo-milanese più in linea con i tempi. Ne sono interpreti, fra gli altri, Livia Cerini, Maurizio Micheli, Giorgio Gaber. Ma sulla piccola ribalta del Gerolamo salgono anche Copi, Paolo Poli, Rosalina Neri.

Il recupero del teatro e la sua odierna messa a disposizione della città è dovuto alla privata iniziativa della Società Sanitaria Ceschina, proprietaria da circa un secolo dello stabile che ospita il Gerolamo che ha provveduto ai lavori di restauro proseguiti per sei anni e che ha restituito la struttura al suo antico splendore anche in base alle indicazioni della Sovrintendenza alle Belle Arti. Il Gerolamo, così come potrà essere fruito d’ora in poi consta di 209 posti complessivi, e di numerosi spazi aggiunti con i lavori di restauro: una sala con il bar, uno spazio per conferenze, mostre e proiezioni al piano terra, un’altra piccola sala con un pianoforte.

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.