Si accendono le luci della ribalta, le orchestre lucidano gli ottoni, i cantanti si preparano alle kermesse e il pubblico si accomoda in poltrona. Ogni anno stesso rito. Cambiano i nomi, le canzoni, le generazioni in ascolto, ma lo scenario e la regia sono inarrestabili. Persino Crozza, nel 2013, si trovò improvvisamente a disagio, sul palco dell’Ariston, di fronte a un pubblico patinato ed esigente che non sentiva suo.
E noi, telespettatori più o meno assidui, spesso recalcitranti e comunque sempre critici e attenti, ogni anno ripetiamo che le canzoni non sono più orecchiabili come quelle di un tempo, che la musica è troppo complessa, tecnologica e articolata, che la presenza di una over dose di giovani ci lascia nostalgici e perplessi.
E allora abbiamo pensato, invece di fare la cronaca di queste giornate, di cui parlano tutti i media, di dare uno spaccato di Sanremo con la testa girata all’indietro. Un sonoro amarcord, una carrellata veloce ma non silenziosa a ritroso negli anni. Perché le canzoni ci ricordano fatti e persone, situazioni e stati d’animo, e sarà un gran bel ripasso. Felice Sanremo a tutti, cari amici grey-panthers e ci auguriamo che vogliate dire la vostra intervenendo in fondo a queste pagine! Noi aggiungeremo le pagine lungo tutta la durata della manifestazione!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.