La “via della seta”, parte della quale attraversava il territorio del Kazakistan, ha avuto un ruolo importante per lo sviluppo delle civiltà e dei popoli del continente eurasiatico. Essa rappresentava una potenza singolare, senza nome né stato giuridico, una struttura priva delle insegne del potere statale, ma che comunque ha contribuito in misura importante alla fioritura della cultura, delle scienze e dei rapporti economici di molti singoli stati e addirittura di interi continenti.
Nel mezzo del primo millennio a.C. iniziò a funzionare la cosidetta via della steppa che, partendo dai territori del Mar Nero, giungeva alle rive del fiume Don e da lì alle terre dei Sauromati nell’area cisuraliana, al fiume Irtyš e oltre, fino ai monti Altai, alle terre degli Argippi che abitavano l’alto Irtyš e al lago Zajsan. Su questa rotta si trova la catena montuosa del Tarbagatay, il cui pendio settentrionale scende verso la depressione di Zajsan, con l’omonimo lago. Nel 1773 il botanico Johann Sievers scoprì sul pendio meridionale di quelle montagne la popolazione di meli selvatici asiatici spintasi più nord: più tardi la specie avrebbe preso il suo nome (Malus sieversii). Lungo tale rotta avveniva il commercio di seta, pelli e pellicce, tappeti persiani, artefatti di pietre e metalli preziosi e altre merci ancora. A quell’epoca la seta era un prodotto esotico molto apprezzato e il suo trasporto dalla Cina all’Asia Centrale e al bacino del Mediterraneo era controllato dalle tribù degli Sciti e dei Saci. Accanto all’oro la seta diventò una specie di valuta generalmente riconosciuta, usata per fare doni ai sovrani e agli ambasciatori, per pagare mercenari o per saldare debiti pubblici.
Nel periodo che va dal v al ii secolo a.C. la via della seta diventò un’arteria commerciale e diplomatica regolarmente usata. Partendo a Oriente da Chang’an, un’antica capitale cinese, attraversava il Fiume Giallo (Huang He) nei pressi della città di Lanzhou e proseguiva lungo le propaggini settentrionali delle montagne Nanshan, verso le estremità occidentali della Grande Muraglia cinese, dove si divideva in due rami che fiancheggiavano il deserto del Takla Makan a nord e a sud. Il ramo settentrionale proseguiva attraverso le oasi di Khami, Turfan e Shikho per giungere alla valle del fiume Ili, dove faceva ingresso nel territorio dell’odierno Kazakistan. Il ramo meridionale conduceva da Chaochang attraverso Karasahr ad Aksu, poi proseguiva attraverso il passo Bedel nelle montagne del Tien Shan fino alla riva meridionale del lago Ysykköl (nell’odierno Kirghizistan) e oltre, attraverso Hotan e Yarkend (l’odierna Samarcanda in Uzbekistan) fino all’India e all’area mediterranea. Più tardi comunque entrambi i rami di questa rotta avrebbero preso il nome di “rotta meridionale”.
La “rotta settentrionale” partiva dalla città di Kashgar in Cina e conduceva verso Ponente attraverso il territorio dell’odierno Kazakistan, passando da Semirechye e nel Kazakistan meridionale, portando a Fergana, per proseguire poi attraverso Samarcanda, Bucara, Merv e Hamadan, fino alla Siria. La maggior parte di questa rotta si trovava nel territorio dell’odierno Kazakistan, dove percorreva la catena montuosa dell’Alatau Transiliano (Tien Shan settentrionale) verso Taraz, l’antica capitale del Kazakistan, lungo la catena dell’Alatau kirghiso verso il Kazakistan meridionale (Tien Shan occidentale) e oltre lungo le montagne del Karatau del Syr-Darya fino alle rive del lago d’Aral (l’antica Zhayakent, oggi Aralsk), da dove conduceva al fiume Jaik (Ural) e lungo la riva settentrionale del Mar Caspio per giungere ad Astrachan’ (nell’odierna Russia) e poi fino all’Europa.
, dove questa pianta formava grandi foreste nelle aree pedemontane e collinari.
Nei sistemi montuosi del Tien Shan settentrionale le vie correvano lungo le catene dell’Alatau Transiliano e del Džungarski Alatau, mentre a sud proseguivano nel Tien Shan occidentale, lungo le montagne dell’Alatau kirghiso, le catene Zhabagly, Ugamsky, Pskemsky, del Korzhantau e del Karatau, dove questa straordinaria pianta è presente ancora oggi.
Nel vi e vii secolo la “rotta settentrionale” dalla Cina divenne quella maggiormente frequentata e veniva usata da gran parte delle missioni diplomatiche e delle carovane commerciali. Tale spostamento della via della seta è riconducibile a vari motivi. Da una parte le residenze principali dei Gran Khan turchi, che controllavano le vie di commercio attraverso l’Asia Centrale, si trovavano nell’area di Semirechye (Kazakistan). Questi ricchi sovrani e le loro corti erano diventati importanti acquirenti delle merci scambiate. Dall’altra parte le continue guerre del vii secolo compromettevano la sicurezza di parte della “rotta meridionale”. Nel corso dei secoli ci furono importanti cambiamenti: alcune parti della via della seta acquistarono un’importanza cruciale a causa di determinate condizioni politiche ed economiche, mentre altre caddero in disuso per il declino dei centri d’insediamento disposti lungo certi tratti. In tutte le epoche i percorsi della via della seta venivano definiti soprattutto da diplomatici, mercanti, condottieri militari e da altri viaggiatori ricorrenti.
La presenza della via della seta influì indubbiamente in misura determinante sulla formazione di stati e sullo sviluppo economico di molti paesi. Nel ii secolo a.C., nel periodo degli stati dei Saci, dei Wusun e dei Kanguj, monete e vetri romani, seta, specchi e oggetti laccati provenienti dalla Cina, fibule europee e sigilli in pietra provenienti dall’Iran sasanide giungevano nell’odierno territorio del Kazakistan.
Allo stesso periodo risale lo sviluppo degli insediamenti agricoli circondati da mura e torri nelle valli dei fiumi Shu e Talas nel Kazakistan meridionale. Nella seconda metà del vi secolo l’area di Semirechye (gli odierni distretti di Almaty e Zhambyl) e il Kazakistan meridionale entrarono a far parte del Khaganato turco, un gigantesco impero nomade che si estendeva dalla Corea alle rive del Mar Nero.
La rivitalizzazione della via della seta in quei territori fu un fattore di cruciale importanza per la nascita e la rapida crescita delle città e per lo sviluppo di una cultura urbana. La via della seta rappresentò anche un mezzo di diffusione di idee religiose attraverso il quale vari missionari riuscirono a propagare la loro fede anche in terre lontane. Il buddismo fece il suo ingresso in Kazakistan e in altri paesi provenendo dall’India attraverso l’Asia Centrale e il Turkestan orientale, mentre in seguito si diffusero anche il cristianesimo e l’Islam, a partire dalla Siria, dall’Iran e dalla penisola araba.
Nel xiv secolo la via della seta cominciò a perdere importanza, soprattutto a causa delle frequenti e devastanti guerre e dello sviluppo del commercio marittimo con la Cina.
La grande via della seta, un articolato sistema di antiche vie carovaniere che collegavano la Cina con i paesi dell’Asia Centrale e dell’Europa, rappresenta una delle più grandi conquiste nella storia della civilizzazione. La sua importanza non risiede soltanto nelle immense quantità di merci scambiate e nell’impatto che ebbe sul progresso economico dei vari paesi, ma anche nella compenetrazione e nel mutuo arricchimento di civiltà e culture diverse fra loro.
Essa ebbe senza dubbio anche un ruolo significativo nell’accrescimento della conoscenza della natura e nello sviluppo dell’agricoltura da parte dei nomadi, visti i numerosi esempi di piante alimentari, ornamentali o con altre funzioni, la cui coltivazione si diffuse lungo quella rete. Così appare molto probabile che siano stati proprio i semi del Malus sieversii ad arrivare nei frutteti dei vari paesi e a dare origine alle moderne forme coltivate del melo.
La via della seta di Natalya Ogar
Testo di Natalya Ogar tratto da: Le foreste dei meli selvatici nel Tien Shan. Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, ventisettesima edizione, a cura di Giuseppe Barbera, Patrizia Boschiero, Luigi Latini, con Catherine Peix, Fondazione Benetton Studi Ricerche, Treviso 2016, in corso di pubblicazione; la traduzione dall’inglese all’italiano è di Jesko Kleine per conto della Fondazione Benetton Studi Ricerche.
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