Sils Maria
regia e sceneggiatura Olivier Assayas cast Juliette Binoche (Maria Enders), Kristen Stewart (Valentine), Chloë-Grace Moretz (Jo-Ann Ellis), Lars Eidinger (Klaus Diesterweg), Johnny Flynn (Christopher Giles), Angela Winkler (Rosa Melchior), Hanns Zischler (Henryk Wald) genere dramatico durata 124′
Sils Maria è una località dell’Alta Engadina, in Svizzera, dove vive il drammaturgo Wilhelm Melchior, autore della pièce intitolata Il serpente del Maloja le cui protagoniste sono due donne: la giovane Sigrid ed Elena, il doppio dei suoi anni e sua datrice di lavoro. Tra esse si instaura una tumultuosa relazione, professionale e sentimentale, che si conclude con l’annientamento della donna più matura. Maria Enders (Binoche) è una famosa attrice arrivata alla soglia della cinquantina la cui celebrità ha avuto inizio vent’anni prima quando interpretò a teatro (e poi al cinema) il ruolo di Sigrid. Maria si sta recando a Zurigo con la sua assistente personale Valentine (Stewart) a ritirare un premio per conto di Melchior quando apprende della morte improvvisa (un suicidio mascherato) del drammaturgo. In occasione della cerimonia, Maria conosce il regista teatrale Klaus Diesterweg che tenta di convincerla a tornare sulle scene con Il serpente del Maloja nei panni, questa volta, di Elena. Dopo non poche esitazioni Maria accetta, spinta soprattutto da Rosa, la vedova di Melchior, che le lascia il cottage di Sils Maria dove viveva con il marito. Il Serpente del Maloja, del resto, è il nome di un fenomeno atmosferico che si verifica appunto nella località engadinese in particolari condizioni climatiche.
Storia di donne, vagamente alla Bergman, il cui leit motiv è dunque il contrasto tra la giovinezza e la maturità. Una riflessione su ciò che è la vita nel suo sviluppo, parabola non lineare che diventa ben presto un testacoda tra ciò che si è vissuto e ciò che ci aspetta nell’avvenire. Il film si focalizza perciò sul rapporto tra la matura diva e la sua assistente nella solitudine delle montagne, teatro di lunghe escursioni. Assayas, certamente tra i registi francesi più talentuosi, costruisce il suo film su questo corto circuito di esistenze e rappresentazioni, di vita reale e cinema, di finzione scenica e realtà concreta dei personaggi che finiscono con il fondersi e confondersi l’un l’altro in una dimensione sospesa che è, allo stesso tempo, la natura smagliante dei monti dell’Engadina e la ricerca interiore di un io sempre più sfuggente. Al punto che, prova dopo prova, i ruoli del dramma si ribaltano. Elena-Maria non è più la vittima designata e Sigrid-Valentine la vincitrice. In attesa del giorno tanto atteso in cui salire alla sommità della montagna da cui ammirare l’arrivo del vero Serpente del Maloja.
Allora perché vederlo?
Perché tutti abbiamo un luogo del cuore
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.