Film in DVD: “La Isla minima” di Alberto Rodríguez

Pubblicato il 2 Maggio 2016 in

La isla mínima

regia Alberto Rodríguez sceneggiatura Alberto Rodríguez, Rafael Cobos cast Javier Gutiérrez (Juan) Raúl Arévalo (Pedro) Antonio de la Torre (Rodrigo) Nerea Barros (Rocío) Salva Reina (Jesús) Ana Tomeno (Marina) Jesús Ortiz (Andrés) Manuel Salas (Sebastián) genere poliziesco durata 105′

Abituati a inseguimenti stradali con l’auto del bandito che sfugge a quella dei poliziotti facendo slalom tra semafori e guardrail, non possiamo che restare ammirati davanti a un analogo inseguimento mozzafiato sui sentieri sterrati di immense risaie. Oppure quando le piante di cereale, prossime alla mietitura, permettono appostamenti, agguati e imboscate meglio dei roccioni della Monument Valley. Insomma, per non farla troppo lunga, uno dei motivi di interesse di questo film è la sua collocazione geografica, tra le paludi della foce del Guadalquivir, nel profondo Sud della Spagna, negli acquitrini che ospitano anche colonie di fenicotteri rosa, dove la terra e l’acqua si mescolano in un dedalo di meandri più intricati delle vie di Manhattan. Altro motivo di interesse, la collocazione temporale, nel settembre del 1980, ossia in quel periodo di transizione tra franchismo e democrazia che lasciava ancora ampi margini all’arbitrio del vecchio stato di polizia e spazi ancora troppo angusti per le rivendicazioni sindacali e l’equità sociale. A questo punto resta chiaro che la storia thriller di un omicida seriale di ragazzine in cerca di emancipazione, ansiose di lasciare la terra natia con il miraggio della grande città, passa in secondo ordine rispetto ad altre annotazioni più di sostanza sul senso della vita, dell’appartenenza e della coscienza di sé.

C’è una vistosa impronta di Alejandro Amenábar su questo film spagnolo che ha meritatamente mietuto decine di Premi Goya (gli Oscar iberici) non solo dal punto di vista stilistico – per esempio le ardite inquadrature dall’alto, con il suolo che disegna geometrie su cui gli uomini appaiono poco più che insetti – ma anche nell’impostazione drammaturgica. I due agenti che arrivano da Madrid per dare una mano alle forze dell’ordine locali nel far luce sugli omicidi seriali, non sono, come hanno scritto in molti, la versione iberica della classica coppia “poliziotto buono-poliziotto cattivo” di tanto cinema di genere, ma le due anime della stessa nazione che sta faticosamente cercando la sua strada dopo il buio della dittatura. Esattamente come le vittime designate del serial killer nei loro goffi tentativi di “uscire dalla palude” delle proprie meschine esistenze. Con i silenzi, le omertà, le connivenze di una società chiusa e malata che non solo mal sopporta gli intrusi, ma vorrebbe dimenticare il male che non viene da fuori, ma che le è invece connaturato, endemico. Doppia lettura, dunque, per questa storia che si lascia apprezzare come semplice, puro, adrenalinico thriller, ma che può piacere anche a quei palati in cerca di qualcosa di più sostanzioso.

Allora perché vederlo

Per uscire dagli schemi dell’Andalusia tutta nacchere e flamenco.

ama La Isla minima

 

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