La famiglia Bélier
regia e sceneggiatura cast Karin Viard (Gigi Bélier) François Damiens (Rodolphe Bélier) Louane Emera (Paula Bélier) Luca Gelberg (Quentin Bélier) Roxane Duran (Mathilde) Eric Elmosnino (Fabien Thomasson) Ilian Bérgala (Gabriel) Céline Jorrion (giornalista) genere commedia durata 101′
Il favoloso mondo dopo Amélie. Dal 2002, ossia dal successo planetario del film di Jeunet, assistiamo annualmente all’invasione sugli ultraschermi di commedie francesi, brillanti e spumeggianti come coppe di champagne, destinate a entrare dritte nel cuore degli spettatori. È successo, a cadenza regolare, con Giù al Nord, Quasi amici, Molière in bicicletta, La moglie del cuoco e molti altri titoli. Succede anche con La famiglia Bélier grazie al suo giusto mix di buoni sentimenti, piccoli conflitti familiari, solidarietà a buon mercato ed happy end che fanno uscire di sala lo spettatore soddisfatto per aver speso bene i soldi del biglietto e contento per sentirsi migliore di quando era entrato.
Tutto bene, dunque? Se a un film non si chiede altro che due ore di sano divertimento ottenuto con battute brillanti, gag alle cadenze giuste e il giusto mix di sorriso e commozione la risposta è sì. Con in più, in questo caso, il riconoscimento della maiuscola prova d’attore dovuta a tutti i membri del clan. La giovane Emera è perfetta nei panni ora del brutto anatroccolo, ora di Alice nel Paese delle Meraviglie ora di Cappuccetto Rosso, efficacemente spalleggiata da una bella combriccola di coetanei. Straordinari l’attore belga Damiens e la superprofessionale Viard chiamati a esprimersi solo attraverso la gestualità nei panni di una coppia di sordomuti. I personaggi restanti sono poco più che figurine Liebig, adatti a fare il controcanto (è proprio il caso di dirlo) alle prodezze dei mattatori.
Allora perché vederlo?
Per scegliere bene tra i candidati sindaci alle prossime amministrative di giugno.
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