regia e sceneggiatura Claudio Cupellini cast Elio Germano (Fausto) Astrid Berges-Frisbey (Nadine) Pino Colizzi (Alfredo) Roschdy Zem (Benoit) Marco D’Amore (Toni) Elena Radonicich (Francesca) Paolo Pierobon (Marco) Valerio Binasco (Sandro) genere drammatico durata 120′
Dalle stelle alle stalle e ritorno. Lo scrive il Destino (con la maiuscola) nelle vite di Fausto e Nadine, cameriere lui, aspirante modella lei, che si incontrano casualmente sul tetto di un albergo di lusso a Parigi, si amano, si lasciano e si riprendono non senza conoscere il successo e la galera. Vite incrociate e parallele allo stesso tempo: quando sale lui, lei scende e viceversa. Un amore malato, eccessivo, nevrotico e tenerissimo, rude fino alla brutalità, generoso fino alla dissipazione.
A sua volta, il film di Cupellini è eccessivo e barocco, intrigante e irritante allo stesso tempo. In fondo, specchio di tempi non facili, di lusso sfrenato ed esibito, di abissali povertà morali. Il “vil denaro” è il motore del mondo, tutto ruota attorno a lui, carburante inesauribile di ciò che le persone fanno e dicono. Anche nel segreto dell’alcova. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire, se non fosse che Cupellini intreccia bene la sua trama, aggroviglia e slega i destini dei personaggi in una cornice da jet set cui fa capolino anche la malavita. A riprova che gli estremi, ancora una volta, si toccano.
Il film coglie con obiettività la deriva dei tempi, non giudica, non assolve e non condanna lasciando allo spettatore il compito di farsi un’idea. O anche di sospendere il giudizio. Tra i punti deboli dell’opera, duole puntare il dito sulla recitazione di Germano, interprete ancora una volta non all’altezza del compito che gli viene affidato (vedi Il giovane favoloso). Più credibile la Berges-Frisbey, in un ruolo più complicato, e i comprimari. Decisamente azzeccate le location in una Parigi e una Milano non più da bere. Grige e fredde come solo certi sentimenti.
E allora perché vederlo?
Per confrontarsi sull’idea dell’amore nel XXI secolo
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