Se qualche volta vi capiterà di passare dal cimitero parigino di Montmartre andate a visitate la tomba di Louis Jouvet, attore oggi dimenticato, soprattutto in Italia, scomparso nel 1951, mentre stava preparando in teatro una commedia di Graham Greene. Nato a Crozon nel 1887, alto, curvo, dinoccolato e dallo sguardo magnetico, Jouvet è stato uno dei grandi interpreti del teatro e del cinema francesi. Laureato in farmacia nel 1910, abbandona presto il bancone dei preparati galenici per calcare le scene nella compagnia di Léon Noël. Dopo anni di gavetta, nel 1924 diventa direttore della Comédie du Champs Elisées e nel 1932 approda al cinema. Si afferma con La kermesse eroica (1935) di Jacques Feyer nel ruolo di un parroco e nel ’36 è al fianco di Jean Gabin in Verso la vita di Jean Renoir, storia di un barone travolto dai debiti di gioco e di donne diventato amico di un ladro d’appartamenti che vive in un triste dormitorio. Nel 1937 è un commissario di polizia in Alibi di Pierre Chenal, impegnato nello smascherare un illusionista assassino. Louis Jouvet recita insieme al mostro sacro Erich von Stroheim anche se in poche scene.
Colto e appassionato – Alternando tanto teatro ai set cinematografici, l’attore, uomo coltissimo e appassionato di letteratura francese, è ormai richiesto dai più grandi registi di casa sua. Marcel Carné lo vuole per Lo strano dramma del dottor Molyneaux e Julien Duvivier per il pregevole Carnet di ballo, tutti e due del 1937. E ancora Jean Renoir lo dirige in La Marsigliese dove è Pierre Louis Roederer, procuratore generale di Parigi, che il 10 agosto 1792 convince Luigi XVI a lasciare le Tuileries e rifugiarsi nell’Assemblea Nazionale Legislativa. Il film, del 1938, è realizzato nel clima euforico del Fronte Popolare. Poi ancora due pellicole dirette da Duvivier prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale: I prigionieri del sogno (1939), nei panni di un vecchio attore, ex seduttore narcisista che vive in una casa di riposo di artisti indigenti, e Il carro fantasma (1939), nel ruolo di Georges, guidatore di un carro che trasporta nell’aldilà i moribondi.
Interprete indimenticabile – Durante l’occupazione tedesca, Jouvet si reca con la sua compagnia teatrale (i cui debiti sono coperti grazie ai suoi film) in tournée in America Latina riscuotendo accoglienze degne di un ambasciatore della cultura francese. Nel dopoguerra è interprete acclamatissimo in teatro dei grandi classici, soprattutto Moliére, mentre al cinema recita in Legittima difesa (1947) di Henri Georges Clouzot. È un ispettore di polizia che indaga sulla morte di un ricco seduttore, forse assassinato dal marito geloso di una cantante di music-hall. Nel 1950 porta sullo schermo Knock o il trionfo della medicina di Guy Lefranc, già replicato ben 1440 volte sul palcoscenico, esilarante satira di un medico che convince gli abitanti di un paesino di essere tutti malati. Le onoranze funebri tributategli alla sua morte, avvenuta il 16 agosto 1951, saranno un vero e proprio spettacolo di massa. Nel marzo 1952 Jean-Louis Barrault lo commemorerà nell’aula magna della Sorbona davanti a una folla immensa proveniente da ogni quartiere di Parigi.
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