Il 6 settembre 1954 viene presentata alla Mostra di Venezia alla presenza di Giulietta Masina La strada di Federico Fellini che sfiorerà il Leone d’oro, andato invece, tra polemiche, a Giulietta e Romeo di Renato Castellani. Il film provoca anche un vivace dibattito tra il pubblico e la critica che si divide in due. I giornalisti di sinistra lo accusano di “spiritualismo religioso” interpretandolo come un attacco al neorealismo, mentre la stampa cattolica lo elogia.
Tra gli altri Ugo Casiraghi, critico dell’Unità, individua nell’opera una sorta di sottofondo cattolico e quindi lo considera un passo indietro rispetto a Lo sceicco bianco (1952) e I vitelloni (1955), carichi di graffiante satira di costume. Nonostante queste stroncature, i personaggi di Gelsomina (Giulietta Masina) e di Zampanò (Anthony Quinn), eroi umili e maltrattati dalla vita, saranno amati in tutto il mondo. Dino De Laurentiis e Carlo Ponti, coproduttori del film, decidono di farlo uscire prima in Francia, in un locale sugli Champs Elysées, dove il successo è subito enorme. Fellini, contrariamente alle sue abitudini, accompagna la sua opera in giro per l’Europa, acclamato ovunque, ma la sua soddisfazione non è completa. Gli brucia il giudizio negativo dell’amico Casiraghi, da lui molto stimato.
I due si telefonano, concordano un incontro. Così Fellini prende il treno e arriva a Milano nel primo pomeriggio del giorno designato. Qui Casiraghi, alto, con la barba e l’eterno sigaro in bocca, lo aspetta per raggiungere insieme un bar nei dintorni della Stazione Centrale. Regista e giornalista per ore discutono civilmente della pellicola. Poi Fellini, esausto, riprende il treno per Roma. Missione fallita. Le loro posizioni rimangono distanti. Poco male, perché gli incassi del film nel frattempo continuano ad aumentare, insieme con le recensioni positive della stampa straniera.
Nel 1956 l’Italia sceglie la storia di Zampanò e Gelsomina per rappresentare il nostro Paese nella corsa all’Oscar per il miglior film straniero. La sera del 27 marzo 1957 al Rko Pantages Theatre di Los Angeles la preziosa statuetta va alla pellicola, tra la commozione di Fellini e della Masina, presenti in sala. Finita la cerimonia, in una delle tradizionali cene organizzate dalle Major, la nostra attrice timida e sperduta, la Gelsomina minuta e poetica inventata dalla penna di Ennio Flaiano, si trova a tavola seduta accanto a Clarke Gable “il re di Hollywood”. Lei, rossa in volto, osa dirgli con un filo di voce: “Mr. Gable sono onorata di essere al suo fianco”. E lui, confermando la sua fama di gentiluomo, le risponde: “No, lei ha vinto l’Oscar e perciò stasera sono io a essere onorato di starle vicino!”
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