Da vedere in DVD: “Mistero a Crooked House” di Gilles Paquet-Brenner

Pubblicato il 6 Dicembre 2018 in Outdoor Cinema
Mistero a Crooked House

Sceneggiatura Julian Fellowers dal romanzo “Crooked House” di Agatha Christie Cast Max Irons (Charles Hayward) Stephanie Martini (Sophia Leonides) Terence Stamp (isp. Taverner) Glenn Close (Edith de Haviland) Christina Hendricks (Brenda) Gillian Anderson (Magda) Julian Sands (Philip Leonides) Christian McKay (Roger Leonides) Preston Nyman (Eustace) Honor Kneafsey (Josephine) Roger Ashton-Griffith (notaio Gaitskill) genere poliziesco produzione Gran Bretagna 2017 durata 110 min

 

In una piovosa Londra degli anni ’50 un’avvenente ragazza entra nello studio di un giovane detective privato con la classica proposta che non si può rifiutare: indagare nel più stretto riserbo sulla morte di suo nonno, un magnate di origine greca, avvenuta nella principesca dimora di campagna dove vive l’intera famiglia del riccone. Naturalmente ciascuno tra moglie, figli, nuore, nipoti, parenti e affini ha motivi da vendere per volere (o determinare) la morte del patriarca nonché un cospicuo gruzzolo da ereditare. Tra il detective e la rampolla, per giunta, c’era stato del tenero, tempo prima, troncato sul nascere senza un plausibile motivo. Dunque motivo in più per accettare, con inesorabile ritorno di fiamma. Insomma, senza Mistero a Crooked Housedilungarci oltre, siamo tra le pagine più dense di suspense di Agatha Christie. Che il regista Paquet-Brenner traduce in immagini che catturano e coinvolgono da subito per non mollare mai la presa. A tutto ciò va aggiunto un cast (semi)stellare in cui accanto agli emergenti Irons jr (figlio del più noto Jeremy) e Martini, ai collaudati Anderson, Sands e McKay, giganteggiano un’ironicissima Glenn Close e uno scorbutico Terence Stamp al meglio della loro forma. Tra atmosfere alla Dieci piccoli indiani (1965), Assassinio sull’Orient Express (1974) e Assassinio sul Nilo (1978), tanto per citare tre classiconi cinematografici dalla Christie, anche Mistero a Crooked House si dipana inesorabile fino al “crescendo” finale con la scoperta dell’insospettabile tra gli insospettabili come autore del delitto. Del resto il vero succo della vicenda non è la trama poliziesca in sé, ma la definizione dei caratteri dei vari personaggi e delle loro personali motivazioni all’omicidio, nel più velenoso nido di vipere che si possa immaginare. Giusta quindi la scelta del regista di mettersi al servizio del copione e curare soprattutto le atmosfere e il décor. Per ottenere un film che non impegna più di tanto, ma che fa passare due ore di sano enterteinment.

 

E allora perché vederlo?

Perché dietro ogni riccone ci sono dei poveri eredi che aspettano in grazia…

Mistero a Crooked House


One thought on “Da vedere in DVD: “Mistero a Crooked House” di Gilles Paquet-Brenner

  1. La famiglia? Se non è un’associazione per delinquere è un covo di vipere.
    Da qui una trama di un giallo deduttivo tratta da un romanzo di Agatha Christie: spettatore e investigatore ad armi pari nel risolvere il caso. Ma una cosa è un romanzo, altra è la sua rappresentazione cinematografica e in questo sta la differenza tra Agatha Christie e il sceneggiatore Julian Fellower.
    Leonides, magnate greco avvelenato con la (orma scontata, con tutto il rispetto per Agatha Christie) iniezione di cianuro ha una famigliola dove tutti sono al di sotto di qualsiasi sospetto. O quasi.
    Già la scena dell’iniezione è in sé un indizio, se non fosse che chi la subisce non si sveglia appena viene punto dall’ago. Quando mai si è visto una persona subire una endovenosa senza svegliarsi? E così Fellower trasforma un indizio (due, se si considera il modo in cui l’iniezione viene praticata) in un dettaglio minore.
    A poco servono la distrazione sistematica dello spettatore, testamenti più o meno esistenti, preferenze e fallimenti familiari, malattie e relazioni nascoste, a poco serve tutto questo se non vengono seminati – in linguaggio chiaro a uno spettatore cinematografico – gli indizi che portano al colpevole.
    Alcuni “conigli tolti dal cappello” (correttezza vuole evitare dettagli) se fatti da uno scrittore sarebbero veri e propri inganni nei confronti del lettore.
    Quando in un giallo deduttivo la sceneggiatura barcolla a poco servono l’ottima fotografia e scenografia.
    Un film che promette molto e mantiene poco.
    A meno che si sia fan di Glenn Close.

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