Da vedere in DVD: “Virgin Mountain” di Dagur Kári

Pubblicato il 18 Febbraio 2019 in Outdoor Cinema
Virgin Mountain

Sceneggiatura Dagur Kári Cast Gunnar Jónsson (Fúsi) Ilmur Kristjánsdóttir (Sjöfn) Sigurión Kjartansson (Mordur) Franziska Una Dagsdóttir (Hera) Margrét Helga Jóhansdóttir (Fjola) Arnar Jónsson (Rolf) Walter Geir Grimsson (Gustav) Dori Dna (Jorgen) genere drammatico produzione Islanda, Danimarca 2015 durata 91 min.

 

Fúsi, 40 e passa anni, è appassionato di war game al punto che in casa si è costruito un enorme plastico con la battaglia di El Alamein. Ama la musica heavy metal, è semicalvo, ma porta il codino, ed è parecchie decine di kg in sovrappeso. Occhi innocenti e cuore da bambino (il cervello chissà) fa lo scaricatore all’aeroporto e i compagni di lavoro lo bersagliano con pesanti scherzi ai quali lui non reagisce nonostante pesi più di tutti loro messi assieme. È un solitario incallito, ma vive ancora con la madre, che lo tratta come un fanciullo. Per stanarlo dal suo letargo, e per toglierselo un po’ di torno, l’attempato fidanzato della genitrice lo iscrive a una scuola di ballo country. Sapendo di sembrare un orso, Fúsi se la squaglia prima ancora di mettere piede in pista, ma l’incontro con la coetanea Sjofn, complice appunto il ballo, è destinato a cambiargli la vita. In meglio? In peggio? Il gigante buono si innamora e dunque attua tutte le strategie che il cuore detta in questi casi. Ma l’amata non è un carattere facile e ci mette del suo per complicargli (e complicarsi) la vita. Finale aperto perché solo vivendo (e amando) si può sapere come stanno davvero le cose. Dentro e fuori di noi. Del film si è detto: “cinema minimalista”, ma è come dire “acqua bagnata”. Sta di fatto che dalla piccola e marginale Islanda (poco più di 300mila anime in tutto) oltre che la sorpresa ai campionati del mondo di calcio sta arrivando un numero sempre crescente di ottimi film. Con belle storie, molto particolari, e interpreti di prim’ordine (emblematico il recentissimo La donna elettrica, 2018).

Virgin Mountain

Segno di una vitalità rara, assente in altre cinematografie ben più consistenti e paludate. E una boccata d’aria buona, sia pure di origine artica, può solo fare bene. Se poi gli islandesi la smettessero di cacciare balene, sarebbero candidati unici al titolo di “Isola d’Utopia Realizzata”, ma non allarghiamoci troppo perché la perfezione non è di questo mondo. Doverosa, infine, una nota sul titolo italiano. Quello originale è Fúsi, ossia il nome del protagonista. Ammesso che non fosse proponibile per il mercato estero, solo a una mente contorta o perversa poteva venire in mente di cambiarlo in Montagna Vergine (in inglese) con evidente riferimento alla stazza del personaggio e alle sue difficoltà a relazionarsi con l’altro sesso. Non contenti di questa genialata della distribuzione internazionale, i fenomeni italici hanno aggiunto, più come monito che sottotitolo, l’aforisma “Non puoi sfuggire per sempre alla vita”. In fondo è un peccato che si siano limitati a questo. Perché non osare di più? E passare direttamente al celebre brano di Nicola “Nisa” Salerno e Giuseppe Fanciulli (nomen omen) portato al successo dal mitico Aurelio Fierro. Vuoi mettere intitolare il film Guaglione e aggiungere come sottotitolo i versi: “E passe e spasse sott’a stu balcone, ma tu si’ guaglione: nun canusce ‘e ffemmene… Tu vuo’ suffrì, tu vuo’ murì, chi ‘tto fa fa’…

 

E allora perché vederlo?

Perché anche nella fredda Islanda è caldo il cuore degli innamorati.

 


SCELTI PER VOI

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.