Da vedere in DVD: “La ruota delle meraviglie” di Woody Allen

Pubblicato il 18 Marzo 2019 in Outdoor Cinema
La ruota delle meraviglie

Sceneggiatura Woody Allen Cast Kate Winslet (Ginny Rannell) Jim Belushi (Humpty Rannell)  Juno Temple (Carolina Rannell) Justin Timberlake (Mickey Rubin) Jack Gore (Richie) Tony Sirico (Angelo) Steve Schirripa (Nick) Max Casella (Ryan) David Krumholtz (Jake) genere commedia produzione Usa 2017 durata 97 min.

 

Ormai ogni nuovo film di Mr Allan Stewart Königsberg (Woody Allen) è una vera e propria “operazione nostalgia”. Nel senso che all’ottantaquattrenne ex comico yiddish piace sempre più rovistare nel baule dei ricordi per mettere in scena le sue strampalate e surreali storie d’amori e di gelosie. Storie magari ferocissime, come questa, ma che ci accompagnano con il sorriso sulle labbra dalla prima all’ultima inquadratura. Dunque dall’album di famiglia questa volta esce l’estiva Coney Island anni ’50 con le spiagge affollate, le giostre e i luna park, i ristorantini sulla battigia e la gigantesca ruota panoramica che dà il titolo al film. E che fa da sfondo all’appartamento in cui vivono Humpty e Ginny, ricavato al primo piano di un baraccone del tirassegno. Lui fa il giostraio, lei la cameriera mentre il tredicenne Richie, figlio di primo letto di lei, non trova nulla di meglio che andarsene in giro tutto il giorno ad appiccare incendi.

La ruota delle meraviglie

Reduci da altrettanti fallimenti di vita i due hanno trovato un precario equilibrio sentimentale cui affidare una parvenza di insoddisfatta stabilità. Fino a quando irrompe sulla scena Carolina, figlia 22enne di lui scappata di casa per sposare un gangster, che ora torna all’ovile inseguita da due scagnozzi del marito che intendono farle pagare le “confidenze” fatte alla polizia sull’attività del consorte. Come avviene quasi sempre nei copioni di Allen, il triangolo (padre-figlia-matrigna) acquista un quarto lato nella figura di Mickey, bagnino a tempo perso e aspirante scrittore nonché voce narrante della storia. Il quale inizia una relazione con Ginny per poi innamorarsi a prima vista di Carolina suscitando così le ire funeste dell’amante tradita. Non aggiungiamo altro perché Allen ci ha ormai abituato a planare su finali a sorpresa attraverso un prevedibile crescendo di intrecci ovvero a paracadutarci su prevedibili finali attraverso un groviglio di intrecci a sorpresa o scatole cinesi che dir si voglia. A ogni buon conto, anche qui il film parte bene, spigliato e frizzante come una bevanda alle bollicine, per poi perdersi un po’ per strada quando il plot sembra prendere la mano al regista. Come sempre azzeccatissima la scelta degli interpreti, con una Winslet invecchiata e imbolsita quanto basta per dare il giusto, delizioso tocco “neorealista” al suo personaggio di donna matura, ma ancora desiderosa di sogni e avventure. Belushi è semplicemente fa-vo-lo-so nella sua perenne canotta da magütt e con l’addome globoso dell’alcolizzato. Un gradino appena sotto gli altri interpreti, nessuno escluso, tanto meno il giovanissimo Jack Gore con i suoi cerini. Che altro aggiungere? Allen non si discute. Piaccia o meno, a questo punto il monumento è lui. Al quarantottesimo film in 50 anni di carriera si può solo levarsi il cappello, mettersi la mano sul cuore e salutare il passaggio del vincitore.

 

E allora perché vederlo?

Per fare un tuffo nei favolosi (si fa per dire) Anni 50.

La ruota delle meraviglie


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