Tra le ricchezze della città, anche Palazzo Zevallos Stigliano e i suoi tesori

Pubblicato il 15 Settembre 2017 in

Le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano, insieme alle Gallerie di Piazza Scala a Milano e a quelle di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza, formano le Gallerie d’Italia, polo museale e culturale di Intesa Sanpaolo. Palazzi storici della Banca, nel cuore delle tre città, sono stati trasformati in sedi espositive per accogliere e condividere con il pubblico le collezioni d’arte di appartenenza del Gruppo.

Scopriamo oggi Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli.

Palazzo Zevallos Stigliano è dal 1898 la sede storica della Banca a Napoli. La prima destinazione a scopi museali di un’area del piano nobile dell’edificio risale al 2007 – all’indomani di un accurato intervento di restauro sui cicli decorativi ottocenteschi – nell’intento di valorizzare e condividere con la cittadinanza un piccolo nucleo di dipinti di grande rilievo, prima fra tutti il “Martirio di sant’Orsola di Caravaggio.

Lo scalone d’onore conduce all’attuale itinerario museale che si articola in spazi più estesi e propone nelle prime sale un’antologia in grado di tratteggiare, per grandi linee, un profilo delle vicende salienti della pittura a Napoli nel corso del Sei e Settecento, dalla svolta naturalistica impressa dall’arrivo di Caravaggio nel 1606, fino ai fasti della civiltà borbonica.

Spiccano fra le opere esposte il “Martirio di sant’Orsola“, capolavoro estremo dello stesso Caravaggio (eseguito nel 1610 pochi mesi prima della morte), “Giuditta decapita Oloferne“, derivazione attribuita al fiammingo Louis Finson da un perduto originale ancora del Merisi, “Sansone e Dalila” di Artemisia Gentileschi, tre scene bibliche di Bernardo Cavallino, l’”Adorazione dei Magi” del Maestro degli Annunci ai pastori, “Tobia ridona la vista al padre” di Hendrik De Somer, il “San Giorgio” di Francesco Guarini, il “Ratto di Elena” di Luca Giordano, “Agar nel deserto” di Francesco Solimena e due celebri opere di Gaspare Traversi, “La lettera segreta” e “Il concerto“.

Il percorso nella veduta e nel paesaggio, un genere prima ritenuto minore e che ha avuto a Napoli uno sviluppo straordinario nel corso dell’Ottocento, inizia con una premessa settecentesca: quattro dipinti dell’olandese Gaspar van Wittel, considerato uno degli iniziatori del vedutismo moderno.

In una prima sezione dedicata alle vedute e alla Scuola di Posillipo, la serie delle piccole tele di Anton Smink Pitloo, e ancora i dipinti di Giacinto Gigante, Gabriele Smargiassi, Salvatore Fergola, Nicola Palizzi, Domenico Morelli, Federico Rossano, Edoardo Dalbono, Edoardo Franceschini, Gioacchino Toma, Francesco Mancini, Vincenzo Migliaro, permettono di seguire l’eccezionale vicenda di un genere declinato in successive fasi sperimentali, che hanno reso la Scuola Napoletana all’avanguardia in Europa.

Dalla Scuola di Posillipo, dove matura la grande eredità del paesaggismo del Grand Tour, si approda al naturalismo, legato alla pratica en plein air, della Scuola di Resina, sino alle esperienze più individuali di fine secolo. Una successiva sezione consente di puntare l’obiettivo su ritratti di artisti o di gente del popolo e sulla rappresentazione della città attraverso gli interni degli edifici monumentali, le strade e le scene di vita moderna che avvenivano negli spazi della socialità, come l’ippodromo, la villa comunale e il mercato.

Le opere di Vincenzo Gemito infine formano un insieme di altissima qualità, uno dei nuclei più importanti del grande artista. Si tratta di terrecotte, bronzi e disegni che, dagli anni Settanta dell’Ottocento agli anni Venti del secolo successivo, documentano la sua straordinaria parabola artistica: un percorso intrecciato con il dramma personale di un’esistenza minata da profondi squilibri psichici, che comportarono lunghe interruzioni dell’attività creativa.

ORARI
Da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30)
Sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.30)
Lunedì chiuso

In occasione di giornate e di eventi a ingresso gratuito non si accettano prenotazioni e sono consentite visite guidate di gruppi

APERTURE STRAORDINARIE
Pasqua 16 aprile,  Lunedì dell’Angelo 17 aprile (fino ore 20:00)
24 aprile, 25 aprile, 1 maggio (fino ore 20:00), 2 giugno (fino ore 20:00), 14 agosto, 15 agosto, 1 novembre (fino ore 20:00), 7 dicembre, 8 dicembre (fino ore 20:00), 18 dicembre, 24 dicembre (chiusura anticipata ore 18:00), 26 dicembre (fino ore 20:00),  31 dicembre (chiusura anticipata ore 16:00

1° gennaio 2018 (fino ore 20:00), 6 gennaio 2018

CHIUSURE:
25 dicembre

INGRESSO
Biglietto congiunto valido per la visita alle mostre temporanee e alle collezioni permanenti.

Intero 5,00 euro – Ridotto 3,00 euro
Giovani dai 18 ai 25 anni; over 65; gruppi di almeno 15 persone; accompagnatori dei gruppi (a partire dal secondo) e scolaresche (a partire dal terzo).
aziende e associazioni convenzionate come da elenco:
Radiomamma; Bennet; Coop; FAI; Italia Nostra; Touring Club; Amici dei musei e monumenti; ACI “Show your card”; ARCI; Emergency; Qui!Cultura e titolari di coupon; possessori di un biglietto di una Galleria d’Italia emesso meno di un anno prima.

Ingresso gratuito
Giovani fino a 18 anni; clienti Intesa Sanpaolo; dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo; scolaresche; disabile e accompagnatore; giornalisti; guide turistiche e interpreti in accompagnamento alle guide turistiche; funzionari museali; docenti e studenti di archeologia, architettura, arte e beni culturali; membri ICOM; personale MIBACT; Possessori di Abbonamento annuale Gallerie d’Italia; biglietto unico – Vicenza card.

INGRESSO GRATUITO OGNI PRIMA DOMENICA DEL MESE

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