La resa di Blatter: mi dimetto, ‘Indagato nello scandalo Fifa’

Pubblicato il 3 Giugno 2015 in da redazione grey-panthers

Le aperture

Corriere della Sera: “La resa di Blatter: mi dimetto, ‘Indagato nello scandalo Fifa’”, “Lascia a 4 giorni dalla rielezione. Sospetti sul vice, una mail lo accusa”.

A centro pagina: “Pd, lo scontro arriva in tribunale”, “De Luca denuncia la Bindi e chiede di modificare la legge Severino. Lei: un’azione strumentale”, “Il ministro Orlando: ‘Partito della nazione idea pericolosa e superata’. La minoranza sfida il premier”.

A fondo pagina: “L’errore di non pagare di più i laureati”, “Visco (Bankitalia): salari simili a quelli dei diplomati, le imprese non misurano la qualità”.

La Repubblica: “Pd, resa dei conti. Cantone: la Bindi sbaglia su De Luca”, “Il governatore querela la presidente Antimafia, ‘Diffamato e danneggiato dalla black list’. Minoranza dem all’attacco sulle riforme”.

Sullo scandalo Fifa: “Il padrone del calcio getta la spugna, l’Fbi costringe Blatter a dimettersi”.

A centro pagina: “Euro, il patto Merkel-Hollande”, “Parigi e Berlino: ‘Un direttorio per la Ue’”.

Sulla colonna a destra: “Se la parata del 2 giugno diventa pacifista”, “Molte bande, poche armi: così è cambiata la sfilata dell’Esercito”.

La Stampa: “Nel Pd ora è guerra di denunce”, “De Luca querela la Bindi per la lista dell’Antimafia. La replica: mossa strumentale”, “Lunedì Renzi affronta i dissidenti: via alla riforma del partito. Orlando: ‘Sulla Liguria non mi hanno ascoltato’”.

A centro pagina: “Calcio corrotto, Blatter indagato si dimette”, “Appena rieletto per la quinta volta, lascia la presidenza della Fifa. Platini: ‘Decisione giusta’”.

Sulla colonna a destra: “All’Ue il nuovo piano di Tsipras. Si cerca l’intesa per venerdì”.

In prima anche il vertice anti-Isis a Parigi: “In panne la coalizione anti-Isis”, “Al vertice di Parigi allarme dell’Iraq: a vuoto 3 raid su 4”.

A fondo pagina: “Sindone, il regalo del Papa ai senzatetto”, “Il Pontefice paga il viaggio da Roma a Torino: oggi arriva il primo gruppo”.

Il Messaggero: “Scandalo Fifa, Blatter si arrende: ‘Mi dimetto’”.

A centro pagina: “Renzi, mossa sugli immigrati”, “Dopo il voto il premier cerca la scossa: subito stretta sui clandestini e conflitto d’interessi”, “Guerra nel Pd, De Luca denuncia la Bindi: ‘Le sue accuse hanno influito sulle Regionali’”.

Sulla Grecia: “Il piano di Tsipras non basta alla Ue”, “Atene vuole l’accordo. Ma Bruxelles: progressi insufficienti”.

Il Giornale: “Vogliono arrestare la Bindi”, “Vendetta nel Pd”, “De Luca la denuncia per ‘attentato ai diritti costituzionali e diffamazione’. E mezzo partito è con lui”, “Il flop di Alfano: Ncd porta a casa solo tre consiglieri”.

A centro pagina, lo scandalo Fifa: “Blatter se ne va, ma vuole scegliere l’erede”, “Il padrone del calcio si dimette. Platini può rovinargli i piani per la successione”.

Sulla conferenza di Parigi: “Il risultato del vertice anti Isis: confermare la vittoria dell’Isis”.

 

La black list Antimafia (Bindi-de Luca)

Ieri, come scrive La Stampa, è andata in onda una nuova puntata della querelle tutta interna al Pd che vede la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi protagonista, insieme al Presidente della Regione Campania in pectore, Vincenzo de Luca, il cui nome era stato inserito nella lista dei cosiddetti ‘impresentabili’ alla vigilia delle elezioni regionali.

A pagina 2 La Stampa titola: “De Luca querela la Bindi. Orfini: ‘Rosy inqualificabile’”, “Gelo intorno alla presidente dell’Antimafia per l’elenco degli ‘impresentabili’. La guerra del Pd finisce in tribunale: altri nomi in lista annunciano azioni legali”.

Il Corriere della Sera, pagina 5: “De Luca parte subito all’attacco: denuncio Bindi, cambiate la Severino”, “Il vincitore delle elezioni campane: ha commesso abuso d’ufficio. Querela anche da Sandra Lonardo”. De Luca, scrive Fulvio Bufi, attraverso i suoi legali ha presentato la denuncia alla Procura di Salerno: ha querelato la Bindi per diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali e abuso d’ufficio. Alla notizia della diffusione della lista aveva preannunciato solo la querela per diffamazione, poi nell’esposto presentato ieri ha incluso due reati ben più gravi, soprattutto per chi svolge funzioni di parlamentare. Il presidente in pectore della Regione Campania sostiene che la diffamazione nei suoi confronti sarebbe avvenuta non nel momento dell’inclusione del suo nome nella lista, ma in quello della sua diffusione attraverso i media. Soprattutto, si sostiene nell’esposto, perché avendo agito in qualità di presidente dell’Antimafia, Bindi avrebbe fatto apparire De Luca -che è stato rinviato a giudizio per concussione e truffa- come autore di azioni riconducibili alle attività delle organizzazioni mafiose. L’esposto sarà ora trasmesso alla Procura di Roma, che ha competenza sulla vicenda in quanto la Commissione opera a Roma. La Stampa spiega anche che la denuncia di De Luca punta l’attenzione anche sulla lesione del diritto costituzionale dell’elettorato passivo, con l’aggravante di averlo fatto da una carica costituzionale per attribuire autorevolezza all’informazione. Inoltre, secondo de Luca e i suoi legali, la Bindi sarebbe andata oltre i compiti a lei assegnati: parlano di abuso d’ufficio perché, sostengono, la Commissione ha compiti di monitoraggio e attività ispettiva, non di magistratura. E sarebbero in arrivo altre querele da parte di chi si è visto inserito in quella lista: lo hanno preannunciato Sandra Lonardo Mastella (per diffamazione e attentato alla Costituzione) e Luciano Passariello, neoeletto consigliere regionale campano in Fratelli d’Italia (per diffamazione, attentato ai diritti politici e abuso d’ufficio).

Scrive Monica Guerzoni sul Corriere che ora “Rosy sospetta che qualcuno nel partito abbia ispirato l’iniziativa” (in particolare si legge che la presidente dell’Antimafia ha sospetti su “qualche costituzionalista renziano, che avrebbe convinto De Luca di poter ottenere soddisfazione in tribunale”).

La Repubblica intervista Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione: “’Rosy ha sbagliato, ora il Governatore entra in carica e solo dopo verrà sospeso’”. “Non do per scontata -dice Cantone- l’interpretazione secondo cui De Luca debba essere sospeso subito dopo la proclamazione”. La questione “è controversa”, spiega: “gli articoli 7 e 8 del decreto che chiamiamo legge Severino prevedono infatti la decadenza o la sospensione. E quest’ultima interviene nei casi in cui l’amministratore abbia subito una condanna che però non è ancora passata in giudicato, proprio come per De Luca, condannato in primo grado per abuso d’ufficio. In altri termini: se si sospendesse subito, senza consentire ai consiglieri eletti di insediarsi e al consiglio di funzionare anche in rapporto alla giunta, bisognerebbe dichiarare lo scioglimento del consiglio per impossibilità di funzionamento. E la sospensione prevista dalla Severino, che ha una funzione di natura cautelare e un carattere provvisorio, diventerebbe, di fatto, una decadenza”. Cosa pensa della black list dell’Antimafia? Cantone dice che “questa vicenda degli impresentabili” è stato “un grave passo falso, un errore istituzionale”. Per vari motivi: “primo: è rischiosa e fuorviante la logica di ‘istituzionalizzare’ gli impresentabili, i quali per loro stessa natura possono essere candidabili eleggibili, non indagati eppure non idonei a entrare nella pubblica amministrazione, ad esempio per spregiudicato trasformismo; oppure perché è più grave che un politico si accompagni costantemente a persone dell’area grigia o a pregiudicati, rispetto al fatto di essere rinviato a giudizio per un abuso qualunque. Secondo: in questo modo si rischia di produrre un’eterogenesi dei fini: cioè, di dare il bollino blu a tantissimi che, non vedendosi inseriti in quella lista, si sentono pienamente legittimati. E infine, perché questo porta la commissione antimafia e la sua fondamentale, indiscutibile direi sacra funzione, a fare e a parlare d’altro. La commissione deve studiare, cogliere nessi, indagare fenomeni”.

Il Giornale, pagina 3: “Il primo atto di De Luca: mandare la Bindi in galera”, “Il neopresidente della Campania denuncia per attentato ai diritti costituzionali e diffamazione la collega del Pd che lo ha messo nella lista antimafia degli impresentabili”.

 

Scandalo Fifa

La Repubblica, pagina 2: “La fine di Blatter, braccato dall’Fbi, ‘E’ indagato per corruzione’”, “Al potere da 17 anni, lo svizzero travolto dall’inchiesta. I media Usa: ‘E’ indagato, per lui si mette male’”, “Il colpo di grazia è arrivato con il coinvolgimento diretto del suo braccio destro Valcke, nella tangente per i mondiali sudafricani”.

Poi un lungo articolo di Marco Mensurati e Fabio Tonacci che ricostruisce la vicenda: “Scacco matto in 7 giorni, il dittatore del pallone incastrato da una mail”, “Le bugie sui 10 milioni pagati per il Sudafrica svelate dagli americani: così si è chiuso il cerchio”, “La strategia vincente dell’Fbi, far pubblicare la lettera chiave della federcalcio di Pretoria: ‘Fate quei bonifici per conto nostro’”. E a pagina 3: “Trema Qatar 2022, inglesi all’attacco del mondiale della vergogna”, “Russia 2018 sembra ormai intoccabile”. Il quotidiano si occupa poi della successione a Blatter: “Platini e lo sceicco, il nuovo duello per la guida del calcio”, “Già iniziata la corsa per raccogliere il testimone: il francese prudente. Contro di lui l’ascesa del potente Al Sabah. E i soldi del Kuwait”.

Il Messaggero: “Terremoto Fifa. Resa di Blatter dopo gli scandali. ‘Sì, mi dimetto’”. E sulla “corsa alla successione “torna favorito il principe al Hussein”. E di fianco: “la maxi-tangente da dieci milioni in una lettera ricevuta dal suo vice”.

La Stampa: “L’inchiesta e le pressioni degli sponsor. Blatter indagato, costretto a dimettersi”. E a pagina 11: “Ma all’Fbi non si fermano. Il cerchio si stringe su Sepp”, “ 10 milioni del Sudafrica colpo decisivo per l’ex numero uno”.