“Scelti da noi”, questa volta, ha scoperto gli oggetti-scultura di un artista grey-panther, abile e modesto come piace a noi, capace soprattutto di dare anima al legno e al suo tornio. Gli oggetti sono in vendita, ma dovremo aiutarlo a capire che prezzo richiedere! Intanto leggete cosa dice di sè:
“Il mio nome è Flavio Lazza. Sono nato a Milano ormai quasi 70 anni fa e sono sicuro che se fossi nato in una famiglia che non avesse potuto mantenermi agli studi avrei certamente fatto il falegname. E invece ho frequentato il liceo classico al Beccaria, a Milano, e poi mi sono laureato alla Bocconi.
L’amore per il legno l’ho scoperto da bambino quando, un Natale, i miei genitori mi regalarono il traforo completo di tutti gli accessori: trapanino, martello e assicella per non tagliare il tavolo. Non mi perdevo però nei ghiri-gori tipici della lavorazione a traforo. Usavo il seghetto come se fosse una sega circolare che mi consentiva di tagliare pezzi di compensato che usavo per costruire forti per i i cow boys o trincee per i soldatini
Il tornio invece l’ho scoperto un po’ di anni dopo. Tra i diversi lavori cui mi sono dedicato c’è stato anche quello del liquorista. Oltre a liquori, grappe, amari la Fratelli Lazza, così si chiamava l’azienda di famiglia, produceva anche frutta sotto spirito. Allora il vaso quasi universalmente utilizzato era quello ad “orologio”. con un tappo di plastica rosso e lo spazio per l’etichetta al centro che doveva essere piccola e rotonda. Mi piaceva poco ma sul mercato altre forme con la capacità che andava bene non ce n’erano se non un vaso cilindrico con un tappo di metallo come quello dei sottaceti.
Ho pensato che se l’avessimo arricchito con una base e un coperchio in legno forse ne avremmo potuto fare qualche cosa di bello. Sapevo che in valle Imagna, nella bergamasca, c’erano molti artigiani che tornivano legno e quindi ci sono andato. Sono capitato a Berbenno nella fabbrica dei Fratelli Parazziti e con quello di loro, mi pare che si chiamasse Giovanni, che più di tutti aveva una certa vena creativia ho cominciato a lavorare per realizzare il prototipo del modello che successivamente abbiamo utilizzato per molti anni. Li è cominciata la mia passione per la tornitura.
Poi. all’età in cui Dante ha scritto la Divina Commedia, ho cambiato lavoro così come ho cambiato molte altre cose nella mia vita e ho iniziato ad occuparmi di finanza, ricoprendo incarichi di direttore marketing e commerciale in aziende espressione di importanti gruppi bancari italiani e stranieri. Quello a cui non ho mai rinunciato è stato l’amore per il legno.
L’anno scorso sono andato in pensione e finalmente ho potuto dedicarmi al passatempo che ho sempre sognato. Ho fatto un corso di tornitura a Verona, ho comperato un tornio e quant’altro potesse servire e passo qualche ora della giornata a realizzare gli oggetti che vedete. Una delle maggiori estimatrici delle mie realizzazioni è mia moglie che spesso, oltre a dirmi che quello che faccio è molto bello, mi chiede “ma come ti è venuto in mente di fare questa o quell’altra forma?” .
Spesso sono in imbarazzo nel rispondere perché il risultato del mio lavoro non sempre coincide con quello che avevo in mente quando mi sono messo davanti al tornio. La necessità di rimediare a uno “sbrego” fatto da un ferro appoggiato male, il buco di un tarlo che deve essere eliminato o la presenza di un nodo costringono a interventi che qualche volta danno al pezzo in lavorazione una forma che suggerisce una soluzione nuova e diversa rispetto all’idea originale.
Per questa ragione continuo a dire che non sarei capace di fare due pezzi uguali. E quel che c’è di bello è che la famiglia dei tornitori e di quelli che amano il legno in generale è grandissima e attraverso Internet c’è la possibilità di conoscere molti dei suoi componenti in tutte le parti del mondo.
Vi piacciono le cose che faccio? Volete che ne parliamo? Qui di seguito, per alimentare il dibattito, o privatamente, se preferite. Il mio indirizzo di posta elettronica è il seguente. lazza.flavio@gmail.com“
è sempre un immenso piacere condividere una passione ed eventualmente trasmetterla. Poi quando si ammira le realizazione di chi ha imparato da te, confesso che il piacere si combina anche con la soddisfazione di sapere che l’arte della tornitura non sparirà anche se gli antichi “maestri” erano così gelosi del loro sapere che abbiamo corso il rischio che quest’arte sparisca per sempre dall’Italia.
Complimenti Flavio, non solo sei un grande tornitore ma una persona squisita, come tutta la tua famiglia
Ciao Flavio. Credo che la passione per il legno e per la tornitura riesca ad attrarre tra loro persone di ogni estrazione sociale, il mio farmacista che colleziona legni ne è l’esempio più eclatante. Ora fortunatamente anche tu sei entrato (quasi per caso) in questa cerchia di “eletti” che masticano legno e respirano i profumi delle essenze da esso sprigionate durante la lavorazione.
Posso affermare che siamo sicuramente dei privilegiati, ho notato infatti una grande sensibilità nelle persone che abbassano la guardia e si lasciano travolgere dalla passione del legno, amando la materia fino alla maniacalità.
I Grandi Fratelli Boscetti ci hanno indicato inconsapevolmente La Via, Maestri come Claude e tanti altri potranno accrescere la nostra sete di Sapere. Ora sta a Noi esplorare nuove frontiere aprendoci allo scambio di impressioni ed esperienze senza porre limiti alla fantasia e creatività.
E fra non molto vedrai faremo la nostra prima mostra di oggetti inutili ma indispensabili, rivolti a nuovi appassionati che si uniranno al nostro gruppo fino a renderci una grande tribù di svitati ma felici…
a presto. luciano m.
I miei complimenti per la passione, l’impegno e la costanza con cui ha perseguito questa sua passione nel corso degli anni e delle stagioni di vita.
un caro saluto e l’augurio di riuscire a trasmettere queste sue preziose conoscenze a persone magari più giovani che ancora hanno voglia di ascoltare e imparare,
Lucia