I temi dei quotidiani oggi: l’audizione ieri in Commissione Antimafia del vertici Rai (presidente Monica Maggioni e dg Antonio Campo Dell’Orto) sul caso “Porta a porta” che ha ospitato il figlio di Totò Riina; la convocazione come persona informata del fatti dell’ex ministro Guidi alla Procura di Potenza sull’inchiesta petroli Tempa Rossa in Basilicata e l’evocazione del ministro delle Infrastrutture Delrio nelle intercettazioni tra l’ex compagno della Guidi, Gianluca Gemelli, e il consulente del ministero Sviluppo economico Gianluca Pastena; le parole del presidente Bce Mario Draghi ieri a Lisbona; il primo giorno del vertice tra gli inquirenti egiziani e la Procura di Roma, guidata da Giuseppe Pignatone, sul caso Regeni; le ripercussioni del referendum con cui gli olandesi hanno bocciato l’accordo di associazione Ue-Ucraina; gli sviluppi del caso Panama Papers.
Il Corriere della Sera: “Tutte le pressioni sui ministri”, “Richieste a Delrio, citate Pinotti e Boschi. E Gemelli: Antimafia da eliminare”, “Guidi: io parte lesa. Esposto del titolare delle Infrastrutture. Renzi: non siamo il governo delle lobby”.
Sulle intercettazioni di Gianluca Gemelli, il compagno di Federica Guidi: “Gianluca, che non è Bel Ami”, commento di Aldo Cazzullo.
E le frasi di Gemelli alla Guidi vengono riprese in un altro articolo in prima: “‘Presentami gli ad di Shell e Total'”.
Più in basso, il richiamo in prima all’intervista all’ex leader Pd Pierluigi Bersani che, a proposito del referendum sulle trivellazioni, dice: “‘Voterò no al referendum'”.
A centro pagina: “Rai, caso su Riina jr. L’accusa di Maggioni”, “‘Da Vespa ha parlato come un boss'”.
Sul caso Regeni: “Ombre e lacune nel dossier degli egiziani”, di Giovanni Bianconi.
Sulla colonna a destra un articolo sulle dichiarazioni del presidente della Bce ieri a Lisbona: “Draghi e i giovani: ‘Istruiti, poveri. Una generazione che si perde’”, “Il costo più alto delle crisi”.
Su formazione e lavoro segnaliamo l’editoriale di Maurizio Ferrera: “Rovesciamo la clessidra del welfare”.
A fondo pagina, intervista alla ministra francese dei Diritti Laurence Rossignol: “‘Il velo, la chirurgia: siamo donne libere?'”, “Parla la ministra francese che ha paragonato la scelta di coprirsi ai neri pro schiavismo”.
Infine i titoli sulle condanne ieri ai vertici di Finmeccanica (“‘Elicotteri in India. Ci fu corruzione'”, di Luigi Ferrarella) e sullo scandalo Panama Papers (“Quella ragnatela dell’evasione”, di Giuseppe Sarcina”).
La Repubblica: “Delrio sotto attacco: ‘Dossier su di me, trame contro lo Stato'”, “Intervista al ministro. La Guidi dai pm: io sono parte lesa. E Gemelli diceva: ‘Da eliminare Borsellino e l’antimafia”.
Sull’inchiesta un articolo di Gianluca Di Feo tenta di ricostruire “I cento fili della ragnatela”.
A destra, con vignetta di Altan, il caso Panama Papers. Un uomo dice: “I soldi a Panama mi servono per pagare le mazzette per saltare la coda alla Asl”. Il corrispondente da Londa Enrico Franceschini se ne occupa con un articolo sul primo ministro britannico: “Cameron confessa: ‘Avevo quote a Panama’”.
In apertura a sinistra segnaliamo il commento di Stefano Rodotà sulle vicende politico-giudiziarie italiane: “La democrazia senza morale”.
A centro pagina: “Vespa, l’ira dei vertici Rai: ‘Intervista a un mafioso'”, “La presidente Maggioni attacca il conduttore”.
La vicenda è commentata da Francesco Merlo: “Le domande che mancavano”.
Sulla colonna a destra: “L’Austria teme 300 mila migranti, ‘Va chiuso il Brennero'”, “Linea dura di Vienna: Italia senza controlli, oggi un vertice”.
Più in basso un’analisi di Andrea Bonanni sul referendum con cui l’Olanda ha bocciato l’accordo di associazione Ue-Ucraina: “Se anche l’Olanda tradisce l’Europa”.
A fondo pagina: “Roma, anche il debito è eterno”, “Il Comune deve saldare ancora conti di 100 anni fa”, scrive Laura Serloni.
Infine, il reportage da Tripoli di Vincenzo Nigro: “Tripoli, la capitale senza pace e cibo. ‘Bande criminali e milizie armate, si sopravvive grazie al contrabbando'”.
La Stampa: “Vienna: 300 mila migranti dall’Italia”, “L’Austria a Roma: più controlli o chiudiamo il Brennero. . (si tratta di Jason Furman, che è stato intervistato da Francesca Paci, pagina 5).
Sul caso Regeni e il vertice iniziato ieri a Roma in Procura con gli inquirenti egiziani: “Caso Regeni, fumata grigia. A Pignatone non basta Shalaby”, “Insoddisfazione degli italiani, che aspettavano informazioni sui cellulari e su dieci sospetti. Oggi in scena il secondo round”.
Sul tema “crisi dell’Ue” un articolo di Alessandra Rizzo da Londra: “Cameron in tour per evitare la Brexit”, “Il premier teme ripercussioni del referendum in Olanda”.
A centro pagina, foto di Vincent Bolloré, presidente di Vivendi: “Tv e telefoni, l’avanzata di Bolloré”, “Stasera l’ok alle nozze Mediaset-Vivendi. e con Telecom sfida a Enel sulla banda larga”, “L’ultimo via libera da Palazzo Chigi”.
Di fianco, il caso Guidi e petrolio in Basilicata: “Guidi, i pm vogliono sentire De Vincenti”, “Il sottosegretario entra nell’inchiesta”, “Giallo per un’intercettazione su Delrio: ‘Ha ceduto'”.
E sull’interrogatorio di ieri a Potenza della Guidi: “L’ex ministra in Procura: ‘Io parte lesa’”, “Tre ore dai magistrati per prendere le distanze dal suo compagno”.
Sul caso Riina jr-Vespa: “Ecco i messaggi segreti nelle parole del figlio di Riina”, “Maggioni: intervista da mafioso”. Ne scrive Francesco La Licata da Palermo.
Il “Buongiorno” di Massimo Gramellini prende spunto dalle notizie sugli affitti all’interno delle Reggia di Caserta a 3 euro al mese con annessa acqua potabile a carico dello Stato: “E’ tutta ‘na Reggia”.
Il Fatto: “Il caso Vespa-Riina usato per imbavagliare i talk Rai”, “Quasi censura. Processati in Vigilanza, i vertici corrono ai ripari”, “Campo Dall’Orto scarica su Verdelli, la Maggioni attacca (e poi difende) Porta a Porta. Da settembre ‘supervisione’ assoluta, ma Renzi va in anticipo: staffliata a Giannini e Floris”.
Sul tema, il quotidiano raccoglie pareri a contrasto sull’intervista in tv a Riina jr: “Caselli è contro, Freccero è pro”.
A centro pagina, con fotomontaggio del ministro Boschi accanto a Gianluca Gemelli, il titolo in maggiore evidenza: “Mister Guidi in commissione mentre parlava la Boschi”, “Il clan petroli. Nei giorni dell’emendamento-scandalo e delle telefonate”, “Novembre 2014: l’uomo del ‘quartierino’ accreditato in Affari costituzionali (presidente la Finocchiaro) durante l’audizione di Lady Riforme. Il premier insiste: stretta sulle intercettazioni”.
Poi, sulla Guidi ascoltata ieri dai pm a Potenza: “Tre ore dai pm: ‘Molte cose le scopro adesso'”.
E ancora sull’inchiesta: “Gemelli: ‘Lo Bello e Delrio fanno la nostra nomina’”.
All’inchiesta petroli è dedicato l’editoriale del direttore Marco Travaglio, che evoca nel titolo un’intercettazione della Guidi con il compagno in cui affermava di sentirsi trattata come una sguattera del Guatemala: “C’è del marcio in Guatemala”.
Di spalla, il caso Regeni: “Regeni, il primo round con l’Egitto è carta straccia”, “Distanti. Il dossier è ancora ‘incompleto'”.
Libero: “I ministri si odiano”, “Covo di vipere”, “Dossieraggi, accuse sprezzanti, congiure di Palazzo: le intercettazioni svelano una realtà inquietante dove la principale attività di chi ci governa sembra fare le scarpe ai colleghi e usare il potere per i propri affari”, “La Guidi tre ore dai pm con quattro super consulenti scarica tutto sull’ex fidanzato”.
In grande evidenza, sotto il titolo: “Le foto con cui volevano incastrare Delrio”, “Nel Comune della ‘ndrangheta”. Il Comune in questione è Cutro, in provincia di Crotone. Le foto risalgono al 2009, ovvero ai tempi in cui Delrio era sindaco di Reggio Emilia (nella foto, infatti, indossa la fascia tricolore).
Al tema è dedicato l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro.
A centro pagina: “L’Austria chiude le frontiere: sarete invasi”, “La previsione di Vienna: presto avrete 300mila profughi”.
Di spalla a destra: “Renzi porta la banda larga dove c’è già”, scrive Antonio Castro.
Più in basso: “Moroso e abusivo. Il Pd resiste allo sfratto del Tar”, “nella sede vip di Roma”.
Poi, sulle parole del presidente Bce: “Draghi non sa più che fare: la crisi può mettere la Ue ko”, scrive Ugo Bertone.
A fondo pagina: “Torna l’anatocismo”, “La mail Bankitalia che rovina le banche” (di Franco Bechis).
Infine, un commento di Filippo Facci sui dati Istat: “Siamo tutti più ignoranti e meno longevi ma uno su tre si consola con lo sport”.
Il Sole 24 Ore: “Lo spread balza a quota 132. Borse in calo con le banche”, “Draghi: rischi di shock senza Unione monetaria completa”, “Le incertezze sulla crescita e Brexit condizionano periferici e titoli del credito. Piazza Affari -2,45%”.
Su “Bce e crescita” l’editoriale di Alessandro Merli: “Una politica monetaria per il credito all’economia”.
Poi l’analisi di Isabella Bufacchi: “La fuga dal rischio pesa sui bond pubblici”.
Di fianco, sui Panama Papers: “Cameron ora ammette: anch’io avevo una quota”.
Sulla colonna a destra: “Inchiesta petroli, ascoltata Guidi: ‘Per i magistrati io sono parte lesa’. I pm ora valutano se sentire Delrio”.
“Se Potenza oscura il Pil” è il titolo di un’analisi di Lina Palmerini.
Più in basso: “Tangenti Finmeccanica, gli ex vertici condannati in appello per corruzione”.
Sul caso Regeni: “Regeni, primo incontro tra egiziani e inquirenti italiani”.
Sul caso Vespa-Riiina: “Bufera Riina jr, in Rai controlli rafforzati”.
Infine: “Il def oggi al Consiglio dei ministri, Pil più basso”.
Sotto la testata: “Al via il piano dell’Enel per banda larga in 224 città”, “Renzi: entro il 2020 copertura ovunque”.
Il Giornale apre sul caso Panama Papers: “Ecco i primi cento nomi”, “Vip e gente comune nella lista degli italiani coi capitali nei paradisi fiscali. Confessione choc del premier inglese: ‘Avevo quote in una società coinvolta’”.
Sul tema, un commento di Francesco Forte: “La morale dello scandalo”, “I ricchi in paradiso e il ceto media brucia fra le tasse”.
In apertura a sinistra, sul caso Vespa-Riina jr: “La Rai diventa la ‘Pravda’. Il governo s’inventa il supervisore dei giornalisti”.
Al tema è dedicato l’editoriale del direttore Alessandro Sallusti: “L’editto fiorentino”.
Sul caso Regeni un intervento di Vittorio Feltri: “Dopo Regeni vietate i viaggi in Medioriente”.
Più in basso, a firma di Vittorio Sgarbi: “Vi racconto come abbiamo salvato la cattedrale di Noto simbolo della cristianità”.
Poi i titoli sulle nuove intercettazioni tra Gemelli e l’ex ministra Guidi: “Guidi al compagno: ‘Mi fai fare cose schifose'”, “L’ex ministro tre ore dai pm: ‘Io parte lesa’. Tra ricatti e segreti il governo esplode”.
Con un “retroscena” di Augusto Minzolini: “Renzi al capolinea: ‘Si voterà nel 2017′”.
Sul referendum sulle trivellazioni: “Cei pro referendum”, “Le ‘trivelle di Dio’ e la eco-Chiesa”, di Camillo Langone.
A fondo pagina: “E’ un trafficante di uomini, ma per l’Italia è un profugo”, “Lo status di rifugiato dopo la condanna a dodici anni”, di Paola Fucilieri.
E di fianco: “Se la stampa censura gli immigrati cattivi”, di Alessandro Gnocchi.
Petrolio in Basilicata
Sul Corriere, pagina 2: Guidi ai pm: io ministro trasparente”, “La ex responsabile dello Sviluppo economico interrogata per tre ore. ‘Sono parte offesa’. La presa di distanza dall’operato del compagno”.
In basso, “lo scenario” di Tommaso Labate descrive “le due cordate dei renziani. E le sfere di influenza nate dentro il governo”. Dove si legge che la nomina di Delrio a ministro delle Infrastrutture, nell’aprile 2015, lo allontana da Palazzo Chigi (“la stanza dei bottoni”), con la conseguenza di staccarlo, insieme ad un pezzo di sottogoverno (Angelo Rughetti) e di gruppo parlamentare (Matteo Righetti) dal giglio magico renziano, avvicinandolo, in un dialogo che non p mai decollato, alla minoranza Pd.
A pagina 3, “le carte” dell’inchiesta lette da Fiorenza Sarzanini: “I messaggi del ‘clan’ quella nomina di Delrio per il porto di Augusta. Appalti e legge navale: citate Pinotti e Boschi”. Il “comitato d’affari” di cui faceva parte il compagno della ex ministra Guidi, Gianluca Gemelli aveva messo le mani sui lavori ed era riuscito a orientare le scelte di governo e Parlamento come la designazione dell’autorità portuale di Augusta, effettuata dal titolare delle Infrastrutture Delrio. Più altri provvedimenti su cui sostengono di aver ricevuto promesse dal ministro Boschi.
A pagina 5 un retroscena sullo stesso ministro Delrio, di Sergio Rizzo: “‘Veleno da un comitato d’affari’. Lo sfogo (e l’esposto) del ministro”, “Dev’essere chiaro se c’è un pezzo dello Stato che lavora contro altri pezzi dello Stato'”.
La Repubblica intervista lo stesso Delrio: “‘Mai ceduto a ricatti, ora voglio sapere se ci sono carabinieri infedeli allo Stato”. Fa riferimento ad una telefonata di Walter Pastena, consulente del ministero dello Sviluppo economico, a Gianluca Gemelli, nella quale diceva: “i carabinieri sono venuti a portarmi in ufficio un regalo. Usciranno le foto di Delrio a Cutro con i mafiosi”. E lei ha paura di queste foto, chiede Claudio Tito? “Io non ho nulla di cui temere. A Cutro ci sono andato da sindaco di Reggio Emilia. Le due città sono gemellate. ero lì con la fascia tricolore”. Poi, in riferimento alle intercettazioni che parlavano di pressioni da parte del presidente di Confindustria Lo Bello per la conferma di un “protetto” da loro, ovvero Alberto Cozzo, come commissario dell’autorità portuale di Augusta, Delrio nega che Lo Bello lo abbia mai sollecitato e aggiunge: “Solo una persona lo ha fatto. La sindaca di Augusta, del Movimento 5 Stelle, me ne ha parlato bene. E le ho detto che non mi sembrava così bravo”.
A pagina 4: “Ecco la sfida a colpi di lobbisti tra le due ‘bande del quartierino”, “Con il fidanzato dell’ex ministra, Lo Bello, Pastena e Quinto. Per loro gli avversari sono Padoan e il sottosegretario De Vincenti”. Di Gialuca Di Feo.
E in basso, sul capo di stato maggiore della Marina: “Le mosse di De Giorgi per silurare la riforma Pinotti”, “Pressioni, cene e sms: così l’ammiraglio voleva ostacolare il potenziamento del comando centrale della Difesa”.
Su La Stampa un articolo di Francesco Grignetti si occupa invece di Roberto Camerini, l’ammiraglio comandante della piazza di Augusta che si opponeva ai piani di gemelli: “L’ammiraglio frenava Gemelli. Trasferito dalla Sicilia a La Spezia””, “L’indagine sugli affari nelle aree militari del porto di Augusta. Pressioni sul capo di Stato maggiore della Marina De Giorgi”.
Su Il Fatto, sul porto di Augusta: “Il fidanzato disse: ‘Delrio sta facendo la nostra nomina’”, “Gemelli, intercettato, voleva un suo uomo all’Autorità portuale per fare in Sicilia il centro di stoccaggio del greggio”, “L’ingegnere legato alla ex ministra offriva al capo della Marina la flotta di 5,4 miliardi”, “Lobello (industriali siciliani) presunto tramite con le Infrastrutture”.
Su Gianluca Gemelli, sul Corriere, un commento di Aldo Cazzullo: “Più Alberto Sordi che Bel Ami”, “Persino Ricucci, padre di tutte le intercettazioni, mostrava non solo più humour di Gemelli, ma pure più rispetto per la sua donna”.
Su Il Fatto, pagina 2: “Guidi ai pm: ‘tante cose le scopro soltanto adesso'”, “L’ex ministro: ‘io sono sentita come parte lesa’. Ora scarica il compagno. Prima diceva: ‘Se cado io cadi pure tu'”.
A pagina 3: “In commissione parla la Boschi e c’è anche Gemelli”, “Il 27 novembre 2014 alla Affari costituzionali, mentre interviene la ministra è presente l’imprenditore indagato”.
Rai, Vespa, Riina jr.
Su La Repubblica: “L’Antimafia processa la Rai per Riina jr ospite di Vespa. Maggioni: insopportabile”, “Bindi attacca: si è permesso a un mafioso di lanciare segnali ai clan. Ora Viale Mazzini vuol ridimensionare il conduttore di ‘Porta a Porta’”. Di fianco, due opinioni sul tema. Giuseppe Di Lello, ex giudice istruttore del pool Antimafia di Palermo, dice, parlando di Riina junior: “Ha detto in tv ciò che voleva ed ha vinto lui”. Il presidente del Senato PIetro Grasso: “Ho risentito i toni e l’omertà dei vecchi boss”.
La Stampa: “Riina junior in tv, Rai nel mirino. Maggioni: intervista da mafioso”, “Campo Dall’Orto: ‘Nessun compenso. Presto supervisione preventiva”. E un’analisi di Francesco La Licata: “Ha parlato come un capo. In onda l’immutabile prototipo del padrino fatto e finito”, “Anaffettivo con tutto ciò che non sia la sua famiglia”.
Su Il Giornale il direttore Alessandro Sallusti firma l’editoriale in prima dal titolo: “L’editto fiorentino”. Che inizia così: “La Rai diventa ufficialmente tele Renzi, pagata da tutti gli italiani -anche quelli che Renzi non lo vorrebbero neppure sotto tortura- con il prelievo forzoso in bolletta elettrica. Lo ha certificato ieri il direttore generale Antonio Campo Dal’Orto parlando alla commissione antimafia sulla scia delle polemiche del caso Vespa-Riina: ‘Questa è una fase di transizione -ha detto- prima abbiamo deciso di occuparci dell’informazione giornalistica in senso stretto, poi dal 1° settembre bisognerebbe avere una supervisione che lavori sui contenuti giornalistici ovunque essi siano. Da quel momento si dovrà decidere insieme'”.
Su Il Fatto: “Riina, Vespa finisce male. La Rai stavolta lo scarica”, “I vertici di Viale Mazzini sentiti dall’Antimafia: ‘C’era il via libera di Verdelli'” (Carlo Verdelli, il direttore editoriale, ndr.).
Alla pagina seguente le opinioni di Giancarlo Caselli (“Da Andreotti in giù, che fine ha fatto la grinta di Bruno?”) e di Carlo Freccero (“Gli occhi del figlio sono la prova che la mafia è viva”).
Draghi
Il Foglio riproduce l’intervento del presidente della Bce Mario Draghi, pronunciato ieri a Lisbona in occasione della presentazione del Rapporto 2105 dell’istituto: “La nuova agenda Draghi”, “Il capo della Bce – scrive il quotidiano- vede rischi incombenti anche quest’anno ma avverte che affrontarli non sarà compito solo della Banca centrale europea. L’Eurozona o s’integra o collassa”. E si evidenziano alcuni passaggi dell’intervento di Draghi: “Il 2016 non sarà meno foriero di sfide per la Bce rispetto al 2015. Ma la Banca centrale non va sovraccaricata di compiti”; “Il programma di acquisti della Bce determinerà un aumento del pil dell’area euro di circa 1,5 punti percentuali fino al 2018”; “La crisi greca ha posto in evidenza la fragilità dell’area euro e ha ribadito l’esigenza di completare l’unione monetaria”; “Le prospettive per l’economia sono circondate da incertezza. Dobbiamo fronteggiare le forze disinflazionistiche”.
Su La Stampa: “Draghi: ‘Temo nuovi choc per l’Europa. Rischiamo di perdere una generazione”, “Il presidente Bce sferza i governi: prospettive incerte, bisogna agire velocemente. Francoforte pronta a nuove misure di rilancio: ‘Non escluso un nuovo taglio dei tassi'”.
Su Il Messaggero: “Draghi: Europa fragile di fronte a nuovi shock. Allarme giovani”, “Il presidente Bce: ‘Nell’eurozona la ripresa procede moderata. Agire subito per evitare una generazione perduta di disoccupati'”. Ne scrive David Carretta.
Su L’Avvenire: “Draghi teme la generazione perduta”, “‘Dobbiamo agire in fretta contro la disoccupazione giovanile'”. E si riferiscono le sue parole: “nonostante siano la generazione meglio ostruita di sempre, i giovani di oggi stanno pagando un prezzo molto alto per la crisi” e questo “mette seriamente a rischio l’economia, perché a queste persone che vogliono lavorare ma non possono farlo viene impedito di sviluppare le loro capacità”, dobbiamo “agire in fretta per evitare di creare una ‘generazione perduta’”.
Europa, Brexit dopo l’Olanda
Su La Stampa, pagina 2: “Incubo Brexit. Ora Cameron teme l’effetto Olanda”, “Dopo la consultazione dell’Aja contro l’accordo Ue-Kiev il premier moltiplica l’impegno per evitare l’uscita dall’Unione”, scrive Alessandra Rizzo da Londra.
E sulla stessa pagina un’intervista al leader dei liberaldemocratici Guy Verhofstadt, che dice: “Senza un’azione comune dei leader l’Europa sarà sepolta a colpi di referendum”.
Francia
Sul Sole 24 Ore il corrispondente a Parigi Marco Moussanet scrive: “In Francia è la primavera dei nuovi movimenti politici”, “Il ministro dell’Economia Macron crea il partito ‘In cammino'”; “decisamente a sinistra è invece l’iniziativa Nuit Debout (Notte in piedi) che nasce dalle proteste contro la riforma del lavoro”. Macron, scrive Moussanet, è “il cane sciolto del governo”, dov’è approdato un anno e mezzo fa (a 36 anni), senza tessera socialista e senza aver mai partecipato a un’elezione. Ritenuto da tutti, amici e nemici, un enfant prodige, “prima di approdare al ministero dell’Economia è stato co-relatore, nel 2007, della famosa commissione Attali (sulla liberalizzazione dell’economia francese, che non si è mai fatta), banchiere ‘affari da Rotschild (dove ha seguito in particolare l’operazione da 9 miliardi Nestlé-Pfizer) e consigliere economico di Hollande all’Eliseo”. Ha annunciato, nella città natale di Amiens, davanti a 350 elettori, la nascita di un movimento trasversale “aperto a tutto e a tutti -ha spiegato- che non sarà né di sinistra, né di destra, per creare una dinamica in una società bloccata”. All’origine del movimento Nuit debout c’è invece un cittadino di Amiens: il giornalista Ruffins, una sorta di idealista rivoluzionario che crede fortemente nella lotta di classe. Sono gli aderenti al suo collettivo che la sera del 31 marzo, al termine della manifestazione contro la riforma del mercato del lavoro, hanno invitato la gente a non andarsene e ad occupare Place de la République a Parigi: un sit-in durato fino all’alba. Da allora, ogni sera, fino a notte, centinaia di persone si ritrovano in piazza per parlare e discutere dei temi più diversi, ma sempre contestando il sistema: “una protesta gioiosa e libertaria, che si è ormai estesa a una ventina di città francesi”.
Il caso Regeni
Su La Stampa: “Regeni, Pignatone scettico su Shalaby”, “Gli investigatori del Cairo a Roma, ma senza le informazioni che i pm chiedevano. Oggi nuovo round. Secondo il Procuratore il generale è solo il primo nome della lista”, scrive Francesco Grignetti.
E a pagina 9 un “retroscena” di Francesca Paci: “La guerra di potere rimbalza sui media. ‘L’Italia conosce già il nome del colpevole'”, “Giornali e tv del Cairo svelano crepe tra apparati dello Stato e servizi segreti, ‘Roma ha le intercettazioni dei politici, per Al Sisi è inutile negare l’evidenza’”.
La Repubblica: “Regeni, delusione al vertice, ‘Dall’Egitto carte incomplete'”, “I dossier portati dai magistrati del Cairo senza una pista definita. Verità più lontana sull’omicidio. Oggi il secondo round”, scrivono Carlo Bonini e Giuliano Foschini.
Alla pagina seguente le lettere di solidarietà ai genitori: decine di persone scrivono ogni giorno alla madre di Regeni e il quotidiano le pubblica alcune.