Uno sforzo straordinario per recuperare la fiducia

Pubblicato il 14 Novembre 2011 in da redazione grey-panthers

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Incarico a Monti: crescita ed equità”. “L’economista accetta con riserva. Il presidente avverte che fino ad aprile l’Italia dovrà collocare 200 miliardi in titoli di Stato”. “Napolitano chiede ‘uno sforzo straordinario per recuperare la fiducia’”. L’editoriale, firmato dagli economisti Alesina e Giavazzi, è titolato: “Un’agenda possibile”.

La Stampa: “Monti: crescita ed equità, ce la faremo. Napolitano: nessun ribaltamento del voto. Videomesaggio d’addio di Berlusconi. Affidato al senatore a vita l’incarico di formare il governo, forse domani la lista dei ministri, c’è il problema della Giustizia. Alfano: solo tecnici”.

La Repubblica: “Monti: L’Italia si riscatterà. Il neosenatore si prende 48 ore per la lista dei ministri: ‘Lavorare per la ripresa e l’equità sociale'”.
“Napolitano gli dà l’incarico: basta faziosità, non è un ribaltone. L’addio di Berlusconi in tv”. E poi: “L’ex premier: ‘Sono stato generoso, mi hanno insultato”. A centro pagina il quotidiano scrive dei prossimi impegni del governo: “Manovra da 25 miliardi, la Ue benedice la svolta. Cura d’urto allo studio. Van Rompuy e Barroso: inizio incoraggiante”.

Il Giornale: “Non è finita. Napolitano dà l’incarico a Monti, ma Berlusconi non abbandona la scena, e promette: ‘niente sconti’. Altro che Pdl, nei guai c’è Bersani: Pd diviso tra il sì al professore e i veti Cgil”. A centro pagina, foto dei “ragazzi del Pdl ieri hanno manifestato a favore del Cav a Palazzo Grazioli”. “Il popolo del Cav resiste: ‘I premier vanno eletti”. In prima pagina anche “l’articolo del lunedì” del sociologo Francesco Alberoni, titolato: “Quando il carisma non basta più”. Alberoni scrive che Berlusconi ha interpretato vere istanze sociali”, ma “non si è dedicato ad organizzare il partito”; ha “dimostrato astuzia politica, fantasia e una strardinaria forza di trascinamento anche in situazioni difficili”, ma “si è circondato di persone troppo ossequiente e, pensando di essere infallibile, ha fatto molti errori”.

Il Fatto quotidiano (in edizione straordinaria, oggi): “Terrore default. Monti conviene a tutti. Napolitano incarica il neosenatore. ‘Ad aprile scadono 200 miliardi di titoli, è l’uomo giusto per uno sforzo straordinario. Il nuovo premier avrà una larga maggioranza. Per i partiti è il parafulmine”. A centro pagina: “B. vuole alla Giustizia un ministro fidato”.

Monti

Su Il Corriere della Sera il testo del discorso di ieri sera del Presidente Napolitano, al termine delle consultazioni, e un articolo del quirinalista Marzio Breda, che si sofferma subito sulle parole del Capo dello Stato sui bond italiani in scadenza da qui ad aprile: quasi duecento miliardi di Buoni del tesoro, e bisognerà rinnovarli e collocarli sul mercato”, ha detto il Presidente. “Altro che ‘partita aperta e subito chiusa’, addirittura con l’insediamento ipotizzato entro la giornata di lunedì, secondo i troppo euforici azzardi di qualcuno. Il varo dell’esecutivo di Mario Monti, che ha accettato ieri sera ‘con riserva’ l’incarico, entra adesso nel suo passaggio più critico, quello degli ultimi negoziati, affidati al premier incaricato”. Quanto a Napolitano, ha voluto chiarire che “non ci sarà alcun ribaltamento del risultato delle elezioni del 2008, né di venire meno all’impegno di rinnovare la nostra democrazia dell’alternanza attraverso una libera competizione elettorale per la guida del governo”, “il confronto a tutto campo tra i diversi schieramenti riprenderà – senza che sia stata oscurata o confusa alcuna identità – appena la parola tornerà ai cittadini per l’elezione di un nuovo Parlamento”. Si tratta di dare vita a un governo in grado di unire “forze politiche diverse in uno sforzo straordinario”, e finita questa parentesi la parola tornerà agli elettori.

Ezio Mauro scrive sulla prima pagina de La Repubblica (“Il governo del Presidente”) che quello Monti è un “governo del Presidente”, che nasce “nel pieno rispetto del Parlamento e dei partiti”. I due principali partiti danno il via libera al presidente del Consiglio incaricato, anche se “con strategie opposte e sentimenti politici divaricati”. Il Pd chiedeva da tempo un “governo di salvezza nazionale, e oggi lo privilegia rispetto agli interessi contingenti di partito”; Il Pdl “ha chiesto per giorni e giorni il voto come l’ultima ordalia salvifica e ripatatrice di un berlusconismo morente”, e oggi appoggia Monti “per il timore che il no significhi no all’unica chance concessa dal contesto internazionale alla salvezza dell’Italia”. Il Pdl è “diviso radicalmente tra un’ala moderata e governativa” e una “radicale che chiede le elezioni”.

Su Il Foglio Giuliano Ferrara scrive: “Io sono fatalmente colpito dalla facilità, anzi dal facilismo, dalla disinvoltura, dall’inconsapevolezza persino, con cui tendiamo a mettere tra parentesi, a considerare una questione di principio buona per discussioni accademiche, il problema della sospensione della democrazia fondata sull’autogoverno. A parte i soliti amici Panebianco e Ostellino, sui giornali, e qualche voce isolata nella politica senza virgolette e nella cultura, tutti gli altri sono già lì che strologano: ce la farà, e con quali maggioranze riformatrici, e con quali rapporti di forza, e durando quanto tempo, e con quale ruolo per Berlusconi e per Bersani, e per tutti gli altri ambiziosi pretendenti, ce la farà il professore senatore a sistemare le questioni economico-finanziarie e politiche di questo paese? E lo spread, che farà? E le pensioni, si toccano? E’ già clamorosamente in secondo piano, ma non per noi, non per me, il fatto che tutte queste cose saranno decise in modo oligarchico e non democratico, con la messa in mora della majority rule, la regola della maggioranza, tenendo a casa venticinque milioni di italiani titolari del diritto elettorale di decidere chi deve risolverle, queste cose”.

Pd 

Per La Repubblica la disponibilità del Pd c’è tutta, come ha confermato il segretario Bersani in occasione delle consultazioni al Quirinale: “C’è il nostro impegno per un governo di transizione che sia totalmente nuovo e con una forte caratura tecnica”, ha detto. Ma è il programma – sottolina il quotidiano – a costituire lo scoglio per i Democratici. Il vicesegretario Enrico Letta insiste perché il criterio ispiratore sia quello dell’equità, il Pd chiede anche il cambiamento della legge elettorale, e mostra di condividere l’impulso alle liberalizzazioni. Di Pietro ha chiesto che il governo Monti sia a tempo, Casini ritiene impensabile un governo con la data di scadenza. Ancora parole di Enrico Letta: “Monti sarà una sorpresa per tutti. Ritengono che sia il liberista bocconiano: è il miglior interprete della economia sociale di mercato”. Il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini, intervistato dal Corriere, dice che non esistono alternative alla nascita di “un nuovo governo con una larga base parlamentare”: un governo che affronti l’emergenza, composto da personalità competenti, “ma al di fuori delle appartenenze politiche, poiché sarebbe difficile immaginare esponenti del Pd e del Pdl insieme nello stesso governo”, non lo capirebbero né gli elettori del centrodestra, né quelli del centrosinistra. Compiti di questo governo: risanamento economico, riforma del sistema istituzionale, riforma elettorale (che ci sia o no il referendum), superamento del bicameralismo e riduzione dei parlamentari, cambiamento dei regolamenti parlamentari “il cui snellimento permetterà al potere esecutivo e legislativo di funzionare in maniera efficace”.

Pdl

Secondo Il Giornale “Silvio non farà sconti al governo del Presidente”, e sarebbe pronto a farlo “ballare”: spiega il quotidiano che l’appoggio del Pdl è vincolato alla realizzazione degli impegni presi con l’Ue, ma per il resto si terrà le mani libere, anche perché al Senato il centrodestra ha ancora saldamente la maggioranza.
Secondo Il Corriere della Sera il segretario Pdl Alfano avrebbe posto dei “paletti”: sì soltanto a tecnici non ostili a noi. La scelta, per Alfano, dovrebbe cadere su personalità che abbiano dato “prova di sensibilità istituzionale e culturale di equilibrio”, escludendo chi ha fatto del proprio impegno “una pura militanza antigovernativa”. Alludendo al possibile Guardasigilli, Alfano si augura che sia “equilibrato e di buonsenso”, e lo sarà, perché se non lo condivideremo non daremo la fiducia.
Su La Stampa intervista all’ex ministro Giancarlo Galan, che dice che non perdonerà Tremonti: “Giulio non era dei nostri, ci ha trascinati nel baratro”.
Critiche a Tremonti anche dal ministro uscente allo Sviluppo Paolo Romani, intervistato da La Repubblica: ricorda che erano state trovate 100 misure per lo sviluppo per fare un decreto, ma “l’istinto di conservazione di Tremonti, l’ossessione di privilegiare sempre la stabilità, alla fine ci ha fermati”. Denuncia la chiusura di Tremonti e della tecnostruttura del ministero dell’economia: “Non dicevano mai ‘questo non si può fare, anzi'”. Ci davano appuntamento a via XX settembre ma, prima di aver discusso la cosa tra di noi, avevano già invitato le parti sociali. Ovviamente non si andava da nessuna parte.

Internazionale

La decisione della Lega Araba di sospendere la Siria per i crimini commessi in questi mesi ha scatenato la reazione dei fedeli al regime di Assad: migliaia di sostenitori sono scesi in piazza e sabato sera le bande dei miliziani avevano dato l’assalto alle sedi diplomatiche di Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Francia. “Assad scatena la piazza ma è sempre più isolato nel mondo arabo”, titola Il Corriere, spiegando che sono state attaccate le ambasciate del Qatar”. La Turchia si è appellata alla comunità internazionale perché reagisca “con una sola voce alle brutalità di Assad”. I ministri degli esteri della Lega Araba si riuniranno per affrontare il caso siriano il Marocco il 16 novembre, ovvero il giorno in cui dovrebbe scattare la sospensione da questa Istituzione, con sanzioni. Il segretario generale Onu Ban Ki.Moon ha elogiato la decisione della Lega Araba, definendola “forte e coraggiosa”. E La Repubblica sottolinea il grande significato della scelta della Lega Araba, anche perché è stata presa a larga maggioranza, e soltanto lo Yemen e il Libano hanno votato contro. Il segretario generale della Lega Araba ha annunciato che si sta pensando ad un “meccanismo per la protezione dei civili”, alludendo anche – forse – ad una possibile richiesta di pronunciamento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Restiamo al Corriere della Sera per un articolo su come l’America ha deciso di ridisegnare la sua strategia in Asia. Lo fa con un patto di libero scambio con i Paesi latino-americani (Cile e Perù), Australia, Vietnam, Singapore e Malesia: l’input parte dal vertice dell’Apec (Asia-Pacific-Economic Cooperation), di cui fanno parte anche Russia e Cina. Ma il patto di libero scambio non comprende Cina e Giappone: Washington – spiega il Corriere – ora non solo contrasta l’espansionismo cinese in estremo oriente promettendo agli alleati il rafforzamento del suo dispositivo militare nell’area, ma cerca per la prima volta di reagire allo sbarco di Pechino in America Latina. Pechino non l’ha presa bene, i suo funzionari si sono lamentati per non essere stati invitati.
La Repubblica e La Stampa raccontano come le donne iraniane abbiano perduto un’altra ‘piccola libertà segreta’, quella di sciare da sole. Un avviso delle autorità appeso alle cabine delle sciovie spiega che nessuna potrà avvicinarsi alle piste se non accompagnata da un ‘ghayem’, cioè una ‘guardia’ o custode, che potrebbe essere rappresentato da un fratello, un padre o un altro parente maschio. Spiega La Repubblica che la novità è stata criticata da un sito vicino ai conservatori, Tabnak, che ha denunciato come questa misura dia un’immagine ‘buia’ dell’Iran, privando metà della popolazione dei diritti civili.

da LA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini