Un piano per i giovani disoccupati

Pubblicato il 20 Maggio 2013 in da Vitalba Paesano
Il Corriere della Sera: “Un decreto per giovani e lavoro”. “Ridotto a 20-30 giorni l’intervallo tra le assunzioni a tempo. Nuove regole per la previdenza. Contratti a termine più facili, part time prima della pensione”. A centro pagina: “Tensioni a sinistra dopo la piazza. Epifani contro Vendola e la Fiom”.

La Repubblica: “Un piano per i giovani disoccupati”. Il ministro prepara l’incontro con le parti sociali e fissa l’obiettivo di giugno: 100 mila posti di lavoro in più per gli under 24. Giovannini: pronti 12 miliardi. Camusso: ora nuovi ammortizzatori sociali”. A centro pagina: “Rivolta in Tunisia, arrestata Amina”. “Salafiti in piazza, scontri con la polizia: un morto”.

La Stampa: “Epifani, attacco sulla giustizia. Il segretario del Pd: ‘”Berlusconi smetta di minare ogni giorno il governo’”, “Il leader dei democratici contro Sel e Fiom. ‘Solo la sinistra che scappa dai problemi’. Migliore: la sua base era in piazza”. “Ma sull’ineleggibilità del Cavaliere il centrodestra teme un asse con i 5 Stelle”.

Il Giornale apre con la notizia data dal programma tv Le Iene: “Pagati dalle lobby. Smascherata una rete guidata da due parlamentari di sinistra. Le multinazioni ungevano le ruote per ottenere misure ad hoc su tabacco e gioco d’azzardo”. “Il Presidente Grasso: chi sa parli”.

L’Unità: “’No alla sinistra che scappa’”. Le parole di Guglielmo Epifani, ieri ad una manifestazione elettorale ad Avellino, sono corredate dalle foto di Vendola e Landini. A centro pagina: “Lobby in parlamento, chi sa parli”.

Il Sole 24 Ore: “Rata Imu per 30 milioni di immobili. Seconde case, uffici, negozi, capannonini: ecco chi va alla cassa entro il 17 giugno. L’effetto del decreto legge che ha bloccato l’acconto solo per le abitazioni principali (non di pregio), i terreni e i fabbricati agricoli”.

Lavoro

Dopodomani il ministro del Lavoro Giovannini incontrerà le parti sociali peruno scambio dei vedute sul tema della disoccupazione, specialmente quella giovanile, sulla quale ieri il segretario della Cgil Camusso aveva scritto una lettera al Corriere della Sera. Scrive La Repubblica che l’obiettivo del governo è “ambizioso”: “ridurre la disoccupazione giovanile di otto punti percentuali, portandola al 30 per cento dai livelli record attuali”. Se per gli interventi costosi “bisognerà aspettare le conclusioni del consiglio europeo di giugno”, dice Giovannini, gli interventi a costo zero si possono fare subito: correzione dei contratti a termine – la via principale di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro – mutando i termini dell’intervallo temporale da un contratto all’altro. Il ministro Fornero ha allungato questo intervallo, oggi “sindacato e Confindustria sono d’accordo nel tornare indietro”. Inoltre dovrebbero essere d’accordo anche sulla ipotesi di estendere ad un anno la possibilità di non indicare una causa per la stipula di un contratto a termine, oggi limitata al solo primo contratto per la durata di dodici mesi”.

Intervistata dallo stesso quotidiano, la segretaria della Cgil Susanna Cmusso dice che “bisogna smettere di proporre regole per costruire eccesioni e, invece, si dovrebbe puntare sul ruolo della contrattazione tra le parti sociali. Per esempio tra le urgenze non c’è quella di ridurre i vincoli ai contratti a termine bensì quello di ridisegnare un sistema di ammortizzatori sociali”. Come lei sa bene non ci sono i soldi. “Non c’è dubbio. Però seguendo questa logica, continuiamo a finanziare la cassa integrazione in deroga. Forse sarebbe meglio avere un istituto uguale per tutti”.

Politica

“Non mi piace la sinistra che scappa di fronte alle difficoltà”, ha detto ieri il segretario del Pd Epifani, parlando ad un comizio elettorale ad Avellino. Scrive L’Unità: “Il segretario del Pd replica agli attacchi per l’assenza alla manifestazione Fiom. ‘Non si deve tornare ad avere due sinistre, una che si fa carico delle difficoltà e una che non le vuole’”. Epifani – scrive L’Unità – ha confessato che non essere stato in piazza alla manifestazione di sabato “gli ha pesato”, perché “viene da ‘questa storia’, perché lo ha fatto ‘per cinquant’anni’. Però, spiega, ‘non mi piaceva che durante il governo Prodi c’erano ministri che andavano in piazza e sfilavano contro il governo. Noi diamo serietà, e io pretendo serietà’”.

Sullo stesso quotidiano viene intervistato il viceministro Stefano Fassina. Sulla piazza “è sbagliato dire che il Pd non c’era, c’erano tanti esponenti del nostro partito, da Cofferati a Orfini”. Ma “per creare lavoro la priorità è cambiare la politica Ue. Si può bloccare l’aumento Iva, lasciando l’Imu per il 15 per cento di case di maggior valore”.

Anche il Corriere offre un “colloquio” con Fassina: “Fassina: ma l’Iva si può evitare tassando le prime case di pregio”.

Su La Repubblica viene intervistato Nichi Vendola, che risponde alle accuse di Epifani: “Noi scappiamo? Scappiamo dalla resa a Berlusconi, dal compimento della sconfitta. E’ incredibile che Epifani ricorra alla metafora del matrimonio fragile. Gli obiettiamo che l’alleanza Pd-Sel aveva come progetto quello di traghettare il Paese fuori dalla palude del berlusconismo”.

La Stampa offre una ampia intervista a Pierferdinando Casini: “Se il governo vuole vivere, deve osare”. Secondo Casini sarà opportuno varare una legge sulla cittadinanza degli immigrati, “uno ius soli rafforzato”, in base al quale “oltre alla nascita potrà essere richiesto un certo percorso scolastico, per evitare presenze occasionali o saltuarie”. “Non sprechiamo l’occasione. Escludo che i cittadini posano accontentarsi di una gestione onesta dell’ordinaria amministrazione. Dobbiamo puntare tutti assieme a vincere 3-0 le sfide che ci stanno davanti, senza mirare allo 0-0”. Altro esempio, l’Europa: “Per la prima volta la Francia, attraverso il presidente Hollande, apre alla prospettiva di una federazione europea. Proprio la riluttanza francese a concedere porzioni della propria sovranità aveva costituito l’alibi per la Germania, che è molto prodente rispetto alla condivisione ddei pesi economici. Questo alibi potrebbe cadere. E il governo italiano può spingere molto in questa direzione. Credo che il presidente Letta e il ministro Bonino ne siano ben consapevoli”.

Sul Corriere un articolo di Franco Venturini riprende proprio le dichiarazioni del ministro Bonino, che ier aveva concesso una intervista allo stesso quotidiano. “Le tre schiarite per l’Europa”, dove la prima è la Germania, con la Cancelliera Merkel che ha lanciato “qualche inedito segnale di adattamente alle circostanze”, la seconda è la Francia, con la previsione di una unione politica europea entro due anni, e l’Italia, che uscirà a fine mese dalla procedura di infrazione e “comincia ad avere” la “credibilità necessaria per reclamare nella Ue, sin dal prossimo vertice di giugno, misure collettive e più energiche per la crescita , piano contro la disoccupazione, intese di flessibilità nell’applicazione di un rigore necessario”.

Tunisia

Sul Corriere della Sera si racconta della “furia dei salafiti tunisini”. Nella città di Kairouan, quarta città santa dell’Islam, dove il governo aveva vietato lo svolgimento del congresso annaule dei salafiti di Ansar El Sharia, e dove ieri è arrivato, con settecento militanti del suo movimento, il portavoce Saifeddin Rais. I militari massicciamente presenti lo hanno arrestato, “ed è stata subito la domenica di sangue che si temeva”, prima a Kairouan e poi in molte altee città, fino alle banlieues della capitale. In più è arrivata anche l’attivista femminista Amina Tyler, che – come aveva fatto qualche settimana fa sul web – si è mostrata a seno nudo davanti alla moschea di Oqba Ibn Nafaa, scatenando le proteste dei fedeli e – scrive il Corriere – “obbligando la polizia, per proteggerla, a incarcerarla”.

Scrive Renzo Guolo su La Repubblica che le manette per Amina “sono scattate un attimo prima che si scoprisse il seno” davanti alla moschea di Oqba Ibn Nafaa, dove i salafiti si erano asserragliati dopo gli scontri con la polizia. “Il nuovo tentato gesto di Amina, nello stile del femminismo situazionista di Femen, solleva un enorme problema nel mondo islamico”, scrive Guolo, nel senso che la scritta che compriva sul corpo della giovane era “namus”, onore: “Se una donna si scopre pubblicamente e non viene messa ai margini, è l’onore comunitario che viene meno. La topless jihad di Amina è dirompente perché mette in mostra la divaricazione tra l’individualismo e l’olismo, fattore che ancora oggi marca la differenza tra Occidente e Islam. La topless jihad, con i suoi eccessi e le forzature minoritarie tipiche delle avanguardie, mette in discussione una dimensione chiave per i movimenti islamisti che della islamizzazione dei costumi, dunque anche della velatura del corpo e del rifiuto della sua mercificazione, fanno una questione di principio. Anche Femen, dunque anche Amina, è contro la mercificazione ma mettersi a nudo nel mondo della Mezzaluna significa innanzitutto mostrare la contraddizione dell’oppressivo e claustrofobico dominio maschile. Un diverso sguardo sul senso della dignità femminile destinato a una rotta di collisione totale”. Altra questione, “ben più esplosiva”, è quella del conflitto tra i salafiti ed Ennahada, considerata “preda del revisionismo islamico” e “incapace di fondare uno Stato islamico retto dalla sharia”. La “corrente jiahdista” del movimento Salafita, guidata dal “reduce afgano Abu Ayad, si richiama ad Al Qaeda. Il partito di Gannouchi si trova così pressato da una opinione pubblica laica, che non accetta derive regliose, e un movimento radicale che pesca nello stesso bacino dell’Islam politico e si presenta come il suo, autentico interprete della ideologia islamista”.

E poi

Sul Corriere della Sera un articolo di Vittorio Messori è dedicato a Papa Francesco: “L’equivoco del Papa progressista che non ci fa capire Francesco. Bergoglio erede di una tradizione di cattolicesimo sociale”. Si ricorda che anche il santo di Assisi “di cui ha scelto il nome” fu “un cattolico obbediente e non un rivoltoso”.

Al “risveglio della Chiesa” è dedicato un articolo de Il Giornale: “Il miracolo di primavera del Papa. Vatileaks, Ior, corvi, pedofilia? Non se ne parla più. Merito di messaggi forti. E di un esempio che non finisce mai”. Da quando Bergoglio è salito al soglio “sembrano finiti i tempi bui”.

La Repubblica continua ad occuparsi del “neo-populismo” in Europa, al quale “si ispirano”, scrive Bernardo Valli nelle pagine R2, “27 partiti con ampio consenso elettorale” “alimentato dalla crisi”. Dal Partito Popolare svizzero al Fronto National francese, passando per Alba Dorata in Grecia, l’Ukip britannico, i “Veri finlandesi” e molti altri. “Quando soffia il vento del populismo”.

Su La Stampa intervista alla presidente Rai Anna Maria Tarantola. “Nella mia Rai mai più miss e isole dei famosi”.

Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini