STRETTA SU SANITA’ E PENSIONI: subito il ticket per il pronto soccorso e tagli alle pensioni d’oro

Pubblicato il 14 Luglio 2011 in da redazione grey-panthers

Le aperture

Gran parte dei quotidiani dedica ancora le aperture alla manovra economica, che oggi approda all’aula del Senato.

La Stampa: “Sanità, il ticket scatta subito. Taglio alle pensioni d’oro”, “Il ministro dell’Economia: la manovra sarà rafforzata, non mi dimetto. Draghi: interventi sulla spesa pubblica o bisognerà aumentare le tasse”. “Gli emendamenti di Lega e Pdl in Senato. Rivolta degli avvocati-parlamentari sugli ordini professionali”. In taglio basso, una grande foto di un bimbo somalo smagrito per illustrare il titolo: “La grande carestia che sta uccidendo il Corno d’Africa”, “Un incubo che ritorna: colpite 11 milioni di persone dalla Somalia all’Europa”.

Il Corriere della Sera: “Stretta su sanità e pensioni”, “Subito il ticket su pronto soccorso e ricette per le visite specialistiche. Previdenza, tagli agli assegni sopra i 2.300 euro. Cambia l’età del ritiro”, “Inasprita la manovra: sale a 79 miliardi. Il ministro: resto al mio posto. Draghi: giù le spese o nuove tasse”. In taglio basso, le critiche alla manovra esplicitate da opposizioni, sindacati e conferenza delle Regioni, si appuntano soprattutto sui ticket sanitari e vengono riassunte così: “‘Colpite le fasce deboli’. Scoppia la protesta di opposizione e Regioni”.

La Repubblica: “Manovra, il ticket scatta subito”, “Draghi: altri tagli o aumenteranno le tasse. Tremonti: non mi dimetto”. In evidenza anche la richiesta avanzata dai pm di Palermo: “‘Processate per mafia il ministro Romano'”. Saverio Romano, ministro dell’Agricoltura, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
A centro pagina, grande foto dall’India: “Strage a Mumbai, torna l’incubo terrorismo”, “Tre esplosioni simultanee, oltre venti morti e 130 feriti”.

Il Giornale: “Tremonti resiste”, “Il discusso pm Woodcock lo bracca (sul nulla) mettendo a rischio il Paese e i nostri soldi. Il ministro: non lascio e rinforzo la manovra (pensioni d’oro, ticket e liberalizzazioni). A centro pagina, con foto, il richiamo ad una intervista del quotidiano a Marina Berlusconi: “‘De Benedetti sa soltanto distruggere'”.

Libero punta sull’inaugurazione della nuova sede di Futuro e Libertà: “Fini, la nuova casa”, “Un anno dopo Montecarlo”, “Il presidente della Camera inaugura la nuova sede del suo partitino. Ma tra defezioni e fallimenti politici, dietro le insegne è rimasto poco o nulla. E l’ultima spiaggia ora diventa Di Pietro”. (Ci si riferisce alle dichiarazioni del fli Fabio Granata che, in un’intervista a L’Espresso, mostra apprezzamento per la svolta ‘moderata’ di Di Pietro. Per il direttore Maurizio Belpietro, essendo tanto Fini che Di Pietro usciti “malconci” dalle amministrative -con l’eccezione dei voti portati all’Idv da De Magistris- “i due punterebbero a sorreggersi a vicenda”). A centro pagina, con foto di due soldati-bambini aruolati dai ribelli libici: “Combattiamo Gheddafi con questi soldati”. Anche Libero intervista Marina Berlusconi: “De Benedetti capitalista cannibale”.

Il Sole 24 Ore, sulla manovra: “Tagli ai bonus fiscali per 20 miliardi”, “Gli interventi salgono a 45 miliardi. Colpite le pensioni d’oro, rientra lo scontro sulle professioni”, “Draghi: meno spesa o nuove tasse. Tremonti: domani l’approvazione”.

L’Unità: “Draghi detta la linea a Tremonti”, “Il Governatore avverte: servono altri tagli o sarà inevitabile aumentare le tasse”, “Il ministro in difficoltà esegue: ‘Le misure correttive saranno rafforzate subito'”. A centro pagina, grande foto da un pronto soccorso: “Ticket vergogna”, “Da lunedì si paga. Pd: inaccettabile. Gli avvocati Pdl minacciano ritorsioni se saranno toccati gli ordini. Tagli alle pensioni”.

Il Fatto: “Non si dimette nessuno”, “Il ministro Romano, imputato per mafia, annuncia: ‘Non mi muovo’. Il ministro Tremonti (caso Milanese): ‘Hic manebimus optime’. Il generale Adinolfi, indagato a Napoli, resta. E’ il Partito degli Onesti'”. In taglio basso: “Minzolini al Tg 1, una calamità che costa 10 milioni alla Rai”. “A giugno il record negativo di tutti i tempi negli ascolti: appena il 20 per cento di share. Intanto Rai perde 3,1 punti rispetto al 2010 nella preziosa fascia che va dalle 19.45 alle 21.00”. Insomma, è allarme per la concessionaria di pubblicità, la Sipra.

Manovra

Cosa ha detto Draghi ieri all’assemblea dell’Abi? Riprendiamo le sue parole dal Sole 24 Ore: “Avendo anticipato le usuali scadenze (della manovra finanziaria, ndr.), occorre definire in tempi rapidissimi il contenuto delle misure ulteriori volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014”. Il timore, secondo Il Sole, è che se non si definiscono nuove misure di contenimento della spesa pubblica, le risorse il cui reperimento è previsto in sede di delega fiscale e assistenziale finiranno con il tradursi in nuove tasse. E poi, ancora Draghi: “Come per gli altri Paesi dell’area Euro, alla correzione degli squilibri di finanza pubblica deve accompagnarsi un innalzamento del potenziale di crescita della nostra economia, mediante la messa in campo tempestiva di politiche strutturali incisive e credibili, con comportamenti coerenti di tutti i protagonisti della vita politica e produttiva”.
Anche Tremonti ha parlato all’assemblea Abi. Ed ha parlato delle possibili privatizzazioni: andranno fatte “passata la fase della crisi”, iniziando dalla finanza locale, con incentivi e disincentivi nel patto di stabilità degli enti locali e territoriali, che saranno spinti a “vendere tutto ciò che non è acqua”.
La Repubblica riassume: “Trasporti, luce, gas: un tesoro da 30miliardi che i Comuni saranno invogliati a vendere”, “Tremonti potrebbe mettere sul mercato Poste, Alta Velocità e ancora Eni ed Enel”. Dismissioni possibili anche per le quote detenute dallo Stato in Rai, Sace, Enac e Finmeccanica.
Massimo Mucchetti, sul Corriere, firma una pagina di commento che compare sotto il titolo: “La strada (e le illusioni) delle privatizzazioni. Piccolo manuale per gli errori da evitare”. “L’idea che privatizzare equivalga a moralizzare non è corroborata dai fatti”, si legge. Oppure: “le 6mila società municipali sono spesso scandali paesani. Non di rado gestiscono monopoli naturali, che potrebbero esser affidati ai privati tramite gare il cui obbligo è tuttavia saltato con il referendum. Disboscare questa giungla genererà risparmi”. Ma l’incasso più importante potrebbe venire dalle cessioni delle partecipazioni dello Stato nelle grandi imprese: alcuni economisti parlano di 140 miliardi, Mucchetti sostiene che in realtà i valori si avvicinino a meno della metà: “vendere alle quotazioni correnti sarebbe svendere”. Non facciamoci illusioni, insomma, che la soluzione sia nella vendita delle imprese pubbliche: “sarebbe una goccia nel mare del debitp pubblico”.

Mario Monti, sulla prima del Corriere, pubblica una lunga analisi dal titolo: “Quel che serve (davvero) al Paese”. Dove si legge che “è essenziale insistere sulla linea della disciplina fiscale, che il ministro Tremonti sta perseguendo con determinazione e semmai assicurarsi che essa venga rafforzata nell’esecuzione. Ma è altrettanto essenziale abbandonare la politica, e perfino la filosofia, seguita dal ministro Tremonti nei tre governi Berlusconi su un’altra questione decisiva: che è di importanza vitale per l’Italia far aumentare la produttività complessiva dei fattori produttivi, la competitività e la crescita; e ridurre le disuguaglianze sociali”. Ciò deve esser conseguito, secondo Monti, “non allentando la disciplina di bilancio” (“come autorevoli esponenti del governo e della maggioranza” chiedono a Tremonti), “ma rimuovendo gli ostacoli alla crescita”, che sono numerosi e ben radicati, ma hanno un elemento in comune: “derivano dal corporativismo e da insufficiente concorrenza”. Una lacuna che dipende anche dal fatto che le autorità garanti del mercato e della concorrenza, così come le altre, “non hanno sufficienti poteri”, non dispongono di “indipendenza effettiva e risorse”.

Per Libero la manovra è una “stangata sul ceto medio”: lo testimoniano il previsto pagamento di 10 euro per le visite mediche e i 25 euro per i codici bianchi del pronto soccorso. Ma l’editoriale di Franco Bechis in prima attira l’attenzione sulla “tassa sulle pensioni integrative” e sulla levata di scudi della “casta”: “il ministro Tremonti aveva provato a tagliare le unghie alle corporazioni, ma ha dovuto arrendersi: avrebbe rischiato il posto. Così sfumano le liberalizzazioni osteggiate da avvocati e notai. Niente da fare anche per il no ai doppi incarichi”. 

Biotestamento

Il ministro dei Beni culturali Giancailo Galan, in un’intervista a La Repubblica, critica la legge sul testamento biologico licenziata dalla Camera: “Ho il terrore di soffrire come Eluana, questa legge ci rende meno liberi”. E parla esplicitamente anche di eutanasia: “non è un tabù. Ognuno dovrebbe avere la possibilità di scegliere”.
Anche Vittorio Feltri, su Il Giornale, scrive: “La legge calpesta la libertà di tutti”. E anche Feltri fa un passo in più: “non sono affatto ostile neppure all’eutanasia”.

E poi

Inizia oggi in Francia la campagna per le primarie del Ps, in vista delle presidenziali del prossimo anno. Se ne occupa La Repubblica, sottolineando come la scelta sia incerta: “la gauche in cerca d’autore, sfida tra gli orfani di Dsk”. In testa la segretaria Martine Aubry, Hollande e la Royal, ma sul partito pesa l’assenza di Strauss-Kahn, fatto fuori dal sexy scandalo.
Su L’Unità due pagine dedicate al crollo delle risorse generali di cui dispone il Ministero dei Beni culturali: è l’affossamento del nostro patrimonio, dice il quotidiano, che parla di “disolvenza” degli archivisti. Entro il 2016 l’80 per cento di loro sarà in pensione. A rischio la memoria storica che giace custodita al Ministero: il blocco del turn over provocherà nel giro di un lustro la quasi estinzione di personale specializzato in biblioteche e archivi. Tesori a rischio: gli atti del processo a Caravaggio, i verbali delle ultime ore di Giordano Bruno, gli atti del processo Matteotti, l’epistolario di Aldo Moro da sequestrato.
Il Corriere della Sera riferisce di un sondaggio-choc, secondo cui, a distanza di due anni dal discorso di Obama al Cairo, la sua America è peggiore di quella di Bush. Sondaggio realizzato negli utlimi 4-5 mesi dall’istituto di ricerca Zobgy International, per conto dell’Istituto arabo-americano, lobby bipartisan che cura gli interessi della comunità araba nei circuiti politici di Washington, interpellando 4 mila cittadini in sei Paesi (Marocco, Egitto, Libano, Giordania, Arabia saudita, Emirati arabi). Si dimostrano “delusi” al 95% gli egiziani interpellati. Successo in Libano, dove il tasso di popolarità dell’attuale amministrazione Usa è cresciuto del 2 per cento. Del 17 per cento è aumentato in Arabia saudita.
Il Foglio dedica un lungo articolo alla Tunisia post-rivoluzione, prendendo spunto dalle polemiche scatenate da un film, “Né Allah, né padrone”, che racconta la vita quotidiana di chi mangia e beve di nascosto durante il Ramadan. Ha riacceso lo scontro laici-islamisti, è stato girato da una oppositrice dell’ex presidente Ben Alì, Nadia El Fani). Cinema assaltati durante la proiezione, il partito Ennahda, il più grande partito islamico tunisino ha condannato, si prevede un suo exploit alle prossime elezioni, ma i gruppi estremisti proliferano.
Alle pagine R2 de La Repubblica le anticipazioni dal saggio che il filosofo Charles Taylor pubblica oggi sulla rivista “Reset” e dedicato alla campagna partita in Europa contro il ‘multiculturalismo’: sembra essere -dice Taylor- “un classico caso di falsa coscienza, in cui la colpa di determinati fenomeni di ghettizzazione e alienazione degli immigrati viene addossata a un’ideologia esterna, invece di riconoscere l’incapacità della politica nazionale di promuovere l’integrazione e combattere la discriminazione”.

(Fonte: La Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)