Strage in mare, lite sui soccorsi

Pubblicato il 12 Febbraio 2015 in da redazione grey-panthers
Minacce dell'Isis all'Italia

Le aperture

Corriere della Sera: “Strage in mare, lite sui soccorsi”, “I superstiti: più di 300 vittime. Polemiche sulla missione. Renzi: basta cinismo”, “Boldrini: operazione Triton inadeguata. Il Papa e Mattarella: colpiti dalla tragedia”.

La foto in apertura è per il vertice sull’Ucraina a Minsk e immortala la stretta di mano tra il presidente russo Putin e il suo omologo ucraino Poroschenko. Il titolo: “Ucraina, spinta nella notte per un accordo”.

A centro pagina: “Consob: scambi anomali sulle banche popolari. L’Etruria commissariata”.

In prima anche le parole del presidente Usa sulla lotta al terrorismo: “Ora Obama chiede ‘i poteri di guerra’”.

A fondo pagina, la sentenza per il naufragio della Costa Concordia: “Per Schettino 16 anni, ma non va in cella”.

Sulla crisi greca: “Grecia in stallo, tocca ai leader”, “Oggi il vertice”. Il riferimento è al Consiglio europeo che si apre oggi.

La Repubblica: “Migranti, vergogna infinita”, “Oltre trecento morti nel canale di Sicilia, il piano europeo Triton sotto accusa. Renzi: oggi chiederò a Bruxelles un impegno maggiore. Mattarella: tragedia immane”.

La foto a centro pagina è per il capitano della Costa Concordia: “Schettino, le lacrime e la condanna. ‘Sedici anni per il disastro Concordia’”, “Il pm ne aveva chiesti 26. I giudici: gli risparmiamo il carcere”.

In apertura a sinistra: “Sull’Ucraina si tratta per la tregua”, “Minsk, colloqui nella notte. Tensione Putin-Poroshenko”.

A centro pagina: “Rinviato il salva-Berlusconi, a maggio la norma del 3%”, “Riforme, salta l’intesa”.

La Stampa: “’I morti sono centinaia’. Migranti, accuse all’Ue”, “Critiche al piano europeo che limita gli interventi. Letta: tornare a Mare Nostrum. Renzi: altri i problemi”.

Una foto è per il vertice di Minsk: “Ucraina, i ribelli non si ritirano”.

E un’altra per il capitano della Concordia: “Concordia: 16 anni a Schettino”, “L’ex comandante piange in aula. No alla richiesta di arresto immediato”.

A centro pagina: “Mps e Banco Popolare. Nuove perdite record”, “E il Tesoro commissaria Banca Etruria”.

Il Sole 24 Ore: “Grecia-Europa, prove d’intesa”, “Maratona notturna all’Eurogruppo, oggi il summit dei leader Ue”, “Bruxelles: ci sono margini di manovra sul piano di Atene. Ma la Germania insiste: o il programma attuale o niente”.

Sul vertice di Minsk, foto della stretta di mano Putin-Poroshenko: “Ucraina verso il ‘cessate il fuoco’”.

A centro pagina: “Mps, l’aumento sale e 3 miliardi. Vegas: scambi anomali sulle Popolari”.

E un richiamo alla decisione di Bankitalia: “Commissariata Banca Etruria: ‘Gravi perdite del patrimonio’”.

Sulla “emergenza sbarchi”: “’A Lampedusa i morti sono 330’. Operazione Triton sotto accusa”.

In prima anche l’indagine su Ubi: “Ubi, 11 gli indagati tra cui Bazoli che replica: estraneità ai fatti”.

A destra: “Fisco, più tempo per la delega. Slitta a maggio il decreto sui reati con la norma del 3%”, “Renzi: necessaria un’ulteriore verifica”.

In prima anche le parole del presidente della Repubblica e la situazione di Forza Italia: “Mattarella: presto riflessione sulla giustizia. Berlusconi, ultimatum a Fitto: o resti o via”.

Il Fatto: “La bomba delle banche”, “Tre scandali in un giorno nel mondo del credito che il premier vorrebbe riformare”. E tre foto: di Giovanni Bazoli (“Perquisizioni a Ubi, dominata da Giovanni Bazoli mentre è anche presidente di Intesa. L’accusa è di aver truccato le assemblee facendo firmare deleghe in bianco ai clienti”; del ministro Maria Elena Boschi (“Bankitalia commissaria la Popolare dell’Etruria di cui il ministro Boschi è azionista e suo padre vicepresidente: ha 2 miliardi di sofferenze e ha molto bisogno del decreto de governo”) e di Matteo Renzi (“Rialzi anomali in Borsa nei giorni precedenti al provvedimento del Consiglio dei ministri che trasforma le Popolari in Spa. La Consob indaga su profitti sospetti per 10 milioni di euro”).

A centro pagina: “SalvaSilvio, altro rinvio: ora Renzi lo vuole a maggio”, “Slitta il condono del 3% previsto per il 20 febbraio. Berlusconi: ‘Il Patto l’ha rotto Matteo, la Lega non avrà le chiavi della nuova alleanza’. I fittiani in trincea: ‘Che fai, ci cacci?’”.

In taglio basso: “’330 morti in mare’. Triton ha fallito, il governo lo difende”, “Alfano celebrava il nuovo programma europeo che ha sostituito Mare Nostrum. Costa meno di prima, ma non evita la catastrofe: oltre ai 29 migranti assiderati raccolti, ce ne sarebbero stati molti altri su due gommoni arrivati vuoti in Italia”.

A fondo pagina: “Isis, Obama chiede i poteri speciali: ‘3 anni per vincere’”.

Il Giornale parla di “Giallo sulle popolari” e titola: “Decreto Renzi, qualcuno ci ha guadagnato 10 milioni”, “L’indagine della Consob: affari anomali. E Bankitalia commissaria l’istituto del padre della Boschi”. Poi, sulla situazione in Forza Italia: “Berlusconi conferma la linea, ultimatum a Fitto”.

A centro pagina: “Obama pronto a reinvadere l’Irak”, “Chiede poteri di guerra al Congresso per stroncare l’Isis. E’ la prova che ritirarsi fu un errore”.

La foto a centro pagina è per gli sbarchi nel Mediterraneo: “Altri 300 morti di buonismo”, “Per evitare le stragi dei barconi, affondiamoli prima che partano”.

 

Triton e Mare Nostrum

Il Corriere, pagina 2: “I migranti morti sono più di trecento. ‘Spinti sui gommoni con le armi’”, “Il racconto di Buba: il mare era cattivo e non volevo partire, mi hanno preso a bastonate”. E’ Felice Cavallaro, inviato in Sicilia, a raccogliere le testimonianze dei sopravvissuti. Dice Buba, che viene dal Gambia, ripercorrendo le sue vicende, ovvero i due mesi nel deserto, le umiliazioni subite a Tripoli e l’approdo per mettere da parte i soldi per la traversata: “Io sabato non volevo partire. Lavoravo come manovale. Ma quattro libici mi hanno catturato e portato su una spiaggia dove c’erano centinaia di persone su quattro gommoni. Mi hanno rubato tutto, 600 dinari e un telefonino, costretto a bastonate a partire. Noi gridavamo che non si poteva per il mare cattivo, ma quelle bestie dovevano liberarsi di noi…E ora siamo vivi grazie a Dio e a voi italiani”.

A pagina 3, ancora sul Corriere: “Letta-Renzi, è scontro sui pattugliamenti”, “L’ex premier: ripristinare la vecchia missione anche se si perdono voti. La replica: non strumentalizziamo”.

La Repubblica, pagina 2: “L’orrore di Lampedusa: ‘I morti sono più di 300’. Lite sulla missione Ue. Renzi: il problema è Tripoli”, “Letta: si torni ai vecchi salvataggi. Il premier: strumentalizzazioni. Il Consiglio d’Europa boccia Triton. Mattarella: tragedia che colpisce”.

Il Sole 24 Ore: “Strage di Lampedusa, ‘Almeno 330 morti’”, “Mattarella: immane tragedia. Renzi: il problema è la Libia, oggi chiederò all’Europa di fare di più”. Su questo tema, un commento di Marco Ludovico: “Il nodo-Libia c’è, ma intanto salviamo le vite”. Dove si stigmatizza il “valzer di ipocrisie” anche in sede europea: “quando si è trattato di rimboccarsi le maniche, è stata soltanto l’Italia, per quanto possibile, a mettersi in prima linea” e il passaggio a Triton non è servita, visto che “i viaggi della disperazione sono ancora più intensi, gli sbarchi a gennaio sono il 60& di più dello stesso periodo del 2014”.

Il Fatto, a pagina 3: “Disastro Triton, ma Renzi lo difende”. Enrico Fierro scrive che i 300 morti di Lampedusa li portano sulla coscienza quei “politici arruffoni che hanno trasformato la tragedia dell’immigrazione in una disputa da bar dello sport e governanti senza idee che hanno piegato la testa spaventati dalle varie ondate leghiste e fascistoidi”. Poi si riferiscono le parole del presidente del Consiglio: “Il problema non è Mare nostrum o Triton, si può chiedere all’Europa di fare di più e domani lo farò, ma il punto politico è risolvere il problema in Libia. Non è che con Mare nostrum non si moriva e adesso si muore”. Lo ha detto in tv -spiega Il Fatto, in risposta all’ex premier Enrico Letta, che aveva chiesto il ripristino di Mare Nostrum, “che faccia perdere voti oppure no”. Triton, ricorda Fierro, doveva rappresentare l’impegno dell’Europa nel Mediterraneo, la fine della solitudine dell’Italia nell’affrontare le grandi migrazioni, “ma si è ridotta in un semplice controllo delle frontiere che non contempla affatto l’idea che le navi militari operino i primi soccorsi in mare”. Ma la fine di Mare Nostrum si è rivelata un fallimento: “perché l’Europa non c’è, Frontex e Triton sono illusioni che possono affascinare solo un ministro dell’Interno debole e inconcludente come Angelino Alfano”. Il governo ha piegato la testa, ora tutti si appellano all’Europa, “ma nessuno ha imposto all’Italia di chiudere Mare Nostrum. I responsabili di Frontex avevano chiarito che la Triton ‘risponde solo parzialmente alle reali e attuali esigenze di soccorso in mare per salvare vite umane’. Ieri la Commissione Ue ha invitato a ‘non puntare l’indice’, ma Nils Muiznieks, commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa, ha detto che ‘Triton non è all’altezza’ e che serve ‘un sistema di ricerca e salvataggio efficace’”.

Secondo La Repubblica il governo avrebbe intenzione di varare una “mini-Mare Nostrum”, un piccolo dispositivo militare -che quindi chiamerebbe in campo la Marina- da affiancare a Triton, per un periodo limitato, in attesa che l’Europa faccia la propria parte. Il quotidiano dà conto poi della “irritazione” del premier verso la minoranza Pd (“Mi vogliono caricare sulle spalle queste vittime”).

A pagina 4, da segnalare l’inchiesta di Fabio Tonacci e Francesco Viviano: “Dal caos della Libia ai mancati soccorsi, tutte le falle di Triton”, “Mezzi ridotti, aree di sorveglianza ad appena 30 miglia dalle nostre coste. E i trafficanti di uomini che sfruttano la situazione ‘fuori controllo’ di Tripoli costringendo i migranti a partire comunque. Ecco perché la missione europea che ha sostituito Mare Nostrum, due mesi dopo il suo inizio, è già un fallimento”.

 

Ucraina

Su La Stampa, pagine 2 e 3: “Ucraina ,trattativa in stallo. I ribelli non vogliono ritirarsi”, “Summit Putin-Hollande-Merkel-Poroshenko, resta il nodo della linea di demarcazione. Mosca cerca di evitare la rottura. Oggi a Bruxelles vertice Ue con il presidente di Kiev”. La vera sorpresa della giornata, racconta Tonia Mastrobuoni, è stata l’arrivo a Minsk dei leader separatisti Plotniski e Zakharcenko. Non è stato possibile, ovviamente, farli sedere al tavolo del negoziato, visto che Kiev li considera dei terroristi. Uno dei punti di frizione con la Russia resta la linea del fronte riconosciuto ai separatisti, sui cui i ribelli non vogliono arretrare, dopo le conquiste degli ultimi mesi. A pagina 3, l’analisi di Anna Zafesova: “Droni, aerei invisibili e armi elettroniche. Così lo zar si è preparato allo scontro”, “In quindi accni spese militari raddoppiate e una serie di nuovi mezzi. Ma i progetti più ambiziosi si sono arenati e mancano fondi per l’ex Kgb”. E, a fondo pagina, il “retroscena” di Maurizio Molinari: “Basi a Cipro, gas a Turchia e Grecia. La carta mediterranea del Cremlino”, “Il feeling con Atene per rompere l’isolamento strategico”.

Su La Repubblica, pagine 6 e 7 dedicate al vertice di Minsk sulla crisi ucraina. Lo scenario tracciato da Bernardo Valli: “Un’Ucraina federale, il sogno del Cremlino per allontanare l’ombra della Nato e della Ue”.

L’inviato nella città ucraina di Kramatosk è Pietro De Re: “Sul confine dell’assedio: ‘Questa terra non avrà pace’”, “Nell’ospedale di Kramatorsk si curano i feriti della pioggia di granate caduta sul centro città. ‘Nessuno si aspettava un attacco così, quindici bombe. Avevamo dimenticato la nostra maledizione di gente troppo vicina alla frontiera’”.

 

Obama

Il corrispondente a New York de La Repubblica Federico Rampini dà conto della lettera inviata al Congresso dal presidente Usa: “Is, Obama chiede al Congresso l’ok alla guerra”, “E’ la prima volta dalla domanda formale di autorizzazione all’uso della forza fatta Bush nel ’92. Niente ‘vaste operazioni terrestri come in Iraq e Afghanistan’, ma sì ad azioni mirate di commando”. Sul fronte siriano-iracheno, a combattere i jihadisti del grande Califfato, “devono essere mobilitate forze locali, non le truppe americane”, ha chiarito Obama. Nella legge che sottopone al Congresso, il presidente elenca casi e modalità in cui anche gli americani si spingerebbero sul territorio siriano: “Occorre flessibilità – ha spiegato- per condurre operazioni di combattimento terrestre in circostanze limitate: i salvataggi di personale americano e alleato; l’uso di commando speciali per colpire i dirigenti dell’Is; le operazioni di intelligence; le perlustrazioni sul terreno per localizzare i bersagli dei raid aerei; l’assistenza alle forze alleate”.

La Stampa: “Obama: l’Isis sta perdendo, inutile l’intervento di terra”, “Ma il presidente chiede i poteri di guerra, per 3 anni, al Congresso”. L’inviato a New York, Paolo Mastrolilli,, riproduce le parole di Obama: “Noi siamo all’offensiva, l’Isis è sulla difensiva, e perderà”. Spiega Mastrolilli che il presidente aveva già l’autorizzazione all’uso della forza , in base a quella che il Congresso aveva concesso a George W. Bush dopo l’11 settembre e poi per l’invasione dell’Iraq (approvata nel 2002). La legge approvata nel 2001 conferisce al presidente la possibilità di combattere i terroristi ovunque sia necessario, a tempo indeterminato e con qualsiasi mezzo. Anche Obama finora l’ha utilizzata, per giustificare le sue iniziative, “ma ora vuole che il Parlamento gli dia un’autorizzazione specifica per combattere l’Isis. Lo fa per essere legittimato ad adottare qualunque misura, incluso l’uso delle forze di terra, ma anche per limitare gli scopi dell’intervento e costringere il suo successore a richiedere nuovamente il permesso di combattere, se volesse continuare a farlo quando Barack lascerà la Casa Bianca”, visto che la richiesta è limitata a 3 anni.

 

Grecia-Europa

La Stampa: “L’Ue alla Grecia: ‘Dovete accettare il vecchio piano con nuove regole’. L’Eurogruppo prende tempo: si cerca un compromesso fra le proposte di Atene e la necessità di non smentire le politiche di risanamento volute dalla Germania”.

Sulla stessa pagina: “Tsipras telefona a Pechino e torna a giocare la carta russa”, “L’appuntamento chiave lunedì. Voci su un incontro con Putin”.

Il Sole 24 Ore: “Grecia ed Europa cercano l’accordo”, “Reazioni contrastanti al piano di Tsipras, lunedì la decisione finale dell’Europgruppo”. Sulla stessa pagina, Vittorio Da Rold scrive che “Atene ‘spariglia’ con Cina e Russia”: “il ministro degli Esteri Kotzias a Mosca riceve promesse di aiuti e si schiera contro le sanzioni, il premier Tsipras invitato a Pechino”. Si legge che il ministro greco ha incontrato il suo omologo russo Labvrov, da cui era stato invitato. E Lavrov ha dichiarato che la Russia prenderà in considerazione la possibilità di concedere aiuti finanziari alla Grecia “se tale richiesta arriverà da Atene”. E il ministro Kotzis, per parte sua ha fatto sapere che “la Grecia non sostiene l’idea di esercitare pressioni sulla Russia attraverso le sanzioni per la crisi ucraina”, “c’è bisogno di altri strumenti, altre soluzioni adeguate”.

Su La Repubblica è Federico Fubini a tracciare lo “scenario” su questo fronte: “Così si stanno svuotando le casse di Atene, a fine mese forzieri in rosso per 3 miliardi”, “Si avvicina il momento in cui il governo non sarà più in grado di pagare pensioni e stipendi pubblici. Impossibile onorare la scadenza Fmi di marzo. E moltissimi greci hanno smesso di versare le tasse”, “Rastrellati i fondi delle società pubbliche. E intanto i depositi bancari tornano a calare: -10%”.

 

Politica italiana

Il Giornale descrive così la situazione in Forza Italia, all’indomani dell’incontro di Silvio Berlusconi con i parlamentari azzurri, che è stata disertata dagli esponenti del partito che fanno riferimento all’area dei frondisti di Raffaele Fitto: “Ancora uno strappo di Fitto.. Poi imita Fini: che fai, mi cacci?”, “Il capo della fronda diserta la riunione dei gruppi di Forza Italia. Si ritrova all’angolo, ma non arretra: ‘Meglio esserti antipatico ma utile e sincero’”. Alla pagina seguente, il “retroscena” di Francesco Cramer: “Il Cav difende Verdini e dà 15 giorni ai ribelli: ‘State dentro o fuori?’”, “Berlusconi sotterra il Nazareno e si assume la responsabilità della linea politica. Assicura ‘opposizione totale’ al governo e lancia l’ultimatum a Fitto”. E Piero Ostellino, sulla stessa pagina, firma un editoriale dal titolo: “Sinistra-destra. Meglio nemici che ricattati”.

Il Fatto : “Arriva il ‘Che fai, ci cacci?’ di Fitto. Pronto un partito conservatore”, “L’ex Cavaliere: ‘Valete l’1,3%. Decidete o dentro o fuori’. Il pugliese: ‘Sei un abusivo’”.

Il Sole 24 Ore: “Berlusconi: ‘Patto del Nazareno responsabilità mia, ma Fitto decida in 15 giorni, o sta dentro o è fuori”, “Dal 9 marzo sarò di nuovo in campo, non consegneremo a Salvini le chiavi del centrodestra”.

La Repubblica: Berlusconi, aut a aut a Fitto: ‘Deciditi, dentro o fuori’. Lui: ‘Che fai, mi cacci?”. Il “retroscena” di Carmelo Lopapa: “La paura di Silvio per le regionali: ‘Se perdiamo di nuovo è finita’. L’ex ministro: ‘Espulso? Un regalo’”. E un’intervista al deputato Maurizio Bianconi, esponente dell’area fittiana: “Intorno al leader ci sono troppi servi e sicari”.