Le aperture
Il Corriere della Sera: “Sorprese nel voto, frenata del Pd. Livorno ai 5Stelle e Perugia a Forza Italia. A Padova vince il leghista. I Democratici conquistano Pavia e Bergamo e si riconfermano a Bari. Forte calo dell’affluenza”. A centro pagina: “‘Il coraggio della pace’. Il Papa spinge all’abbraccio Peres e Abu Mazen”, con i commenti di Andrea Riccardi e di Amos Oz..
La Repubblica: “Il Nord al Pd, Livorno a Grillo”, “I democratici conquistano Pavia, Bergamo, Cremona e Vercelli, ma perdono Padova. Bari e Pescara a sinistra, Perugia va a destra. Crolla l’affluenza: al voto solo 1 su 2”.
A centro pagina, con foto dell’abbraccio tra Shimon Peres e Abu Mazen in Vaticano: “L’abbraccio dal Papa di Israele e Palestina”.
Il Messaggero: “Il Pd non sfonda, Livorno al M5S”, “Crolla l’affluenza: 49,5%. Bari resta al centrosinistra, la città rossa espugnata dai grillini. Padova, Perugia, Potenza al centrodestra. I dem conquistano Bergamo, Pavia e Pescara”.
A centro pagina, foto dell’abbraccio Peres-Abu Mazen: “Preghiere nei giardini vaticani”.
A centro pagina: “Corrotti puniti come come i mafiosi. Così Renzi prepara la stretta”, “Le proposte pd: niente vitalizio ai condannati, pene più severe”.
A sinistra, un editoriale d Francesco Grillo: “Rai al bivio, senza canone o senza pubblicità”.
Il Fatto: “Dentro gli occhi di Gomorra”. Il quotidiano a Scampia, con Ciro, il cattivo della serie.
Sotto la testata, sull’inchiesta Mose: “I pm scappavano dai ladri per riuscire ad indagare”, “Inquirenti costretti a muoversi sempre con cautele. Esce anche il nome di Tremonti”. Poi il richiamo all’incontro Abu Mazen-Peres: “Francesco sorride: insieme ebrei, cristianie musulmani”.
In taglio basso, un editoriale di Ferruccio Sansa: “Scajola, Galan e Berneschi: polvere di stelle”.
L’Unità: “Il Pd tiene, ferita a Livorno”. “Netto successo a Bari e Modena, il centrosinistra strappa anche Bergamo, Pavia e Pescara. Ma brucia la sconfitta livornese nei confronti dei grillini. Padova alla Lega, Perugia al centrodestra”.
A centro pagina la foto dell’incontro tra Abu Mazen e Peres in Vaticano, con il Papa: “Insieme per la pace in Medio Oriente”. Sotto: “L’ira di Sel contro Spinelli”, per la decisione della giornalista di non rinunciare al seggio al Parlamento Europeo: “L’escluso Furfaro: ‘Noi carne da macello’. Verso l’archiviazione della Lista Tsipras. Intervista ad Airaudo: I patti si rispettano’”.
Il Giornale apre con il titolo “Giudici col doppio stipendio”. “Mille magistrati hanno il doppio lavoro”. “E poi ci si meraviglia se la giustizia è lenta”. A centro pagina l’incontro tra Peres e Abu Mazen con il Papa, dove si legge dello “storico abbraccio” e della “diplomazia di Bergoglio”.
Elezioni
Su L’Unità le parole del neosindaco di Livorno Filippo Nogarin: “Il Movimento 5 stelle ha inferto un colpo al cuore al Pd. Dopo 68 anni si è preso il capoluogo, la città dove è nato il Pci” perché “il Pd non rappresentava più gli ideali della sinistra, oltre ad aver fatto un cattivo lavoro in questi anni”. “Restituiremo la città ai livornesi che meritano il meglio”. E ancora: “Siamo contenti di aver accolto la voglia di cambiamento che questa città ha manifestato con il voto di oggi. Saremo disposti a dialogare con tutte le forze politiche”.
Lo sconfitto Ruggeri “ha ammesso di non essere riuscito a interpretare ‘la grande voglia di cambiamento avvertita in città’ dicendosi tuttavia convinto che i livornesi ‘non hanno certo votato per un programma, ma per la sola volontà di dare un segnale forte di discontinuità’”.
Il Giornale parla anche di “batosta” per Renzi a Livorno, e di “impresa azzurra a Perugia” ma ricorda anche che un’altra “clamorosa sconfitta” per il Pd è stata a Padova, dove il Partito Democratico “ha governato la città dal 1993, con un break tra il 1999 e il 2004: il candidato del centrosinistra Ivo Rossi, che ha guidato Padova da quando l’ex sindaco Flavio Zanonato divenne ministro allo Sviluppo Economico, ha perso la sfida contro il leghista Massimo Bitonci”. Quanto a Perugia, “sarà amministrata da un sindaco di centro destra nei prossimi cinque anni: è Andrea Romizi, 35enne esponente di Forza Italia. Con un vantaggio ben consolidato ha infatti sconfitto il candidato del centrosinistra, Wladimiro Boccali, nel capoluogo umbro che, dal dopoguerra in poi, è stato sempre amministrato da sindaci di sinistra”.
Su L’Unità, a proposito del risultato di Pavia, si legge che “Berlusconi non le azzecca più”, e che la sconfitta è stata “clamorosa”, visto che era candidato il sindaco uscente, Alessandro Cattaneo, “il cosiddetto rottamatore di sponda centrodestra” che “era recentemente stato scelto dall’ex Cavaliere come giovane alfiere della nuova Forza Italia, pronto ad essere investito di ruoli nazionali sempre più rilevanti. Tutto questo non è ancora da escludere, ma la sonora sconfitta ‘casalinga’ non depone a favore di una carriera che, almeno Berlusconi, aveva visto brillante”.
Su Il Giornale: “L’enfant prodige di Forza Italia è partito con dieci punti di vantaggio ma lo scontro è stato duro”.
Per La Repubblica il ballottaggio di ieri è “il voto dei ribaltoni”, visto che “Grillo prende Livorno”, il Pd è “ko a Padova e Perugia”, ma “strappa 7 capoluoghi”. Ed è “clamoroso” il sorpasso del centrosinistra a Pavia. Pd “vittorioso” anche a Pescara, mentre arriva un sindaco grillino a Civitavecchia.
Il quotidiano intervista Massimo Cacciari, che dice: “Il leader non basta e gli scandali pesano sull’affluenza”, “speriamo che ora a Roma capiscano che non basta il leader, per governare ci vuole il radicamento, altrimenti non si va avanti a lungo”, e sull’astensione nota che “il calo consistente mostra che gli scandali di corruzione hanno avuto un peso”.
Il “retroscena” di Goffredo De Marchis racconta così la reazione nel Pd: “Le ferite nelle città rosse riaprono la sfida dei renziani alla vecchia guardia dem”: “il premier contava di conquistare venti capoluoghi. I ko in Veneto e Umbria attribuiti ai sostenitori del ‘partito-ditta’”. Ci si riferisce soprattutto ai casi di Padova, la città del bersaniano Zanonato, che ha visto la corsa perdente del suo vice Rossi. E di Perugia, dove i renziani puntano l’indice contro il sindaco uscente Wladimiro Bpccali, cuperliano. La pagina seguente descrive lo “shock a Livorno la rossa”, dove la sinistra è “ko dopo 68 anni”. E la reazione del M5S: “qui cambia la storia”. “Trionfo” del candidato M5S Filippo Nogarin, scrive il quotidiano, che dà conto dei caroselli di festa grillini in città. Invece la pagina seguente si evidenzia come il renziano Giorgio Gori, ex manager Mediaset, a Bergamo abbia strappato “lo scettro a Fi”, sconfiggendo il sindaco uscente del centrodestra Franco Tentorio.
Su Il Messaggero: “M5S espugna la rossa Livorno grazie all’assist della destra”.
Il quotidiano intervista la renziana Alessia Morani: “Nel partito c’è un prima e un dopo”.
Il Corriere scrive in prima pagina che Matteo Renzi “temeva la stanchezza da ballottaggio, e c’è stata”. L’inchiesta sul Mose “ha permesso alla Lega di prendere Padova”, anche se il vicesegretario Lorenzo Guerini nega: “Il Mose nom c’entra nulla”. Massimo Franco commenta i risultati sulla prima pagina del quotidiano milanese, e scrive che “il ricambio” è quel che hanno chiesto i quattro milioni e mezzo di elettori che ieri sono andati a votare. “Chi appare politicamente datato, fatica”, e “vengono premiati gli avversari perfino quando si presentano con alleanze ambigue e irrituali, come quelle tra i candidati di Beppe Grillo e settori del mondo moderato ostile alla sinistra”.
L’Unità si sofferma sul caso di Padova, dove “la Lega vince grazie ai voti grillini”, anche se il M5S non ha fatto alleanze con nessuno dei due contendenti. E, piú che di voti grillini, si tratta di elettori che avevano votato Grillo alle politiche del 2013 e che stavolta sono tornati alla Lega, “in una sorta di contrappasso”, come scrive il quotidiano.
Oltre che a Livorno il M5S ha vinto a Civitavecchia, anche in questo caso battendo il candidato Pd. Il Corriere dedica un articolo anche a questa città, dove “i 5stelle approfittano delle divisioni a sinistra”.
Un altro approfondimento del quotidiano milanese si sofferma sul passaggio da “l’eurotonfo” europeo alla “exploit in Toscana”. “Pagano il #vinciamopoi e la strategia ‘antisistema’”.
E poi
Due intere pagine de La Repubblica sono dedicate all’inchiesta sul Mose: “‘A Orsoni serviva il voto dei cattolici’, la pista dei fondi neri dirottati sulla Curia”, “Baita: il patriarcato fece una scelta di campo e anche noi decidemmo di scaricare Brunetta”. Alle pagine seguenti un’intervista a Sergio Chiamparino: “Un’altra Leopolda per cacciare i mercanti dal tempio”, “Una volta si sarebbe detto che è necessario un congresso. Ma se non fosse un congresso, che sia un’assemblea stile Leopolda”.
Il Messaggero: “Stretta Pd: corrotti puniti come i mafiosi”. Si scrive che sabato all’assemblea nazionale verrà esaminata la riforma di codice etico per corruzione e reati mafiosi.
Da segnalare su L’Unità un intervento di Roberto Zaccaria, ex Presidente Rai: “Alla Rai ciò che è della Rai”, il titolo.
Sulle elezioni europee e il dibattito sul Presidente della Commissione da segnalare un intervento del politologo Gianfranco Pasquino, tra i firmatari dell’appello perché il Consiglio dei capi della Ue tenga “nella massima considerazione l’esito delle elezioni per il Parlamento europeo”.
Sul Corriere, nella pagina dei commenti, si parla del “caso di Barbara Spinelli”, candidata ed eletta nella Lista Tsipras, decisa ad andare al Parlamento Europeo al contrario di quanto aveva annunciato. “Evidentemente segue anche lei un principio oggi più che mai sovrano in politica che potremmo riassumere così: il (proprio) fine giustifica i mezzi (altrui)”.
Su L’Unità viene intervistato Giorgio Airaudo di Sel. “Non è stata ai patti ma la perdita di coerenza si paga”.