L’intervento di Matteo Renzi ieri alla festa del Pd di Genova, i piani del governo sull’economia, la Siria: questi i principali temi delle prime pagine di oggi.
La Repubblica: “Renzi: pronto a guidare il Pd. ‘Serve una rivoluzione’. Violante: Berlusconi ha il diritto di difendersi. L’annuncio del sindaco di Firenze alla festa del partito a Genova. Bindi: nessun salvacondotto all’ex premier, si dimetta da senatore”.
A centro pagina: “Battaglia al Congresso, la Siria sfida Obama. Kerry: colpiremo, Assad è come Hitler”.
L’Unità: “Renzi: pronto a guidare il Pd. Il sindaco annuncia a Genova la sua candidatura: ‘Ma voglio il voto di tutti gli elettori’”. A centro pagina si offre una intervista al ministro del Lavoro Giovannini: “Giovannini, ora svolta su lavoro e povertà”.
La Stampa: “Kerry: Assad ha usato il sarin. Il segretario di Stato: è come Saddam, il Congresso ci dia carta bianca”. “La Siria sbeffeggia gli Usa: ‘Ridicoli’. Il Papa: sabato giornata di digiuno per la pace e tutti in piazza San Pietro a pregare”. A centro pagina: “Renzi: pronto a guidare il Pd. ‘Serve una svolta radicale, non manovre con il cacciavite’”. “Bagno di folla a Genova: ‘L’Imu? Abbiamo realizzato l’unica promessa del Pdl”. Ancora a centro pagina si parla della decisione prossima della Giunta per le elezioni: “Berlusconi, la Giunta decisa a votare subito. Dossier: la maggioranza è per la decadenza”. Alle pagine interne una intervista a Luciano Violante: “’Le regole prima di tutto’. L’ex pm: salvacondotto per il Cavaliere? Mai detto”.
Il Giornale: “Senatori poco fiscali. Abbado e Rubbia, neo parlamentari a vita, pizzicati dall’erario per una discussa residenza a Montecarlo. Berlusconi in conclave con la famiglia punta a rinviare il D-Day”. A centro pagina: “Pd, purga staliniana a Violante”, dove si legge del “magistrato zittito dai compagni”.
Il Corriere della Sera. “Piano per tagliare le bollette. Visco (Bankitalia): tornare a crescere, ridurre il debito. Il governo studia l’intervento sui costi addizionali dell’elettricità. Aiuti alle piccole imprese”. Un richiamo più piccolo: “Renzi: sono pronto a guidare i democratici”.
Il Sole 24 Ore: “Service tax, rincari in mano ai sindaci. L’imposta media potrebbe aumentare da 20 a oltre 250 euro, rifiuti esclusi”. “Con il futuro prelievo i Comuni avranno ampi margini per recuperare il gettito dell’Imu sulla prima casa”.
Politica
Michele Salvati sul Corriere (“Incubi (e sogni) di fine estate”) parla dei possibili sviluppi. L’incubo sarebbe la crisi, le elezioni, e l’ingovernabilità. Il sogno “tranqillizzante, e oltrettutto non irrealistico”, è che i “bellicosi annuncii di Berlusconi siano stati ‘male interpretati’: la vicenda del voto al Senato e del destino del Cavaliere si staccherebbero da quella del governo”. Ma il governo delle larghe intese funzionerà comunque male, peggio di oggi, e le danze torneranno ad aprirsi comunque in primavera. Una prospettiva “tranquillizzante, non entusiasmante”, che però potrebbe vedere “una profonda ridefinizione ideologica e organizzativa dei due principali partiti: Forza Italia, come tra poco tornerà a chiamarsi, e Partito Democratico”.
Ieri a Genova è stato il giorno diRenzi: “Pronto a guidarvi”, scrive il Corriere della Sera. “Voglio il voto di tutti, non di una corrente”. Un retroscena descrive “la strategia dei tempi lunghi” all’interno del Partito Democratico “per minare la corsa del sindaco”. “L’ipotesi di uno slittamento del Congresso a gennaio”.
La Repubblica, che dedica il titolo di apertura a Renzi, descrive “il personaggio” Renzi. Rivoluzione, non basta il cacciavite”.” “Attacco a Bersani”, traduce il quotidiano. Una intervista a Roberto Speranza viene intervistato dallo stesso quotidiano: “Deve avere in testa solo il partito, non pensi di fare leader e premier”.
L’Unità intervista Pippo Civati: “Da Genova nulla di nuovo, la legittima autobiografia di Matteo”.
Su La Stampa e intervistato Gianni Cuperlo, da tempo candidatosi alla segreteria del Pd: “Matteo sbaglia, senza sinistra il Pd non esiste. No a un modello plebiscitario”.
Il Giornale racconta il “processo staliniano a Torino. “Violante zittito dai compagni”. “L’ex presidente della Camera che vuol garantire a Berlusconi il diritto alla difesa ‘linciato’ dai militanti. ‘Basta interviste, sembravi l’avvocato del Cavaliere’”.
Il quotidiano racconta del dibattito a Torino, organizzato dal senatore Stefano Esposito, durato tre ore, “con giovani estremisti e anziani giustizialisti”. Esposito, scrive il quotidiano, avrebbe riferito di una “giovane dirigente torinese” del partito che ha scritto su Facebook che se incontrasse Violante lo manderebbe in ospedale con tre punti di sutura”.
Anche L’Unità parla del “’processo’ a Violante”, un incontro organizzato da dieci senatori piemontesi del Pd per discutere della decadenza di Berlusconi da parlamentare e del dibattito attorno alla costituzionalità della legge Severino. Violante ha “spiegato e sostenuto le sue ragioni”, dice il quotidiano, ricordando che l’ex premier ha “diritto a difendersi”, e i dirigenti e militanti del partito hanno criticato “l’uscita come politicamente inopportuna”.
Violante ha spiegato: “Non c’è legalità contro politica, non sono un garantista ma un legalitario sì, Il Paese è in crisi perché non c’è rispetto delle regole. Nessuno deve sospettare che noi abbiamo usato la forza del numero. Non dobbiamo dare la possibilità di giocare l’equivoco su questo punto e siccome mi è sembrato che alcuni membri della giunta avessero anticipato il giudizio prima della discusssione ho parlato della possibilità di un ricorso alla Consulta. Noi ffacciamo valere le regole contro il potere, l’uguaglianza contro i rapporti di forza. Noi, a differenza degli altri, le regoel le rispettiamo e le applichiamo”.
Siria
Ieri il Segretario di Stato Usa Kerry ha parlato in diverse interviste televisive per argomentare la necessità di colpire la Siria. La Stampa: “Kerry, offensiva in tv. ‘Assad ha usato il sarin, è come Hitler e Saddam’”. “Il segretario di Stato: con il sì dei deputati azione più forte”.
Sul Corriere si offre una “ricostruzione” della scelta di Obama di chiedere l’autorizzazione al Congresso per l’intervento in Siria. Scelta che “ha stupito tutti i collaboratori più stretti, Susan Rice in testa, tranne uno”. Si tratta di Denis McDonough, consigliere per la politica estera e capo dello staff del Presidente, “molto apprezzato perché sempre pronto a prendersi gli incarichi più delicati”. Prima di prendere la decisione di andare prima davanti al Congresso Obama ha parlato con lui. “Così Denis ‘il mite’ ha fermato il presidente”.
Secondo La Stampa invece Obama avrebbe cambiato idea da solo: “Barack, 45 minuti da solo per cambiare idea sui raid. I consiglieri convinti che avrebbe colpito. Poi la svolta”.
Ancora Il Corriere della Sera dedica una pagina di approfondimento ai rapporti tra Usa e Francia: “La lunga storia di una amicizia travagliata” e un’altra alle “dieci domande” sul conflitto in Siria. Da segnalare anche un approfondimento di Roberto Tottoli dedicato alle “due grandi confessioni islamiche” e alle “svariate chiese e comunità cristiane e cattoliche della Siria (e del Libano)”: “Alauiti, drusi, maroniti, sciiti e sunniti: l’alfabeto delle fedi”.