Le aperture
E’ l’arresto del direttore del Fondo Monetario Internazionale a dominare le prime pagine dei quotidiani.
La Repubblica: “Stupro, Strauss-Kahn nella bufera. Il direttore generale del Fmi: ‘sono innocente’. La moglie non crede alle accuse. Compromessa la sua corsa per l’Eliseo. New York: arresto per violenza a una cameriera d’alberto. Francia sgomenta”. Il titolo di apertura: “Amministrative, affluenza in calo ma a Milano cresce”. A centro pagina. “Israele, scontri ai confini, 20 morti. L’esercito apre il fuoco alla frontiera con il Libiano e la Siria. Incidenti e panico a Tel Aviv”.
Il Corriere della Sera apre con Strauss Kahn (“L’ascesa e la caduta di un leader” è il titolo dell’editoriale, firmato da Massimo Nava), e dedica il titolo di spalla al voto amministrativo italiano. “L’affluenza in calo ma crescono i votanti di Milano e Torino”. E poi le parole del Capo dello Stato, che ieri ha parlato del suo ruolo: “Napolitano: ‘Non ho poteri ma faccio quello che posso'”. A centro pagina: “Giorno di sangue ai confini d’Israele. Decine di morti e feriti palestinesi alla frontiera di Siria, Libano e Gaza”.
“Strauss-Kahn, caso internazionale”, scrive La Stampa. “Il direttore del FMI accusato di tentato stupro. Rischia 20 anni. La moglie: non ci credo. Voci di complotto. New York: l’arresto scuote la corsa all’Eliseo e il governo dell’economia”. In alto le elezioni amministrative. “Comuni e Province. Affluenza al voto giù del due per cento. Urne aperte anche oggi fino alle 15. Berlusconi: impensabile Milano senza di noi. Pd: brogli a Napoli”. A centro pagina, sopra una grande foto: “Sedici morti nel giorno della rabbia palestinese. Israele, in migliaia forzano disarmati i confini da Libano e Siria: l’esercito fa fuoco”.
Il Giornale: “Dai un ultimo sforzo. Alle urne per Berlusconi. Alta affluenza: gli elettori vogliono votare e contare più dei pm”. E poi: “Nei guai il miliardario anti-Sarkozy. La gauche passa dal caviale allo stupro. Strauss-Kahn, il candidato della sinistra francese, aarrestato a New York per violenza sessuale”.
L’Unità: “Nessun dorma”. Anche il quotidiano del Pd sottolinea il “record a Milano”, “alle urne circa il 4 per cento in più”. E poi: “Polemiche sui rifiuti a Napoli, sui dati del Viminale a Bologna, su alcuni candidati in Calabria”.
Amministrative
“Sono i nostri ad essere andati in massa a votare: ancora una volta la spunteremo e sarà tutto merito mio e dell’impronta che ho dato a questa campagna”. Lo dice Silvio Berlusconi secondo un retroscena de La Repubblica, che si sofferma sulla percentuale di votanti in crescita a Milano. “A Milano possiamo spuntarla, anche se di un soffio, al primo turno”, dice il Cavaliere secondo il quotidiano. Viceversa, dalle parti del Pd si dà una lettura opposta di quei dati: si ritiene infatti che sia il “frutto della mobilitazione di quella fascia di elettori stanchi e disillusi, comunque antiberlusconiani, che stavolta hanno deciso di entrare in gioco per dire basta”.
L’Unità intervista lo storico Piero Ignazi, che dice che il caso che la sinistra vinca a Milano è “meno assurdo e più verosimile” che quello per cui a Bologna vinca il candidato del centrodestra. Ignazi spiega che “ultimamente il distacco dalle urne ha interessato soprattutto gli elettori di centrosinistra. La maggiore affluenza alle urne a Milano potrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, favorire proprio il centrosinistra”. Infine, secondo Ignazi, “è probabile che si vada al ballottaggio a Napoli e Milano, ma alla fine finirà con due vittorie per il centrosinistra a Torino e Bologna e due per il centrodestra, a Napoli e Milano”.
Strauss-Kahn
Bernardo Valli su La Repubblica firma un ritratto del “personaggio” Strauss-Kahn, “uomo dal grande destino bruciato dal demone del sesso”. Gli amici del manager, sospettano il complotto e fanno notare che “conoscendo ‘la scarsa resistenza all’attrazione femminile’ potrebbe essere stato facile tendergli un tranello”. Il quotidiano offre anche una intervista a Marine Le Pen: “Tutti sapevano che soffriva di una debolezza, per non dire una patologia sessuale simile a quella di Berlusconi. Ci sono state molte testimonianze sulle sue molestie, anche da parte di giornaliste. Non caposco come Sarkozy lo abbia potuto candidare al Fmi, rovinando la reputazione della Francia nelle istituzioni internazionali”. Lo stesso quotidiano intervista anche Jacques Attali, che dice che “anche se fosse una manipolazione e venisse accertata la sua innocenza, creddo che sarà difficile per lui non mettere tra parentesi la sua funzione da direttoer del Fmi”. Quato alla candidatura, Attali ricorda che “manca un anno”, e “il Ps ha almeno tre candidati, che forse diventeranno di più nei prossimi mesi. Nessuno è insostituibile né al Fondo monetario né al partito socialista. E questa è una lezione che dobbiamo imparare subito da questa vicenda”.
E poi
Sugli scontri di ieri al confine tra Israele e i vicini arabi (che hanno causato oltre dieci caduti tra i palestinesi, che manifestavano nel giorno della nascita di Israele, giorno della ‘castrofe’ per i palestinesi), il Corriere della Sera intervista Nahum Barnea, “il più letto dei commentatori israeliani”. “Non capisco perché l’intelligence israeliana si sia fatta sorprendere da questi disordini ai confini. Tutti sapevano che la giornata della Nakba si presentava a rischio. Se ne parlava da giorni. E sono quattro mesi che, il leopardo, aspettavamo arrivasse qui. I campi palestinesi in Siria e in Giordania sono posti terribili. C’è gente che da 63 anni non ha diritti. Manifestazioni come queste per loro sono ossigeno”. “L’interesse di Damasco è evidente. E’ lo stesso di chi controlla i campi in Libano. In Siria è impossibile che bus organizzati arrivino al confine di Israele senza il consenso di Assad. Non erano manifestazioni spontanee, quella gente era chiaramente pagata. Una cosa sincronizzata con Gaza”.
Anche secondo Vittorio Emanuele Parsi, che firma una analisi su La stampa, scrive che il regime di Assad, in grave difficoltà per l’ondata di protesta, che non accenna a scemare nonostante l’estrema brutalità della repressione, sia stato spinto a soffiare sul fuoco della tensione nel giorno della Naqba “allo scopo di tornare a posizionare la Siria come il primo Paese sulla linea del fronte antisionista, e non come la brutale dittatura che pure è”.
La Repubblica intervista il costituzionalista Alessandro Pace sulla elezione del prossimo Presidente della Corte Costituzionale, che potrebbe essere il giudice Quaranta, che non è il più anziano tra i giudici costituzionali: “Un segnale del genere costituirebbe una rottura della prassi quantomeno risalente al 2001, in cui si è sempre preferito quel criterio”. Quando si è derogato alla prassi era perché “i personaggi coinvolti erano decisamente fuori dal comune e comunque di levatura superiore a quella dell’antagonista di turno, come Aldo Sandulli, Francesco Paolo Bonifacio, Leopoldo Elia, Livio Paladin”. Il titolo dell’intervista: “Ingiustificato eleggere il giudice Quaranta così un colpo alla collegialità della Corte”.
Il Corriere della Sera intervista Ettore Bernabei, al timone della Rai dal 1961 al 1974, oggi presidente onorario di Lux Vide, che oggi festeggia i 90 anni con una lectio magistralis sulla tv: “A 90 anni io non mi indigno, lavoro”.
(Fonte: La Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)