Le aperture
Corriere della Sera: “Renzi: meno tasse sul lavoro”, “L’annuncio in tv da Vespa. E sulla segreteria del partito dice: lasciarla? Non ci penso proprio”, “Magistrati contro la riforma della giustizia. Il premier: che paura”.
Sulle Regionali in Emilia Romagna, dove si sarebbero candidati i due renziani Matteo Richetti e Stefano Bonaccini: “Pd nel caos dopo Errani. Indagati i due sfidanti”.
In taglio basso: “Piano di Obama contro l’Isis. E Alfano lancia l’allarme: Roma e l’Italia nel mirino”, “L’ipotesi: raid sulla Siria per fermare i voli”.
La Stampa: “Pd, tegola su Renzi, indagati in Emilia due suoi candidati”, “Peculato nell’inchiesta sulle spese della Regione. Il premier: non sapevo”, “Richetti si ritira, Bonaccini: chiarirò, ma resto”, “L’Anm boccia la riforma Giustizia: un insulto”.
La foto nella parte alta della prima pagina raffigura Irina Dovgan, che era stata accusata dai filorussi ucraini di essere una spia. Nella foto è avvolta in una bandiera ucraina e costretta ad esporre il cartello “Lei uccide i nostri figli”.
Il titolo: “Così ho salvato Irina dalla gogna”, di Mark Franchetti, corrispondente del Sunday Times a Mosca. In evidenza a centro pagina le parole pronunciate da Hillary Clinton nel corso di un evento della Clinton Foundation: “Hillary Clinton critica l’Europa”, “Non credo che l’Ue abbia fatto abbastanza finora per risolvere la crisi in Ucraina. Serve una posizione più dura, nelle parole e nei fatti”, “Abbiamo una coalizione internazionale contro l’Isis: ora si tratta di passare all’esecuzione dei piani”.
Sotto la testata: “Suore uccise, arrestato il killer”, “Ha confessato, aveva il cellulare e le chiavi del convento: ‘Avevano occupato la mia proprietà’”, “Saranno sepolte in Congo”. E l’allarme lanciato dall’Omm: “Gas serra, la Terra sta per soffocare”, “Livelli mai così alti”.
La Repubblica: “Caos Pd, indagati i leader in Emilia. Renzi: tagliamo le tasse sul lavoro”, “’Fisserò un limite all’imposta sulla casa’. L’Istat rivede il Pil del 2011: più 3,7% grazie al sommerso”.
A centro pagina, il vertice di Maranello, la Ferrari che “volta pagina”: “Marchionne-Montezemolo, oggi l’addio”.
A destra, il richiamo alla “copertina” dell’inserto R2: “La trincea dei missionari. Così combatte l’esercito della bontà”.
In prima anche l’intervista allo scrittore inglese Martin Amis, che ha dato alle stampe un nuovo romanzo, “The zone of interest”: “Troppi tabù -dice- la mia Shoah non è stata capita”. L’editore francese Gallimard e il tedesco Hanser hanno rifiutato il manoscritto: il libro sconcerta per il tema, scrive Antonio Monda, perché è una riflessione sul desiderio amoroso in un campo di concentramento.
Il Giornale: “I pm smontano il sogno Pd”, “Elezioni in Procura”, “Spese pazze, in Emilia indagati i due candidati alle primarie. Altro che aria nuova”, “Toghe in rivolta, ma Renzi le gela: la riforma si fa, scioperino pure”. La foto a centro pagina è per il conduttore tv Giovanni Floris: “Da Floris a Flopis. Debutto choc su La7”, “La striscia quotidiana ’10e40′ si ferma a un misero 1,4% di share”.
Di spalla a destra, l’informativa del ministro dell’Interno ieri al Parlamento: “Allarme terrorismo: le nostre città nel mirino dei tagliagole di Isis”. L’editoriale è firmato da Francesco Forte: “L’etica e il ‘nero’ che conta”, “Anche il sommerso nel Pil”.
E poi attenzione a centro pagina per il caso Marchionne-Montezemolo: “La guerra in casa Ferrari diventa un derby fra due club” (“Da una parte Della Valle, Mentana e Rossella, tutti in curva a difendere Montezemolo. Nell’altro angolo il presidente Confindustria Squinzi, l’ex sindaco di Torino Chiamparino, supporter di Marchionne”).
Il Fatto: “primarie Pd, tutti indagati. Emilia-Romagna nel caso”, “I due candidati renziani, Richetti e Bonaccini, finiscono nell’inchiesta sulle spese pazze in regione. Il primo si ritira, il secondo resiste. Il premier (sotto tono) tace e da Vespa ammette che l’economia non è ripartita. Poi congeda Cottarelli”.
In un riquadro, sul “patto del Nazareno”: “Giudici, rivolta per la riforma mentre nascono Csm e Consulta di Renzusconi”. Con le foto di Luciano Violante e Antonio Catricalà.
A centro pagina, caricatura di Montezemolo: “L’attacco di Montezemolo a Marchionne: o trattiamo o mi rivolgo agli avvocati”, “Vertice a Maranello: ‘I tifosi sono con me, chi gli spiegherà che la Ferrari sarà americana?’. Domani il cda decisivo. Scontro sulla buonuscita”.
In taglio basso il richiamo all’intervista al latitante Arturo Equitabile sulla tragedia di Napoli e l’uccisione del diciassettenne Davide Bifolco: “’Quella notte non c’ero. Davide ucciso invano”, “Intervista all’uomo che, secondo i carabinieri, sarebbe stato sulla moto guidata dalla vittima. E spunta anche un supertestimone: ‘Gli hanno sparato alla distanza di un metro e mezzo’”.
Governo e riforme
L’editoriale in prima pagina del Corriere della Sera è firmato da Angelo Panebianco: “Non trattateci come sudditi”, “Le vere condizioni per la crescita”. È solo un paradosso apparente -si legge- che i sondaggi mostrino il sostegno degli italiani per Matteo Renzi, unito però a un diffuso scetticismo sulle misure del governo. Perché “fino ad oggi il governo non è risultato molto convincente nella sua azione”, “non si è visto fin qui nessun provvedimento volto a restituire agli italiani i diritti di cittadinanza”, il caso della Tasi è esemplare: a meno di un mese dalla scadenza, più di 3mila Comuni su 8mila non hanno ancora fissato l’aliquota, una grande quantità di italiani continua a ignorare quanto dovrà pagare. “Ma perché dovrebbero ripartire i consumi se si impongono tasse e poi si lasciano passare mesi e mesi prima che i cittadini (pardon: sudditi) possano conoscerne l’entità?”.
La Repubblica, pagina 7: “I decreti restano al palo, il Colle attende ancora sblocca-Italia e giustizia”. Dove si legge: “Urgenti, urgentissimi. Ma che fine hanno fatto i decreti legge Sblocca-Italia e riforma del processo civile approvati il 29 agosto dal Consiglio dei ministri? Al Quirinale nessuno li ha ancora visti e l’attesa sta cominciando a spazientire il presidente della Repubblica che li dovrebbe controfirmare”. Secondo il quotidiano è in corso “un braccio di ferro sotterraneo tra Palazzo Chigi e gli uffici legislativi dei vari ministeri, in primi quello dell’Economia”.
Su Il Giornale: “Ma lo ‘sblocca-Italia’ è ancora bloccato”, “Al decreto manca l’ok della Ragioneria generale: troppi errori tecnici e formali”.
La Stampa: “L’Anm: questa riforma è un insulto”, “la bocciatura dei magistrati: è ‘inefficace e punitiva’ nei confronti dei giudici”. Scrive l’Associazione nazionale magistrati in una nota diffusa ieri dei disegni di riforma prospettati dal governo: “offendono la magistratura con l’insinuazione che la crisi della giustizia dipenda dalla presunta irresponsabilità e da scarsa produttività dei magistrati”. Sul taglio delle ferie da 45 a 30 giorni: è “un grave insulto non per l’intervento in se stesso ma per il metodo usato e per il significato che esso esprime”.
Corriere della Sera: “Riforma e meno ferie, toghe contro il governo”, “L’Anm: piano punitivo, sui giorni liberi grave insulto. Il premier ironizza: brrr…che paura!”. Il quotidiano intervista Carlo Nordio, procuratore aggiunto a Venezia, che dice: “Sulle vacanze si ragiona con la pancia. La nostra è una battaglia perduta”, “Sbagliato anche decapitare i vertici di centinaia di uffici giudiziari”, “Sulla prescrizione punto di vista errato: per certi reati basterebbe farla partire da quando comincia l’indagine”. Perché -si chiede Nordio- “con tutti gli impiegati dello Stato vengono fatte trattative quando si toccano i loro cedolini, gli stipendi, le ferie, mentre ai magistrati vengono imposte delle ferie senza dirglielo?”
La Repubblica intervista Francesco Messina, giudice delle indagini preliminari a Messina: “Meno ferie sì, ma vere. Parola di magistrato stakanovista”, “Ho lavorato in vacanza, ci sono atti che non si possono rimandare. Firmerei per avere 30 giorni di ferie vere anziché 45 così”.
Emilia-Romagna
La Repubblica: “Caos Pd, sotto inchiesta tutti i vertici in Emilia, accusa di peculato per 8 consiglieri regionali”. Sono indagati tanto Matteo Richetti che Stefano Bonaccini nell’ambito dell’inchiesta per le “spese pazze” in Regione. A Matteo Richetti, che è deputato, sarebbe contestato l’uso delle auto blu, mentre per Bonaccini -che ha confermato la candidatura- e che è il segretario regionale oltre che responsabile enti locali nella segreteria Pd, si indaga sull’uso di soldi del gruppo consiliare. Il “retroscena”: “La paura dei democratici, ‘I magistrati si vendicano, così cercano di azzerarci’”. Alla pagina seguente, la decisione di Bonaccini di non ritirarsi dalla corsa: “’Solo una piccolezza, ne uscirò più pulito e certo non mi ritiro’”, “Il segretario regionale sicuro di poter chiarire con la procura, ‘Io giravo con una Seat Ibiza che aveva 345mila chilometri’”.
Secondo La Stampa “adesso la sfida finale potrebbe essere Delrio-Poletti”. Dove si legge che nelle settimane scorse il presidente del Consiglio si era dato parecchio da fare per risolvere la grana Emilia-Romagna, con una preoccupazione prevalente: evitare le primarie. Prima aveva chiesto la disponibilità del sottosegretario alla presidenza del Consiglio (già sindaco di Reggio Emilia), ricevendone un no. Poi si era puntato sulla candidatura unitaria del sindaco di Imola Manca, caro a Bersani e ad Errani: ma a quel punto ha rotto gli indugi Matteo Richetti “una fama e una militanza da moralizzatore, nella fase iniziale del renzismo, il personaggio più brillante di quel gruppo. Poi, qualcosa si è rotto nel rapporto tra i due Matteo, Renzi ha preferito puntare su altri, senza però rotture. Ma nel discorso alla festa dell’Unità Renzi ha usato un’espressione spiacevole (“Roberto, Matteo e Stefano hanno organizzato un gran casino”), quasi che i candidati fossero colpevoli per il semplice desiderio di volersi candidare con le primarie”. Il Roberto cui si fa cenno è Roberto Balzani: secondo il quotidiano la candidatura che resta in piedi, ovvero quella di Stefano Bonaccini, è un escamotage per non lasciare campo completo al terzo candidato, ovvero il professor Balzani, già sindaco di Forlì, repubblicano, colto e inviso alla nomenclatura del partito emiliano.
Su La Repubblica: “Torna il pressing sul Delrio, e spunta anche Prodi”. Il Fatto intervista l’ex segretario regionale del Partito comunista il Emilia Romagna Mauro Zani: “Sono gentucola, non mi stupisco” Il Corriere della Sera: “’Che botta’. E ora i dem cercano un nome forte”, “L’ipotesi Delrio e la suggestione Bersani. Ma lo staff dell’ex segretario frena: ‘Come amministratore locale ha già dato’”.
Internazionale
Il Corriere della Sera, ricordando che oggi il presidente Obama illustrerà alla nazione la strategia per contrastare l’Isis, titola: “Raid aerei contro i jihadisti, una no-fly zone sulla Siria. Pronto il piano di Obama”. La no-fly zone sarebbe limitata alle zone di confine con la Turchia, dove ci sono basi aeree dell’aviazione del presidente siriano Assad che sono state conquistate dai ribelli sunniti del suo Paese. Non appare scontato il consenso del Congresso ed è probabile che non ci sarà un voto: si punterà ad ottenere il via libera con una serie di incontri informativi. Secondo il quotidiano, a differenza di un anno fa -il presidente chiese un voto al Congresso sulla Siria per un intervento che poi non arrivò- oggi l’opinione pubblica americana è più disposta ad accettare ‘intervento militare avendo percepito la pericolosità dell’Isis. Due pagine de La Repubblica sono dedicate al referendum sull’indipendenza in Scozia: “Scozia, la corsa dei leader per scongiurare la secessione. La regina: ‘Non mi schiero’”, “Il Telegraph: pressing dei Tories su Elisabetta II. Cameron: bandiera scozzese su Downing Street”.
La Stampa: “Scozia, i big inglesi in campo. Cameron vola a Edimburgo”, “Assieme all’ex nemico Brown, Su Downing Street la bandiera scozzese”. Corriere della Sera: “Londra, pressing sulla Regina, ‘Parli per fermare la Scozia’”, “I tre leader politici inglesi si precipitano nella regione”