Le aperture
Il Corriere della Sera offre ai lettori un colloquio con il presidente del Consiglio: “‘Gheddafi si fermi, poi la mediazione’, ‘Berlusconi: sulla Nato si afferma la nostra linea. Sì del Senato all’intervento”, “Il premier parla del rais e dei rapporti con gli alleati. Raid su Tripoli. Londra: fuori gioco gli aerei libici”. In evidenza una foto da Israele: “I terroristi tornano a colpire Gerusalemme”. A centro pagina: “Romano all’Agricoltura. Le riserve del Quirinale”.
La Repubblica: “Raid su Tripoli, il rais resiste”, “Ancora scontro sul ruolo della Nato. Frattini: non siamo in guerra”, “Gli inglesi: distrutta l’aviazione di Gheddagi. Ma continuano le bombe su Misurata. L’Italia: serve il cessate il fuoco”.
Di spalla: “Romano ministro. I dubbi del Colle: ‘E’ indagato'”. A centro pagina, con foto: “Bomba alla fermata dell’autobus, torna il terrorismo a Gerusalemme”. E poi: “Spettacolo, sì ai fondi, ma aumenta la benzina”.
Europa: “Berlusconi spacca il Senato. La Nato divide gli alleati”, “Scegliendo la Lega, il premier impedisce il voto bipartisan sull’intervento dell’Onu”.
La Stampa: “Libia, l’Italia comanda la flotta”. A centro pagina: “Torna l’incubo terrorismo a Gerusalemme”, “Donna uccisa da una bomba telecomandata. E’ il primo attentato dopo sette anni”.
Libero: “Armi francesi ai ribelli”. Il quotidiano torna anche oggi sulle “trame di Sarkozy” e spiega: “Parigi ha rifornito Bengasi di cannoni e batterie antiaeree (camuffati da ‘aiuti umanitari’) molto prima che l’Onu autorizzasse l’intervento militare. E gli Usa accusano: lì ci sono terroristi. Altro punto per l’Italia: guiderà la flotta Nato. In Senato la farsa delle cinque mozioni”.
Il Giornale punta sulla “bomba clandestini” e titola: “A casa i finti profughi”, “L’80% degli immigrati non fugge dalla guerra, vuole solo sbarcare in Europa. L’Italia deve respingerli”, “Berlusconi media con Gheddafi. Gli Usa: grazie a Silvio il rais non ha l’atomica”. A centro pagina, una foto di Nanni Moretti: “Benzina più cara? Colpa di Moretti & C.”.
Il Fatto torna sul caso Ruby: “Lo chiamavano Al Caprone”, “I giudizi impietosi delle ragazze su Papy. Ruby: B. mi disse ‘ti cambio il nome e cognome, così non dicono che ti prostituisci con me’. Il bunga bunga? E’ l’harem copiato da Gheddafi”. E sulla nomina di Romano all’Agricoltura: “Ma uno così può fare il ministro?”.
Il Sole 24 Ore: “Decreto contro le scalate”, “Il no di Confindustria: non risolve i problemi di fondo”. Ci si riferisce al decreto legge che ha avuto ieri il via libera del Consiglio dei ministri e concepito per contrastare la scalata della francese Lactalis al gruppo Parmalat: secondo il quotidiano Mediobanca sarebbe peraltro al lavoto per costruire una cordata nazionale.
Libia
Nel colloquio con il Corriere, Berlusconi rivendica come vincente la linea tenuta dall’Italia e sottolinea: “Abbiamo ottenuto il coordinamento Nato di tutte le operazioni della missione, ma anche l’applicazione puntuale delle risoluzione dell’Onu. La coalizione è impegnata a difendere la popolazione civile, l’Italia non è entrata in guerra e non vuole entrarci”. Non vuole polemizzare con il presidente Sarkozy sul ruolo della Nato e dice che “quella della Nato è un’assunzione piena di responsabilità”, “sono tutti d’accordo, c’è solo qualche resistenza francese”. Non ha sentito in questi giorni Gheddafi, ma è convinto che il rais deve compiere un passo decisivo, ovvero accettare un cessate il fuoco: “Siamo tutti tesi a chiedere a Gheddafi un vero cessate il fuoco; la fine delle ostilità da parte del Colonnello è la condizione sine qua non per ogni mediazione. Dopo si potrà aprire la fase della diplomazia”.
Restiamo al Corriere per fare il punto proprio sulla operazione della coalizione in Libia: “Nato, non c’è l’intesa”, spiega il quotidiano. Resta inevasa la domanda più importante: a chi spetta il comando delle operazioni militari? “Alla Nato, hanno detto Obama e la Gran Bretagan, insieme con l’Italia (il ministro Frattini, ancora ieri: ‘è necessario tornare alle regole di un’unica catena di comando e controllo assicurato dalal Nato”); no, ha ribadito il neoministro degli Esteri francese Alain Juppé, il controllo politico spetta a una “cabina di regia” composta dai ministri degli Esteri anche del mondo arabo, e alla Nato può toccare al massimo ‘un ruolo tecninco’ sulle singole azioni”, commenta il Corriere. E aggiunge che lo stesso Juppé ha annunciato per martedì prossimo a Londra una riunione del “gruppo di contatto”, ovvero del comitato politico allargato alla coalizione.
La Stampa riferisce della telefonata di Obama con il premier turco Erdogan “per convincerlo a togliere il veto” sul ricorso alla Nato. Un patto Nato-Paesi arabi potrebbe far cadere i dubbi di Ankara su una “guerra occidentale” in Libia.
Del tema “guerre umanitarie” si occupa l’inserto R2 de La Repubblica, con interventi di Adriano Sofri, Bernard Guetta e con un’intervista a Michael Walzer.
La Stampa riproduce un’intervista al presidente Obama della Cnn: “L’intervento ha evitato una catastrofe, ma Gheddafi potrà resistere a lungo”. Il Colonnello potrebbe cercare di restare nascosto ad aspettare, anche in presenza di una no-fly zone, dice Obama
Gerusalemme
Dell’attentato di ieri a Gerusalemme parla, in un’intervista al Corriere, Yossi Melman, giornalista investigativo israeliano, docente ad Harvard e opinionista di Haaretz: dice che “Hamas non ha interesse a scatenare una nuova guerra”. Spiega che “un attentato cos’ serve a terrorizzare Israele e a inguaiare l’Autorità palestinese. Ma nessuno, nemmeno Hamas, che punta soprattutto sul lancio di missili, al momento sembra volere un terza Intifada, coi kamikaze e il resto.
Il Colle e il ministro
Parla di “gelo” del Colle Il Sole 24 Ore occupandosi della nomina dell’ex-Udc ora leader dei Responsabili Saverio Romano, a ministro dell’Agricoltura: l’incarico al capofila di quella che è stata presentata da Berlusconi come ‘la terza gamba’ fondamentale per assicurare stabilità al governo, ha provocato quella che per il quotidiano è “una inusuale riserva” del Quirinale. Che con una nota si è riferito a “gravi imputazioni” riguardanti Romano. All’interessato, che replicava di non essere ‘imputato’, seguiva una controreplica del Colle, in cui si precisava che si era fatto riferimento a “capi di imputazione”. Due le indagini riguardanti il neoministro, entrambe a Palermo: concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata. Per la prima -spiega il quotidiano- la procura ha chesto l’archiviazione, ma nei giorni scorsi il gip ha rimandato indietro l’istanza fissando un’udienza che potrebbe concludersi anche con l’indicazione ai pm di andare più a fondo nbell’indagine. L’altra accusa, nata dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino, ruota attorno alle mazzette che sarebbero state elargite ai politici da una scoetà che avrebbe dovuto distribuire gas russo. Indagato in questo procedimento anche Salvatore Cuffaro.
Per Il Fatto Romano è al centro di tre inchieste per mafia e corruzione: una è stata archiviata nel 1999, la seconda nasce dalle dichiarazioni di Francesco Campanella (ex presidente del Consiglio comunale di Villabate, che fornì la carta di identità falsa a Provenzano) che ha indicato Romano come esponente politico vicino ai presunti mafiosi Mandalà e Antonino: “dichiarazioni che non hanno trovato riscontri -scrive Il Fatto– sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio. Per questo il pm ha chiesto l’archiviazione, che il gip ha respinto fissando un’udienza preliminare il primo aprile”.
Spiega il quirinalista del Corriere: ha fatto quel che poteva, Napolitano, ha chiesto informazioni sullo stato del procedimento a carico di Romano e poi, quando “è risultato che il giudice per le indagini preliminari -si scrive citando la nota del Colle- non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalal procura di Palermo, e che sono previste sue decisioni nelle prossime settimane”, ha espresso freddamente a Palazzo Chigi le proprie “riserve sull’ipotesi di nomina dal punto di vista dell’opportunità politico-istituzionale”. Ma è stato “tutto inutile”, chiosa il Corriere: compreso l’invito ad attendere, almeno, il pronunciamento della magistratura. In Silvio Berlusconi “è prevalso l’istinto della sopravvivenza”, per cui ha fomalizzato subito la proposta di insediare alle Politiche agricole l’esponente di quei Responsabili appena giunti in soccorso al centrodestra.
(Fonte: La Rassegna italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)