PROCESSO BREVE: LA CAMERA APPROVA Il testo passa con 314 voti favorevoli, le vittime delle stragi protestano

Pubblicato il 14 Aprile 2011 in da Vitalba Paesano
Minacce dell'Isis all'Italia

Le aperture

Il Corriere della Sera: “La Camera approva il processo breve. Passa la norma che favorisce gli incensurati. Il Pd mostra la Costituzione. Voti dall’opposizione nello scrutinio segreto. Sì tra le proteste, maggioranza a quota 314. Berlusconi: avanti come un treno”. L’editoriale è firmato da Massimo Franco: “Pagina oscura”. Un richiamo più piccolo si sofferma su Berlusconi, che “indica Alfano come erede”. A centro pagina: “Il governo presenta il piano per la crescita. Non c’è il nucleare”.

Il Sole 24 Ore: “L’Italia alla Ue: deficit zero nel 2014. Dalle riforme +1,6 per cento di Pil in 4 ani. Tremonti alla Marcegaglia: solitudine durata poco. La replica: finirà quando ci saranno misure per la crescita”: “Sui conti 2011-2012 ‘solo manutenzione’. Via agli sgravi fiscali per le reti d’impresa”. A centro pagina Stefano Folli commenta il voto di ieri in Parlamento: “Una vittoria degna di miglior causa”.

Il Giornale: “Silvio vince e saluta (forse). La maggioranza c’è. Il premier ai giornalisti esteri: non mi ricandiderò, passo la mano ad Alfano. Ma non è detto che sarà così”. E poi: “Vittoria sul partito dei giudici: sì della Camera alla legge sulla prescrizione”.

La Stampa: “Berlusconi: non mi ricandido. Il Cavaliere alla stampa straniera: Alfano al mio posto. Bonaiuti: solo riflessioni”. “Passa alla Camera il processo breve. I magistrati: lo Stato si piega ai criminali”. A centro pagina, con foto: “Annegano a pochi metri dalla libertà”. “Maroni: permessi validi. Speroni: usiamo i mitra. E il Belgio controlla chi arriva dall’Italia”.

Il Riformista: “Giulio forever. Berlusconi porta a casa il processo breve, nel Pdl è guerra di successione”.

Il Foglio: “Caciara alla Camera. Il Cav incassa la prescrizione breve e all’opposizione (ormai sempre più viola) saltano i nervi”.

Il Fatto quotidiano: “Il giorno dell’infamia. Mentre altre due ragazze raccontano l’indicibile sui bunga bunga di Arcore, B. ottiene la ‘sua’ prescrizione breve. Mentre alle vittime di Viareggio e L’Aquila viene negata la certezza della giustizia, i leghisti invocano ‘giustizia sommaria’ contro i migranti in fuga dalla guerra”.

Libero: “Silvio mezzo salvato. Ok alla prescrizione breve. La Camera dà il via libera alla norma che chiude il processo Mills. Ma le Procure preparano altre trappole: normale che il premier pensi di mollare. Prima però riformi la giustizia”.

La Repubblica: “Sì alla nuova legge salva-premier. La Camera approva la prescrizione breve. Le vittime delle stragi: vergogna. Il testo passa con 314 voti favorevoli. L’opposizione attacca: norma ad personam, la maggioranza non c’è. Bossi: abbiamo avuto buoni numeri”. A centro pagina, con foto, la notizia del naufragio a Pantelleria: “Profughi, tragico sbarco a Pantelleria. Maroni: via ai permessi o salta Schengen”.

Berlusconi

Spiega un retroscena de La Stampa che Berlusconi, con il suo “potrei non ricandidarmi”, vuole solo “farsi dire: presidente, per favore, non lo fare, ricandidati”. E’ quel che dice Denis Verdini, “toscanaccio diretto e spiccio”, ed è una “spiegazione molto diffusa dentro la maggioranza e il Pdl”, perché “nessuno crede che il Cavaliere si ritiri per fare il ‘padre nobile'”. Insomma: “La voglia di mollare tutto ha il sapore di un escamotage. Come spiegano un paio di ministri, è un finto passo indietro che contiene prima di tutto un messaggio a tutti coloro che nel Pdl si preparano al dopo Berlusconi, incontrandosi a cena, costruendo cordate, prendendo di mira Giulio Tremonti, caricando contro la Lega”.

Processo breve

Durante il dibattito sulla legge sul “processo breve”, nelle votazioni segrete, la maggioranza ha potuto contare su qualche voto proveniente dalla opposizione. Dentro Fli, spiega il Corriere della Sera, si è “aperta la caccia ai filoberlusconiani e poco importa che lo stesso presidente dei deputati finiani, Benedetto della Vedova, scagioni i leader della minoranza: ‘Abbiamo votato compatti a favore dell’emendamento sottoposto a voto segreto”. “Sotto accusa Urso e Ronchi, spiega il quotidiano.
Lo stesso quotidiano dedica una pagina ai “contenuti” della norma votata ieri. “Le nuove regole e le possibili conseguenze su alcuni dei casi più eclatanti degli ultimi anni”. Ci si riferisce alla strage di Viareggio (“i timori dei parenti e le certezze del ministro”, che dice che la prescrizione per gli imputati maturerebbe in 23 anni, visto che il reato per cui i pm stanno procedendo è il disastro ferroviario), il terremoto de L’Aquila, il crac Parmalat.
Il Sole 24 Ore ricorda che nei sei articoli del provvedimento votato ieri alla Camera non c’è più traccia della “ghigliottina” per i processi “lumaca”, bandiera impugnata dalla maggioranza nel testo approvato al Senato più di un anno fa. In compenso c’è un ulteriore taglio della prescrizione che riguarda solo gli incensurati. Questi ultimi, secondo Alfano, sono più numerosi dei recidivi, rappresentando il 55 per cento dei condannati in primo grado. La nuova legge li premia con uno sconto del termine massimo della prescrizione. Il premio riguarda l’imputato in un processo in corso non ancora giunto alla sentenza di primo grado. Saranno più fortunati di chi, al momento dell’entrata in vigore della legge, avrà appena varcato la soglia dell’appello, non importa se con una condana o una assoluzione alle spalle, poiché per costoro non ci sarà nessuno sconto.

Esteri

Ieri si è tenuto nel Qatar l’incontro del Gruppo di contatto sulla Libia, e secondo La Stampa sarebbe stata raggiunta una intesa: via Gheddafi, raid aerei fino alla resa, soldi (per comprare armi) ai ribelli. La Francia insiste su una escalation militare, gli altri sono più prudenti anche perché scarseggiano i caccia-bombardieri. Tanto che gli americani sono tornati sul fronte. Il gruppo di contatto ha approvato un “meccanismo di finanziamento” per fornire contanti in tempi rapidi al Consiglio nazionale transitorio libico. Sarà probabilmente alimentato dai fondi esteri del Colonnello, congelati. Sulla questione della fornitura di armi, il vicepresidente del Consiglio transitorio Ghoga ha annunciato che “Francia, Italia e Qatar” sono favorevoli alle forniture, ma persino un “falco” come il britannico Hague ha ammesso che finora sono stati consegnati a Bengasi soltanto “sistemi non letali, come infrastrutture telefoniche”. Ieri sera il presidente Sarkozy ha incontrato il premier britannico Cameron e un funzionario dell’Eliseo ha fatto sapere che “la Francia non prevede di fornire armi agli insorti, ma non obietta a che possa farlo qualcun altro. La Francia non ritiene che la risoluzione Onu 1973 proibisca di armare i ribelli, e i britannici la pensano allo stesso modo. Comunque armare gli inosrti non sembra necessario, in quanto il Consiglio provvisorio non ha problemi a trovare armi. Il CNT ha chiesto 1,5 miliardi di dollari in aiuti umanitari alla popolazione civile, in cambio di forniture di petrolio.
Fausto Biloslavo scrive oggi su Il Foglio, e spiega: “Così l’intervento della Nato ha peggiorato la guerra civile libica”. Il 24 febbraio, a Tripoli – ricorda il giornalista – tutti i giornalisti erano convinti che la caduta del regime fosse imminente. L’insurrezione fallita nella capitale della Tripolitania ha continuato ad essere alimentata da una serie di bugie, dalle fosse comuni ai 10 mila morti. In piena guerra civile, con i bombardamenti della Nato, dovrebbero essere 10 volte tanto, ma secondo fonti degli insorti sarebbero sempre gli stessi, o addirittura “diminuiti a 8000”. I ribelli sono “un miscuglio di società civile, come si direbbe da noi, disertori dell’esercito, giovani laici e fondamentalisti, compresi i barbuti che non disdegnano l’emirato propagandato da Bin Laden”. La guerra civile è tremenda, e sembra che i “cattivi” siano soltanto gli uomini di Gheddafi, mentre “i buoni non sono da meno”: fin da prima dell’intervento Nato hanno sgozzato o giustiziato soldati e poliziotti fatti prigionieri. In un caso hanno ripreso il video in cui strappano il cuore a un uomo di Gheddafi esponendolo come un trofeo su un carro armato.

Una intera pagina de Il Foglio è dedicata al tandem Putin-Medvedev, in vista delle prossime presidenziali.
Europa: “2012, Medvedev e Putin fanno sul serio”. In entrambi i casi il dibattito dà conto delle ripercussioni della decisione del presidente Medvedev di allontanare dai board delle grandi aziende pubbliche personaggi – chiave dell’epoca Putin.

“Taglieremo le spese di 4 mila miliardi”. Così La Stampa riassume il discorso pronunciato ieri dal Presidente Obama alla George Washington University, per descrivere il risanamento che ha in mente e sul quale chiederà il voto in occasione della sua ricandidatura nel 2012. Secondo il quotidiano Obama ha vestito i panni del leader centrista, richiamandosi ai precedenti accordi sul risanamento di Reagan, Bush padre e Clinton, con Congressi a guida Democratica e Repubblicana, ma tacendo il nome di George W. Bush, per far capire che è lui a portare la responsabilità di aver dilapidato i risultati dei predecessori. E quindi per presentare i  Repubblicani come gli eredi di un Presidente ancora impopolare. E’ stato evidente quando ha detto: “Oltre a due guerre e ad un costoso piano di medicinali, a peggiorare le cose furono i tagli fiscali a favore di milionari e miliardari, che ci obbligano a prendere in prestito 500 miliardi ogni anno”. Obama intende tagliare il bilancio del Pentagono ridefinendo l’impegno militare dell’America nel mondo, perché “la maggior minaccia alla sicurezza nazionale è il debito”, ha detto. E si è scagliato contro chi “vuole garantire sgravi fiscali a persone come me e Warren Buffett, che non ne hanno bisogno”.

Il Sole 24 Ore ha una corrispondenza da Shangai dedicata al vertice dei Brics (Brasile, Russia, India e Cina). La s sta per Sudafrica, ultimo ospite aggiuntosi al meeting. Con i suoi tassi di crescita stellari, le sue materie prime, le sue sconfinate risorse finanziarie, “il gruppo dei fantastici 4” è diventato il nuovo arbitro dell’equilibrio economico internazionale ed ha cooptato al suo interno la principale economia del continente africano. Di cosa parlano? Dell’intervento di Libia, della riforma degli organismi internazionali (a partire dall’Onu), della creazione di una nuova valuta che soppianti il dollaro, di come aumentare la rappresentanza dei Paesi emergenti in seno alle organizzazioni finanziarie internazionali.
Sui Brics segnaliamo una analisi di Europa: “Così Pechino spinge i Brics”, “la novità del vertice è la presenza del Sudafrica, il Reminbi sarà più forte”.
Da segnalare su Europa una intervista al sociologo francese Alain Touraine, che parte da una riflessione sulla linea interventista della Francia in Libia. Esclude le accuse di neocolonialismo, malgrado non abbia alcuna simpatia verso il sarkozismo. Secondo Touraine sono velleità da leader, perché “la globalizzazione ha riscritto la geopolitica internazionale e ha redistribuito poteri e risorse a svantaggio dell’Europa”.

Biennale della democrazia

Il Sole 24 Ore pubblica ampi stralci della lectio magistralis tenuta ieri alla Biennale della Democrazia a Torino dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. Il titolo dato alla pagina che riassume l’intervento di Draghi è “fare di più per la crescita. La riduzione del debito – secondo il governatore – se il Pil sale del 2 per cento”. “Il capitalismo deve essere regolato, come hanno insegnato gli stessi maestri del pensiero liberale, in primo luogo Luigi Einaudi”, ha detto il governatore, sottolineando che “oggi la regolazione è molto più efficace se può contare su strumenti globali”. E cita quelle basate su trattati internazionali come l’FMI, l’Ocse e la stessa Ue, ma anche “networks” informali, come il G20, o l’FSB, o il comitato di Basilea. Strutture trans-governative che hanno dato un contributo importante e formano un ambiente favorevole alla diffusione e allo scambio delle informazioni rilevanti. E’ chiaro che forme di governo globale – secondo Draghi – sono oggi indispensabili, ma è altrettanto chiaro che richiedono il sacrificio di parti di sovranità nazionale. E, “per noi italiani, per noi europei, l’Unione è la condizione essenziale per progredire ancora”.
Il Riformista punta proprio su questo, nei titoli: “Draghi: l’Europa essenziale per l’Italia”. Secondo il quotidiano Draghi ha parlato da (quasi) futuro capo della Banca centrale Europea, carica in cui risulta essere in pole position. Del discorso di Draghi Il Riformista sottolinea i riferimenti al nostro Paese, di cui ha detto che pur essendo “non corresponsabile della crisi, vi è entrato già debole, ha pagato un prezzo alto di riduzione del reddito e della occupazione”, e “ne esce con i suoi problemi strutturali ancora
da risolvere”.
Alla Biennale ha inviato un messaggio il Capo dello Stato. Repubblica ne riassume così il senso: “Costituzione lungimirante, pericolosa la concentrazione dei poteri”. Il Corriere: “Bilanciamento dei poteri, eredità preziosa della Carta”, “no a ristrette oligarchie senza contrappesi”. Nulla è più lontano da una democrazia temperata dall’idea di un corpo sociale indistinto che si esprime solo elettoralmente. All’intervento di Napolitano è dedicato uno degli editoriali de Il Foglio: secondo il quotidiano Napolitano ha voluto ricordare che la Costituzione già pone limiti invalicabili a concentrazioni di poteri denunciata invece nel convegno torinese.

Il Sole 24 Ore intervista Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della BCE, sull’andamento della valuta europea. Spiega che “l’euro non è troppo forte”, ricorda che “considerando le 40 valute principali, il valore effettivo è quello del 2005”, si sofferma sulle economie dei Paesi europei più indebitati, e ricorda che la Grecia non può ristrutturarfe il suo debito, perché la scelta avrebbe effetti devastanti sulla sua economia, spiega che “se non ha altre forme di finanziamento la Grecia si troverà nella drammatica condizione di riuscire a pagare gli stipendi dei propri dipendenti pubblici, le pensioni, eccetera”.  Quanto al Portogallo, il suo problema è la “bassa crescita”. Serve “coesione politica per realizzare un piano di riforme”.

(Fonte: Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)