Le aperture
Il Corriere della Sera dedica il titolo più grande alla vicenda dei due militari italiani: “I marò in carcere, ira dell’Italia. La trattativa del sottosegretario De Mistura. Trattenuti in una palazzina separata, in uniforme. La Farnesina riesce ad evitare la cella con detenuti comuni”. Il titolo di apertura è per le primarie del centrosinistra a Palermo: “Bersani sotto accusa per il caso Palermo”. A centro pagina: “Bossi minaccia Monti. Il ministro dell’Interno: così istiga all’eversione”. A centro pagina l’intervento di Napolitano sulla Tav: “Basta violenze, serve sviluppo”.
Il Giornale. “Monti fa l’indiano. I nostri marò in carcere. In barba al diritto internazionale, i due militari finiscono in cella. E’ un sequestro. Delhi dà uno schiaffo al governo, che pensa allo spread e non a difendere i suoi uomini”. Di spalla, Vittorio Feltri si occupa delle primarie di Palermo: “Bersani scelga: rifondazione o morte. La crisi del Pd alle primarie”.
Libero: “Liberiamo i marò. Appello a Napolitano”, firmato tra gli altri da Pansa, Alemanno, Fabio Capello, Andrea Vitali, Gianfranco Paglia, Piero Chiambretti. “L’India sbatte in galera i nostri due militari, colpevoli di aver svolto la loro missione. E’ inaccettabile. Il Presidente e il governo devono reagire e riportarli subito a casa”. A centro pagina, con una caricatura: “Altra tranvata, processo a Bersani”.
Il Manifesto ha una vignetta di Vauro, con Bersani e Rita Borsellino: “Il gattoperdo”. L’editoriale di Norma Rangeri è titolato: “Un gioco autolesionista”
Il Fatto quotidiano: “Palermo, resa dei conti nel Pd. Vince Ferrandelli per 128 voti, ma Rita Borsellino chiede di ricontare le schede. Ancora una volta le primarie scatenano il terremoto tra i democratici e mettono in crisi Bersani”.
La Repubblica: “‘Tav, stop alle violenze’. Il Capo delo Stato: garantire lo sviluppo. Occupata a singhiozzo l’autostrada Torino Bardonecchia. L’appello di Napolitano che non incontra i sindaci del no”. A centro pagina: “Fisco, la stangata di marzo. Buste paga più leggere. Scattano le addizionali Irpef”. Di spalla la vicenda dei due marò italiani: “India, i marò in carcere. L’Italia: è inaccettabile”. Sotto, le manifestazioni in Russia dopo il voto: “L’opposizione in piazza, Putin ordina gli arresti”.
La Stampa: “Passera: Tav fondamentale. Intervista al ministro delle Infrastrutture: no agli interessi particolari, compensazioni stabilite con le comunità locali. ‘L’Alta velocità porterà vantaggi per tutti, anche in Val di Susa’”. A centro pagina: “I marò in carcere, scontro Roma-Nuova Delhi”. In alto: “Operaio travolto dal palco della Pausini. Poteva essere una strage”. E’ successo ieri a Reggio Calabria.
Il Sole 24 Ore: “Mercati in allarme su Madrid. I Btp più sicuri dei Bonos. La Ue teme il deficit e la ‘grave deriva dei conti’, ma il premier Rayoj ribatte: ‘E’ una nostra scelta sovrana’”. Di spalla: “Putin, le proteste e gli interessi dell’Occidente”.
Tav
Una lunga intervista a Corrado Passera compare su La Stampa. Alle obiezioni di alcuni tecnici ed esperti universitari, secondo i quali la Tav sarebbe “sostanzialmente inutile, proprio dal punto di vista economico”, Passera risponde che il progetto è “fondamentale per il futuro dell’Italia, perché inserisce il nostro Paese nella rete europea dei trasporti, in una fase dello sviluppo economico in cui la concorrenza tra Paese è fortemente condizionata dagli investimenti in logistica”. “Con la nuova opera abbattiamo i tempi di percorrenza, diminuiamo i costi e raddoppiamo la capacità andand nella direzione dello spostamento dell emerci dalla strada alla ferrovia. L’opera viene finanziata per una parte cospicua da Bruxelles proprio perché è un pezzo fondamentale del sistema logistico europeo”.
Ancora sui costi: L’Europa paga circa il 40 per cento, il resto è diviso tra Francia e Italia. “Per noi il costo di questa prima fase è di 2,7 miliardi da suddividere in 10-12 anni di lavoro, ma con finanziamenti a 25-30 anni. Un onere del tutto sopportabile per un ganglio vitale della rete strategica di trasporto in Europa e che non toglie risorse a nessun altra opera prioritaria. Di gran lunga superiori sarebbero i costi del non fare se l’Italia avesse rinunciato a questa importante interconnessione”.
Sulle preoccupazioni ambientali: “La valle sarà alleviata da un eccesso di trasporto su gomma altamente inquinanto – il risparmio che otterremo dall’opera è pari aalle emsissioni di CO2 di una città di 300 mila abitanti- il collegamento con tutta l’area di Torino sarà facilitato da colleggamenti metropolitani che toglieranno altre auto dalle strade”.
E ancora: “Sul progetto iniziale, forse, potevano essere fondate talune preoccupazioni. Con le modifiche introdotte, questi timori sono da ridimensionare fortemente e la galleria geognostica, che sta per essere avviata, viene realizzata proprio per programmare i lavori al meglio anche da questo punto di vista. Le tecnologie più avanzate sno disponibili per gestire eventuali problemi di questo genere e tutelare sia chi ci lavorerà sa le popolazioni interessate”.
Sul territorio: “L’opera insiste su circa 11 ettari, su 1.270.000 ettari complessivi della valle. E’ meno di quanto diversi consumi consumano ogni anno per sviluppi urbanistici non sempre di eccelsa qualità. Ma ei sa che la maggioranza dei Comuni che si oppongno sono proprio quelli che non saranno minimamente toccati dai lavori? Per ridurre i rischi ambientali e tener conto delle esigenze del territorio l’Osservatorio (sulla Tav, ndr) ha tenuto oltre 300 audizioni, più di 180 incontri e si è tenuto conto di tutte le principali esperienze similari in Italia e fuori dall’Italia”.
Passera spiega anche che “dei 112 comuni interesati, all’opera, solo una dozzina hanno una posizione contraria, e – come dicevo prima – sono tra quelli meno toccati” dalla Tav. Parla anche di compensazioni (l’ordine di grandezza dovrebbe essere di 200-300 milioni di euro), e l’Osservatorio dovrà avere un ruolo nella definizione delle priorità.
Roberto Saviano su La Repubblica sottolinea che negli ultimi 30 anni l’Alta velocità è diventata uno strumento per la diffusione della corruzione e della criminalità organizzata: l’Italia “al momento non è in grado di garantire che i cantieri della Tav in val di Susa non diventino la più grande miniera per le mafie”. Le mafie “si presentano con imprese che vincono perché fanno prezzi vantaggiosi che sbaragliano il mercato, hanno sedi al nord e curricula puliti”, e lo schema finora messo a punto negli appalti Tav è lo stesso della ricostruzione post-terremoto del 1980, ovvero la concessione, che sostituisce la normale gara d’appalto, in virtù della presunta urgenza dell’opera, facendo sì che la spesa finale sia determinata sulla base della fatturazione complessiva prodotta in corso d’opera, permettendo di fatto di gonfiare i costi e creare fondi neri per migliaia di miliardi”. Saviano cita i rapporti della direzione nazionale antimafia del 2011 sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte, ricorda che la Guardia di Finanza individuò sui cantieri della Torino-Milano la presenza della Edilcostruzioni di Milano, che era legata a Santo Maviglia, narcotrafficante di Africo, la cui ditta lavorava in subappalto alla Tav. Tra gli altri esempi concreti, anche la vicenda della Ediltava di Rivoli, che faceva capo al clan Spagnolo di Reggio Calabria e che si era aggiudicata subappalti della Tav; o quella dei cantieri Tav sulla Napoli-Roma, cui partecipano con ditte proprie o in subappalto il clan dei Casalesi.
Primarie Pd
Alle primarie del centrosinistra di Palermo, con 9945 preferenze contro 9787, il candidato Fabrizio Ferrandelli ha sconfitto Rita Borsellino , con sostenuta dall’alleanza di Vasto (Pd, Idv, Sel). Il segretario Pd Bersani dice che le primarie non sono “un pranzo di gala”, ma non possono neanche trasformarsi in una “resa dei conti”. Si riapre, naturalmente, la discussione sulla sua leadership e ci si interroga sulle ragioni che hanno portato Ferrandelli al successo. Il Corriere della Sera lo descrive così: “bancario, boy scout, nel volontariato”. Dice: “Nei quartieri popolari ho vinto io e non Rita Borsellino perché io giro da cinque anni tra la gente ad ascoltare i problemi mentre lei era a Bruxelles. Lei è un simbolo, ma i simboli hanno dimostrato di non sapersi radicare nel territorio”. Lo accusano di aver avuto il sostegno dei dirigenti del Pd che appoggiano il governatore Raffaele Lombardo. Lui risponde: “Ho pubblicamente firmato un accordo che vieta di fare intese con Lombardo”. Il Corriere ricorda che ha iniziato da giovanissimo con il partito umanista, ha preso 1300 preferenze alle comunali del 2007 con l’Idv. La Repubblica lo intervista Si sente di destra o di sinistra? “Io sono di sinistra”. E poi: “Io con Lombardo non ho fatto inciuci, non ho chiesto voti, non mi ha dato appoggio”. Ma l’ala del Pd che appoggia lei, appoggia Lombardo. “Loro, io no”. Quanto al voto degli immigrati, dice che hanno votato il candidato Faraone (renziano) che ha avuto il 27.3 delle preferenze.
“Il problema ha un nome: primarie”, scrive Vittorio Feltri su Il Giornale. Sia maledetto chi le ha introdotte per scimmiottare gli americani, che, però, hanno un sistema elettorale in nulla somigliante al nostro. In Italia poi ci sono parecchi partiti”. Più avanti: “Qui non siamo di fronte ad un accesso di democrazia ma di demagogia. bersani espone la faccia e si becca gli sputi ddi chi ha facoltà per statuto di prevaricarlo”. Per questo Bersani dovrebbe avere “il coraggio di promuovere una rifondazione nel Pd”, o “una risata seppellirà lei e il suo Pd con annesse primarie della malora”, conclude Feltri.
Giancarlo Bosetti su La Repubblica, in una analisi dal titolo “Il peccato originale”, passa in rassegna le sconfitte dei candidati designati dal Partito Democratico o accreditati come favoriti: “Sono stati sconfitti da outsider, più a sinistra, più a destra, più al centro”. Nei casi in cui il Pd risulta sconfitto alle primarie di coalizione, i candidati usciti vincenti “non hanno in comune la coloritura politica, ma sempre e soltanto il fatto che il partito di Bersani aveva un suo candidato, il che è -in essenza – un errore, dal momento che il candidato sindaco del Pd alle elezioni dovrebbe essere, appunto, quello che si dimostra capace di vincere le primarie, dopo che le ha vinte, non prima”. Bosetti dunque si rifà al sistema americano, dove le primarie sono “espressione di una cultura della competizione politica come gara aperta da candidati” e il partito democratico li designa candidati alla fine della gara delle primarie. La malattia è il rifiuto di una competizione reale, per il rinnovamento di una classe dirigente, nei ruoli pubblici come nei ranghi di partito. “Alla gara si sostituisce la designazione paternalistica da parte della segreteria”, ed è difficile dimenticare che il peccato originale dell’attuale segretario Bersani, da lui stesso riconosciuto, sia di non essersi candidato alle primarie, allora, contro Veltroni, come fecero invece Rosi Bindi ed Enrico Letta.
India-Italia
Su Libero Maurizio Belpietro scrive tra l’altro: “I due lagunari a bordo della nave non erano in Crociera nell’Oceano Indiano, La loro non era una vacanza esotica, ma insieme ad altri duecento militari erano imbarcati per difendere gli interessi dei nostri armatori. A mandarceli è stata una legge voluta da tutti i partiti e votata praticamente all’unanimità in Parlamento. E le regole di ingaggio obbligavano i soldati a proteggere l’imbarcazione da qualsiasi tentativo di sequestro da parte dei pirati che infestano quelle acque”. “Il ricatto, la prepotenza dell’India non possono essere sopportati un minuto di più”, scrive Belpietro.
Internazionale
Il rapporto degli osservatori dell’Osce sulle elezioni presidenziali russe non lascia ombra di dubbio: “Tutto il voto è stato condizionato a favore di Putin. Inoltre, in un terzo dei seggi si sono verificate vistose irregolarità procedurali”. E ieri è arrivata quella che La Repubblica definisce “la retata dei dissidenti”, arrestati al termine di una marcia che non voleva smobilitare alle nove di sera. Più di mille persone portate via sui furgoncini militari, arrestato anche il blogger anti corruzione Navalny che, con il cellulare, twittava dopo l’arresto. E intanto il presidente uscente Medvedev ha ordinato di rivedere 32 casi giudiziari, compreso quello del magnate Khodorkovsky, in carcere dal 2003. Ed ha ordinato anche – sottolinea il Corriere della Sera– una indagine sulla mancata registrazione alle politiche di dicembre del partito di opposizione Parnas (che aveva tra i suoi esponenti il leader politico Boris Nemtsov. Alle tensioni innescate dalla elezione con proteste di Putin è dedicata l’analisi di Franco Venturini, che parla di una “legittimazione elettorale ottenuta per paura” di tornare alla instabilità degli anni 90.
Ieri alla Casa Bianca il premier israeliano Netanyahu è stato ricevuto da Barack Obama, per un incontro durato due ore. Aperto, come riferisce La Stampa, con una rassicurazione: “Il nostro impegno per la sicurezza di Israele è solido come una roccia. Potreggeremo sempre le vostre spalle”. Il presidente ha detto che gli Usa hanno interesse a evitare che Teheran ottenga l’atomica per evitare che finisca nelle mani dei terroristi e prevenire una corsa al riarmo nella regione: “Io – ha detto Obama – mi riservo tutte le opzioni. La mia politica non è il contenimento, ma prevenire che l’Iran ottenga armi nucleari”. E quando dico che tutte le opzioni sono sul tavolo, parlo sul serio. Secondo Obama, però, “c’è ancora una finestra che consenta una soluzione diplomatica. So che tanto il premier, quanto io, preferiamo risolvere il problema diplomaticamente”. Netanyahu: “Israele deve avere la possibilità di difendersi da solo contro qualsiasi minaccia. Quando si tratta di sicurezza, ha il sovrano diritto di prendere le sue decisioni”.
DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini