POLEMICA MARCHIONNE – MARCEGAGLIA SULL’ACCORDO CON I SINDACATI. Lo scoglio della retroattività

Pubblicato il 1 Luglio 2011 in da redazione grey-panthers

Le aperture

Corriere della Sera, sulla manovra: “Tre aliquote fiscali, ecco la riforma”, Scaglioni Irpef al 20, 30 e 40 %. Slittano i tagli ai costi della politica”. “Manovra da 47 miliardi per il 2011-2014. Tassate le superauto. Sconti agli imprenditori sotto i 35 anni”. “E sui rifiuti la Lega si smarca”, si dice, dando conto dello scontro in Consiglio dei ministri. A centro pagina: “Si interrompe la trattativa tra Santoro e La7. La Annunziata lascia la Rai”, “Il conduttore accusa: dietro c’è conflitto di interessi”. In taglio basso, la notizia che il dirigente della Squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, è indagato per favoreggiamento della camorra: “’Il capo della Mobile aiutava i clan’”, si scrive, riferendo delle accuse.

La Repubblica: “Fisco, tre anni per la riforma”, “Berlusconi: fiducia sulla manovra. Tagli ai Comuni, negozi aperti la domenica”. E, ancora nei titoli: “Tre aliquote Irpef, niente aumento dell’Iva, i costi della politica cambiano solo nella prossima legislatura”. A centro pagina: “Via al decreto rifiuti, la Lega dice no”, “Protestano le Regioni e il sindaco di Napoli: non serve”. In evidenza la foto di Vittorio Pisani: “Napoli, accuse al capo della Mobile, ‘Aiutò un indagato, favorì i clan’”. E poi: “Salta il contratto con La7. Santoro attacca: ‘E’ il conflitto di interessi’”.

Libero, sulla manovra: “La casta rinvia i tagli”, “La riduzione dei costi della politica slitta (anche per l’intervento di Fini). Torna il superbollo. Sì alla rimodulazione del fisco. La sinistra strilla, ma aveva proposto una misura identica”. E sotto la testata, con foto: “Santoro scopre che solo la Rai gli dava licenza d’uccidere”, “Salta l’intesa con La7: il teletribuno pretendeva di non essere sottoposto a controlli”. Ancora in prima, il riferimento alla riunione del Consiglio nazionale del Popolo della Libertà che oggi eleggerà Alfano segretario. Una caricatura lo mostra come un San Sebastiano colpito dalle frecce di compagni di partito come Formigoni, Scajola e Alemanno. Il titolo: “Pochi vogliono Alfano, tutti lo voteranno”, “Oggi il congresso leninista del Pdl”.

Il Sole 24 Ore è in edicola con uno ‘speciale manovra’ e titola: “Sì del governo al decreto sui conti”, “Defiscalizzazione per i nuovi contratti aziendali. In extremis il bollo super-auto”, “Varata anche la delega per la riforma fiscale. Modifiche in corso per la tassa sul trading bancario, Ice verso l’addio”. Un richiamo in prima sulle polemiche connesse alla firma dell’accordo sui contratti e le rappresentanze: “Sull’intesa contratti botta e risposta Fiat-Confindustria”, “Marchionne: ora la legge. Marcegaglia: non la chieda a noi”. In taglio basso: “Napolitano su Bankitalia, no a contrapposizioni”, “’Per la scelta del governatore evitare forzature e personalismi’”.

La Stampa: “Fisco, riforma in tre anni”, “Statali, stretta sulle assenze. Cambia il collocamento, meno tasse ai giovani imprenditori. Via libera al decreto per smaltire i rifiuti di Napoli. Lega contraria. De Magistris: è inutile”. Sotto la testata un titolo sull’accordo contratti, con foto dell’a.d. Fiat Marchionne e della presidente Confindustria Marcegaglia: “Marchionne e i contratti: ‘L’accordo non basta’, ‘Altri passi o dovremo uscire da Confindustria’, “Lettera alla Marcegaglia, che replica: Fiat chieda una legge”.

Il Giornale, sulla manovra: “Detassati i giovani imprenditori”, “Approvato il piano di rilancio del governo: fisco al 5% per gli under 35 con un’attività in prorio. Salvi i Suv ma (purtroppo) non le supercar. In arrivo tagli agli stipendi e ai privilegi della casta politica”. A centro pagina, foto di Santoro e della Annunziata sotto il titolo: “Il furbetto Santoro non incanta La7”, “Salta l’accordo. E l’Annunziata scappa da Raitre”.

Il Fatto punta su un’intervista a Santoro: “’I politici non mi vogliono. Ma torno con la nuova tv’”. “’Con La7 l’accordo è saltato per un intervento esterno. Vi racconto tutto. Bloccano il terzo polo? E allora faccio io. In autunno’”. Sulla manovra: “Bella manovra! B. non tocca la casta e gli amici”, “Tagli alla politica rimandati alla prossima legislatura e nessuno parla più di togliere i vitalizi dei politici”. In taglio basso, le motivazioni con cui i pm napoletani che indagano sulla P4 hanno fatto appello al Tribunale del riesame perché accolga la richiesta di procedere per associazione per delinquere, bocciata dal gip: “P4: ‘Ecco perché è un’associazione come la mafia’”, “Secondo i pm napoletani Bisignani & C. utlizzavano ‘modalità operative tipiche delle più sofisticate compagini associative di stampo terroristico e criminale’”.

Europa punta invece sulle divisioni interne al Pd sulla legge elettorale: “Pd contro Pd. Referendum elettorale, Bersani in mezzo”, “Si fa aspro lo scontro tra fautori del proporzionale e del maggioritario”, “Veltroni, Castagnetti e Parisi dal segretario contro l’iniziativa di Passigli (e D’Alema)”.

Il Foglio ha un titolo in rosso per la politica internazionale-, “Obama fa la guerra in Somalia”, “Dopo Afghanistan, Iraq, Pakistan, Libia e Yemen, la campagna americana di attacchi con droni divisa a metà tra il Pentagono e la Cia inquadra il Paese africano. Nuovo fronte, con una nuova base in costruzione”. Sulla manovra, sotto il titolo “Mani di di forbice”. “Manovra da maratoneti, ma alla fine Tremonti mette tutti d’accordo”, “Il superministro si fa sequestrare dai colleghi per quattro ore, confermati i tagli (ma non sui vitalizi ai politici)”, “La pugnalata era dietro l’angolo”.

Manovra

Sono 13 le pagine che Il Sole 24 Ore dedica ai contenuti della manovra. Ne segnaliamo solo alcuni: sui vincoli per le autonomie, “nuova stretta su regioni ed enti locali. Nel biennio 2013-2014 tagli per 9,6 miliardi”. E parallelamente, “sconti in tre tappe per i comuni virtuosi: un minisconto “possibile, ma non certo” da 200 milioni nel 2012, l’esclusione dai tagli a trasferimenti e fondo di riequilibrio a partire dal 2013 e, solo per i migliori, l’uscita totale dal contributo alla finanza pubblica dal 2013. Secondo Il Sole sono anche stati congelati i tagli previsti agli incentivi sulle rinnovabili.

“Comuni e Regioni, 9 miliardi di tagli”, tiola La Repubblica.

Berlusconi si prepara a chiedere la fiducia, secondo La Repubblica, che sottolinea come lo stesso premier abbia riconosciuto che il peso più grosso della correzione -ovvero 40 miliardi- è previsto per il 2013 e il 2014: ‘non ci sono misure severe nel 2011-2012”, ha detto Berlusconi.

“Regalino della Lega: niente multe sulle quote latte”, scrive Il fatto riferendo dello stop alla riscossione per i 600 allevatori condannati per irregolarità dalla commissione europee. E riferisce della protesta Coldiretti: “’Siamo al Far West, non è uno Stato di diritto: adesso anche noi vogliamo indietro i soldi’”.

Su La Stampa: la “liberalizzazione del collocamento”. Sarà riformato e potranno farlo anche enti come scuole, patronati, università, comuni, secondo quanto preannunciato dal ministro Sacconi.

Fiat. Confindustria.

Scrive La Stampa: l’accordo sui contratti fra Confindustria e i tre sindacati Cgil, Cisl e Uil non ha chiuso la questione delle nuove regole, “semmai l’ha rilanciata”. Ieri l’amminstratore delegato Fiat Marchionne ha spedito una lettera alla presidente di Confindustria per dirle che il processo di riforma delle relazioni industriali va completato e reso compatibile con le novità introdotte a Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. Altrimenti il 1 gennaio il Lingotto sarà costretto a uscire da Confindustria. Marcegaglia ha risposto che l’intesa non prevede ulteriori modifiche. E che l’unico possibile sviluppo è un intervento legislativo per regolare la materia.

Europa descrive la “tenaglia” di Fiat e Fiom sull’intesa Confindustria-Fiat: non hanno fatto in tempo a godersi l’accordo unitario che, per la Marcegaglia e per la segretaria Cgil Camusso è già tornata “l’ora di mettersi l’elmetto”, per via dell’asse tra due acerrimi nemici, ovvero Fiat e Fiom. Nella lettera Marchionne spiega che gli otto punti su cui s’è raggiunto l’accordo non bastano a garantire la governabilità nelle fabbriche poiché l’accordo non ha il potere retroattivo che Fiat avrebbe voluto: in questo modo si sarebbero salvati -senza bisogno di una legge- gli accordi di Pomigliano, Mirafiori, Grugliasco, ossia quelli per i quali il Lingotto ha costituito apposite società non iscritte all’associazione industriali. Parallelamente, il segretario Fiom Landini ieri ha chiesto alla Camusso di non firmare alcun testo finché non vi sarà una consultazione tra gli iscritti.

Il ministro Sacconi dice (Sole 24 Ore) che sono le parti a dover chiedere, eventualmente, un intervento legislativo per tradurre in legge il contenuto dell’accordo.

Sul Corriere Niacola Saldutti analizza “lo scoglio retroattività”. Ricorda che un anno fa gli operai di Pomigliano hanno votato con il 62 per cento un sì ai piani di investimento del Lingotto.

L’intesa Confindustria-sindacati stabilisce che un contratto aziendale firmato dalla maggioranza è valido per tutti, i contenuti sono efficaci e vincolanti per tutti i sindacati: diventano ‘esigibili’. Come dire -sottolinea Saldutti- che la volontà degli operai di Pomigliano deve valere per tutti. Ma l’accordo non vale per il passato. Cosa accadrà negli stabilimenti Fiat? Per loro natura “le parti sociali, a cominciare da Raffaele Bonanni, tendono a considerare più forte l’accordo della legge”, non tanto per insofferenza verso il legislatore, quanto per una consuetudine che ha consentito di far fare molti passi avanti al sistema industriale di questo Paese

Nel mondo

In prima su Europa si ricorda che oggi il Marocco vota sul referendum relativo alle modifiche costituzionali annunciate dal re Mohammed VI. Prevedono il rafforzamento dei poteri del premier, che sarà scelto dal re nel partito che vincerà le elezioni.

“Oggi il Marocco decide se il suo re visionario ci ha visto giusto”, titola un’analisi del Foglio (“la primavera marocchina è lui”, scrive il quotidiano riproducendo un titolo di Maroc Hebdo International). Elabadila Maaelaynine Chbihna, uno degli organizzatori del movimento di opposizione ’20 febbraio’, dice: “la monarchia mediatizza le riforme, senza farle”, “la forza del re non è lo slancio riformista, ma la sua strategia di cooptazione: i politici più minacciosi sono resi innocui e avvicinati al sistema attraverso il pagamento di somme, la garanzia di posti governativi”.

“Omicidio Hariri, i killer sono di Hezbollah”: così La Repubblica sintetizza l’atto d’accusa contenuto nel documento consegnato al procuratore generale libanese dal Tribunale speciale dell’Onu che indaga sull’uccisione dell’ex primo ministro. E la magistratura libanese ha emesso 4 ordini d’arresto nei confronti di esponenti del movimento Hezbollah (che è presente con 19 ministri -su 30- nella squadra del premier Mikati).

La vicenda è in prima sul Foglio: “Esce la verità sull’omicidio Hariri. In Libano Hezbollah prepara la guerra contro il Tribunale speciale”. I satelliti spia di Isreaele e America hanno registrato un massiccio spostamento sul territorio libanese di missili e armamenti pesanti dai depositi che Hezbollah aveva costruito in Siria. Il figlio dell’ex-primo ministro ucciso, Saad Hariri, negli ultimi tempi, si trova spesso fuori dal suo Paese.

Inizia oggi il semestre di presidenza Ue della Polonia: secondo Il Foglio “può portare un po’ di leadership in un ‘Europa senza leader”. Dal suo ingresso, nel 2004, “Varsavia ha smentito tutte le paure che hanno accompagnato la sua adesione. L’idraulico polacco -scrive Il Foglio- non ha invaso la Francia, anzi: i polacchi emigrati ora tornano in patria, perché il nuovo Eldorado sta a Est. La crisi è stata superata senza deficit insostenibili e, al contrario di chi prevedeva un impoverimento dell’Ue per l’ingresso dell’economia polacca, oggi è Varsavia a rendere più ricca l’Europa”.

Anche Il Sole 24 Ore ha due pagine di ‘speciale’: “La prima di Varsavia”, “A sette anni dall’ingresso in Europa prende il timone la locomotiva dell’Est”. Sergio Nava ricorda: “c’era una volta l’idraulico polacco”. E si ricostruisce “un cammino di vent’anni tra euforia e diffidenza”, dalal caduta del regime comunista all’integrazione. L’industria corre confondi europei, lo stabilimento polacco di Tichy è “il fiore all’occhiello della Fiat”. L’anno scorso i 6mila dipendenti hanno sfornato 530mila auto.

(Fonte: La Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)