Le aperture
La Repubblica: “Olimpiadi, il gran rifiuto di Monti”, “‘Non ce le possiamo permettere’. Insorge il Pdl, la Lega applaude”, “Il governo blocca la candidatura di Roma: costi imprevedibili. L’ira di Alemanno: ma non mi dimetto. Bersani: scelta responsabile”.
A centro pagina: “Sanremo si apre con un blitz della Guardia di Finanza”, “Controlli anti-evasione nella città del festival. Celentano contro tutti: dalla Chiesa alla Rai. Caos televoto, gara da rifare”.
Il Manifesto: “Non gioco più”, “Il fantasma della Grecia aleggia sul Colosseo. Il premier Mario Monti non firma la candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020: ‘Costi imprevedibili, non responsabile rischiare i soldi dei contribuenti’. Il sindaco Alemanno incassa un’altra sconfitta, ma non si dimette. La Lega sfotte. Tokyo favorita”.
La Stampa: “Monti cancella Roma 2020”, “Niente firma sulla candidatura olimpica: costi imprevedibili, troppi rischi”, “Alemanno e il Pdl insorgono: così non punta sul futuro dell’Italia. calderoli: evitati sperchi e scandali”.
Sotto la testata: “Crisi, l’Ue alla Grecia: ‘Così niente aiuti’. Venerdì Merkel in Italia”.
E sotto la testata anche i titoli per la decisione della Corte Costituzionale: “Ruby, il processo va avanti. Respinto il ricorso”.
Il Giornale: “Celentano farnetica e attacca i preti”, “Il Molleggiato a Sanremo contro Chiesa, frati e giornali cattolici. poi punge Montezemolo e assalta la Consulta. Difende solo Santoro”.
In evidenza anche la decisione sulle Olimpiadi: “Monti dice non alle Olimpiadi. Bossi è l’unico a esultare: ‘Giusti, lì fanno casino'”.
Corriere della Sera: “Monti dice no ai Giochi di Roma: ‘Non sarebbe stato responsabile'”.
A centro pagina: “Arrivano i redditi dei ministri”, “Decisa la pubblicazione online entro martedì. I guadagni di Barca, Profumo e Patroni Griffi”, “Controlli sulel pensioni d’invalidità: revoca per 1 su 3”.
Foto a centro pagina da Sanremo: “Celentano, show contro la stampa cattolica”.
Il Fatto: “Ior, ecco le carte che inchiodano il Vaticano”, “In una lettera il cardinale Nicora, capo dell’antiriciclaggio, lancia l’allarme: con la nostra ultima legge, facciamo un passo indietro e resteremo un paradiso fiscale”, “Il documento inviato a Gotti Tedeschi e alla Segreteria di Stato: così si stravolge tutto, rischiamo di creare ‘allarme nella comunità internazionale'”. Secondo il quotidiano, il Vaticano non ha alcuna intenzione di attuare gli impegni assunti in sede europea per aderire agli standard del Comitato per la valutazione di misure contro il riciclaggio di capitali: si citano quindi due documenti riservati del tribunale della Città del Vaticano e dell’ex presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica, Attilio Nicora.
A centro pagina sulle Olimpiadi: “Monti spegne la fiamma di Alemanno”.
Olimpiadi
“La favola insostenibile” è il titolo del commento a firma di Paolo Berdini che compare sulla prima de Il Manifesto: “Non era mai capitato che un comitato promotore guidato nientemeno da Gianni Letta e formato, tra gli altri, da Cesare Geronzi, Giovanni Malagò, Emma Marcegaglia, John Elkann, Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle e Azzurra Caltagirone, ricevesse un no così sonoro. Il presidente Monti ha negato il consenso all’avventura delle Olimpiadi romane del 2020. Ha fatto bene e godiamoci almeno per un giorno la rabbiosa ritirata dell’esercito dei cacciatori di appalti -rigorosamente bipartisan- che erano già pronti a mettere le manio sui 5 miliardi iniziali che sarebbero stati spesi in tante opere inutili”. Il governo non ha creduto agli studi che parlavano di un aumento del Pil tra il 2013 e il 2025 di 17,7 miliardi, accompagnato da un aumento di 14mila nuovi posti di lavoro a partire dal 2015, con un picco di 29mila nel 2020. Il Manifesto fa tre esempi per cui considera saggia la decisione di Monti: “Il bacino remiero era previsto a Settebagni, nelle aree in cui sorge il Salaria Village di Anemone, Bertolaso e Balducci. E’ un’opera sotto giudizio penale e avevano pensato di renderla eterna con altro denaro pubblico. Le gare di nuoto erano previste a Tor Vergata, nell’edificio disegnato da Calatrava che doveva già ospitare i mondiali di nuoto del 2009. Anche qui, visto che erano già stati gettati al vento circa 400 milioni di euro, si sfruttavano le olimpiadi per spenderne altri 500. Il velodormo, infine, doveva essere costruito ex novo perché il gioiello costruito nel 1960 era stato fatto saltare con la dinamite proprio per permettere l’ennesima speculazione edilizia sponsorizzata dall’ente Eur”.
Vittorio Feltri su Il Giornale considera una scelta di buon senso quella adottata da Monti: “E’ stato capace di assumere con fermezza una posizione impopolare, ma che pone al riparo i conti traballanti dello Stato da ulteriori scossoni e protegge la capitale da aggressioni cementizie, dal rischio di un’ondata di corruzione, da invasioni barbariche, dall’assalto delle cavallette politiche che tutto divorano lasciandosi dietro il deserto”. Gli italiani, scrive Feltri, hanno accettato un aumento delle tasse, tirano la cinghia: non gli si poteva chiedere di finanziare anche i Giochi olimpici, che “comportano la realizzazione di strutture faraoniche (miliardarie) e non garantiscono un ritorno conveniente nemmeno a lungo termine”.
La Stampa mette a confronto, con due interviste, le opinioni dell’ex ministro leghista Calderoli (“Abbiamo evitato sprechi e scandali”) e quella dell’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino (“Si doveva dire sì. A Torino la città si è trasformata”).
La Repubblica riferisce delle relazione di compatibilità che aveva fatto i conti sulla candidatura di Roma: preventivo di 9,8 miliardi, la metà sarebbe toccata allo Stato.
Lavoro
Il Corriere della Sera dedica due intere pagine ai temi che saranno al centro dell’incontro governo-sindacati che si terrà questa mattina a Palazzo Chigi. Ieri Monti è tornato sule polemiche relative all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: “Io sono della tesi che ciò che disciplina le assunzioni e i licenziamenti non sia del tutto irrilevante, né per i diritti dei lavoratori, né per l’incentivazione o la disincentivazione alle imprese per assumere. Detto questo, nessuno qui nel governo è alla caccia di simboli da usare come trofei per dare dimostrazione del fatto che stiamo cambiando l’italia”. Oggi arrivano peraltro in Italia gli osservatori della task force della Commissione europea sull’occupazione: e come riferisce un altro articolo del Corriere, ieri l’Ue è tornata a segnalare che in Italia, sul mercato del lavoro, ci sono troppe disuguaglianze: “troppa flessibilità per i giovani, troppe garanzie per gli adulti”.
Tra le analisi sul tema, in queste pagine del Corriere, segnaliamo anche quella firmata da Alberto Alesina e Andrea Ichino: “se il posto non è fisso, allora il salario va alzato”, dicono i due professori.
Segnaliamo altresì che delle due pagine del Corriere dedicate ai temi del lavoro fa parte anche un intervento di Alberto Bombassei, candidato alla successione di Emma Marcegaglia alla presidenza di Confindustria, che recita: “Dal debito pubblico alla crescita, Confindustria deve cambiare. Meno politica, più vicina alle imprese”.
La Stampa evidenzia nei titoli le parole di Monti sul lavoro: “Riforma anche senza accordo”.
E anche qui l’ammonimento dell’Ue: “Il problema Italia è la competitività”.
L’altro candidato alla presidenza di Confindustria, Giorgio squinzi, dice intanto: “L’articolo 18 è un’anomalia italiana che bisogna risolvere, però non è il motivo per cui nessuno viene più a investire in Italia o per cui gli imprenditori italiani hanno perso un po’ di voglia di investire nelle loro imprese”. Lo riferisce La Stampa.
DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini