Le aperture
La Stampa: “Nigeria, ucciso ostaggio italiano. Morto durante un blitz delle forze speciali inglesi. Roma non è stata avvertita”, “Il tecnico era da 10 mesi in mano a radicali islamici. Cameron: ‘Abbiamo dovuto agire subito’. Ma nessuna scusa”.
In taglio basso: “Grecia salva, spread a 300 punti”.
La Repubblica: “Nigeria, ucciso ostaggio italiano. Fallisce blitz inglese. Monti: avvertito da Cameron solo a cose fatte”, “L’ingegnere Lamolinara era stato rapito da Al Qaeda. Morto anche il prigioniero britannico. Il governo chiede spiegazioni a Londra”.
In taglio basso: “Il Pdl attacca: Riccardi se ne vada”, “Mozione di sfiducia firmata da 46 senatori. Il premier: stop alle polemiche”.
E ‘l’inchiesta’: “Borsellino, ultima verità: lo tradì un uomo dello Stato”.
Corriere della Sera: “Così è morto l’ostaggio italiano”, “Fallisce blitz inglese in Nigeria. L’ira di Palazzo Chigi”, “Lamolinara era prigioniero dal maggio 2011. Il governo: non avvertiti. Ucciso anche il rapito inglese”.
A centro pagina: “Quarantasei senatori del Pdl vogliono sfiduciare Riccardi. Monti ai partiti: non dividetevi”. “Attacco al ministro. Alfano: Pd e Udc non dettino l’agenda”.
In taglio basso: “E Borsellino pianse: tradito da un amico”, “Secondo i pm il magistrato fu ucciso perché scoprì la trattativa Stato-mafia”.
Il Giornale: “Avviso ai furbetti”, “Alfano chiede chiarezza a Monti”, “Il Pdl prepara la sfiducia a Riccardi, il ministro ‘schifato dalla politica’. Così impara. La mossa del segretario azzurro fa guadagnare punti al partito”.
A centro pagina, con foto: “Al Qaida uccide un italiano in Nigeria”, “Lamolinara era in Africa per lavoro. Rapito a maggio, è morto durante il blitz per liberarlo”. “L’autorevole governo tecnico non ne sapeva nulla”.
Libero: “Italiano ucciso all’insaputa di Monti”, “Altro schiaffo dopo i marò. Cameron ordina l’azione senza avvertirci. E non chiede neppure scusa. E’ ora di battere i pugni”.
A centro pagina, con foto del ministro Riccardi: “Il Pdl vuole la testa del ministro che schifa Alfano”.
Il Sole 24 Ore: “Atene passa il test: via ai nuovi bond”, “Lo spread dei BTp scende a 292 poi chiude a 300: tassi al 4,8%. Bonos sotto tiro”.
Di fianco, un intervento del capo dello Stato dedicato all’8 marzo. Lo ha pronunicato ieri e il quotidiano ne pubblica ampi stralci sotto il titolo: “Più lavoro alle donne per far crescere l’Italia”.
A centro pagina: “Certificati e pagamenti solo online”, “Ok alla fiducia sul decreto semplificazioni, martedì il sì della Camera. resta il nodo delle tlc”, “Un ddl bipartisan per il tetto agli stipendi esteso a Regioni e Authority”.
In taglio basso: “Ai dipendenti Volkswagen un premio di 7.500 euro”, “La produttività paga: bonus ai 90mila addetti in Germania”.
Nigeria
E’ Renzo Guolo a spiegare, sulle pagine de La Repubblica, la situazione che in Nigeria ha portato alla morte di Franco Lamolinara e del britannico Christopher McManus, due tecnici della Stabilini rapiti quasi un anno fa. Il sequestro era stato rivendicato dall’Aqmi, sigla che sta per Al Qaeda nel Maghreb islamico. La scorsa estate aveva diffuso un video dei due ostaggi, inginocchiati e bendati. Spiega Guolo che i sequestri sono rari nella Nigeria settentrionale, area a popolazione musulmana, mentre sono più frequenti nelle regioni petrolifere del Sud, con popolazione cristiana. La presa di ostaggi occidentali è tipica dell’Aqmi, che in questo modo finanzia la sua attività clandestina e colpisce il nemico ‘occidentale’. Il gruppo sta estendendo la sua attività al confine con il Niger, nel Ciad, Mali e Mauritania, puntando ad arrivare anche in Senegal. In Nigeria ha cercato l’alleanza con il movimento Boko Haram, setta salafita che, dopo l’uccisione, nel 2009, del suo leader Mohamed Yusuf (catturato dalle forze di sicurezza e poi ritrovato morto), si è ulteriormente radicalizzato. Sebbene il salafismo di Boko Haram non sia sovrapponibile al wahabismo radicale dell’Aqmi, è pur vero che la spirale del conflitto etno-religioso nigeriano potrebbe aver indotto il movimento locale Boko Haram a stipulare un patto contro il comune nemico.
Sul Sole 24 Ore Roberto Bongiorni parla del “terrore islamico dei talebani d’Africa”. Ricorda che il presidente Jonathan Goodluck è un cristiano, malvisto dalla metà musulmana del più popoloso Paese dell’Africa e che si è reso conto che Boko Haram è riuscito ad infiltrare i suoi seguaci nell’esercito, nella polizia, nel suo governo. Il nome Boko Haram è emblematico: significa ‘l’istruzione occidentale è un peccato’. Secondo Bongiorni suoi seguaci si ispirano al movimento dei talebani, il loro obiettivo è la trasformazione di tutti i 36 Stati nigeriani (oggi 13 adottano la sharia) in un califfato islamico in cui si applichi una versione rigidissima della sharia stessa. Invocano l’espulsione di tutti i ciristinai e non esitano ad incendiare chiese e fare strage di civili.
Su La Stampa si scrive di un “nuovo incubo diplomatico” e si sottolinea che c’è qualcosa da chiarire non solo sui passsaggi dell’incidente nigeriano, ma anche nel comportamento dei nostri servizi segreti. Il presidente del Copasir, il comitato parlamentare sui servizi segreti, ha stilato un comunicato che sottolinea proprio questo. Perché in seno al comitato si sottolinea che “fino a due giorni fa i nostri servizi di sicurezza ci hanno spiegato che tutto filava liscio e tranquillo. Che avevamo la situazione sotto controllo sul territorio. Naturalmente si riferivano ai dieci italiani sequestrati, Rossella Urru e Franco Lamolinara compresi. E allora vorremmo capire cosa è successo in questi due giorni, perché non siamo stati informati dell’imminente blitz?”.
Politica
Due giorni fa i cronisti alla Camera intercettarono uno sfogo del ministro della cooperazione Andrea Riccardi che, conversando con altri due ministri, in reazione alla decisione del segretario Pdl Alfano di annullare il vertice di maggioranza con Monti, si era detto schifato dalla politica. Questo spiega la decisione di 46 senatori Pdl di chiedere la sfiducia nei suoi confronti. L’ex Guardasigilli Nitto Palma dice: “Ma chi è questo Riccardi che si permette di dire che io, come componente della politica, faccio schifo? Allora, se la politica gli fa schifo, prendesse atto che si governa grazie ai voti della politica e se ne andasse via”. La frase viene riferita da La Repubblica, il ministro si era scusato ma a una parte del Pdl questo non basta. Il Corriere della Sera racconta l’amara lettura dei giornali fatta ieri dal Ministro e il suo commento: “E no: ‘Riccardi schifato da Alfano’, ‘A Riccardi fa schifo il Pdl’. Ma che modo è? Mica ho detto questo! Non lo penso e non l’ho detto”. Spiega Riccardi: “Quando tornerò a Roma leggerò la lettera dei senatori del Pdl con molta attenzione. Con l’attenzione che merita una istituzione come il Senato, nello spirito di questo governo”. E ancora, il ministro si sfoga: “Possibile? Stavo facendo due chiacchiere private tra colleghi, dopo una giornata difficile. Sono state captate ed estrapolate alcune battute. Le più colorite, delle quali mi sono subito scusato. Il contesto era più ampio. Stavo raccontando la mia difficoltà, a volte, di misurarmi con le logiche, legittime, delle dinamiche tra le forze politiche. I panni dell’antipolitico non mi appartengono”, “i partiti sono e restano fondamentali. Senza di loro non esiste la democrazia”. Sullo stesso quotidiano, nella sua “nota” Massimo Franco parla di un “incidente usato in modo strumentale da un Pdl in affanno”. E scrive che l’impressione è “che se non ci fosse stato il caso Riccardi, il Pdl ne avrebbe cercato e forse trovato un altro. La lettera dei 46 senatori manifesta l’intenzione di tenere strumentalmente aperto un incidente da considerarsi chiuso con le scuse del ministro. L’ipotesi di una crisi, tuttavia, “fa paura in primo luogo al Cavaliere e ai suoi”.
I quotidiani hanno avuto il tempo di registrare soltanto alcune battute delle dichiarazioni rilasciate ieri nel corso della trasmissione “Servizio pubblico” di Michele Santoro da Carlo Debenedetti: ne troviamo traccia in qualche riquadro. Sul Corriere della Sera, che riassume così le sue parole: “Bersani a Palazzo Chigi? La gente vuole cambiare”. “Ho molta stima e amicizia per lui -ha detto parlando del segretario Pd- dettp questo la gente vuole archiviare questo periodo, al di là dei meriti o dei demeriti delle persone. La gente vuole voltare pagina”. Debenedetti non ha risparmiato critiche neanche al Presidente dellaBce Draghi: “Sbaglia quando dice che il welfare europeo deve essere cambiato, è parte della nostra cultura, è una nostra caratteristica. Nel momento in cui ci viene chiesto giustamente di pagare le imposte, abbiamo diritto di esigere che queste imposte ci vengano restiuite sotto forma di servizi da un lato e di welfare dall’altro. Gli indignati hanno ragione: sono l’inizio di un malessere che è molto più diffuso nel Paese”.
Lusi
Il Corriere della Sera dedica una intera pagina al caso dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, accusato finora di appropriazione indebita: ma l’inchiesta ora coinvolge anche la moglie, il cognato e la nipote, che con lui sono anche accusati di ricettazione e violazione della normativa antiriciclaggio. I pm di Roma scrivono: “Dal conto corrente della Margherita sono usciti circa undici milioni di euro senza alcuna giustificazione. Un fiume di denaro che il tesoriere ha potuto utilizzare senza alcun controllo e lasciando opache le destinazioni finali”. La procura definisce “operazioni predatorie” quelle condotte da Lusi.
Su La Stampa: “Si allarga il caso Lusi, indagati moglie e parenti. I pm di Roma: l’ex tesoriere della Margherita sottrasse 20 milioni”.
Il Sole 24 Ore, parlando delle accuse dei pm: “‘Lusi ha sottratto venti milioni’. L’ex tesoriere: seguivo ordini”, “tutti sapevano, rischia di saltare il centrosinistra”.
E poi
In prima su La Repubblica un reportage di Bernardo Valli da Istanbul: la città “offre l’immagine di un Paese nuovo. Appagato dal suo status di membro del G20 e dal ruolo di guida in Medio Oriente. Il suo governo, però, è oscurato da poteri sotterranei e la sua ambiziosa diplomazia è appannata dalle ambiguità”. Valli sottolinea che si tratta di una “democrazia incompiuta”, racconta la repressione che ha colpito tanto la stampa che i generali, ma anche il ruolo che nel Paese ha la potente confraternita sufi di Fetullah Gulen.
Il Corriere della Sera si occupa di Afghanistan e parla di un “editto di Kabul”. E’ un documento stilato dal consiglio degli ulema secondo cui le donne non devono mai viaggiare senza un parente maschio, ed è loro proibito entrare in contatto con sconosciuti al mercato, a scuola, negli uffici. La notizia sta nel fatto che il presidente Karzai pare appoggiare questo documento, che considera rispettoso della sharia: “Non pone alcun limite alle donne. Sono regole valide per tutti i musulmani”. In rivolta alcune parlamentari afghane, che considerano il codice degli ulema contrario alle leggi del Paese, ed invitano il presidente a rispettare la Costituzione. Gli attivisti attaccano quello che definiscono il gioco politico cinico di Karzai, che appoggia “la causa delle donne per continuare a ricevere finanziamenti internazionali” e poi cede “agli elementi ultraconservatori nel Palazzo presidenziale”. Lo accusano di vendere le donne alle trattative con i talebani in corso, considerate l’unica via di uscita alla guerra.
DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini