Napolitano: follia negare la cittadinanza ai figli di immigrati

Pubblicato il 23 Novembre 2011 in da redazione grey-panthers

Le aperture

La Repubblica: “Napolitano: follia negare la cittadinanza ai figli di immigrati”. “La Lega attacca il Colle. Il Pdl: governo a rischio”. Il commento è firmato dalla sociologa Chiara Saraceno: “Quei ragazzi nel limbo”. Il titolo più grande è per Monti ieri a Bruxelles: “Monti all’Ue: l’Italia ce la farà. Durante l’incontro a Bruxelles discussione sul pareggio di bilancio entro il 2013. Poi il premier dichiara: rispetteremo i tempi. Barroso: sfida immensa ma c’è fiducia. Tensioni sullo spread”. In evidenza a centro pagina anche l’effetto delle piogge di questi giorni: “L’alluvione si abbatte sul sud. Ponti crollati e frane: quattro morti”. In prima pagina anche lo “scandalo Finmeccanica”, “ultimatum del premier”, che ieri è intervenuto per chiedere “una soluzione rapida e responsabile” per Finemccanica.

Il Corriere della Sera: “Monti: ora riforme incisive. Vertice con Barroso e Van Rompuy. ‘Piena sintonia di Roma con le richieste dell’Unione’. Il premier a Bruxelles: subito manovra correttiva da 15 miliardi”. Il titolo di apertura è per Finmeccanica e le parole di Monti: “Soluzione rapida per Finmeccanica. Il governo chiedere una svolta dopo l’inchiesta. Ma Guarguaglini resiste alle dimissioni”. A centro pagina le parole di Napolitano sugli immigrati (“La Lega: sarebbe contro la Costituzione”), e l’alluvione a Messina.

Su Il Sole 24 Ore viene pubblicata la prefazione del Capo dello Stato al volume sui 150 anni dell’Unità d’Italia: “Le vere radici della coesione italiana”, il titolo. Sotto, le parole pronunciate ieri da Napolitano sugli immigrati.

Libero apre con le parole di Napolitano, che “adotta i clandestini. Il presidente vuole la cittadinanza per chi nasce in Italia. Un’uscita incomprensibile in questo momento di emergenza. Ma lui ha un piano”.

Il Giornale: “Monti ride, la Borsa no. Lo scivolone del Professore. Il premier: ‘Andremo fino a fondo’.Gaffe o profezia? Mercati e spread KO”. E poi: “Berlusconi contro i giudici: ragazze vittime, ma dei pm”.

Immigrazione

Scrive Il Sole 24 Ore che per la seconda volta in pochi giorni il Capo dello Stato è tornato ad intervenire sul tema del diritto degli immigrati ad ottenere la cittadinanza: “E’ una assurdita che dei bambini nati in Italia non diventino italiani. Non viene riconosciuto loro un diritto fondamentale”. Napolitano parlava ad un incontro con la Federazione delle chiese evangeliche. Il quotidiano offee anche una “fotografia” della popolazione immigrata, su dati Istat, in cui si evidenzia che in Italia ci sono quasi un milione di minori stranieri, dei quali oltre 500 mila sono nati in Italia. Un altro articolo sulla stessa pagina si sofferma sulla decisione del Consiglio di Stato, che ha annullato due giorni fa “uno dei primi atti del governo Berlusconi”: i decreti che il governo varò per la “emergenza rom” in Campania, Lazio e Lombardia.
Irene Tinagli su La Stampa sottolinea come in un Paese “l’apertura non solo porta al proprio interno nuove energie, nuove idee, più dinamismo, ma proietta all’esterno l’immagine di una comunità forte, attrattiva, che non teme il confronto e l’influenza esterne, ma che le integra e si alimenta di esse”: è stata questa, per esempio, la grande forza degli Stati Uniti nei due secoli passati, un Paese che ha accolto milioni di immigrati, spesso senza che nemmeno conoscessero la lingua inglese. La Tinagli cita poi i dati dell’Istituto Tagliacarne e di Unioncamere sul contributo degli stranieri alla nostra economia, e scrive che ci sono settori, come quello delle costruzioni, in cui addirittura un quarto del valore aggiunto è prodotto dagli stranieri. E “pochi sanno che i contributi versati dagli stranieri all’Inps ammontano a sette miliardi di Euro, ovvero il 4 per cento di tutte le entrate dell’Inps, una cifra altissima soprattutto se si considera che sono pochissimi gli immigrati che, invece, beneficiano di una pensione dallo Stato italiano.
Chiara Saraceno su La Repubblica sottolinea come i minori nati in Italia da genitori stranieri siano costretti dalla legge italiana “in uno statuto di apolidi di fatto” con tutte le restrizioni che questo comporta: se i loro genitori perdono il diritto di soggiorno, ne seguono il destino, anche se l’Italia è l’unico Paese che conoscono. Ed è meglio che non passino lunghi periodi fuori dall’Italia se non vogliono rischiare di perdere il diritto a chiedere la cittadinanza.
Mentre a un giovane nato e cresciuto all’estero da genitori italiani che non hanno mai vissuto in Italia bastano due anni di soggiorno ininterrotto in Italia per avere la cittadinanza, ad un figlio di stranieri nato e vissuto nel nostro Paese ne occorrono 18. La Saraceno sottolinea come questi figli vivano sospesi tra due mondi: uno non lo conoscono, l’altro non li riconosce. E questa esperienza difficile “può anche innescare processi di rifiuto, di estremizzazione difensiva della propria non appartenenza”.
Interpellato da La Repubblica, il neoministro alla Cooperazione e della Integrazione Andrea Riccardi dice che è assolutamente necessario ripensare la legge sulla cittadinanza perché “l’integrazione è un tema centrale di questa epoca”. Va sottolineato che ieri, nel suo intervento, Napolitano ha esplicitamente sottolineato l’importanza della istituzione del nuovo ministero.
Secondo il Corriere della Sera il Colle in questo modo ha anticipato la mossa del “Parlamento padano” che, secondo il quotidiano, si apprestava a riaprire i battenti proprio con un attacco preventivato al Capo dello Stato, che già si era espresso sul tema.
Sullo stesso quotidiano, Gian Antonio Stella racconta la storia di un omonimo di Umberto Bossi sbarcato nel 1935 ad Ellis Island.

Monti

Ieri Monti ha avuto il suo primo incontro con i vertici dell’Ue ed ha ribadito di non aver “mai messo in discussione” l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Di misure concrete, parlerà venerdì, secondo La Repubblica, quando riceverà a Roma il Commissario Ue Olli Rehn. Ieri si sono affrontate “questioni strategiche di eurolandia”, tra cui “se e come si debba tenere conto del ciclo economico nella determinazione quantitativa degli obiettivi” di bilancio. La Stampa sottolinea come sul tavolo approderà anche la questione degli eurobond. Le posizioni di Monti e del Presidente della Commissione Ue sul tema sono molto simili. La Cancelliera Merkel, al momento, resta contraria, mentre il Professore ha detto ieri che sul tema “non ci devono essere tabù”, precisando che le emissioni comuni possono essere immaginate “non per eludere la disciplina finanziaria” ma per “contribuire a fare dei mercati una forza più stabile nel disciplinare i bilanci pubblici. Secondo La Stampa c’è stata una parziale apertura anche da parte del Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy.

Internazionale

Scrive l’inviato de La Stampa al Cairo che la piazza egiziana è uscita vittoriosa dal braccio di ferro con i militari egiziani: il generale Tantawi, capo del consiglio supremo delle forze armate, ha affermato che “l’esercito è pronto a rientrare nelle caserme”, pur precisando che ciò avverra “se la popolazione lo deciderà attraverso un referendum popolare, che potrebbe essere organizzato anche immediatamente”. Accolte le richieste della piazza di nominare un governo di salvezza nazionale.

La Repubblica riferisce anche che Tantawi ha confermato la data delle prossime elezioni (lunedì 28 novembre) e ha annunciato  che le presidenziali si svolgeranno entro giugno 2012 (si prevedeva il 2013). Secondo il quotidiano il nuovo governo di salvezza nazionale potrebbe essere guidato dall’ex direttore dell’Aiea El Baradei, quasi certo candidato alle presidenziali. Il suo nome sarebbe stato fatto circolare dopo un incontro ieri pomeriggio tra i militari e alcune forze politiche egiziane, tra cui i Fratelli Musulmani. Malgrado questo, le piazze sono rimaste piene di giovani dei movimenti universitari e dei nuovi partiti e gruppi sociali nati dopo la caduta di Mubarak: vogliono che Tantawi vada via subito, come ha fatto sapere il “movimento 6 aprile”, protagonista della rivolta di gennaio. La Stampa sottolinea come sia stata ampiamente raccolta la richiesta di 36 movimenti e partiti per una manifestazione che raggiungesse il milione di persone. I salafiti, riconoscibili dalla barba folta, erano appena qualche centinaio. Non c’erano striscioni di partito. Secondo questo quotidiano, il possibile premier di salvezza nazionale potrebbe anche essere Abdel Fotouh, ex esponente dei Fratelli Musulmani, che stanno trattando con i generali. Una analisi a parte è dedicata alla galassia che è scesa in piazza in questi giorni: “Blogger, islamici e liberali, uniti dalla lotta per i diritti”.

Scrive Paola Caridi: difficile da comprendere in Occidente è che Tahrir è l’espressione di quelli che il sociologo Asef Bayat definisce i “non movimenti sociali”, cioé la politica della strada, “fuori dall’organizzazione e dalle strutture. Un magma che non è massa di manovra, ma riesce ad unirsi su richieste ed obiettivi ben precisi”. Malgrado abbiano provenienze culturali diverse, “sono una vera e propria comunità”, con un unico collante: i diritti. “Tutti i diritti: individuali, umani, civili, sociali”.

Su La Repubblica è Gilles Kepel ad occuparsi della “fase due” della rivoluzione egiziana, con un confronto con quanto accaduto nella Tunisia del dopo Ben Ali: la sola rivoluzione che sembra proseguire il suo corso in modo relativamente sereno – scrive Kepel – “è quella tunisina, probabilmente per via di una classe media colta che ha voluto l’istituzione di un organismo per la salvaguardia dei valori della rivoluzione”. In Egitto gli apparati più forti dell’ex dittatura e in particolare lo Stato maggiore militare hanno contribuito a controllare le leve del potere. Secondo Kepel in Tunisia “si è prodotta una rivoluzione nell’accezione più marxista del termine”,perché dopo l’immolazione del giovane che fece scattare la rivoluzione, hanno cominciato a sollevarsi i poveri all’interno del Paese, e a questo movimento si è aggiunta la borghesia delle città e della costa. Unite, si sono sbarazzate del tiranno, mentre l’esercito tornava nelle caserme. In Egitto non c’è stata una tale mobilitazione: “C’è stato solo lo spettacolo di piazza Tahrir, riempita da numerosi attivisti, ma comunque pochi rispetto agli ottanta milioni di egiziani”.

Su Il Foglio Daniele Raineri – dal Cairo – spiega il contenuto di quelle norme “sovracostituzionali” che i militari egiziani avrebbero voluto imporre al Paese, nel momento in cui si appresta a varare la nuova Carta: insindacabilità del bilancio delle Forze Armate, supervisione sulle norme che l’assemblea costituente potrebbe varare.

E poi

E’ morta Danielle Mitterand. Lo ricordano La Stampa e il Corriere della Sera. La Stampa scrive che suo padre era un preside massone, repubblicano di sinistra, rimosso dal regime di Vichy perché si era rifiutato di consegnare la lista dei professori e degli studenti ebrei. Era l’incubo dei ministeri degli esteri. Terzomondista, sostenitrice del Fronte polisario, si rifiutò di incontrare il re del Marocco. Fece arrabbiare i cinesi, battendosi per i diritti dei tibetani, e i turchi battendosi per i curdi. Abbracciò il subcomandante Marcos e Castro.
Diceva di fare quello che il marito non poteva fare. E lui, il Presidente, si scusava con ministri degli esteri: “Spero che Danielle non vi disturbi troppo”.
Per finanziare la sua Fondazione, “France Libertés”, vendette i regali che aveva ricevuto all’Eliseo. La sua ultima battaglia fu per il diritto all’acqua potabile.
Il Corriere scrive che non si lasciò mai distrarre dai lussi di Palazzo e moltiplicò l’impegno, rischiando la vita in Kurdistan, quando scampò ad un attentato nel quale persero la vita sette persone.

La Repubblica dedica grande attenzione a una “legge bavaglio” approvata in Sudafrica, che prevede per i giornalisti fino a 25 anni di carcere. Secondo la scrittrice Nadine Gordimer, “sotto il paravento della sicurezza nazionale, si cerca di celare affari sporchi e nepotismo”.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini