Corriere della Sera: “Crescita: lite sui fondi e rinvio”. Slitta il decreto, “la Ragioneria: non c’è copertura. Scontro con Passera”.
Il Giornale: “Monti nel pallone”, “Salta il decreto sviluppo. Il premier: ‘i poteri forti ci hanno abbandonato’. Finalmente Napolitano in Emilia. Ma i terremotati lo fischiano”.
La Repubblica: “Nomine Rai, lo strappo di Monti. Oggi si decide. Slitta il decreto sviluppo, scontro tra il premier e Passera”.
Il Fatto: “Monti: ‘Mollato dai poteri forti’. Elezioni più vicine”.
Il Sole 24 Ore: “Negozi, uffici, capannoni: l’Imu aumenta fino al 243%”. E a centro pagina: “Fitch declassa la Spagna: rating a BBB”.
La Stampa: “Brindisi, si cercano complici. I pm: l’assassino di Melissa non ha agito da solo. Buio sul movente”.
Ior
Il legale dell’ex presidente della banca Vaticana Ettore Gotti Tedeschi, Fabio Palazzo, ha spiegato che il suo assistito non ha affato consegnato un memoriale ai magistrati di Napoli e di Roma: il materiale è stato sequestrato nel corso delle perquisizioni decise dalla porcura di Napoli. Il legale, secondo quanto racconta Il Sole 24 Ore, ha precisato che “tra il materiale sequestrato vi erano degli appunti di lavoro che contenevano elementi utili per controbattere alle accuse che gli erano state fatte quando è stato sfiduciato”. Gotti Tedeschi ha risposto come persona informata sui fatti alle domande dei pm di Napoli che indagano su presunte tangenti Finmeccanica, martedì. E il giorno seguente ha risposto ai pm di Roma nell’ambito di un procedimento pendente da oltre un anno nel quale non è indagato e che avrebbe ad oggetto ipotesi di riciclaggio. Dice l’avvocato che il memoriale “non fa riferimento a nessun caso di riciclaggio, ma parla di come risolvere problemi relativi ai conti, adottando adeguate procedure anti-ricilaggio che, se applicate, avrebbero consentito di entrare nella white list, e che qualcuno aveva ostacolato, o comunque ne aveva criticato l’applicazione”. Secondo il legale, l’ex presidente Ior “nonera a conoscenza di nessun caso di riciclaggio”. Insomma, secondo il banchiere, nei 47 faldoni sequestrati non ci sono rivelazioni di operazioni illecite, ma considerazioni relative alla legislazione sulla trasparenza, vicenda al centro dello scontro (sempre negato in Vaticano) che ha portato al suo defenestramento.
La Stampa scrive che Gotti Tedeschi aveva consegnato una copia del ‘memoriale’ alla segretaria, dandole indicazione di consegnarlo, se gli fosse accaduto qualcosa, a tre persone: un giornalista, un avvocato e un suo amico personale. Il banchiere temeva per la sua vita perché aveva chiesto trasparenza e perché voleva che la banca vaticana rispettasse le normative internazionali sull’antiriciclaggio, secondo il quotidiano. Nel memoriale vi sarebbe anche uno scambio di lettere con il segretario del Papa don Georg, sul conflitto che lo contrapponeva al direttore generale dello Ior Paolo Cipriani.
Pdl, Pd
“Incredibile, Schifani sogna il Quirinale”, titola Il Fatto riferendosi alla lettera a Il Foglio in cui il presidente del Senato, ieri, chiedeva ai vertici del partito un’operazione verità, un abbandono delle tentazioni populiste anti-Monti. Schifani invitava poi il segretario Alfano a rafforzare la sua “autonomia”. Tanto che Il Sole 24 Ore riferisce che, secondo alcuni, la lettera sarebbe stata scritta a quattro mani. Il quotidiano titola: “Nel Pdl tensione Berlusconi-Alfano. Ipotesi primarie”.
Oggi, secondo il Corriere, nel corso dell’ufficio di presidenza Pdl, Alfano tenterà di far prevalere una linea di sostanziale unità. E dal Pdl, secondo ilquotidiano, c’è una richiesta Pdl a Berlusconi perché si eviti la formazione di liste “ostili” al partito: si parla di liste under 45 alle quali starebbe lavorando Bertolaso o a liste guidate da Sgarbi o Santanché. Quest’ultima ha risposto allo stesso Schifani: “Il presidente del Senato, smessi per un giorno i panni della terzietà istituzionale, ha detto sostanzialmente una cosa: il Pdl deve sostenere il governo Monti senza se e senza ma”. La Santanché, ricorda Repubblica, è su una linea opposta, di opposizione dura al ‘governo delle tasse’. Anche secondo La Repubblica, Alfano pensa alle primarie.
Oggi si riunisce anche la direzione Pd e il Corriere riassume così la situazione: “Primarie aperte e addio Vasto. Il leader Pd scende in campo”. Secondo il quotidiano D’Alema non si ricandiderà, è una sfida al ricambio chiesto da Renzi, il sindaco di Firenze. Le primarie potrebbero tenersi ad ottobre, per non dar modo a Renzi “di continuare con il suo tormentone”, come scrive il Corriere. Nessun candidato del Pd ufficiale: non Bindi, non Letta. Nessuno scenderà in campo per sfidare il leader. Primarie aperte per risvegliare l’elettorato del centrosinistra. Il nemico sembra allora uno solo: “quel Matteo Renzi che non rinuncia alla sfida, ‘perché siano primarie vere’”, chiosa il quotidiano.
Renzi viene intervistato da Il Foglio: le primaire si faranno ad ottobre “ed è una nostra vittoria” dato che le chiedevamo da tempo, “Bersani è stato coraggioso”. Quando Bersani ufficializzerà la sua scelta, “saremo pronti a giocare la nostra partita. Lo faremo per sfidare il segretario, certo, ma soprattutto lo faremo per affermare le nostre idee, per dare una scossa al partito”. Renzi dice “noi” e spiega perché: “non perché ci tenga a fare l’acrobata con le parole, ma solo perché so che nei prossimi mesi, se dovesse emergere una candidatura più forte della mia, sono pronto a farmi da parte”, perché serve “qualcuno che ha la possibilità di vincere e non di fare una mezza comparsata, sul modello Rosy Bindi, come è accaduto alle ultime primarie del centrosinistra”. Il Foglio si chiede poi a che modello di primarie si riferisca Bersani e ipotizza che la formula scelta permetterebbe di partecipare alla competizione non solo Matteo Renzi, ma anche tutti gli altri ledaer di partito alleati con il Pd: primarie aperte di coalizione. “Poco importa la formula”, dice Renzi, quel che conta sono i contenuti, quelli della assemblea della Leopolda: “non parleremo mai di alleanze, parleremo molto di liberismo, di merito, di Europa, di ambiente e proveremo a dimostrare che per essere il principe dell’innovazione il Pd non ha bisogno di ammanettarsi a qualche inutile e dannosa lista civica”. I contenuti cui pensa Renzi verranno rilanciati in una grande convention “in stile obamiano” a luglio, in cui verrà lanciata la candidatura. E Renzi avverte il Pd: corro per vincere e “possiamo vincere davvero”.
Su La Repubblica: “Renzi pronto al duello con il segretario, in campo Gori (Giorgio Gori, ex Canale 5, ndr.) e comitati in 700 comuni”. La macchina del “sindaco-rottamatore” è fatta di social network e banchetti. Ha un database di 50mila nomi e da mesi gira l’Italia per presentare il suo nuovo libro, “Stil novo”.
Monti
Ieri il presidente del Consiglio, intervenendo al congresso delle Acri (Associazione delel Fondazioni e delle Casse di Risparmio) si è tolto qualche sassolino dalle scarpe, come scrive Il Sole 24 Ore: “Ringrazio il presidente Guzzetti per il suo apprezzamento dell’azione del Governo. Scopro dalle sue parole che, se io e il mio governo abbiamo perso l’appoggio dei poteri forti, che gli osservatori ci attribuivano, spesso colpevolizzandoci, abbiamo invece quello di un potere fortissimo, come è quello dell’Acri”. E poi: “Non incontriamo favore in un importante quotidiano considerato voce autorevole dei poteri foprti e non incontriamo favore presso Confindustria”. Il riferimento -spiegail quotidiano- è probabilmente ad un editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi pubblicato sul Corriere, in cui si affermnava che la direzione dell’esecutivo è “troppo simile alla vecchia politica”. Il Sole ricorda, peraltro, che Giavazzi è consulente del governo per la riforma del sistema dei contributi alle imprese.
Sull’operato del governo: “Non nego che avremmo potuto fare di più e meglio -ha detto Monti- ma molte riforme sono state realizzate con grande rapidità e sull’onda dell anecessità: oggi si danno come risultati acquisiti, ma si tratta di riforme che hanno infranto veri e propri tabù rimasti intoccati per decenni. Penso alla riforma delle pensioni”.
Crisi, Ue.
“Adesso la priorità è la crecita, non le riforme”: così La Stampa sintetizza i contenuti di un’intervista al Premio Nobel per l’economia Jospeh Stiglitz, che dice di averne parlato anche con Monti. Secondo Stiglitz c’è troppa attenzione alle riforme strutturali in Italia, mentre si dovrebbe puntare soprattutto ad aumentare la domanda. Sulla cancelliera Merkel: sta ripetendo gli errori del passato, è incomprensibile, la situazione gli ricorda la politica del presidente americano Hoover, “l’ultimo che provò a superare la recessione con l’austerity”, provocando la Grande Depressione.
Su La Stampa, proprio nella pagina accanto, si scrive che la cancelliera tedesca ha invocato “più Europa”, più unione, ma “a due velocità”.
Il Sole 24 Ore continua il suo conteggio a -20 giorni dal decisivo vertice Ue e continua a raccogliere opinioni di “europeisti”. Oggi interpella l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, che dice: “Uniti o l’Europa esce dalla storia”.
Siria
Ieri in Siria si è sparato sugli osservatori Onu che avrebbero dovuto indagare anche sullo scambio di accuse tra forze del regime e oppositori sulla responsabilità delle stragi nei giorni scorsi. E le stragi continuano: La Stampa riferisce della uccisione ad Hama di 78 persone, mercoledì.
Il Sole 24 Ore intervista il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che dice: “Diamo agli osservatori la possibilità di difendersi”. La Russia, sostiene Terzi, è necessaria per risolvere la crisi, ma “è con noi che difende i suoi interessi”.
Anche sul Corriere una lunga intervista a Terzi: “bisogna convincere Mosca e Pechino della ineluttabilità del ricambio di potere a Damasco, spiegando a Mosca che questo è il modo migliore di conservare amicizie nel mondo arabo. Assad e i suoi se ne devono sicuramente andare, bisogna costruire un processo di transizione”, dice Terzi.