MANOVRA, PENSIONI: uscite con contributi vincolate a 40 anni effettivi di servizio, non valgono i riscatti per laurea e servizio militare

Pubblicato il 30 Agosto 2011 in da redazione grey-panthers

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Niente superprelievo, misure sulle pensioni” è il titolo di apertura. “Accordo Pdl Lega. Ridotti di due miliardi i tagli agli enti locali. Ritiro dal lavoro, per l’anzianità non varranno servizio militare e laurea. Manovra: salta l’aumento Iva, caccia a chi elude il fisco con le società di comodo”. A centro pagina: “Scajola indagato per la casa. Il cardinale Bagnasco: La questione morale dei politici grave e urgente'”. Sulla Libia: “Algeri accoglie i figli di Gheddafi”.

La Repubblica: “Via la supertassa, stretta sulle pensioni. Addio alle province, il Parlamento sarà dimezzato. Il Cavaliere: stappo lo champagne”. A centro pagina: “Scajola indagato. Pd a Penati: fatti processare”. A centro pagina anche le notizie dalla Libia: “In Algeria la famiglia Gheddafi. I ribelli: ucciso il figlio Khamis”.

La Stampa: “Via la supertassa, stretta sulle pensioni. Eliminate tutte le province, dimezzati i parlamentari: ma bisognerà cambiare la Costituzione. Il Fmi taglia le stime di crescita: ‘Servono riforme e rigore’. L’opposizione: i conti non tornano”.
A centro pagina, politica e giustizia: “Caso Penati, spuntano anche le coop rosse”. E “la casa pagata ‘a mia insaputa’: Scajola indagato”. Foto sulla Libia: “La famiglia di Gheddafi in Algeria, i ribelli di Gheddafi sul suo aereo”.

Il Sole 24 Ore, con uno speciale manovra: “Stop sull’Irpef, ministretta sulle pensioni”. Sotto la testatina, sulla Libia, con foto dell’Amministratore delegato Eni Scaroni: “Firmata l’intesa tra Eni e insorti, moglie e figli di Gheddafi in Algeria”. In taglio basso: “Borse in rialzo, sprint da Usa e Bce”.

Il Giornale, dopo il vertice: “Ha vinto Berlusconi”, “niente nuove tasse”, “via il contributo di solidarietà e stop all’aumento Iva”. Paga la politica: “Abolizione di tutte le province, dimezzati i parlamentari”: In taglio basso, “tangenti rosse”: “la procura stringe su Serravalle, caccia ai conti esteri di Penati”, “e Bersani teme che i nemici interni adesso abbiano deciso di silularlo”.

Libero si intesta una vittoria sul risultato della manovra: “Vittoria: niente tasse”, “via il superbalzello sui redditi oltre 90 mila euro, no all’aumento Iva, controlli a tappeto anti-evasione, in pensione più tardi ma c’è il trucco, e gli enti locali si salvano. Silvio: ‘Ho raddrizzato questo decreto nato male’. La Lega non ride però ci sta”. E con caricatura a centro pagina di Penati e Bersani, si scrive che “Il Pm rompe il tabù Serravalle: ‘Tangenti a Penati anche per l’autostrada’”.

Il Foglio, in riferimento alla manovra, che definisce “la spuntatina”, titola: “Alfano e Maroni più forti dopo sette ore di fatica per sgonfiare Tremonti”.

Per Europa il risultato del vertice sulla manovra va letto così: “Bossi salva le poltrone dei suoi e svende i pensionati”, “accordo tra Pdl e Lega, l’unico che vince è Berlusconi. Ma i conti non tornano”. A centro pagina il referendum sulla legge elettorale: “Si ravviva la campagna pro-mattarellum, Bersani dice che è un stimolo”, “a Bologna firma Prodi, a Roma Veltroni, aderisce anche Europa”.

Il Fatto quotidiano: “La buffonata”, “fingono di tagliare le province e i parlamentari con legge costituzionale, ovvero chissà quando. La casta è salva. Tolgono il contributo di solidarietà, ma attaccano le pensioni. La terza manovra di B. Bossi e Tremonti è il gioco delle tre carte”. In taglio basso: “Scajola indagato, ora anche lui sa”.

L’Unità: “Evasori salvi, le pensioni no”. E in prima una foto della manifestazione bipartisan dei comuni contro i tagli (tra gli altri, Pisapia, Alemanno, Tosi).

Manovra

Secondo Il Sole 24 Ore l’accordo politico c’è stato, ma ora occorre far quadrare i conti: e dai primi calcoli effettuati emergono dubbi di copertura su non meno di 4 miliardi. Spiega il quotidiano che la soppressione tout court del contributo di solidarietà comporta il venir meno di un gettito di 3,8 miliardi nel triennio 2012-2014. Per gli enti locali si prospetta una riduzione di tagli per circa 2 miliardi nel biennio. Cifre consistenti, che non trovano un bilanciamento “chiaro e sicuro” negli interventi che sono stati introdotti dalla maggioranza. La lotta all’elusione è certamente meritevole, “ma quanto potrà produrre nel 2012?”. Né è quantificabile il gettito dell’azione anti-evasione dei comuni. Quanto alle pensioni, “produrranno effetti sui conti pubblici solo nel 2013″. Il quotidiano spiega analiticamente come cambierà il decreto: il contributo di solidarietà viene eliminato del tutto e resta in piedi solo per i parlamentari; Stop all’aumento dell’Iva e alla patrimoniale anti-evasione caldeggiata dalla Lega; primo intervento sulle pensioni di anzianità, vincolando le uscite con contributi a 40 anni effettivi di servizio, senza più il computo dei riscatti per laurea e servizio militare; stretta sui vantaggi fiscali delle cooperative”. Il Sole sottolinea che l’intervento sulle pensioni non dovrebbe produrre alcun risparmio nel 2012 a causa della già prevista finestra unica per le uscite, attraverso la quale i pensionamenti vengono di fatto posticipati di un anno.
“Attenzione ai saldi”, è il titolo dell’editoriale in prima del Corriere, a firma di Dario Di Vico.

Arrivano tre miliardi in più per gli enti locali, nel senso che i 9.2 miliardi da tagliare nel biennio 2012-2013 agli enti locali verranno ridotti di 2. Anzi, di 3 miliardi, se si tien conto dei maggiori introiti della Robin Hood Tax sulle società energetiche. Il resto dovrebbe arrivare da una più incisiva lotta all’evasione sul territorio. I comuni saranno incentivati a stanare gli evasori, perché potranno trattenere una quota sostanziosa del gettito recuperato.

Una intera pagina de Il Giornale è dedicata alle “grandi novità” presenti nella manovra: “Un colpo alle coop, meno privilegi fiscali”. “Ieri il vento è cambiato e le coop sembrano essere destinate ad assomigliare sempre più alle altre aziende”, per la riduzione prevista delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative: verranno ridotte le esenzioni dalla imposta sul reddito di impresa, che è il principale beneficio fiscale di cui godono e che valgono circa 750 milioni di euro. Il Giornale sottolinea che il mondo delle coop è diviso fiscalmente in due: da una parte quelle a mutualità prevalente, che realizzano più del 50 per cento del fatturato con i soci (per esempio una cantina sociale, o un frantoio che offrono servizi soprattutto ai soci); poi ci sono quelle a mutualità non prevalente, che vendono beni e servizi a non soci. Fino al 2001 le coop non dovevano pagare imposte sugli utili, poi il ministro Tremonti limitò i benefici a quelle sociali. In seguito, con la riforma del diritto societario, l’esenzione per le società a mutualità prevalente arrivava al 70 per cento, e per quelle simili ad aziende normali al 30. Infine, un paio di anni fa, la stretta limitò l’esenzione delle prime al 55 per cento, nel caso di grandi aziende (per esempio Coop). La stretta potrebbe concentrarsi proprio su queste, facendo calare le percentuali di esenzione.
In alternativa, Tremonti potrebbe decidere di fare salve solo le coop sociali (per esempio servizi di assistenza ai malati) trattando le altre come aziende normali.
Il Presidente di Confcooperative Luigi Marino, intervistato da La Stampa, parla esplicitamente di “cattiveria” da parte del governo, poiché si tratta di un “provvedimento puramente politico”: “Per lo stato gli introiti ricavabili sono nulla, su una manovra da 45 miliardi. Si colpisce invece un principio, si punisce l’unica forma di impresa solidaristica”. Marino contesta anche i numeri delle agevolazioni fiscali: le tabelle utilizzate per quantificarle sono false, le agevolazioni sono qualche decina di milioni in meno di quel che calcola il governo”. Sarà la vittoria “di chi vuole omologare il mercato alle società di stampo lucrativo. E qualcuno nel Pdl parla di economia sociale di mercato…”, dice Marino.

Politica e giustizia

Su Libero si punta sugli stralci del ricorso presentato dai pm di Monza contro il pronunciamento del Gip sul caso Penati, per cui era stato negato l’arresto. Secondo il quotidiano i giudici hanno rotto un tabù chiamando in causa una tangente che sarebbe stata elargita a Penati in relazione all’acquisto da parte della provincia di Milano del 15 per cento delle azioni della Milano-Serravalle. Anche per Il Giornale i Pm di Monza “si preparano ad aprire la fase 2” sul caso Penati, “puntando al bersaglio grosso”, ovvero Serravalle: i pm cercano le prove dei soldi intascati da Filippo Penati per favorire la scalata del costruttore Marcellino Gavio, da cui sono state acquistate quote della società autostradale. Secondo Il Giornale il costruttore Di Caterina, uno dei grandi accusatori di Penati, avrebbe raccontato in un interrogatorio del giugno 2010 che l’accordo tra Gavio, Penati stesso e il suo braccio destro Vimercati sarebbe stato firmato in via riservata nello studio di un commercialista milanese, e che lo stesso Penati avrebbe ricevuto “il suo guadagno dall’operazione a Dubai, Montecarlo e Sudafrica”. Le Fiamme Gialle potrebbero, insomma, secondo Il Giornale, andare a caccia di conti esteri di Penati, su cui sarebbe finito il premio per una compravendita che garantì al costruttore Gavio una plusvalenza da 179 milioni di Euro, 50 dei quali sarebbero stati trasferiti nella tentata scalata di Bnl da parte di Unipol.
Torna sull’argomento anche Il Fatto a Patricio Enriquez Loor, docente di urbanistica al Politecnico di Milano, che è stato parte dello staff dirigenziale dell’attuale sindaco di Sesto san Giovanni Oldrini: dice che “quel che si realizza è quasi sempre contrario alle scelte di pianificazione”; racconta che appena di avvicina al dossier della riqualificazione dell’area Falck “c’era subito qualcosa o qualcuno che mi ributtava indietro”, “tutto era nelle mani di altri”. “Mi si chiedeva di assumere la responsabilità di decisioni prese da altri”. Racconta ancora: “La cosa più umiliante è stata quando, di fronte al sindaco Oldrini, mi è stato detto: ‘Cerca di capire, se ti adegui sapremo riconoscerti il giusto premio economico’”. Così Enriquez spiega “il metodo sestese”.

Su L’Unità: “Ancora guai per Scajola. L’ex ministro indagato per finanziamento illecito. Non si tratta solo della casa del Colosseo, ma anche dei favori avuti dal costruttore Diego Anemone. Altro materiale è stato scovato dai Pm perugini nelle memorie dei computer dei fratelli Anemone, con contabilità precisa su cui indaga la Procura di Roma. Negli elenchi il nome più ricorrente nella lista dei beneficiari è proprio quello di Scajola: il 31 ottobre “spese autista Scajola, 1000 euro”, nel 2004, anno dell’acquisto dell’appartamento sul Colosseo, “compromesso 200 più agenzia 30 per Scaj”, ovvero 230 mila euro per il compromesso della casa. E varie spese, dall’elettricista al giardiniere, fino ai 4000 euro per la cena di Forza Italia nel 2006.

Per i pm romani, insomma, come sintetizza il Corriere, l’immobile al Colosseo è stato pagato dal costruttore Anemone.

Esteri

Si parla molto del Qatar in questi gioreni, per il ruolo giocato da questo Paese nella battaglia di Libia. Il sostegno dello sceicco del Qatar (“potere morbido”, ovvero soft power, lo definisce il Corriere della Sera) ai ribelli in Libia è stato decisivo. Il potere è morbido anche per via dell’emittente del Paese, Al Jazeera. In Siria i dimostranti urlano “vogliamo Al Jazeera”, e in Yemen gli slogan sui muri proclamano: “Al Jazeera è parte della rivoluzione”. Insomma, un ruolo fondamentale anche nelle rivolte arabe, tanto che l’interventismo di Doha ha irritato anche quell’Algeria che ha deciso di dare ospitalità a parte della famiglia Gheddafi.
Del Qatar parla anche Il Foglio, raccontando degli investimenti qatarioti nelle banche greche
Su La Repubblica una intervista a Paolo Scaroni, amministratore delegato Eni, ieri a Bengasi per firmare accordi con il Cnt libico.
Su Europa si spiega come sia nato in Turchia un Consiglio nazionale di transizione per la Siria, analogo a quello libico: hanno anche eletto un presidente, è composto da 94 membri.

(Fonte: La rassegna italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)