Liberalizzazioni, lenzuolate

Pubblicato il 12 Gennaio 2012 in da redazione grey-panthers
Minacce dell'Isis all'Italia

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Più soldi al Fondo salva Stati”. “Vertice Merkel-Monti sul patto Ue. La cancelliera elogia l’Italia: passi straordinari”. Nel sottotitolo: “Liberalizzazioni, il giallo della bozza sui benzinai”, dove si parla di una ipotesi di interventi molto pesanti per accrescere la concorrenza e in particolare di addio alla esclusiva per i benzinai e della possibilità che le grandi compagnie siano costrette a cedere una buona parte della loro rete di esercizi. L’ipotesi è stata smentita dal governo.
In prima pagina anche il voto di oggi sulla richiesta di arresto per Cosentino: “Lega divisa su Cosentino, Bossi dà libertà di voto. Il leader corregge il suo partito, Maroni per l’arresto”.
A centro pagina: “La famiglia Assad va in piazza”. Ieri il presidente siriano ha parlato di nuovo, da una piazza di Damasco, di “complotto straniero”. Sempre ieri è stato ucciso il giornalista francese Gilles Jacquier, a causa di una esplosione avvenuta durante un comizio filo-governativo.

La Repubblica: “Liberalizzazioni, ecco il maxi piano. Tutto il testo del decreto legge in arrivo: salta il monopolio della rete ferroviaria. Rivolta delle categorie: bloccheremo il Paese. Via ai vincoli su benzina, farmaci e notai. Fusioni di impresa, niente articolo 18”. A centro pagina la Siria (“così muore un reporter nella città proibita”), e il vertice Merkel Monti (“Dall’Italia sforzi straordinari”).

Il Sole 24 Ore: “Ue, la Merkel apre a Monti. Berlino: più dotazione al fondo salva-Stati e obiettivo la crescita. Il premier: ora giù i tassi, non siamo più un’infezione. La cancelliera tedesca: straordinario il piano dell’Italia”. Di spalla: “Scatta la deregulation totale: professioni, negozi, imprese, benzina. Sale la soglia per l’articolo 18 in caso di fusioni. Equitalia, rateizzazioni flessibili e meno costose”.

La Stampa apre con una foto di Angela Merkel e Mario Monti e titola: “Merkel promuove l’Italia. La Cancelliera tedesca: avete fatto sforzi straordinari. E apre all’aumento del fondo salva Stati. Monti: ora scendano i tassi. Liberalizzazioni: sciopero dei tassisti il 23. Avvocati nel mirino dell’antitrust. ‘Benzinai, via i vincoli alla vendita di carburanti’. Ma il governo smentisce”. A centro pagina il quotidiano ricorda che è slittato ad oggi il verdetto della Corte Costituzionale sui referendum elettorali. “Cresce l’ipotesi bocciatura”, dice La Stampa.

Il Giornale:”Una casa inguaia Monti”: Si parla di un appartamento comprato dal neoministro alla funzione pubblica Patroni Griffi. “Si sono inventati pure il ‘rischio sismico’ per ‘regalare’ un super-appartamento al ministro Patroni Griffi”. L’appartamento – scrive Alessandro Sallusti – fu pagato 1500 euro al metro quadro. A vendere era l’Inps. Avvocato di Patroni Griffi nella trattativa era Carlo Malinconico, “uomo noto come propenso a non pagare i conti attraverso sotterfugi”, scrive Sallusti.

Libero offre un “elenco” di tutte le “proprietà” dei ministri del governo Monti. “I tesori dei ministri ve li sveliamo noi. Tutti i fabbriati e i terreni posseduti dai membri dell’esecutivo. In totale sono 292 fabbricati e 156 terreni.

Liberalizzazioni

Sui quotidiano i contenuti di una prima bozza del decreto legge che il governo interebbe varare sul fronte liberalizzazioni. “Professioni, scompaiono le tariffe”, titola Il Sole 24 Ore. A venire cancellati, sono tutti i parametri, sia minimi sia massimi, compresi quelli per la determinazione degli onorari dovuti ai notai, precisa il quotidiano. Si parla anche di un obbligo di concordare con il cliente il preventivo della prestazione. Sul fronte dei notai, il decreto ne amplierebbe la pianta organica di 500 unità, portando a 1500 il totale dei posti da coprire per concorso: spiega Il Sole che in questo modo vi sarà una estensione dell’esercizio della funzione di notaio anche oltre il territorio del distretto, fino a “l’intero ambito territoriale della Corte d’Appello” nella quale il distretto è ubicato. Ancora dal Sole: “Entro febbraio del 2013 saranno aperte forse fino a 2 o 3 mila nuove farmacie e saranno riservate ai farmacisti non titolari e a quelli che risiedono nelle zone disagiate. Altre ne potranno nascere nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti internazionali, sulle autostrade e nei grandi centri commerciali. Ma i farmaci C con obbligo di ricetta continueranno a restare in farmacia: solo nelle regioni in cui non sarà stato assegnato entro il marzo 2013 almeno l’80 per cento delle nuove farmacie, la vendita di farmaci di classe C con ricetta (ad eccezione di stupefacenti, ormoni, medicinali iniettabili) sarà consentita anche nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione.
Dovrà esserci una farmacia ogni 3mila abitanti.
La Repubblica parla di una rivoluzione in arrivo nella distribuzione dei carburanti, poiché i benzinai potranno acquistare carburante presso rivenditori e grossisti diversi dal marchio che campeggia sull’impianto. E i distributori di benzina potranno trasformarsi in veri e propri minimarket, dai tabacchi ai giornali ad altre tipologie di beni. Sul fronte del demanio marittimo, sulla scia di una necessità di adeguarsi alle normative esistenti dell’Ue, il decreto impone la concessione dei beni attraverso gare ad evidenza pubblica e trasparenti, pubblicizzati attraverso l’offerta economicamente più vantaggiosa. Resta per i vecchi gestori un diritto di prelazione, a patto che adeguino la loro offerta a quella risultata vincente nella gara. Le cessioni del demanio non potranno durare più di 4 anni e non potranno essere prorogate automaticamente, ci sarà sempre una gara.
L’articolo 2 della bozza, concernente la libertà di praticare sconti, prevede che ogni impresa commerciale, anche al dettaglio, in qualunque settore merceologico, potrà decidere in autonomia il periodo in cui effettuare sconti, saldi, e vendite straordinarie, nonché la durata delle promozioni e l’entità delle riduzioni. Sarebbero quindi eliminati anche gli obblighi preventivi di comunicazione all’amministrazione.
La Repubblica intervista il presidente dell’Autorità garante della concorrenza, Giovanni Pitruzzella. Si dice convinto che l’Italia sia davanti ad una “svolta storica”, poiché la crisi impone modifiche nei comportamenti collettivi ed individuali, e può essere una opportunità per modernizzarci.

Referendum

Secondo il Corriere della Sera il ritardo nella decisione della Corte Costituzionale sui referendum elettorali risiede nella necessità di motivare con la dovuta precisione il doppio no (l’accoglimento non va motivato) ai quesiti. E dunque l’ipotesi più accreditata prevede il doppio no ai referendum accompagnato da un “ammonimento rivolto al Parlamento sulla natura del super premio di maggioranza concepito dalla legge Calderoli. Scatterebbe dunque un nuovo avvertimento alla Consulta sugli ‘aspetti problematici di una legislazione che non subordina l’attribuzione del premier di maggioranza al raggiungimento, sia pure a livelo regionale, di una soglia minima di voti e/o seggi”. E’ un richiamo proposto dalla Corte 4 anni fa e rimasto “inascoltato”. Altra possibilità – citata dal quotidiano – è quella di un no e un sì. La Corte ammetterebbe uno dei due quesiti indicando però i criteri per modificare i collegi elettorali (e consentire dunque alla legge “Mattarellum” di “rivivere).
Secondo un retroscena de La Stampa, i giudici della Corte Costituzionale oggi potrebbero bocciare i quesiti referendari ma invitare il parlamento a cambiare la legge elettorale. Scrive il quotidiano che “non è dato dalla giurisprudenza della Consulta un referendum che lasci un vuoto normativo in materie così delicate come quelle elettorali”. Per ammettere i referendum “sarebbe occorsa una rivoluzione copernicana”. “Tra chi spinge per l’ammissibilità, consapevoli di essere in minoranza, c’è chi ha avanzato una ipotesi di mediazione. Ovvero: perché non accantonare il problema se ammettere o no i quesiti e passare ad una bocciatura sostanziale della legge?”. Uno dei precedenti a cui rifarsi, aggiunge il quotidiano, è una sentenza del 2008, quando – ancora in materia elettorale- la Corte lanciò una esortazione al Parlamento. “Ora i giudici potrebbero rinnovare l’appello al Parlamento (ipotesi di minima) o lanciare alle Camere un vero e proprio ultimatum (ipotesi di massima) attraverso una raffica di quesiti di incostituzionalità che rinvierebbero ad una udienza pubblica tra sei mesi. Nel frattempo, ovviamente, il Parlamento potrebbe sempre intervenire”. Un altro articolo è titolato: “I partiti convinti: ‘la bocciatura totale aiuta Monti’. La legge da riscrivere distrarrebbe le Camere. Con l’ammissione c’è chi teme per il governo”.

Cosentino

Oggi la Camera dei Deputati dovrà decidere sull’autorizzazione all’arresto del coordinatore campano del Pdl Cosentino, dopo che la Giunta per le autorizzazioni si era espressa per il sì all’arresto. Il Giornale scrive: “Bossi frena: non rompo con Berlusconi. Il leader leghista evita una frattura e lascia libertà di coscienza oggi sul voto sul deputato campano”. Secondo un retroscena dello stesso quotidiano resta la tensione nella Lega e in 25 sarebbero pronti a respingere le manette alla Camera. E’ una sfida interna e potrebbe essere “una trappola a Maroni”, colui che si è esposto di più sulla linea del sì all’arresto: il voto su Cosentino sarà quindi un modo per contare le forze nel Carroccio. Se si salverà, magari con una ventina o una trentina di voti leghisti, il risultato in termini di lotta intestina sarà che nella Lega non conta quel che dice Maroni. Filippo Facci su Libero scrive che su Cosentino i partiti giocano sporco, senza neppure aver letto le carte relative all’indagine. E per il quotidiano Cosentino teme anche il voto favorevole all’arresto di una manciata di colleghi azzurri. Ieri Berlusconi ha incontrato lo stesso Cosentino. Gli avrebbe detto, puntando dritto contro il governo: noi siamo l’azionista di maggioranza in Parlamento, se ci fanno un torto non staremo a guardare. La voce che gira è che il Cavaliere, “per lisciarsi il senatur”, abbia promesso di staccare la spina al governo in primavera, per arrivare al voto anticipato in giugno.

Europa

Il ministro degli esteri Terzi viene intervistato da La Stampa. Dice che la Francia è stupita dalla rapidità con cui abbiamo riformato le pensioni, dato che loro ne parlano da sette-otto anni.
Ce la farà l’Italia a convincere la Merkel a superare le rigidità di bilancio e a favorire la crescita? “L’Italia è protagonista in questo negoziato”, e Terzi dice di aver avvertito solidarietà in Europa. Terzi ricorda che il punto più delicato per l’Italia è quello relativo al ritmo di riduzione del debito pubblico. L’obiettivo di abbattere di un ventesimo all’anno la parte eccedente il 60 per cento del debito in rapporto al Pil già esiste, ma se si interpreta la norma in modo meccanico e rigido, non tarderebbero a prodursi effetti recessivi molto pesanti.
Secondo Andrea Bonanni, su La Repubblica, sul fronte del Trattato europeo il governo italiano ha ottenuto qualche vittoria o ha scongiurato qualche minaccia che sarebbe stata letale, poiché la nuova formulazione su cui si discute offre margini di ragionevole elasticità nei ritmi imposti alla riduzione del debito pubblico. Promette cioè di tenere in considerazioni i “fattori rilevanti” come la solidità del sistema pensionistico e la scarsa esposizione debitoria delle famiglie. E concede un anno di proroga, fino al 2014, prima di imporre un taglio del 5 per cento annuo sulla parte eccedente il 60 per cento del Pil. Insomma, allontana lo spettro di sanzioni automatiche se la sanzione del debito non raggiunge gli obiettivi prefissati.
Libero titola: “Monti inguaia il suo successore”. “L’accordo con la Merkel per ritardare di un anno il piano di rientro sul debito pubblico porta il problema sul prossimo capo del governo”.

Internazionale

Ieri e’ stato ucciso a Teheran un altro scienziato iraniano che lavorava all’arricchimento dell’uranio nell’impianto di Natans. Scrive La Stampa che faceva parte dell’organizzazione di studenti “basiji”, la task force di miliziani civili leale al regime. L’agenzia atomica di Stato l’ha definito un “martire”. Il governo nega di avere l’obiettivo di produrre un ordigno atomico con l’uranio trattato a Natans, e accusa Israele e Usa.
Decisa la smentita della segretaria di Stato Usa Clinton. “Nego categoricamente qualunque coinvolgimento degli usa in qualunque atto di violenza all’interno dell’Iran”. Il quotidiano ricorda che da due anni gli scienziati iraniani sono vittima di attentati simili a quello di ieri. E riporta anche le analisi del quotidiano francese Le Figaro (si tratta in realtà di un articolo di Georges Malbrunot, ndr), secondo cui gli agenti del Mossad starebbero addestrando dissidenti iraniani in esilio nella regione iraniana del kurdistan affinché lavorino contro il regime di Teheran. Anche il retroscena firmato su La Stampa da Maurizio Molinari parla di accordi tra intelligence per la “guerra segreta” all’Iran: “Ma la guerra contro il programma nucleare starebbe bersagliando computer, impianti e scienziati, con un metodo che lascerebbe intendere una cooperazione senza prcedenti tra i servizi di intelligence di più nazioni. Sul piano delle tecnologie e dei sabotaggi, sarebbero satelliti e droni di Washington e Londra a guidarli.
Sullo stesso quotidiano, una lunga analisi con copyright “Tomdispatch.com” di Michael Klare: “Il prossimo conflitto scoppierà lungo le rotte di gas e petrolio”, perché lo Stretto di Hormuz, il Mar Caspio e il Mar meridionale cinese sono le “zone esplosive”. L’obiettivo Usa è la protezione delle reti mondiali per il commercio energetico, Pechino è pronta a ricorrere alla forza per imporre il suo dominio nel Pacifico.

Su Libero la notizia diffusa dal quotidiano della Corea del Sud Daily NK, secondo cui i cittadini che non hanno preso parte agli incontri tenuti nel periodo di lutto in occasione della scomparsa del ‘caro leader’ Nord Coreano Kim Jong Il, coloro che vi hanno preso parte senza piangere o che lo hanno fatto sembrando poco convincenti, rischierebbero sei mesi nei campi di formazione – lavoro. Sarebbero addirittura iniziati processi pubblici in una provincia del nord a fine 2011.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini