Le aperture
Il Corriere della Sera: “Legge elettorale, cambia il patto”, “Renzi stringe con Alfano su soglie, preferenze, voto nel 2018. Domani vede Berlusconi”, “Intesa sull’Italicum al vertice di maggioranza. Il governo avvia il nuovo catasto, saranno rivisti i valori delle case”.
A centro pagina, foto di Barack Obama e Vladiir Putin al vertice Apec: “Il dialogo difficile tra i potenti”.
In taglio basso: “Assolti gli scienziati per il sisma dell’Aquila. Urla in aula: vergogna”.
A fondo pagina le notizie sul maltempo: “Maltempo, notte di paura in Liguria”.
L’editoriale in prima è firmato da Ernesto Galli Della Loggia: “Argini infranti di una comunità”, “I segni di un degrado civile”.
La Repubblica ha una doppia apertura. A sinistra: “Renzi: votare la riforma entro Natale”, “Vertice di maggioranza sulla legge elettorale. Berlusconi chiede altre 24 ore per decidere. Pressing per rinviare l’addio di Napolitano”. A destra: “Saviano, assolti i boss, ‘Sono guappi di cartone’”, “Colpevole solo l’avvocato dei camorristi per le minacce allo scrittore”. A questo tema è dedicato l’editoriale del direttore Ezio Mauro: “Chi ha paura delle parole”.
La foto a centro pagina è per il vertice Apec: “Obama a Pechino: sì agli affari, ma rispettate diritti umani e ambiente”, “Gelida stretta di mano con Putin”. E in prima inizia l’analisi di Thomas Picketty: “Il regime plutocomunista”.
In taglio basso: L’Aquila, condanne cancellate. L’ira dei familiari: ‘Vergogna’”, “Ribaltata la sentenza sui tecnici del sisma”.
La Stampa: “Manovra, l’allarme della Ue”, “Bruxelles avverte l’Italia: potrebbe servire una correzione da 14 miliardi. Moody’s: rischio recessione anche nel 2015”, “Addizionale Irpef, dal Piemonte via libera alla stangata da 73 milioni”.
L’editoriale in prima è a firma di Stefano Lepri: “I due fattori che fanno salire le tasse”.
Sulla politica: “Renzi: avanti fino al 2018. Siglato il patto con Alfano”, “legge elettorale, sul premio alla lista nuovo vertice fra il premier e Berlusconi prima della direzione Pd”.
Sotto la testata: “Terremoto a L’Aquila. Scienziati non colpevoli. Ira in aula: ‘Vergogna’”.
E il caso Saviano: ”Minacce a Saviano, i boss assolti: ‘E’ come dire che la camorra non esiste’”.
A centro pagina, foto di veterani francesi ai funerali del sergente Leon Senet, morto il 23 maggio 1915 durante la Prima Guerra mondiale: “Cent’anni dopo il funerale del soldato”. Con un commento di Marco Zatterin: “La Grande Guerra non finisce mai”.
Il Fatto: “L’Aquila, tutti assolti. Le vittime hanno sempre torto”, “Terremoto del 2009: 309 morti. L’Appello ribalta le condanne ai membri della commissione Grandi Rischi: nessun colpevole per le rassicurazioni ai cittadini nei giorni precedenti al sisma. Parenti in rivolta: ‘Vergogna, mafiosi’”.
A questo è dedicato l’editoriale di Antonello Caporale: “Chi paga oggi?”.
Marco Travaglio firma invece il commento in prima sulle possibili dimissioni di Napolitano: “Smetto quando voglio”.
A centro pagina, sull’Emilia Romagna: “Ci mancava il vibratore: l’ultima spesa pazza delle Regioni”, “Bologna, chiusa l’indagine per 41 consiglieri: coinvolti Pd, Pdl, Sel, Lega e 5 Stelle. Sex toys e viaggi. Tra 12 giorni si vota”.
E una foto delle proteste dopo l’alluvione sotto il titolo: “Carrara, Comune occupato: ‘Non sloggiamo, basta cemento’”.
In taglio basso: “Grandi manovre”, “D’Alema avverte Renzi: ‘La pazienza ha un limite’”, “’Litiga tutti i giorni con qualcuno…Berlusconi se ne è innamorato, lo ha scelto come erede, c’è qualcosa che non funziona. Hanno la tendenza a dire delle cose e farne altre’. Legge elettorale, oggi l’ok del Caimano, ‘ma niente elezioni nel 2015’”.
Libero: “Ecco perché Napolitano scappa”, “I conti pubblici fanno paura”, “Nessuna delle riforme a cui aveva legato il secondo mandato è compiuta, ma Re Giorgio sa che la situazione economica è peggiore di quanto si sappia. E non vuol restare incastrato quando la bolla esploderà. Ma le sue responsabilità sono chiare”.
Di questo si occupa l’editoriale in prima del direttore Maurizio Belpietro.
A centro pagina la vignetta di Benny raffigura il sindaco di Roma vestito “alla Blues Brothers”: “Sulle multe Marino rischia il posto e il ridicolo”.
A centro pagina anche la sentenza sul terremoto del 2009: “Non previdero il sisma: Assolti. Ora chi paga?”, “All’Aquila l’Appello stabilisce ciò che tutti gli scienziati sanno”.
Nella colonna a destra: “Bologna e la realtà capovolta”, “Occhio, qui va a finire che Salvini si è aggredito da solo”, di Mario Giordano.
Sulla politica anche un articolo di Andrea Morigi: “Il Pd: sgravi fiscali ai politici che danno soldi al partito”.
Saviano
Le prime 4 pagine de La Repubblica sono dedicate alla sentenza di Napoli sul processo per le minacce mafiose lanciate, sei anni fa, in aula contro lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista -oggi senatrice Pd- Rosaria Capacchione: “Contro Saviano furono minacce mafiose’. Assolti i boss, condannato il loro avvocato”. E la reazione di Saviano: “’Sono guappi di cartone che si nascondono dietro i legali’”.
La terza sezione penale del Tribunale di Napoli, presidente Aldo Esposito, ha condannato ad un anno di carcere, pena sospesa, l’avvocato penalista Michele Santonastaso con l’accusa di intimidazioni aggravate dalla “finalità mafiosa”. E’ il legale che nel marzo 2008 lesse in Corte d’Assise d’appello l’istanza di remissione per spostare il processo Spartacus 2 contro il gotha dei casalesi. Santonastaso, sul quale pende una richiesta di carcere a 22 anni per associazione mafiosa in un altro processo a Santa Maria Capua Vetere, condannato anche al risarcimento del danno a favore delle parti civili, fra cui anche l’Ordine dei giornalisti della Campania. Ma la stessa Corte ha assolto, con formula dubitativa, i due padrini assistiti all’epoca dal legale: Francesco Bidognetti, detenuto al 41 bis e Antonio Iovine, da sei mesi collaboratore di giustizia
Conchita Sannino raccoglie i commenti dello scrittore, che la considera “una vittoria a metà” e spiega: “L’assoluzione di due capimafia di quel calibro lascia troppi interrogativi aperti. Un avvocato considerato al servizio del clan e da oggi condannato, come Santonastaso, a nome di chi avrebbe pronunciato quelle minacce i natura mafiosa de i due padrini sono prosciolti?”. Alla pagina seguente: “L’odio dei casalesi per lo scrittore: ‘Quello ci ha reso troppo famosi'”, di Dario Del Porto, che racconta come la cosca si è trasformata da clan di provincia a impero criminale che ha inquinato politica ed economia.
Il Fatto: “Minacce a Saviano, condannato solo l’avvocato. La Camorra no”.
La Stampa: “Minacce dal clan a Saviano, condannato solo il legale”. Anche La Stampa raccoglie le dichiarazioni dello stesso Saviano, in un’intervista: “Non mi basta -dice lo scrittore- così è come dire che la Camorra non esiste”, “Impossibile che l’avvocato agisse per suo conto”.
L’Aquila
La Stampa: “Scienziati assolti, in aula rabbia e insulti”. In primo grado -ricorda il quotidiano- i sette membri della commissione Grandi rischi erano stati condannati a sei anni. La pena è stata confermata, ma ridotta a 6 anni, solo per l’ex vicecapo della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis. Il quotidiano intervista Giulio Selvaggi, ex direttore del Centro nazionale terremoti,che in primo grado era stato condannato a sei anni: “Qualcuno è responsabile, ma non mi sono mai sentito colpevole di omicidio”. Spiega, a proposito del ruolo dei sismologi: “Noi possiamo calcolare quale sia il livello di pericolosità di una certa area. Con questa convinzione sono andato alla riunione del 31 marzo 2009, e ci riandrei oggi. Ma se un’area è pericolosa non lo è oggi o domani, lo è sempre, a prescindere da una sequenza sismica”. Anche il Corriere della Sera riferisce le sue parole: “Sono stai 4 anni terribili. Ma io non ho mai rassicurato nessuno. Il verbale non l’ho scritto, non l’ho verificato, e l’ho firmato solo dopo il sisma”. Scrive il quotidiano che invece quelle rassicurazioni furono date da De Bernardinis, che in un’intervista suggerì di bere un bicchiere e dormire tranquilli. Il quotidiano intervista il presidente della commissione Grandi rischi, Luciano Maiani, che dopo la sentenza di primo grado aveva presentato le dimissioni. Si dice in parte sollevato dall’appello che, dice, “riporta serenità”: “per il futuro – dice- auspico che vengano definite chiarament5e anche in Italia quali sono le responsabilità dei consulenti scientifici, come si sta facendo a livello europeo”, “bisognerebbe dotarsi di regole, non si può essere condizionati dalle emozioni del momento all’indomani dei disastri”. Il tema viene ripreso in un commento di Anna Meldolesi: “Onorare quei morti costruendo insieme case (e regole) nuove”. Dove si sottolinea che, pur nel rispetto del dolore delle vittime, “buona parte della comunità scientifica internazionale oggi saluterà questa assoluzione come la fine di un incubo. Non era mai accaduto che scienziati e tecnici incaricati di valutare il rischio sismico venissero condannati in primo grado per omicidio e rischiassero di pagare con la prigione per le troppe cose andate storte nel corso di un terremoto che nessuno poteva prevedere. Al posto dei costruttori che hanno costruito male, al posto delle autorità che non hanno vigilato sul rispetto delle norme antisismiche”.
Il Fatto: “L’Aquila, assolti gli scienziati, ‘E’ come per Stefano Cucchi'”, “Ancora impunità: nessun dolo per le rassicurazioni alla vigilia del sisma”, titola il quotidiano risalendo invece alla condanna in primo grado e alle sue motivazioni. La bozza del verbale della riunione di concludeva con le parole dell’assessore alla Protezione civile regionale Daniela Stati: “Grazie per queste vostre affermazioni che mi permettono di andare a rassicurare la popolazione attraverso i media che incontreremo in conferenza stampa”.
La Repubblica intervista Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: “Noi scienziati siamo stati usati, io la gente non l’avrei rassicurata”, “L’opinione pubblica non seppe cosa accadde davvero in quella riunione. Ora racconterò tutto”, “Ho sempre sostenuto che noi scienziati in quella maledetta riunione avevamo fatto solo il nostro lavoro. Forse altri non hanno fatto lo stesso, ma non è questo il momento di parlarne”, “noi scienziati siamo stati usati”, “quella che ci fu a L’Aquila il 31 marzo del 2009 fu una riunione ‘politica’, come l’ha definita lo stesso avvocato Franco Coppi (difensore dell’altro sismologo Giulio Selvaggi, ndr.), oggi in aula. Fu una scelta della Protezione civile che volle rispondere agli allarmi di un imminente terremoto lanciati da quel tecnico, Giampaolo Giuliani”.
I conti e l’economia italiana
A pagina 2 de La Stampa in grande evidenza il rapporto della Commissione Ue sugli “squilibri macroeconomici”: “Bruxelles: Italia in ritardo sul debito”, “Il rapporto sugli squilibri macroeconomici: per centrare gli obiettivi nel 2015 servono altri 14 miliardi. ‘Riforme da attuare'”. E nella parte bassa della pagina: “Il gelo di Moody’s sulla ripresa: ‘Crescita zero anche nel 2015′”, “L’Istat: l’industria torna a frenare, produzione ai minimi dal 1990”.
Su Libero, pagina 2: “Pil fermo e manovra bis. Non usciamo dal tunnel”, “L’Istat segna un calo inaspettato (-0,0%) della produzione industriale. Bruxelles vuole un altro taglio da 3,3 miliardi al deficit con minaccia di procedura d’infrazione. E Moody’s ci boccia”.
Politica
La Repubblica parla di un “aut aut” del presidente del Consiglio “agli alleati” e ne riassume così il pensiero: “Il sì alla legge elettorale entro la fine dell’anno”. Domani, scrive il quotidiano, ci sarà un altro incontro con Berlusconi. E si riferiscono le parole di Massimo D’Alema: “Qualcosa non va, Silvio si è innamorato del premier”. Secondo Goffredo De Marchis, che firma il “retroscena”, “Matteo accelera per convincere Napolitano, ‘Solo con le riforme rinvierà le dimissioni'”. E, per quel che riguarda la situazione in Forza Italia, La Repubblica scrive che Berlusconi ha davanti a sé un dilemma: “Devo salvare l’intesa senza spaccare il partito”, “L’ex premier chiederà l’apparentamento per il ballottaggio. Oggi il vertice del partito sull’Italicum e l’incontro con Fitto”.
Sul Corriere: “Il patto di Renzi con la maggioranza”, “Vertice con Alfano sulla legge elettorale: scenderà la soglia d’accesso. Il premier: ora un documento unitario. E domani rivedrà Berlusconi”. Sulla stessa pagina, i contenuti del testo dell’accordo di maggioranza sulla legge elettorale siglato ieri sera a Palazzo Chigi, presente anche la presidente della I commissione del Senato, Anna Finocchiaro: “Premio alla lista, sbarramento al 3% e preferenze. Ecco le modifiche che si dovranno fare al Senato”. A pagina 3 il “retroscena” di Francesco Verderami: “L’asse di governo con Ncd e un divorzio ‘consensuale’ per superare il Nazareno”. Se ne occupa anche la “nota” di Massimo Franco: “Un’alleanza con i ‘piccoli’ per piegare il partito di Berlusconi”.
La Repubblica scrive anche che la Sinistra Dem è “sulle barricate” e chiede che almeno il 70 per cento degli eletti venga scelto con le preferenze.
La Stampa: “Renzi: ‘avanti fino al 2018’. E firma il patto con Alfano”, “Soglia di sbarramento al 4, messaggio per Sel e Ncd”. Alla pagina seguente: “La mossa di Matteo. Da Silvio ai partitini, nessuno resti escluso”, di Fabio Martini, che sottolinea come il voto sul Colle bloccherà le riforme per settimane. In basso: “Berlusconi prova a placare Forza Italia divisa in quattro”.
Libero: “Silvio rilancia il ‘patto’: ‘Ma prima il Quirinale'”, “Berlusconi vuole blindare il partito allargando anche al Colle l’accordo con Renzi, ‘Scelta condivisa dopo Napolitano, poi si chiude su riforme e legge elettorale'”.
E intanto, come raccontano vari quotidiani, ieri il deputato M5S Andrea Colletti ha depositato alla procura di Roma un esposto-denuncia contro il Patto del Nazareno. E’ stato aperto -spiega il Corriere- un fascicolo, anche se senza indagati né indicazioni di reato. Il Patto del Nazareno, stando alla denuncia, sarebbe una “cospirazione politica” che “attenta la Costituzione”.
Su La Repubblica: “I grillini vanno dal pm: ‘Nel Patto del Nazareno accordi da dittatura’”, “La denuncia ipotizza ‘riforme pilotate illegittimamente’. Pd: è la cretinata del mese. La Procura apre un fascicolo”.