Il Sole 24 Ore: “Sospensione dell’Imu solo sulla prima casa. Sui capannoni si rinvia al riassetto complessivo”. Il commento di Guido Gentili è titolato: “Se si scende sotto il ‘minimo sindacale’”.
La Stampa: “L’Imu slitta solo per la prima casa. Pil giù per il settimo trimestre consecutivo, nel 2013 calerà dell’1,5 per cento”. E poi: “Intercettazioni, il Pdl ripresenta il testo Alfano. Lo stop di Epifani”.
La Repubblica: “Legge bavaglio, il Pdl ci riprova. Riproposte le norme Alfano anti-intercettazioni. L’alt di Epifani: così è crisi. Si infiamma lo scontro sulla giustizia. Dal Csm appello al ministro Cancellieri: ‘Tuteli i magistrati’. I falchi a Berlusconi: elezioni in autunno”.
L’Unità: “Il Pil crola, il Pdl attacca i giudici. Settimo trimestre negativo ma Berlusconi pensa ai processi e alle intercettazioni”. A centro pagina la notizia sull’Imu sulla prima casa.
Il Fatto quotidiano: “Arresti a Taranto: il Pd che prende ordini dall’Ilva. Operazione ‘Ambiente svenduto’. Il presidente democratico della Provincia, Giovanni Florido, in manette per concussione insieme all’ex assessore all’ambiente Michele Conserva. L’accusa: ‘Minacce a chi non favoriva l’azienda per lo smaltimento dei rifiuti”.
Il Giornale: “’La verità su mio padre’”. Si tratta di una intervista al settimanale Panorama di Marina Berlusconi: “Il processo Ruby na farsa, non doveva neppure cominciare”. E poi: “Il Pdl vuole la legge anti-intercettazion. E sale la popolarità del Cav”.
Grillo
Su La Stampa una lunga intervista a Beppe Grillo: “Vogliono zittirci, l’ultimo argine siamo noi”. Grillo, in Puglia a fare campagna elettorale, commenta la notizia dell’arresto del presidente della Provincia di Taranto: “Mah, siamo cauti. Non è che i magistrati adesso stanno esagerando un po’? C’è uno strano clima intorno, sono preoccupato”. Grillo dice che nessun leader del centrosinistra lo ha hai chiamato, con nessuno si è mai sentito, “anzi, uno sì. Con Romano Prodi ci siamo sentiti, lo conosco da prima, da quando era professore. E’ una cosa vergognosa il modo in cui l’hanno trattato (usa un’altra espressione, ndr), mi ha fatto anche pena. Questo la dice lunga su che gente ci sia in quel partito. Ma è una situazione che non regge più, non ci sono più soldi nelle regioni per pagare il personale, a settembre crolla tutto. Mi danno del catastrofista, ma non è così”.
Di Prodi, che ancora non ha ritirato la tessera 2013 del Pd, pronta al suo circolo, parla ampiamente il Corriere della Sera: “Prodi e la tessera ‘dimenticata’”, dove si dà voce alla presidente del Circolo Joyce Salvadori Lussu di Bologna, zona Santo Stefano. Cecilia Alessandrini dice “Lo capisco benissimo, dopo l’agguato che gli hanno tirato sul Quirinale”.
L’Unità intervista il deputato 5 Stelle Tommaso Currò, che nei giorni del tentativo di Bersani disse che il Movimento avrebbe dovuto dialogare con il Pd. “Resto della mia idea”, dice oggi. “Avremo dovuto dialogare e forse ora non saremmo in questa situazione, con Berlusconi di nuovo al centro della scena”. E poi: “La mia opinione è che Beppe non abbia mai davvero voluto discutere con il Pd. Non ha voluto allora e non lo vuole adesso. Invece ha finito per favorire la rinascita di Berlusconi. E io continuo a chiedermi perché”. Ancora su Grillo: “Mi pare di cogliere in lui l’idea di una democrazia senza partiti, assembleare, di un Parlamento come somma di comitati e movimenti, ‘single issue’, i No tav, i No ponte, No discarica. Credo che non possa funzionare, la democrazia ha bisogno dei partiti, di una destra e di una sinistra. Partiti rinnovati, in cui ha chi ha fallito si faccia da parte. Ma pur sempre partiti”.
Riforme
La Repubblica offre una intervista a Stefano Rodotà, il cui nome è stato evocato come membro del comitato di saggi che il governo vorrebbe comporre sulla riforma della Costituzione. “Finora nessuno mi ha telefonato chiedendomi se voglio far parte del Comitato dei saggi del governo. Ma, chiamato o non chiamato, l’idea di una commissione estranea al Parlamento non mi è congeniale: la via corretta delle riforme costituzionali è quella Parlamentare. Modificare poi le norme sulla revisione costituzionale che costituiscono la più intensa forma di garanzia rischia di mettere in discussione l’intero impianto della Costituzione”, dice. Rodotà dice che la “riforma più urgente” è “senz’altro la riforma elettorale”, da fare subito. Ma ribadisce di essere “assolutamente contrario” alla “extraparlamentarizzazione della riforma costituzionale”.
Su Il Foglio, in prima pagina: “Perché la Bicamerale per le riforme non fa rima con Rodotà (tà-tà)”.
Ieri il ministro Quagliariello aveva parlato di una “clausola di salvaguardia”, una modifica della legge elettorale per cancellare il “Porcellum”. Scrive Il Sole 24 Ore che “perfino il Pdl è contro il suo ministro. “Una batteria di interventi, a cominciare da Sandro Bondi, Altero Matteoli, Daniele Capezzone: tutti a dire che prima bisogna fare le riforme costituzionali e solo alla fine la legge elettorale, altrimenti il rischio è di accorciare la legislatura”. “Voci che ricalcano ciò che pensa Silvio Berlusconi che – tra l’altro – è autorevole componente della Commissione Affari Costituzionali al Senato e, di certo, sarà lui a dettare l’agenda al ministro Quagliariello. Non il contrario”.
Sullo stesso quotidiano Stefano Folli spiega che in questo momento – per i sostenitori della riforma elettorale nel centrosinistra – l’idea sarebbe “un rapido ripristino del Mattarellum, l’onesto precursore della pessima legge attuale”, e ieri due parlamentari ex ulivisti – Giachetti e Parisi – l’hanno proposto in Parlamento. “Ma è plausibile in termini politici? La risposta è no. A destra nessuno del campo berlusconiano sosterrebbe una simile riforma. Vorrebbe dire regalare al centrosinistra un vantaggio, un possibile binario su cui costruire una riscossa. Quindi, pollice verso. Ci vorrebbe una via di compromesso: alcuni ritocchi al Porcellum tali da correggere l’abnorme premio di maggioranza e altri difetti della norma”. Ma anche questa stradaè stretta. “Anche i ritocchi al Porcellum non sono graditi dalle parti di Palazzo Grazioli”, scrive Folli.
Berlusconi, Monti
Secondo Libero, che dedica a questo il titolo di apertura, “Berlusconi ha un piano per tornare a votare: cambiare il Porcellum con uno sbarramento molto alto (40 per cento). E poi prendere il premio di maggioranza alleandosi con Lega, FDI, Monti e Casini”: Secondo il quotidiano “Silvio vuol riaprire la Casa delle Libertà”, e “sondaggi alla mano” strarebbe preparando “in segreto un piano per tornare alle urne”. Secondo il quotidiano “con Monti ormai l’accordo è fato: il partitino del Professore è allo stremo e l’unica alternativa alla sua dissoluzione pare essere il ritorno al timone, con pieni poteri, dell’ex premier. Il quale ha già trattato in privato le condizioni dell’accordo con il Cavavaliere, uscendone con la convinzione che ‘Berlusconi è il più bravo di tutti’”.
Monti viene intervistato da La Stampa, rivendica il suo ruolo nel governo, dice che c’è continuità tra il suo esecutivo e quello di Letta, e spiega che “la coalizione ampia serve ad avere le spelle più larghe per moltiplicare gli aforzi nell’interesse del Paese”. Sui suoi progetti futuri: “Mi rendo conti di avere lasciato un po’ di incertezza. Ho riflettuto se accontentarmi di aver contribuito alla creazione di una forza politica che in soli 50 giorni ha raccolto 3 milioni di voti, o se invece debba guidarne la crescita o l’evoluzione, come molti mi hanno chiesto”, e “poiché vedo un importante potenziale”, “sono ronto ad assumermi questo impegno”. Monti lo dirà oggi all’assemblea degli eletti di Scelta Civica. Diventerà un partito? “Nei prossimi mesi è previsto un momento costituente vero e proprio”. Se dovesse stringere alleanze, si sentirebbe più in sintonia con il Pd o con il Pdl? “Il nostro è uno spazio che è – e deve restare – distinto dalle forze politiche tradizionali”. “Vediamo prima di tutto chi spingerà e chi frenerà le riforme nell’azione del governo Letta”.
Su Europa segnaliamo un articolo di Paolo Natale: “Sondaggi. Il Pdl primo partito per colpa degli altri partiti”, in cui si spiega che i sondaggi dicono che gli italiani non pensano che Berlusconi sia vittima dei magistrati (solo l’8 per cento lo considera vittima di una persecuzione da parte della magistratura), ma i consensi nei confronti del Pdl aumentano. Accade perché “nessuna delle altre offerte, comparate con quella di Berlusconi, oggi sembra riuscire a starne al passo”
Internazionale
Su La Stampa un “retroscena” è dedicato alla situazione in Siria, in vista della conferenza di pace di Ginevra denominata “Ginevra2”. “Qatar e Arabia Saudita in lotta per conquistare i ribelli anti-Assad”, dove si spiega che l’Arabia Saudita – che finora aveva sempre evitare di incontrare i ribelli della Coalizione nazionale siriana, “perché in mano all’invisa Fratellanza musulmana e perché legata a Qatar e Turchia” – la settimana scorsa aveva segnato un punto di svolta: a sorpresa il ministro degli esteri saudita Saud Al Faisal ha incontrato a lungo il Fratello soriano Mahmoud Farouq Tayfour”. “Significa che Riad, sponsor storico dei salafiti, smorza i toni? La risposta è piuttosto nella guerra fredda con l’Iran, che secondo Al Hayat sarebbe pronto a puntellare Assad aprendo un fronte sul Golan con le milizie dell’amico Hezbollah”.
Su Il Foglio una anticipazione da un libro di prossima uscita, firmato da Lorenzo Trombetta: “Siria, dagli ottomani agli Asad. E oltre”l L’estratto è dedicato agli “Shabbiha”, ex bande di contrabbandieri in Mercedes in Siria, “protette dalla parentela con Assad. Ora sono diventate le squadre paramilitari che fanno il lavoro sporco per Damasco”.
Di politica estera ha parlato ieri il ministro Bonino, ascoltato dalle Commissioni esteri di Camera e Senato: “Bonino, allarme Libia. ‘C’è il rischio del caos. La titolare della Farnesina in Parlamento indica le linee direttrici della politica estera italiana. I dossier Sigonella e marò. La sfida europeista”.
E poi
Sulle pagine R2 de La Repubblica un articolo di Paul Krugman e uno di Federico Rampini dedicato alle politiche economiche: “Post-Austerity, la fine di una ideologia moralista che ha aggravato la crisi. La politica del rigore si è dimostrata inefficace e anche la sua base teorica si è rivelata sbagliata. E i governi europei incominciano a trarre tutte le conseguenze”, il titolo di quello di Rampini. E Krugman si sofferma sui “conti sbagliati dei conservatori”, ricordando che “nella storia Usa i maggiori deficit sono frutto dei governi di destra”.
Su Europa una pagina è dedicata alla Gran Bretagna: “Per contrastare l’Ukip e recuperare consenso David Cameron si affida a un gruppo di fedelissimi con una matrice unica: tutti allievi dell’esclusivo college” di Eton. “Scene di lotta di classe a Downing Street”, il titolo.
Fonte RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini