Le aperture
Il Corriere della Sera: “Ecatombe sulla rotta per l’Italia. Si rovescia barcone carico di migranti, più di 250 morti. Molti bambini. La tragedia mentre una motovedetta della Marina tentava il soccorso. Il racconto dei sopravvissuti”. Di spalla: “Sulle intercettazioni duello tra procura e legali del premier”. E poi: “Ruby non sarà parte civile”. A centro pagina: “Generali, drammatico consiglio. Geronzi costretto a dimettersi”. Il presidente uscente di Generali viene intervistato dal direttore del quotidiano: “Io lascio. I nuovi? Gioventù anziana”.
La Stampa: “Strage al largo di Lampedusa. ‘Sulla barca 300 immigrati’. Affondata nel mare in tempesta, anche bimbi a bordo. Salvi in 53”. In alto: “Sfiducia dei soci. Geronzi si dimette dalle Generali. La svolta dopo mesi di polemiche”. Sul processo a Berlusconi: “Ruby, prima udienza chiusa in 9 minuti. Non sarà parte civile. Scintille procura-Pdl sulle intercettazioni. Processo breve, è battaglia alla Camera”.
Libero: “Chi annega i clandestini. Barcone affonda: un’altra strage da imputare al governo tunisino, che non fa nulla per fermare il traffico di esseri umani. L’Italia fronteggia l’emergenza ma Europa e Francia ci sgambettano”.
L’Unità: “Nipote di nessuno. Barcone si inabissa: morti e centinaia di dispersi”. E poi: “I messaggi di aiuto inascoltati. Gli sos dei profughi rimpallano in un tratto di mare militarizzato e sotto controllo. Boldrini: subito un corridoio umanitario”.
La Repubblica: “Generali, la caduta di Geronzi. Terremoto al vertice del Leone alato, a sopresa il presidente in minoranza. Della Valle: rinnovare è possibile. Costretto alle dimissioni, anche Mediobanca lo scarica. Il titolo vola”. “‘Cambio di regime’ è il titolo del commento di Massimo Giannini”. A centro pagina, con foto: “Migranti, apocalisse in mare. Lampedusa, affonda un barcone. 250 vittime, molti bambini”. In prima anche il processo a Berlusconi: “Udienza lampo, Ruby non sarà parte civile”.
Il Giornale: “Sveltina giudiziaria. Oltre cento giornalisti accreditati e grande attesa mondiale: tutto per un’udienza di nove minuti. Ruby gela la Boccassini e non si costituisce parte civile: ‘Rovinata dai giornali, non da Silvio’. E sul processo breve il fasciocomunista Fini fa melina in Aula”. Il titolo di apertura è per Generali: “stop all’era Geronzi. Si dimette il banchiere che ha fatto la storia d’Italia”:
Il Sole 24 Ore: “Geronzi lascia la presidenza Generali. Dopo le dimissioni dal vertice convocato per domani, cda d’urgenza. Il banchiere resta alla guida della Fondazione. Il titolo sale del 3 per cento. Per la successione in pole Galateri, ma avanza la candidatura di Mario Monti”. L’editoriale, del direttore Napoletano: “Il tappo saltato, il mercato e le risposte da dare”.
Il Riformista: “L’ultimo Cesare. Poteri (meno) forti: Geronzi si dimette dalla presidenza di Generali”. A centro pagina: “Berlusconi prepara l’assalto finale a Fini”.
Secondo Europa cade Geronzi e “cambia la mappa del potere. A Tremonti non dispiace”. “Generali, vince l’affondo di Della Valle. Via anche da Rcs”.
Il Foglio, che titola sulle dimissioni di Geronzi “La caduta degli dei”, apre con notizie di politica estera. “La guerra segreta d’Israele accelera contro il network Hamas-Iran. Un altro attacco dall’aria in Sudan, un sequestro in Ucraina, armi intercettate per interrompere i traffici con Gaza”. Di spalla la politica. “Tra il Cav e il processo breve ci sono Fini e un ostruzionismo lungo”.
Generali
Con dieci voti di sfiducia su diciasette Cesare Geronzi è stato costetto a dimettersi dalla presidenza di Generali, dopo che un gruppo di consiglieri di amministrazione aveva manifestato sfiducia nei suoi confronti. A Geronzi era contestato un ruolo esorbitante rispetto alla funzione di un presidente senza deleghe. In particolare a contestarlo era l’imprenditore Della Valle, tra gli azionisti di Generali.
Al ministro Tremonti – scrive Europa – “la scossa che arriva dal Leone di Trieste non dispiace, anche se c’è chi vede dietro le mosse di Della Valle (il vincitore del primo round) le ambizioni politiche non più dissimulate di Montezemolo”.
Anche per Il Foglio “s’aggiudica il primo round Diego Della Valle, che ha scosso l’albero”. Ne esce ridimensionato “il sistema relazionale romano del quale Geronzi è stato il primo motore immobile”. Il quotidiano diretto da Ferrara sottolinea che è necessario seguire con attenzione le mosse di Francesco Gaetano Caltagirone, presidente ad interim.
E ancora secondo Il Foglio, il colpo di scena alle Generali ha sorpreso Silvio Berlusconi, che a Geronzi deve un sostegno finanziario importante, nel 1993, quando Finivest era in difficoltà (la Banca di Roma guidò l’ingresso in Borsa di Mediaset). E non piace nemmeno a Letta, il quale ha sempre mantenuto un rapporto stretto con quel milieu del quale Geronzi è stato il perno. Quanto a Tremonti, un anno fa aveva favorito il passaggio di Mediobanca a Generali, ma in questi mesi era preoccupato dall’instabilità dal vertice della compagnia di assicurazioni.
Secondo Il Sole 24 Ore, “l’attivismo di Geronzi dalla sua posizione non operativa all’interno della compagnia di Trieste e soprattutto alcune sue prese di posizione contro le Fondazioni hanno avviato un progressivo distacco da Tremonti”. Distacco che si è allargato dapprima con il rinsaldamento del rapporto di Geronzi con Antonio Fazio – chiamato alla guida del comitato scientifico della Fondazione Generali – e poi per ultimo per l’asse con gli azionisti francesi di Mediobanca – Generali: “Un fatto decisivo, in un momento in cui Tremonti e impegnato a bloccare le azioni dei transalpini in Italia”.
Della vicenda si occupa anche Nicola Porro, su Il Giornale, cercando di ricostruire cosa viene rimproverato a Geronzi. Generali è controllata da un 14 per cento di azioni Mediobanca, che da sempre ne determinano le scelte. Strada facendo, il cordone ombelicale si è sfilacciato. Ma Geronzi viene accusato di non aver saputo tenere a bada il Consiglio di amministrazione, tanto che il vicepresidente del gruppo si è astenuto dal votare il bilancio. Il secondo peccato mortale che gli viene attribuito è di aver cercato un nuovo fronte di azionisti alternativi a Mediobanca. E se è vero che Diego Della Valle ha dato l’innesco a tutta l’operazione, non è certo che una parte dei consiglieri che ieri lo hanno seguito su Geronzi decidano di seguirlo ancora. Certo è che in Generali è stato spazzato via quell’asse francesi-Geronzi che ha governato un buon pezzo del salotto buono del capitalismo italiano. E in un’altra analisi de Il Giornale si spiega: “Vincono Tremonti e Della Valle, perde Bolloré ma resta in sella. L’annuncio delle dimissioni di Geronzi ha comunque spinto il titolo di Generali in crescita a piazza Affari, con un +2,97 per cento.
“Dal tramonto del ‘cesarismo’ al declino di Berlusconi, così è saltato un sistema di potere. Anche Tremonti in campo contro l’ex banchiere”, si sintetizza così nell’analisi di Massimo Giannini su La Repubblica.
Immigrazione
Ieri sera a Palazzo Chigi, l’incontro con le regioni italiane avrebbe partorito un accordo che prevede piccoli insediamenti di immigrati distribuiti in tutta Italia, no alle tendopoli, coinvolgimento in prima battuta della Protezione civile insieme a regioni ed enti locali, applicazione dell’articolo 20, ovvero del permesso temporaneo di soggiorno, secondo quanto racconta La Stampa. Governo, regioni, province e comuni presenteranno l’accordo al presidente Napolitano. I permessi temporanei saranno possibili solo a chi non ha precedenti penali, anche se non sarà semplice il controllo di questo requisito. Anziché essere accolti in tendopoli, i migranti verranno smistati in gruppi non particolarmente numerosi e in strutture recintate e coperte come le caserme. Il ministro dell’interno Maroni chiederà al consiglio Ue dei ministri degli interni dell’11 aprile l’applicazione della direttiva 55 del 2001, sulla protezione temporanea, anche per i tunisini arrivati in Italia. Ma secondo La Stampa l’Ue vorrebbe escludere dal provvedimento i tunisini, limitando la misura ai migranti dei Paesi subsahariani fuggiti dalla Libia, che non possono rientrare nei loro Paesi d’origine per motivi politici e umanitari.
Il quotidiano riferisce anche della controffensiva possibile della Francia, che passerà per Bruxelles: potrebbe esser chiesto all’Italia di esaminare la situazione di ogni migrante, caso per caso, assicurandosi che non sia segnalato dalla polizia. Inoltre, per diventare regolare a tempo, ogni tunisino dovrà avere documenti e dimostrare di avere risorse per viaggiare.
Sul Corriere della Sera: “Il governo transalpino considera un escamotage per disfarsi dei “non regolari” la soluzione del documento a tempo”. Per la prima volta il ministro dell’interno francese Guéant ha messo in discussione l’accordo di Schengen, dichiarando che non è adatto a una situazione di emergenza.
Esteri
Secondo La Stampa, tra le concessioni fatte agli ambienti sunniti integralisti dal regime siriano vi sarebbe il reintegro in tutte le scuole del Paese delle insegnanti che indossano il niqab, maestre e professoresse. Erano state allontanate dalle classi nel giugno scorso, e assegnate a mansioni diverse nei locali del ministero dell’Istruzione. Parallelamente si sarebbe deciso di chiudere l’unico casinò della Siria, inaugurato lo scorso dicembre.
Su La Repubblica una corrispondenza da Damasco racconta come il presidente Assad abbia ricevuto ad un “tavolo di dialogo” oppositori, sceicchi e capo-tribù. Proprio ieri era in visita nel Paese, a sostenere la via delle riforme, il ministro degli esteri turco Davutoglu. Il modello turco – scrive il quotidiano – è studiato con attenzione a Damasco, sia dai ribelli che dal governo: i primi vi riconoscono il sistema politico più prossimo ad aspirazioni della primavera araba, i secondi lo ritengono un utile canovaccio su cui imbastire le nuove leggi.
Se ne parla anche su Libero: “Assad ammicca agli islamici: sì al velo nelle scuole”.
Della visita a sorpresa a Damasco del Ministro degli esteri turco parla anche Europa. Il Paese, che già nella questione tunisina, egiziana e yemenita esplicitamente ha invitato i rispettivi capi di Stato ad “ascoltare le richieste del popolo”, in Siria è assai più coinvolto, non solo come partner commerciale, le cui merci penetrano sempre di più nel mercato siriano, ma anche come influente attore politico regionale, che a Damasco potrebbe servire come solida sponda amica per bilanciare la sua tradizionale dipendenza strategica dall’alleato iraniano.
Da lunedì in Francia sarà vietato l’uso del velo. Se ne occupa l’inserto R2 de La Repubblica, con una corrispondenza dalla Francia che si sofferma sulla vicenda di una giovane donna che ha deciso di sfidare il divieto: nata e cresciuta vicino a Nantes, lavorava come contabile alla Renault e si è convertita. Ma anche con una analisi di Timothy Garton Ash, dal titolo “in una società libera la politica del divieto non è la soluzione”, che riferisce di uno studio dell’Open Society Foundation, con interviste a tutto campo a 32 donne che indossano il velo integrale in Francia: tutte, ad esclusione di due di loro, hanno dichiarato di essere le prime donne della loro famiglia a portarlo.
E poi
Ancora sotto accusa il vicepresidente del Cnr Roberto De Mattei, resosi protagonista di una polemica sullo tsunami giapponese, definito un castigo divino. Secondo quanto riferisce La Repubblica, avrebbe collegato il collasso della Roma imperiale e l’arrivo dei barbari alla “effeminatezza di pochi a Cartagine, paradiso degli omosessuali, che contagiò tanti”.
(Fonte: Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)