Il piano del governo: prelievo di un miliardo sulle superpensioni. Allo studio l’ipotesi di colpire gli assegni oltre i 3500 euro.
Il Corriere della Sera apre con le parole di Papa Francesco sull’Iraq: “’E’ lecito fermare l’aggressore’. Il Pontefice: siamo come nella Terza guerra mondiale, ma a capitoli”. “Francesco e l’Iraq: la scelta sulla modalità di intervento spetta all’Onu. E scherza sulla propria morte: due o tre anni e via”. “Il cambiamento di questi mesi” è il titolo di un commento di Pierluigi Battista, dedicato alle parole del Papa. Sullo stesso tema anche Alberto Melloni: “Parole audaci contro l’ipocrisia”.
A centro pagina: “Giustizia civile, via libera di Napolitano. Il ministro Orlando dal Presidente. Le novità: processi rapidi, niente più arretrati, divorzio senza magistrato”. “Restano i nodi sulla parte penale, soprattutto sulle intercettazioni”.
A fondo pagina: “Il tribunale alla clinica: fate l’eterologa. Ordinanza a Bologna in favore di due coppie. ‘Non c’è vuoto legislativo’”.
La Repubblica: “Il piano del governo: prelievo di un miliardo sulle superpensioni”. “Allo studio l’ipotesi di colpire gli assegni oltre i 3500 euro”. “Allarme della Bundesbank: a rischio la ripresa in Europa”. Di spalla: “Il Papa: è la Terza guerra mondiale. Fermare gli aggressori, non bombardarli”. “L’Italia accelera sull’invio di armi, polemica di M5S”.
In prima anche “la prima mossa di Tavecchio: un regalo agli ultrà razzisti”. Il quotidiano spiega che “l’uomo delle banane paga subito le sue cambiali” cancellando la “discriminazione territoriale”, ovvero la responsabilità oggettiva delle squadre di calcio in caso di cori razzisti.
A fondo pagina un articolo dell’inviato Federico Rampini “tra i neri in rivolta di Ferguson”.
La Stampa: “Il Papa sui conflitti globali: ‘E’ una Guerra Mondiale”. “’La stiamo vivendo, a pezzi’. ‘Iraq, fermare l’aggressore, non bombardare’”. “Intervista collettiva a Francesco sul volo di ritorno dalla Corea: pronto ad andare in Kurdistan”. Il commento di Andrea Tornielli: “Decida l’Onu, non un solo Paese”.
In alto: “Ferguson, i giorni dell’ira: America senti la nostra rabbia. L’autopsia: sei colpi contro Michael”.
Il Giornale: “Economisti da rottamare. I tecnici come Padoan hanno sbagliato tutte le previsioni. Ma Renzi non è riuscito a sloggiarli. Pressione fiscale record. Gli italiani costretti a pagare le tasse a rate”. “Qui ci vuole una svolta”.
In prima anche – con foto – il “braccio di ferro sui soldi del Carroccio”. “Lite Bossi-Salvini. La Lega è in miseria ed è colpa loro”, di Vittorio Feltri.
A centro pagina anche: “I clandestini? Gli altri Paesi li cacciano. Da noi porte aperte, mentre all’estero…”
Il Sole 24 Ore: “I mercati tornano sui bond. Btp e Bund ancora ai minimi. Piazza Affari in rialzo dello 0,8 per cento. Anche i fondi puntano su Draghi”. Rendimento al 2,58 per il decennale italiano, i titoli tedeschi scendono sotto l’1 per cento”. Di spalla: “Allarme Bundesbank: anche per la Germania la crescita è a rischio”.
A centro pagina: “Sgravi fiscali a chi compra case per affittarle”. “Allo studio nello ‘Sblocca Italia’ una deduzione del 20 per cento per le spese di acquisto degli immobili, proroga per gli ecobonus”.
Il Fatto quotidiano: “Renzi copia le ricette della banca JP Morgan”. “Smontare la Costituzione, asservire il Parlamento al governo, legge elettorale bipolare, giustizia e burocrazia assoggettate alla economia: era tutto scritto nel memorandum 2013 del colosso Usa, grande sponsor (con Blair) del premier italiano”.
A centro pagina: “Gli autogol del M5S ne oscurano i successi”. “Le futili e dannose goliardate del MoVimento”. Dove si parla delle “iniziative inutili” del M5S e delle “prevedibili polemiche”. In prima anche un articolo firmato dal vignettista Vauro Senesi sulle dichiarazioni dei giorni scorsi di Alessandro Di Battista a proposito di terrorismo ed Iraq: “Ecco perché Di Battista non ha tutti i torti”.
Papa
“Il papa: ‘Se necessario sono pronto ad andare in Iraq’”. Alle pagine 2 e 3 Il Corriere della Sera pubblica l’intervista collettiva sul volo papale che ha riportato Bergoglio in Italia dalla sua visita asiatica. “Qualcuno mi ha detto: padre, siamo nella Terza guerra mondiale, ma fatta a pezzi, a capitoli”. Sull’Iraq: “E’ lecito fermare l’aggressore ingiusto”, ma “nessun Paese può giudicare da solo”. “La scelta spetta all’Onu”. La domanda era se approvasse i bombardamenti. E ancora: “Sottolineo il verbo fermare. Non dico bombardare o fare la guerra, dico fermarlo. I mezzi con i quali si possono fermare dovranno essere valutati. Ma dobbiamo avere memoria, pure: quante volte, con la scusa di fermare l’aggressore ingiusto, le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto una bella guerra di conquista? Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto. Dopo la Seconda guerra mondiale sono state create le nazioni Unite: là si deve decidere”.
Secondo Pierluigi Battista, che firma un commento sullo stesso quotidiano, le parole del Papa “segnano una correzione significativa della politica vaticana in Medio Oriente”. “La Chiesa di Francesco non è diventata bellicista. Ma difficilmente chi si è sempre nascosto sotto il manto papale per dare autorevolezza a una linea di ‘pacifismo’ assoluto troverà accoglienza a piazza San Pietro”, come accadde nel 1991 e nel 2003 con la sinistra a sfilare in piazza San Pietro.
Su La Stampa il vaticanista Andrea Tornielli ricorda il grido di Papa Giovanni Paolo II che perché non iniziasse la guerra in Iraq. “Oggi non si tratta di fare una nuova guerra, ma di fermare i massacri: una situazione dunque più simile a quella del Kosovo della fine degli anni 90. Allora Papa Wojtyla e la Santa Sede auspicarono un intervetno sotto l’egida dell’On, con una forza di interposizione di pace, per fermare la pulizia etnica”. “Si decise l’intervento Nato, a suon di ‘bombe intelligenti’ che così intelligenti non sono mai”. Questo spiega perché – scrive Tornielli – Francesco chieda “un sussolto di coscienza alla comunità internazionale”, per non “avallare semplicemente l’iniziativa americana”.
Giustizia
Il Corriere dedica il titolo di apertura a quella che definisce “accelerazione sulla giustizia”. Ieri il ministro Orlando è andato a parlare con Napolitano per fare il punto sulla riforma della giustizia, e per confrontarsi su quei punti che non riscutono ancora “piena condivisione all’interno della maggioranza”. Sulla giustizia civile però l’accordo c’è: velocizzazione del processo civile, innanzitutto, e su questoil testo definitivo dle decreto legge èstato consegnato a Napolitano e sarà in Cdm il prossimo 29 agosto. Secondo il quotidiano sarebbe vicino anche l’accordo su altri punti: la questione della responsabilità divile dei magistrati, le intercettazioni, il falso in bilancio, il Csm.
Un “retroscena” di Marzio Breda si sofferma sul fatto che Napolitano “riconosce che la legge Vassalli sul risarcimento in caso di dolo o colpa grave dei magistrati non ha funzionato”. Sul tema delle intercettazioni Napolitano ha “sottolineato la necesskità di equilibrio tra privacy, indagini e informazione”. Napolitano avrebbe inoltre “particolarmente apprezzatole consultazioni preparatorie alla riforma, svolte anche via internet”.
Su La Repubblica: “Orlando al Quirinale. La riforma cambierà le nomine dle Csm”. “Il Ministro: basta con le scelte pacchetto per i capi. Napolitano: ma attenti all’ingorgo parlamentare”.
Pensioni
Piero Ostellino firma l’editoriale del Corriere della Sera e scrive del “contratto tradito” da parte dello Stato, perchè la previdenza è “una sorta di contratto” che il lavoratore stipula: dietro il pagamento di contributi il cittadino riceverà una pensione”. “L’idea di prelevare dalle pensioni cosiddette alte per aiutare i meno fortunati – facendo pagare l’assistenza a chi ha già pagato previdenza e tasse – è untrucco per supplire ai costi e all carenze di uno Stato sociale che non aiuta i meno abbienti ma fa pubblicità a se stesso e produce consenso a chi governa”.
Il Sole 24 Ore: “Conti pubblici e crescita, governo a caccia di risorse”. “Palazzo Chigi: deficit 2014 sotto il 3 per cento senza aumenti di tasse, nessuna trattativa con la Ue o piano taglia tebito”. L’Italia insomma ribadisce che “farà la sua parte”, “rispettando il vincolo del 3 per cento senza aumentare la pressione fiscale”. Secondo il quotidiano le risorse per stabilizzare il bonus Irpef – circa 20 miliardi – si stanno cercando nei tagli alla spesa, nel riordino delle agevolazioni fiscali, nei maggiori introiti attesi dalla lotta all’evasione fiscale.
Alle pagine successive: “Riforma pensioni, tris di interventi sul tavolo del governo”. Il quotidiano parla della ipotesi di un “prelievo forzoso sugli assegni più elevati”, che già esiste, previsto dal governo Letta nella legge di Stabilità 2014 per le pensioni oltre i 90 mila euro, dopo la bocciatura della Consulta per una misura simile voluta da Tremonti e poi da Monti. Attualmente chi percepisce tra 14 e 20 volte il minimo (ovvero tra 7 e 10 mila euro al mese) deve rinunciare al 6 per cento dell’importo. La percentuale sale al 12 se si ha una pensione tra 20 e 30 volte il minimo, e al 18 se si supera questa soglia. Ora “il governo Renzi potrebbe decidere di rendere l’intervento meno simbolico e più redistributivo, abbassando l’asticella fino a 3000-3500 euro”.
La Stampa intervista Stefano Fassina: “Le riforme non bastano. Sforare il tetto del 3 per cento è l’unico modo per salvarci”. Sulle pensioni: “Temo ci sia poca consapevolezza dell’effettivo ammontare che si potrebbe raccogliere. Anche col governo Letta abbiamo messo un contributo di solidarietà su quelle molto alte, ma il gettito è stato qualche decina di milioni. Chi vuole raccogliere qualche miliardo, vuole aggredire quelle sopra i 2500 euro netti. Che in questi anni hanno già perso potere d’acquisto”. Insomma: “lo sconsiglio vivamente”. Fassina dice che “va evitata una manovra di sacrifici oltre 20 miliardi”, e che “il tabù da superare è quello del 3 per cento”. Bisogna fare “una manovra espansiva per il 2015 di 16 miliardi per rendere strutturale il bonus degli 80 euro, esteso a incapienti e partite iva”. Sforando il 3 per cento si finirebbe sotto procedura di infrazione. “Noi dovremmo porre il fallimento della politica Ue e se ci fosse una chiusra potremmo anche rimettere indiscussione il nostro contributo al fondo europeo di stabilità, al quale abbiamo già versato 50 miliardi. L’Europa è sulla rotta del Titanic”.
La Repubblica dedica al tema pensioni due pagine: “Pensioni, in miliardoall’anno da quelle oltre i 3500 euro netti per aiutare esodati e cassintegrati”. Nel piano del governo previsto n prelievo sulla differenza tra l’assegno calcolato con il retributivo e quello teorico contributivo”. Accanto, una intervista al presidente della Commissione lavoro della Camera, Damiano: “No a trattenute indiscriminate, colpirebbero i redditi medi”.
Ue, Bce, Bundesbank
Su La Repubblica si parla dell’allarme lanciato dalla Bundesbank sulla crescita della Germania e di tutta la zona euro: “C’è un rallentamento rispetto alle previsioni, dovuto anche alle tensioni internazionali”, dice il bollettino della banca centrale tedesca. “Tuttavia” la Bundesbank “non è sicura che la soluzione possa essere costituita da una politica monetaria espansionistica varata dalla Bce”. Le misure adottate a giugno sono “nel complesso giusticiate”, ma “bisogna valutare il rischio di surriscaldamento del mercato finanziario e immobiliare”, oltre a quello di una possibile riduzione dell’incentivo nei confronti dei governi a fare le riforme.
Il Sole 24 Ore: “Bundesbank: ripresa tedesca a rischio”. “Le tensioni geopolitiche rimettono in discussione le previsioni del secondo trimestre”. “In arrivo in autunno peggiore del previsto a causa della guerra delle sanzioni contro Mosca”.
Su La Stampa ci si sofferma sulla Germania e sulla Francia. “L’esecutivo francese in affanno. Crescita ancora giù, salta il patto con l’Ue”. Parigi sembra attraversare uno deimomento più neri, Moody’s ha rivisto al ribasso le stime di crescita per la seconda volta nel giro di pochi giorni.
Sulla Germania: “La Buba al governo, spendete di più”. La Bundesbank chiede al governo di Berlino una “politica dei conti pubblici molto più espansiva, da attuare specialmente attraverso investimenti pubblici e sfruttando maggiormente i margini concessi sul disavanzo”, scrive La Stampa.
Il Giornale: “Renzi fa il duro con l’Ue: non c’è un problema Italia”. “Palazzo Chigi nega la trattativa sui vincoli del Patto di Stabilità che l’Europa invece non aveva smentito”. “Rimarremo sotto il 3 per cento senza aumentare le tasse”. Secondo il quotidiano “il govenro punta sulla spending review del viceministro Morando”, ma lo scenario economico e il rallentamento della Germania “non aiuta i Paesi meno virtuosi”.
Internazionale
Su La Repubblica Federico Rampini racconta il “Missouri in fiamme”. Ieri i legali del giovane Michael Brown, ucciso da un poliziotto il 9 agosto scorso nel sobborgo di Ferguson, St Louis, Missouri, hanno diffuso le risultanze della autopsia sul corpo, che “fa crescere ancora l’ira della comunità nera”. Sei pallottole, di cui due alla testa, i due colpi mortali che lo hanno finito quando stava già cadendo. La famiglia chiede l’arresto del poliziotto Darren Wilson. L’autopsia è stata fatta dal “medico legale più famoso d’America”, Michael Baden, ottanta anni, che si è occupato di JFK e Martin Luther King, ma anche Sid Visious e John Belushi.
Su La Stampa le pagine 2 e 3 sono dedicate all’ampio reportage da Ferguson, Missouri, dove è in corso “la rivolta dei neri” dopo l’uccisione da parte di un poliziotto di un giovane. “Ci vogliono tutti morti o disoccupati: l’America sentirà la nostra rabbia”. “Studenti e giovani delle gang, madri di famiglia, religiosi, attivisti. A Ferguson torna la lotta per i diritti civili, soffia il vento degli anni 60.
Alcuni grafici mostrano l’indice di povertà dell’area – Ferguson è un sobbordo di Saint Louis – e la percentuale di popolazione nera.
Nella pagina dedicata a Ferguson Il Sole24 Ore pubblica un grafico che misura l’indice di Gini, ovvero la disuguaglianza in base alla distribuzione dei redditi. Gli Stati Uniti sono il Paese con il “record di disparità” tra quelli occidentali. Il rapporto tra il reddito del 10 per cento più ricco della popolazione e il 10 per cento più povero è di 4,5 in Australia, 3,4 in Francia, 4,3 in Italia, 5,9 negli Usa.
Ieri Julian Assange ha annunciato che presto uscirà dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove si trova da due anni. “Apparso invecchiato”, vorrebbe uscire per problemi di salute. “Stare chiusi per oltr edu eanni in un luogo senza neppure un cortile, senza mai vedere il sole, non è certo sano”. “Sono quattro anni in realtà che non ho libertà di movimento”. Sulle accuse a suo carico: “I onon sono incriminato né nel Regno Unito né in Svezia. Sono state dette molte falsità, non sono accusato del grave crimine di stupro da nessuna donna, è stato smentito. Il governo svedese, vista la mia situazione con gli Stati Uniti, ha resuscitato un problema già risolto. Non l’ho detto prima, ma ho fatto causa all’FBI per le azioni illegali compiute contro di me, per esempio corrompendo persone in contanti anche in Svezia. Da anni chiedo agli svedesi di interrogarmi qui. Lo fanno normalmente, ma con me non vogliono”.
E poi
Alle pagine R2 de La Repubblica Adriano Sofri racconta Kirkuk, la “Gerusalemme curda”, città controllata dai peshmerga, con minoranze arabe e turcomanne, centro petrolifero, con le ragazze che temono l’arrivo dell’Isis e i maschi che si fanno crescere la barba per somigliare ai guerriglieri.
Da segnalare su Il Foglio una analisi di Sergio Soave: “L’islamismo feroce, le molli complicità dell’occidente. Riluttanza a condannare l’anticapitalismo. Il Papa e la guerra (quasi) giusta.
Su tutti i quotidiani la nuova sentenza – questa volta da un giudice di Bologna – sulla fecondazione assistita. La Repubblica: “Il giudice sdogana l’eterologa: si può partire. ‘Dopo la Consulta nessun vuoto normativo’. Sì del tribunale di Bologna a due coppie che chiedevano di effettuare il trattamento. La beffa: in attesa della decisione una delle due ha già avuto un bimbo andando all’estero. I legali: ‘E’ la sconfitta del ministro Lorenzin”. Vengono anche intervistati i due aspiranti genitori, ultra quarantenni.
Anche sul Corriere: “Il giudice ordina alla clinica: fate l’eterologa”. Con intervista ad Adrea Borini, responsabile scientifico della Tecnobios Procreazione di Bologna, uno dei due centri oggetto delle ordinanze.
(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)