Fondo monetario in campo

Pubblicato il 31 Ottobre 2011 in da redazione grey-panthers
Minacce dell'Isis all'Italia

Le aperture

La Repubblica: “Sacconi: rischio nuovo terrorismo”, “Camusso: se non ha prove taccia. L’Fmi rafforza le misure per salvare Spagna e Italia”, “Scontro sui licenziamenti, il ministro: ‘Temo un altro Biagi’. Crisi, appello Ue al G20: tocca a voi. Berlusconi: un piano per superare i dubbi di Bruxelles”.
In prima una lettera di Luca Cordero di Montezemolo: “Subito un governo di salute pubblica”.
In taglio basso, la convention dei ‘rottamatori’: “Renzi: ‘Via i dinosauri del pd’. Bersani lo gela: idee vecchie”.

Corriere della Sera: “Fondo monetario in campo”, “‘Così difenderemo i Paesi europei dal contagio'”. “Pronti nuovi strumenti d’intervento. Per l’Italia la settimana decisiva sui mercati”.
In primo piano anche qui la convention dei ‘rottamatori’: “Renzi: basta Pd dei burocrati. Bersani: idee anni 80”. Ma anche le dichiarazioni del pm Ingroia al congresso del Pdci: “Ingroia si definisce pm partigiano e si apre un caso”.
A centro pagina: “Lavoro, Sacconi evoca il rischio terrorismo. La Cgil: inquina il clima”.
Ma anche la notte di Halloween conquista la prima pagina: “Halloween, la notte dei relativisti”, “Una festa che divide, le critiche dei cattolici”.

Il Giornale ha in prima una grande foto del pm Ingroia: “Questo pm confessa: sono un partigiano”.
Il titolo di apertura parla di un Pdl in testa ai sondaggi: “La resurrezione di Silvio”, “Berlusconi comincia a recuperare i voti dei delusi. La sinistra sente aria di guai. crisi, Obama all’Italia: il problema non siete voi”, “Incubo Br sull’articolo 18. Sacconi: ‘Troppa tensione, può tornare il terrorismo’”.

La Stampa: “Allarme di Sacconi: ‘Sull’articolo 18 rischio terrorismo’”. E poi, sulla crisi dell’eurozona: “L’Europa chiede aiuto al G20”, “Il Fondo monetario conferma: stiamo rivedendo i sistemi anti-contagio. Il governo: Bruxelles non basta più”.
A centro pagina: “Pd, la sfida di Renzi, ‘Cambiamo i leader’. Bersani: Matteo ha idee da anni 80”.

Crisi

Spiega il Corriere che il Fondo monetario internazionale ha annunciato di aver dato il via a una ‘revisione’ degli strumenti finanziari a sua disposizione per aiutare i Paesi più colpiti: si prepara ad agire, forse dopo l’aumento delle sue risorse, che potrebbe esser deciso al vertice del G20, in programma il 3 e 4 novembre a Cannes. Non si tratta di una rete di salvataggio pensata esclusivamente per Italia e Spagna, l’obiettivo è quello di rafforzare la capacità del fondo “di mitigare il contagio fornendo liquidità ai Paesi che hanno politiche e fondamentali forti e che sono colpiti da stress sui mercati finanziari”.
Parallelamente, ci sono negoziati già in corso per un aiuto cinese. La Cina è chiamata ad investire 50-100 miliardi di dollari in qualche articolazione del fondo europeo salva Stati. E altrettanto vale per l’India.
La Stampa mette a confronto due economisti nella pagina dedicata alla crisi, sotto il titolo: “La salvezza dell’euro dipende dalla Cina”. A confronto Pier Carlo Padoan, ordinario di economia all’Università La Sapienza di Roma, e Daniel Gros, direttore del Centro studi per le politiche europee. Gros considera “preoccupante” il coinvolgimento finanziario della Cina, poiché essa rischia di diventare “una gamba centrale del fondo salva Stati, assumendo un peso eccessivo”. Per Padoan, è una preoccupazione infondata, perché “quella che si sta costruendo è una gamba multinazionale più che cinese: lo schema è di coinvolgere il Fondo Monetario Internazionale, con un “veicolo speciale” al quale i cinesi sembrano disposti a contribuire.
La Cina potrebbe – secondo il Corriere – avanzare la richiesta dello status di “economia di mercato” ma anche concessioni sul ruolo internazionale dello yuan, divisa non convertibile al centro di una tensione latente con gli Usa, che ne chiedono l’apprezzamento. E potrebbe chiedere l’aumento del suo peso decisionale all’interno del FMI a detrimento di alcuni Paesi europei.
Ai leader del G20 che si riuniranno a Cannes, il Presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione José Manuel Barroso, hanno indirizzato una lettera, come riferisce La Stampa: “Noi abbiamo fatto la nostra parte, ma questo da solo non basta per assicurare una crescita bilanciata e una ripresa globale”. La coppia chiede quindi soluzioni globali, chiede al G20 “un ambizioso piano di azione”, punta il dito sulle monete sottovalutate come lo yuan. Per il sistema finanziario sollecita una vera riforma, senza dimenticare la tassa sulle transazioni finanziarie, che Bruxelles vuole ma che raccoglie pochi consensi. Sulle stesse pagine si legge peraltro che – secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale – già nel 2011 il Pil del Brasile supererà quello della Gran Bretagna.

Sacconi, lavoro

Ieri il Ministro Sacconi, in una intervista a Sky Tg 24, ha detto: “Ho paura, sì, ma non per me, perché io sono protetto. Ho paura invece per le persone che potrebbero non essere protette e per questo diventare bersaglio della violenza politica, che nel nostro Paese non si è del tutto estinta”. Ha esplicitamente evocato il nome dell’economista Marco Biagi. Sulla stessa pagina, il deputato Pdl Giuliano Cazzola, interpellato, dice: “Il tema è delicato. Però bisogna evitare di criminalizzare il dissenso, non necessariamente dietro un dissenso anche violento si nasconde una P38”. Ma magari “Sacconi, in quanto ministro, sa cose che io non so”. Sullo stesso quotidiano, con due interviste parallele, l’ex leader Cgil Cofferati che, riferendosi alle parole di Sacconi, dice: “Non ha imparato nulla”, “l’ha rifatto di nuovo, ogni tanto gli prende così”, ricordando che nel 2002 la Cgil venne indicata come “mandante morale” dell’omicidio Biagi. L’ex allievo di Marco Biagi, Michele Tiraboschi, al contrario, pensa che Sacconi faccia bene a segnalare i pericoli perché sono sotto accusa “tutti quelli che vogliono fare riforme”. E’ il concetto che Tiraboschi ribadisce in una intervista a Il Giornale, in cui ammonisce: “Non sottovalutare il rigurgito del terrorismo”.
La Repubblica intervista la segretaria Cgil Susanna Camusso, che a Sacconi dice: “O ha le prove, o il Ministro stia zitto, nelle fabbriche e negli uffici non ci sono segnali”, “l’omicidio di Biagi avvenne al termine di una lunga stagione di terrorismo che riuscì a entrare nelle fabbriche”.
Secondo il Corriere dal governo sarebbe arrivata una apertura alle proposte di riforma dell’articolo 18 e del mercato del lavoro formulate in questi anni dal giuslavorista Pietro Ichino che, in una lettera a vari quotidiani, è tornato a spiegare il senso delle sue critiche alle rigidità su questo fronte. La protezione offerta dallo Statuto dei lavoratori “è molto difettosa e di fatto consiste in una sorta di ingessatura del mercato del lavoro”. Ed è convinto che serva “un codice del lavoro semplificato composto da 70 articoli molto chiari, suscettibili di applicarsi a tutta l’area del lavoro sostanzialmente dipendente”. Ai rapporti di lavoro nuovi verranno applicati il contratto a tempo indeterminato e le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno è inamovibile. Dario Di Vico, sul quotidiano, torna a sottolineare che il governo continua a non avere una proposta per la riorganizzazione del mercato del lavoro: il paradosso vuole che le elaborazioni del senatore Pietro Ichino e dell’economista Tito Boeri si siano spinte più avanti, sul fronte della capacità di ottenere il consenso degli outsider (che non hanno rappresentanza) e di minimizzare il potere di veto delle organizzazioni degli insider.
Ma intanto, parte del Pd già sconfessa la riforma Ichino: il responsabile economia dei Democratici Fassina ribadisce che “è a titolo assolutamente personale”.

Pd

Ieri il sindaco di Firenze ha chiuso la convention del “Big Bang”. Il Corriere riassume così il suo intervento: “Renzi attacca ancora: Pd ai pionieri, via i reduci”. Il sindaco: “Sarò anche di destra, però voglio innovare”. Non vuole commettere – ha detto – “il tragico errore di cadere nel giochino della candidatura”. Il passaggio più applaudito: “Non possono cambiare i simboli e restare gli uomini. A forza di nomi nuovi abbiamo finito le foreste e gli zoo. Manteniamoci il Pd che abbiamo e cambiamo i leader”. Sulle pensioni tiene il punto: “Cambiarle non è massacro sociale”. Sull’articolo 18 aggiusta il tiro: “non la libertà di licenziare, ma di assumere”; “via i partiti dalla Rai, da Finmeccanica e dalle municipalizzate”.
Per Concita De Gregorio Renzi è un ‘populista di centro’. Questo il titolo della sua analisi, in prima su La Repubblica, dove si sottolinea che la sua sfida può dividere anche la destra e cambiare il panorama politico non solo a sinistra. “Non c’è chi non veda che se si presentasse, come certo desidera fare, alle primarie, potrebbe cogliere un risultato determinante, ‘pesare molto’, addirittura – si dice sottovoce, ma si dice – vincere o comunque far perdere gli avversari interni (a vantaggio di Vendola, aggiunge chi usa questo argomento nella logica della guerra nella stessa metà campo). Cosa che spiazzerebbe, e molto, i leader del Terzo Polo.
Da La Stampa, altre parole di Renzi: “Dobbiamo estinguere i nostri debiti”, “i nostri nonni politici sono andati al ristorante e hanno lasciato il conto da pagare, ma il debito pubblico è la cosa più ingiusta e immorale che un bambino di oggi si trovi a fronteggiare”. Su Vendola: “Nichi ha fatto cadere il primo governo Prodi, provocando quel tradimento che portò all’inciucio e al governo D’Alema”.

Sul Corriere della Sera Goffredo Bettini, già coordinatore del Pd di Veltroni, in una intervista, invita i leader del centrosinistra a fare tutti un passo indietro: “Dovremmo mettere insieme tutte le persone di buona volontà per frenare il decadimento nazionale. Poi, in un futuro migliore, ognuno riprenderà la propria strada in uno schema bipolare, civile e moderno. Naturalmente, per fare tutto ciò è necessario un candidato premier da sottoporre a primarie vere”. Bersani, Vendola e Di Pietro “non si devono candidare alle primarie”, bisognerebbe valutare la disponibilità di una personalità come Casini. Il leader Udc dovrebbe sottoporsi alle primarie, così come Matteo Renzi, che Bettini considera “troppo di destra” e che accusa di volere un “partito personale”, sebbene sia “una risorsa, perché è un uomo intelligente e coraggioso”.
La Stampa intervista il leader di Idv Antonio Di Pietro. Preannuncia che la settimana prossima incontrerà Pd e Sinistra e Libertà per mettere a punto una lettera all’Europa. La presenta come una “controlettera all’Ue”. “Garantiremo all’Europa i saldi, ma il modo di trovare i soldi sarà assolutamente differente” rispetto alla lettera di intenti berlusconiana, “nessuna macelleria sociale”. Ribadisce che Idv ha dato disponibilità a farsi carico di un governo di emergenza: “Noi del patto di Vasto e oltre. Va coinvolto anche il Terzo Polo”. La precondizione è il cambio di governo.
Luca Cordero di Montezemolo, nella sua lettera a La Repubblica, dice che l’impegno del governo nei confronti dell’Ue è “manifestamente insufficiente rispetto alla gravità della situazione”. Si dice convinto che esista un’ampia condivisione, da parte di cittadini ed esponenti politici moderati e riformisti, sulle misure prioritarie da adottare: prima di chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, la politica e le istituzioni devono ridurre i costi; sposa la proposta Ichino; sottolinea che “non possiamo più permetterci di avere un fisco che premia rendite e patrimoni”, non solo per questioni di giustizia sociale, ma di efficienza dell’economia; è necessario abolire le pensioni di anzianità e procedere sulla via delle liberalizzazioni. Ma poi precisa: “Sappiamo però che nessuno dei due schieramenti porterà avanti questa agenda”. E tuttavia “dentro la destra e la sinistra stanno emergendo forze che spingono per un rinnovamento vero del proprio schieramento”. Il presidente del Consiglio deve rendersi conto che “l’unica strada per salvare il Paese passa oggi per un governo di salute pubblica”.
Luca Ricolfi su La Stampa, parlando anche dell’opposizione, scrive: “Sia le misure sulle pensioni di anzianità, sia le timidissime proposte per rendere più flessibile il mercato del lavoro, spaccano inesorabilmente la sinistra in due blocchi: una maggioranza conservatrice che si oppone a qualsiasi ridimensionamento dei diritti acquisiti, e una minoranza modernizzatrice che quando va bene si prende ‘solo’ gli insulti dei benpensanti del Pd (vedi il trattamento riservato al sindaco di Firenze Matteo Renzi, subito bollato come uomo di ‘destra’) e quando va male deve girare con la scorta, come continua purtroppo a succedere ai giuslavoristi che si occupano di mercato del lavoro da posizioni riformiste”.

Internazionale

In una intervista al Sunday Telegraph, il presidente siriano Bashar El Assad ha detto, minacciando l’occidente: “Noi rappresentiamo una cerniera. Un intervento esterno causerà un terremoto. Volete avere un altro Afghanistan o decine di Afghanistan? Brucerà la regione. Se volete dividere la Siria, dividerete l’intero scacchiere. Scrive il Corriere: “Lo scenario che prospetta il dittatore è quello del caos o – peggio – di un contagio che infiamma i Paesi vicini”.
Il Corriere si occupa anche di Egitto, e in particolare della vicenda di uno dei più famosi blogger – simbolo della rivoluzione: Alaa Abdel Fattah è stato ieri convocato da un Tribunale militare e sarà probabilmente incriminato per istigazione alla violenza e distruzione di proprietà pubblica. La convocazione riguarda gli scontri tra manifestanti e polizia del 9 ottobre al Cairo, nei quali sono morte 25 persone. Nei mesi scorsi ha criticato il consiglio supremo delle forze armate. Dice: “Ci sono 12 mila civili nelle carceri militari per aver partecipato a una rivoluzione che l’esercito fa finta di sostenere, e a volte per eventi nei quali è l’esercito ad aver commesso dei crimini.

E poi

Sulla prima del Corriere, sotto il titolo “Halloween, la notte dei relativisti”, si riferisce di critiche cattoliche alla festa. Il cardinale Carlo Caffarra ha parlato di “brutta resa al relativismo dilagante”, la curia ha invitato a usare le zucche “per la vellutata o il ripieno dei tortelli”. L’arcivescovo Cesare Nosiglia, da Torino: “tale festa non ha nulla a che vedere con la visione cristiana della vita e della morte”.
Su Il Giornale, la risposta di Venezia e i cattolici in campo: “Chiese aperte fino all’alba, è l’anti-Halloween”.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini