Le aperture
La Repubblica: “Il piano di Renzi: ‘Napolitano resti più a lungo al Colle’”, “Il capo dello Stato: ‘Qui per l’interesse del Paese, ma il mio mandato al Quirinale è al termine’”.
A centro pagina: “Allarme di Maroni: Expo a rischio”.
A centro pagina anche le foto di newyorkesi in fila ieri per l’arrivo del libro di Hilary Cliton: “Tutti in coda per Hilary, tra il rock e la gaffe”, “’Sono stata povera’, scoppia la polemica”.
Di spalla, un intervento di Ulrich Beck: “Rifondiamo dal basso quest’Europa delle élite”, “Il voto ha esaltato la richiesta dei cittadini per una vera democrazia”.
La Stampa: “Spunta il legame Expo-Mose”, “Maroni al governo: opere a rischio. Renzi: pensi alle sue responsabilità”.
A centro pagina, le rivelazioni contenute nel libro di Hilary Clinton: “’Berlusconi mi chiese: perché ce l’avete con me?’”, “Rivelazioni nel libro e gaffe in tv: lasciata la Casa Bianca io e Bill ci scoprimmo poveri”.
In taglio basso, le tensioni alla Procura di Milano: “Ruby, il Csm gela Bruti Liberati: escluse Robledo”, “’Il procuratore doveva motivare l’assegnazione del caso alla Boccassini’”.
Il Corriere della Sera: “Fisco, una norma alla settimana. In sei anni 2 regole su 3 hanno complicato la ita ai contribuenti”. E poi: “L’Ocse promuove l’Italia: è l’unica del G7 ad accelerare. Su anche la produzione industriale”.
A centro pagina: “Expo, l’allarme di Maroni: ‘Rischiamo di non farcela’. Renzi: basta pessimismo. Il governo: pensi alle sue responsabilità”. A centro pagina anche la fotonotizia della “avanzata di Al Qaeda” in Iraq, “dopo la lunga battaglia cade Mosul, 200 mila in fuga”.
Il Fatto: “Ecco la stangata, Renzi si riprende gli 80 euro”, “Scatta la clausola di salvaguardia per 3 mld di buchi, come le scoperture dell’abolizione dell’Imu: si rischia una ‘manovra’ con rincari su benzina e alcolici. I tecnici della Camera: ‘Sono sbagliati i conti sui bonus Irpef’”.
A centro pagina: “Mose: ‘Chiesero soldi Cacciari e Letta junior’”, “Mazzacurati: ‘L’ex sindaco ci disse di aiutare un’azienda per un cantiere da 10 milioni e poi ci sollecitò una sponsorizzazione di 300 mila euro per la squadra di calcio’. Il braccio destro del patron del Consorzio: ‘Nel 2007 ci fu chiesto di finanziare la campagna elettorale di Enrico con 150 mila euro e di dargli un incarico fittizio’”.
In taglio basso, la Procura di Milano: “Robledo, nuova inchiesta su Expo per 200 milioni” e “Csm contro Bruti per il caso Ruby dato a Bocassini”.
In taglio basso anche le inchieste della Procura di Trani: “Usura, terremoto in Bankitalia: indagati Tarantola e Saccomanni”, “I pm chiudono le indagini e si apprestano a chiedere il processo anche per altre 60 persone, tra cui Abete (Bnl), Profumo e Ghizzoni (per Unicredit), Mussari e Caltagirone (Montepaschi)”.
Il Sole 24 Ore: “Codice degli appalti: ecco le nuove regole. Pronto il testo della riforma: azzerate le vecchie norme, ridotto il numero dei committenti”. Di spalla: “L’allarme di Maroni: rischiamo di non finire le opere dell’Expo”. A centro pagina: “Produzione: +1,6 per cento ad aprile”. I dati del Centro studi Confindustria: “A maggio industria ferma, quadro debole”. In prima anche un richiamo alle parole di Napolitano: “Il mio secondo mandato è a tempo”.
Il Giornale: “Bunga bunga alla Boccassini. IL Csm contesta a Bruti Liberati l’assegnazione della inchiesta alla pm anti-Berlusconi”. E poi: “I veleni di Venezia inquinano l’inchiesta di Nordio”. A centro pagina: “Alitalia, ecco il piano segreto”. Il quotidiano offre in prima anche un “retroscena”, tratto dal libro appena uscito di Hillary Clinton: “Berlusconi amico leale”.
L’Unità: “Se 164 città vi sembran poche”. “Al Pd 36 Comuni in più (di cui quattro capoluoghi) rispetto alle precedenti amministrative Débacle del centrodestra, al M5S solo tre città, Renzi: basta polemiche, vince tutto il Pd ma non si vive di rendita”. A fondo pagina: “Francia: ‘Nuovi forni per gli ebrei’. Scoppia la lite in casa Le Pen. La Leader del Fn: non siamo antisemiti. Il padre: ‘Sbaglia’”.
Napolitano
Le pagine 2 e 3 de La Repubblica sono dedicate al “piano di Renzi per il Colle”: “una ‘proroga’ per Napolitano, ‘Rimanga ancora al suo posto almeno fino a maggio 2015’”. Secondo il quotidiano Palazzo Chigi chiede che Napolitano non lasci il Quirinale fino all’inaugurazione di Expo e il premier è intenzionato a fargli promulgare a giugno 2015 anche la riforma costituzionale. L’attenzione quindi si sposta dalle dichiarazioni di Napolitano ieri ai piani di Palazzo Chigi. Le prime vengono comunque sintetizzate così nei titoli: “Qui per l’interesse del Paese, ma il mandato è a termine’”, “’L’interesse del Paese suggerisce cambiamenti e riforme in molti campi, anche riforme istituzionali’”.
La Stampa: “Napolitano: il mio mandato a termine legato alle riforme”, “Il capo dello Stato lo esercito nell’interesse del Paese”.
Il Corriere della Sera, con il quirinalista Marzio Breda, scrive che quello di Napolitano “è un promemoria che non avrebbe neppure il bisogno di ripetere”, visto che si tratta dell’impegno chiesto a tutti quando accettò il mandato “a termine”, e cioé che il Paese e i partiti si impegnassero in una “ripartenza” dell’Italia, con interventi e riforme sul fronte dell’economia e delle istituzioni.
Secondo un altro “retroscena” del quotidiano milanese una “intesa sulle riforme si porterebbe appresso un’intesa sul prossimo Presidente della Repubblica”.
Secondo Stefano Folli, sul Sole 24 Ore, scrive che apolitano “vincola la sua rinuncia alla attuazione del progetto riformatore”, ed ovviamente “spera in rapido epilogo” di questo percorso. Ma al momento “si tratta solo di una speranza. I tempi potrebbero essere più lunghi del previsto”, e oggi il rischio è forse quello di “creare uno scompenso, affrettare la fine del baricentro istituzionale” rappresentato da Napolitano, “prima che le riforme abbiano creato un nuovo assetto”.
Inchieste
La Stampa: “Expo, le inchieste portano al Mose”, “Aperto un terzo filone: la Mantovani ottenne commesse in Lombardia e Veneto con lo stesso sistema”. Tutto nasce dal verbale di un interrogatorio dell’ex presidente della società Mantovani Piergiorgio Baita, che è stato poi trasferito alla procura di Milano e inserito nel fascicolo di una nuova inchiesta su Expo: la terza, che lega con filo rosso le vicende milanesi a quelle veneziane. Baita avrebbe spiegato che per arrivare ad Antonio Rognoni, capo di Infrastrutture lombarde, fu importante il ruolo delle società romana Socostrano, che venne inserita nel raggruppamento di imprese in gara per gli appalti Expo anche se non aveva i requisiti. La Socostromo appartiene al costruttore romano Erasmo Cinque, considerato sponsor e tra i fondatori del movimento dell’ex ministro Matteoli “Fondazione della libertà per il bene comune”.
Alle pagine seguenti l’attenzione si focalizza sulle dichiarazioni rese nell’agosto del 2013 da Roberto Pravatà, ex vicepresidente vicario del Consorzio Venezia Nuova. La Stampa riproduce i verbali: “In merito ad altre utilità dirette ad esponenti politici posso riferire che Mazzacurati (presidente del Consorzio Venezia Nuova, ndr.), mi convocò per dirmi che il Consorzio avrebbe dovuto concorrere al sostenimento delle spese elettorali dell’onorevole Enrico Letta che si presentava come candidato per un turno elettorale attorno al 2007 con un contributo nell’ordine di 150 mila euro. Mi disse che il Letta Enrico aveva come intermediario per il Veneto, anche per tale finanziamento illecito, il dottor Arcangelo Boldrin con studio a Mestre”, “in effetti venne predisposto un incarico fittizio per un’attività concernente l’Arsenale di Venezia”. Interpellato, Enrico Letta dice “non ne so assolutamente nulla” e, alla domanda se conosca Boldrin risponde “Sì, so chi è Boldrin. E’ un del Pd di Venezia”. Titolo dell’articolo: “’Davamo soldi a tutti’”, “La gola profonda confessa: 150 mila euro anche a Enrico Letta. Ma l’ex premier non è indagato: ‘Casco davvero dalle nuvole’”. Attenzione anche per le coop rosse per via di un’intercettazione tra Franco Morbiolo -presidente di Coveco, cooperativa implicata nell’inchiesta Mose- e Gianpietro Marchese, consigliere regionale del Pd ora agli arresti. E per i contributi all’ex governatore Veneto Galan, di cui si parla in relazione alle dichiarazioni della sua ex segretaria Cladia Minutillo.
Pagine 12 e 13 de La Repubblica: “’Soldi a casa di Matteoli’, e nelle carte del Mose c’è Enrico Letta’” Anche qui si tratta delle dichiarazioni del vicedirettore del Consorzio Venezia Nuova Roberto Pravatà.
Su Il Fatto le pagine 2 e 3 sono interamente dedicate a queste nuove rivelazioni: “’150 mila euro per Letta jr’”, “Il braccio destro di ‘Gola profonda’: servivano per le primarie Pd 2007. La replica: ‘Nego tutto’”. A pagina 3 le dichiarazioni del presidente del Consorzio Nuova Venezia: “’Cacciari voleva i soldi per salvare la squadra’”, “Mazzacurati: ‘L’ex sindaco ci ha chiesto 300 mila euro per il Venezia calcio, ma soprattutto di aiutare un’azienda per un cantiere da 10 milioni”. A pagina 5: “Milano Expo, terza inchiesta sul maxiappalto della piastra”, “Alla Mantovani l’infrastruttura più importante
(149 milioni di euro) con un ribasso record per poi recuperare somme a suon di varianti”.
Scienza, bioetica
“Il ‘diritto’ incoercibile’ di avere figli” è l’editoriale che il giurista Vladimiro Zagrebelsky dedica, su La Stampa, alle motivazioni con cui la Corte costituzionale ha bocciato il divieto di fecondazione eterologa, cioè con gameti esterni alla coppia. La Repubblica riferisce le parole scritte nelle motivazioni della Corte: “Il desiderio di avere figli è l’espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi e non può che essere incoercibile anche quando sia esercitata mediante la scelta di ricorrere alla tecnica di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo”. Il divieto è quindi incostituzionale perché viola il principio di uguaglianza, spiega il quotidiano. Molte coppie sterili, non potendo ricorrere in Italia alla fecondazione eterologa, si sono rivolte a centri esteri, ma questo ha prodotto, secondo la Corte, “un ingiustificato, diverso trattamento delle coppie affette dalla più grave patologia, in base alla capacità economica”. E la legge è incostituzionale, perché “la provenienza genetica non è un requisito della famiglia, come dimostra la regolamentazione dell’istituto dell’adozione”.
Sul Corriere una intera pagina è dedicata al tema delle coltivazioni Ogm dopo la lettera appello promossa da oltre 700 coltivatori e rivolta alla senatrice Elena Cattaneo e ai parlamentari. “I 700 contadini che si battono per piantare semi transgenici. Appello degli agricoltori: nessun pericolo, fateci provare. La richiesta al governo: libertà di coltivare e sperimentare gli Ogm”. Sulla stessa pagina una lettera della stessa senatrice Cattaneo, che dice: “non trovo prove che gli Ogm siano più dannosi o rischiosi per l’ambiente delle coltivazioni tradizionali o di quelle biologiche. Di certo hano già molto ridotto l’uso di insetticitdi e l’impatto ambientale dell’agricoltura globale”. Il titolo della lettera è: “I pregiudizi sulle colture rallentano l’innovazione”.
Su L’Unità infine una intervista alla segretaria dell’Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo, su Stamina e la ripresa delle infusioni a Brescia: “Cosa aspetta il ministero a bloccare Stamina?”.
Internazionale
Su La Stampa: “L’ira di Le Pen contro Marine: ‘Mi hai pugnalato alle spalle’”, “Il patriarca tagliato fuori dal partito, ormai è guerra aperta in famiglia”, “Stop alle interviste settimanali sul sito del Front National dove attaccava gli ebrei”.
Su L’Unità: “Marine critica il padre, Jean Marie replica: ‘L’errore è suo, vuole un partito come gli altri'”. La polemica è scoppiata dopo la pubblicazione online di un video in cui il presidente onorario nonché fondatore del FN su kascua andare a frasi “dal gusto decisamente anti-semita”. “Se la prendeva con un cantante ebreo, Patrick Bruel, reo di aver giurato che non si sarebbe più esibito in città governate dal Fn. “La prossima volta ne faremo un’infornata”, ha detto Le Pen, “mettendo nel mucchio anche altre personalità artisticome Madonna, Guy Bedos e Yannock Noah.
Su La Repubblica si parla di Israele e del nuovo presidente: “Un ‘falco’ dopo Peres, Israele sceglie Rivlin, il nemico di Netanyahu”, “Il nuovo presidente ha battuto di 10 voti il rivale Sheetrit, ‘Rappresento ebrei, arabi, drusi, religiosi e non religiosi’”.
Anche su La Stampa: “Israele, un ‘falco’ al posto di Peres”, “Eletto presidente Rivlin, da sempre contrario allo Stato palestinese”, “Di destra ma rivale di Netanyahu, è in prima fila contro l’estrema destra nazionalista e anti araba”.
Anche sul Corriere: “Rivlin, il falco di Israele che vuole diritti per gli arabi”. E’ contrario ai due Stati, ma “non apprezza gli eccessi fondamentalisti tra i coloni più estremisti e violenti di Hebron o tra i gruppuscoli che vorrebbero abbattere la moschea di Al Aqsa a Gerusalemme”.
Sulla avanzata di Al Qaeda a Mosul, in Iraq, il Corriere offre un articolo di cronaca (realizzato da Gerusalemme) e una intervista al politologo Ian Bremmer, che dice: “In parte i successi dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante possono essere attribuiti alla politica amiercana”, nel senso che “le istituzioni (irachene ndr) distrutte o inadeguatamente ricostruite – oppure non ricostruite affatto – come pure il vuoto successivo al ritiro militare americano hanno lasciato uno spazio in cui i miliziano hanno potuto estendere le loro capacità operative”. Oggi Europa e Usa hanno “ben poche opzioni” per conenere la situazione in Iraq e in Siria. “In seguito alla politica fallita di Obama relativa a un possibile attacco in Siria – sulla quale ha finito con il tornare indietro sulla base diconsiderazioni di politica interna – il presidente americano è particolarmente riluttante e incapace di impegnarsi”, dice.
Da segnalare, ancora sul Corriere, una intervista di Gian ANtonio Stella a Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace e attivista esule iraniana.