Le aperture
Il Corriere della Sera: “Commissione di inchiesta sui pm”. Le parole di Berlusconi, ieri al Tribunale di Milano, vengono sintetizzate così dal quotidiano milanese, che spiega. “Ancora tensione sulla giustizia. Bossi frena Berlusconi e avverte: la Lega ha in mano il Paese”.
La Repubblica apre invece con il Presidente della Repubblica: “Napolitano: onore ai magistrati. Il capo dello Stato ricorda i giudici uccisi dal terrorismo. La Santanché: Boccassini metastasi. Fini: il premier non andrà mai al Colle. Ma Berlusconi rilancia: ‘Inchiesta sui Pm di sinistra, sono un cancro”. Il quotidiano dà spazio anche alle sollecitazioni dell’Ocse, che ieri ha parlato dei conti di alcuni Paesi europei: “Ocse, altri tre anni per uscire dalla crisi. Grecia declassata. La Consob: rivedere le norme sull’Opa”.
La Stampa: “Napolitano: onorare i giudici. Il capo dello Stato si commuove ricordando i magistrati vittime del terrorismo. L’Anm: parole inequivocabili. Berlusconi insiste: commissione di inchiesta sui pm. Bossi: non so cosa sia”.
Libero: “Napolitano piange. A decenni dai delitti, il capo dello Stato incontra al Quirinale i famigliari delle vittime del comunismo armato (Br). Si commuove e versa lacrime. Nel clima elettorale, tutto fa brodo”. L’editoriale, firmato da Maurizio Belpietro, è titolato: “Usano contro il cav perfino i giudici uccisi dalle Bierre. Il gioco sporco delle toghe”.
Il Giornale: “Per quei giudici, ma non solo. Ieri l’omaggio ai magistrati martiri del terrorismo. Giusto, siamo e saremo con loro. Ma bisogna anche ricordarsi delle vittime della carttiva giustizia”. Tra le altre, in prima pagina, le foto di Enzo Tortora, di Sergio Moroni, di Gabriele Cagliari, di Calogero Mannino.
Europa: “Berlusconi attacca i giudici mentre Napolitano li onora. Giornata disastrosa per il premier, che sbaglia i tempi dell’ennesima offensiva. Commozione al Quirinale, il Pdl spiazzato deve correggere il tiro”.
Il Riformista: “I soliti sospetti. Berlusconi teme l’accerchiamento. Fini sbarra al Cav la strada del Colle, Bossi giura una fedeltà solo tattica. Ma il Carroccio sta già trattando sulla ‘sua’ riforma”. A centro pagina il quotidiano rilancia la storia diffusa ieri dal quotidiano britannico Guardian: “Morire di sete vicino a una portaerei. Settantadue migrandi lasciati alla deriva al largo della Libia”.
Il Sole 24 Ore: “Shock sul debito greco. Borse europee in forte calo per l’ondata di vendite sulle banche, giù l’Euro, tiene Wall Street. Standard & Poor’s declassa i titoli di altri due gradini”. E poi: “Consob: con regole semplici mercato rafforzato”.
Il Foglio: “L’Iran aiuta la Siria a schiacciare la rivolta, ma l’ispirazione è Pinochet. Centinaia di dissidenti chiusi negli stadi a Deraa e Banias. I motivi strategici di Teheran per soccorrere Damasco”. Di spalla il discorso del presidente della Consob: “L’attivismo liberale di Vegas per iniettare nuovi capitali in Borsa. Poteri rafforzati, meno formalismo e quotazioni agevolate. Auspici e mire del presidente dell’Authority”.
Su tutti i quotidiani in prima pagina la “tragedia al Giro d’Italia”, l’incidente che ha causato la morte del ciclista belga Weylandt.
Napolitano, Berlusconi
Ieri il Presidente della Repubblica, celebrando il giorno delle vittime del terrorismo, ha ricordato i magistrati uccisi: “Napolitano e le vittime del terrorismo. Onore ai magistrati e poi le riforme”, sintetizza il Corriere. Il quirinalista del quotidiano sottolinea che il suo “discorso commosso” ha fatto “da contrappunto” al premier anti toghe. Per Marzio Breda si tratta di un “botta e risposta a distanza”, e di due discorsi segnati entrambi da un forte timbro emotivo: quello di Napolitano, che al Quirinale si commuove fino alle lacrime chiedendo di “onorare” i giudici prima di parlare di loro e di chiederne “la collaborazione per le riforme”; e il secondo, quasi contemporaneo, di Berlusconi, che in una pausa del suo processo a Milano attacca i pm “eversivi” e “cancro per la democrazia”, sollecitando una commissione parlamentare di inchiesta per capire se sono “una associazione a delinquere”.
Sullo stesso quotidiano si sottolinea che per la terza volta la Lega si è smarcata dal premier, accentuando l’immagine di un Berlusconi protagonista solitario nella sua battaglia contro la Procura di Milano.
“Toghe eversive, ecco perché serve una commissione di inchiesta”, scrive Il Giornale, in un articolo in cui si spiega che Berlusconi vuole la commissione “per evidenziare se all’interno della magistratura ci sia una associazione con fini a delinquere”. Il premier ne ha parlato uscendo dal tribunale di Milano, dopo una udienza del processo Mills, in cui è imputato. Il quotidiano sottolinea anche che le parole del premier arrivano “mentre si onorano i magistrati vittima del terrorismo e infuria la polemica, con il solito Umberto Bossi che prende le distanze”. “Una commissione di inchiesta? Non so cosa sia. Non parla di magistrati, perché ce n’è qualcuno stronzo ma uno non può dire che siano tutti stronzi”. Il quotidiano si sofferma in particolare su Magistratura democratica, corrente della magistratura che “appare come una formazione ‘combattente’, che vuole attuare un ben preciso modello politico-sociale”, e cita il suo “atto di nascita”, il documento costitutivo tirato fuori ieri da un parlamentare del Pdl, Osvaldo Napoli. Il quotidiano spiega anche che nel febbraio 2011 è stata presentata alla Camera una proposta di legge – prima firmataria Jole Santelli – per istituire una commissione di inchiesta sull’uso politico della giustizia. Dovrebbe accertare entro un anno “i rapporti tra partiti e magistratura, presunti obiettivi politici delle toghe, l’influenza delle correnti su giudici e pm, l’esistenza di casi di esercizio mirato dell’azione penale, l’esistanza di casi di mancato o ritardato esercizio dell’azione penale a fini extragiudiziari”, eccetera.
Secondo Marcello Sorgi, su La Stampa, l’obiettivo di Berlusconi e delle sue critiche alla magistratura è quello di “focalizzare l’ultima settimana di campagna elettorale su Milano, che rappresenta la posta decisiva di tutta la tornata di amministrative”; sondaggi alla mano, “Berlusconi è convinto che nel suo campo sia forte il timore di uno strapotere dei giudici”, che metterebbe in discussione il diritto dei cittadini a farsi governare da chi hanno scelto.
Anche per La Repubblica Berlusconi “si gioca il tutto per tutto. ‘Se domenica vinco, blocco le udienze'”. Si sintetizza così il pensiero del premier: “Chi ci vota domenica prossima vota contro Boccassini e De Pasquale. Questo deve essere chiaro a tutti. Se Letizia Moratti dovesse vincere al primo turno, per Berlusconi sarà una “sonora sconfitta dei pm, visto che proprio sulla iperpoliticizzazione della campagna amministrativa ha giocato le sue ultime uscite in campagna elettorale”. E parlando della Commissione di inchiesta sulla magistratura, l’idea di Berlusconi sarebbe che se si vince a Milano sarà la prima cosa che partirà. Il premier avrebbe in mano un sondaggio secondo cui la coalizione di centrodestra a Milano sarebbe al 52,6 per cento, ovvero vincente al primo turno. A condizione che vi sia una alta affluenza, vicina al 70 per cento. Altrimenti la Moratti (scettica sulla deriva anti-pm della ‘sua’ campagna) sarebbe costretta al ballottaggio. Secondo La Repubblica, peraltro, a mettere in allarme il premier ci sarebbe il malumore del Colle nei confronti della prescrizione breve: il Quirinale non ne ha mai parlato, ma i giuristi di Berlusconi annusano aria di un possibile intervento.
Consob, Ocse
Ieri il presidente della Consob Giuseppe Vegas ha tenuto a Palazzo Mezzanotte la relazione annuale alla Comunità finanziaria. Il Sole 24 Ore sottolinea come il neopresidente abbia innovato metodo e contenuti della Authority: un discorso stringato (15 cartelle), dal taglio più programmatico che di bilancio, lasciando peraltro parte del proscenio all’Amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, capo della azienda a maggior capitalizzazione di Piazza Affari e vicepresidente del London Stock exchange, oltre che a una studentessa della Bocconi. La riunione è stata peraltro conclusa da una non programmata conferenza stampa del Ministro Tremonti insieme al sindaco di Milano Moratti.
“Una sorta di ‘gazebo elettorale’ a Piazza Affari che ha creato un certo imbarazzo anche nella Consob”, chiosa Il Sole 24 Ore. Vegas ha inserito nella Relazione una riflessione sul rapporto tra contendibilità delle imprese e struttura del controllo, sempre più pietrificata, delle società quotate in cui continua ad aumentare il peso degli azionisti forti. Vegas ha sottolineato che le società controllate di diritto o di fatto sono passate da 156 a 178, rispetto al 1998, per effetto anche della difesa ad oltranza del principio della contendibilità delle imprese: “L’effetto indesiderato – ha detto Vegas – è stato quello di accentuare la chiusura degli assetti proprietari delle imprese”. Il presidente Conson ha insistito moltissimo sulla esigenza di una robusta semplificazione normativa e sulla necessità di rivedere il sistema delle sanzioni: “Un apparato esorbitante e non proporzionato alla gravità degli illeciti è controproducente”.
Ieri il segretario generale dell’Ocse era in Italia ad un convegno Aspen. Ha parlato dei conti pubblici di diversi Paesi europei. Sull’Italia dice che è soddisfatto di come ha affrontato la crisi economica globale in campo pensionistico, sul mercato del lavoro, sul sistema bancario e dei conti pubblica. Ma il suo problema resta il recupero della produttivitià. E’ il concetto che spiega in una intervista al Sole 24 Ore.
Esteri
Il Sole 24 Ore ha un inviato al Cairo, nei giorni caldi dello scontro tra salafiti e cristiani copti: “A due giorni dall’assalto a due Chiese, costato 12 morti e 232 feriti, cresce il timore di uno scontro civile tra religioni”, scrive, sottolineando come il nuovo Egitto sia “a rischio estremismo”. E lo scrive citando le parole del cosiddetto “avvocato dei salafiti”, Mamdouh Ismail, legale egiziano che dal 1980 ha difeso diversi suoi concittadini accusati di terrorismo: “Per la Chiesa la festa è finita”, ha detto, aggiungendo che “Mubarak le aveva permesso di diventare un partito politico, e la Chiesa permetteva a Mubarak di fare quello che voleva. Gli americani erano d’accordo, naturlamente”. In Egitto, quando si dice “la Chiesa”, si intendono i copti cristiani, spiega l’inviato. Peraltro questo avvocato è presidente della Commissione diritti umani del sindacato degli avvocati, e sarà il leader del partito che il movimento dei salafiti vuole creare. La sua idea di Stato è riassunta in tre aggettivi: “egiziano, islamico, arabo”. I salafiti – scrive ancora Il Sole – non hanno molto seguito, ma, diversamente dai partiti laici, divisi e rissosi, potrebbero fare fronte elettorale con i Fratelli Musulmani, anche se l’avvocato, per il momento, non offre precisazioni.
Alberto Negri, sullo stesso quotidiano, cerca di spiegare perché i fondamentalisti, dopo la primavera araba, costituiscano un attore importante, anche se non sono stati il motore delle rivolte: i movimenti e i partiti musulmani fondamentalisti che si sono allontanati dalle soluzioni violente e più radicali hanno saputo adattarsi meglio ai cambiamenti, rispetto a quelli laici gestiti dal potere.
Europa dedica quasi una intera pagina agli scontri settari nel nuovo Egitto: si riferisce peraltro che ieri la coalizione del 25 gennaio, il movimento per il cambiamento di El Baradei e il movimento 6 aprile, hanno organizzato una manifestazione davanti alla Chiesa andata in fiamme. Sono convinti che dietro gli scontri di sabato ci siano piccoli gruppi isolati di salafiti e criminali che hanno lavorato per il partito di Mubarak e il ministero degli interni. In un’altra analisi si sottolinea come le comunità cristiane restino prudenti sulle rivolte, come si tengano fuori dalla partecipazione alla primavera araba, temendo lo scenario iracheno. Con panoramica sulle situazioni in Egitto, Giordania, Siria
La Repubblica offre l’intervista di ieri alla CBS a Barack Obama. “La nuova sfida di Obama. ‘Ora fermiamo Al Qaeda in maniera definitiva”. Al giornalista che chiede quando è stato messo in moto il piano per catturare Bin Laden, Obama spiega che la Cia gli ha portato informazioni sull’edificio per la prima volta nell’agosto dello scorso anno. Obama racconta che nel suo ufficio ci sono state molte riunioni per mettere a punto il piano (“Avevamo un modellino dell’edificio e discutevamo dei vari modi per effettuare l’operazione”). Racconta anche che il team è rimasto sorpreso quando ha scoperto che l’edificio era lì da 5 o 6 anni: ci siamo stupiti che fosse riuscito a tenere in piedi un fortino del genere senza che le forze di sicurezza ne venissero a sapere qualcosa. Molte domande poi sul ruolo del Pakistan, “pensiamo che ci fosse una rete di supporto all’interno del Paese”, “dovrà indagare il governo del Pakistan”.
La Stampa dedica ampio spazio al discorso tenuto dal premier pakistano Gilani davanti al Parlamento: “Nessuno può imputare in buona fede al Pakistan, alle nostre istituzioni inclusi l’Isi (servizi segreti, ndr) e forze armate, di essere in qualsiasi maniera complici di Al Qaeda, ha detto tra l’altro Gilani. Il quotidiano peraltro riferisce di uno “sgambetto” dei servizi segreti pakistani alla Cia: è stato svelato da parte di alcuni media di Islamabad il nome del capo della intelligence americana di Islamabad che, naturalmente, sembra destinato a dover abbandonare il Paese.
Su La Repubblica si riferisce anche la notizia che tra le medicine che assumeva Bin Laden è stato ritrovato nel rifugio anche una sorta di “viagra” naturale.
E poi
Alcuni quotidiani ricordano che 30 anni fa venne eletto in Francia il primo socialista, nella persona di François Mitterrand. Lo fa Europa, sottolineando come il Psf in questi giorni sia stretto tra nostalgia e voglia di rivincita, visto che dopo la sua morte la gauche ha assistito ad una lunga serie di sconfitte. Lo ricordano anche L’Unità e il Corriere della Sera.
(Fonte: La Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)