La bozza del decreto sulla revisione della spesa pubblica sulle prime pagine. “Ecco tutti i tagli”, annuncia La Repubblica. “Cancellati 18 mila posti letto negli ospedali. Dipendenti pubblici in mobilità. Province accorpate”. Il Sole 24 Ore scrive: “Tagli su statali e affitti pubblici, chiusura per 216 mini ospedali”.
Il Corriere: “I sindacati minacciano lo sciopero. Monti: non useremo l’accetta. Iva su di un punto dal 2013″.
Il Giornale: “Basta, adesso tagliate. Sindacati e casta remano contro. Ma se Monti non sforbicia, a pagare saremo noi. Con l’ennesima tassa”.
Europa e L’Unità si soffermano sulla “scure del governo sugli statali” (Unità) e sul sindacato che “va alla guerra” (Europa).
Il Fatto quotidiano: “Il Corriere infanga i pm di Palermo: ‘Incastrano innocenti’. Galli della Loggia: ‘Mancino telefona al Quirinale perché ha paura dei teoremi della Procura. La stragrande maggioranza degli italiani teme le distorsioni dei magistrati’. Un articolo degno di Berlusconi”. Nelle pagine interne l’articolo dedicato alla vicenda ha un titolo significativo: “Il corazziere della Sera”.
A centro pagina: “S&p, Usa e Italia declassate su dati fasulli”. Ci si riferisce ad una inchiesta della Procura di Trani sulle valutazioni della agenzia di rating.
La stessa notizia è sulla prima pagina del Giornale: “Ecco le prove: così fu manipolato il rating per far cadere Berlusconi.
Il Foglio dedica un articolo in prima pagina alla “eurodisfida di Bruxelles, dove si parla delle obiezioni dei Paesi nordici all’accordo raggiunto a Bruxelles. “Merkel sibillina, ma l’Ue è con Roma e (a sorpresa) anche gli ecoomisti liberali tedeschi”.
Sulle prime pagine anche le parole di Marchionne, che ieri ha parlato delle difficoltà del mercato dell’auto (“In Italia con questo mercato una fabbrica di troppo”, il Corriere), e lo scandalo dei tassi interbancari pilotati in Gran Bretagna: ieri si sono dimessi presidente ed Ad di Barclays. “Accuse al governo laburista”, scrive Il Sole 24 Ore. Il presidente Agius ha poi ritirato le sue dimissioni.
Spending review, politica
Il Corriere della Sera elenca le misure previste nella bozza governativa sulla spending review, la revisione della spesa pubblica, cioé il processo di miglioramento dell’efficienza della macchina statale. Permetterà di risparmiare una decina di miliardi all’anno, e servirà anche a finanziare le spese “esigenziali”, dalle missioni di pace al cinque per mile, ma non basterà ad evitare del tutto il previsto aumento dell’Iva: salirà al 22 per cento a partire da gennaio. La bozza che circola sarebbe composta di 19 articoli, e contiene riduzione della spesa sanitaria (1 miliardo quest’anno, altri due dal 2013), con rideterminazione dei tetti di spesa, revisione delle convenzioni con le strutture private accreditate, ridfotti i fondi per l’acquisto dei dispostivi medici. Le Asl saranno obbligate a ricevere le forniture attraverso la Consip, la centrale unica per li acquisti. Anche le Regioni dovranno ridurre gli esborsi per le prestazioni sanitarie svolte in convenzione, dell’1 per cento nel 2012 e del 2 per cento nel 2013. Tagli anche per gli enti locali: le Regioni a Statuto ordinario dovranno 700 milioni di euro nel 2012 e 1 miliardo dal 2013. Limitato il turn over per nuove assunzioni al 20 per cento fino al 2014. Tagli sugli acquisti di beni e servizi della Pa: ieri il commissario Bondi ha detto che ammonta a 60 miliardi di euro, sui quali si può risparmiare dal 20 al 60 per cento: obbligatorio usare la Consip per tutti gli acquisti e le forniture. Tutti quelli effettuati al di fuori saranno nulli. La Pa avrà diritto di recesso da contratti già stipulati se superiori a quelli previsti dalla Consip, e se il fornitore di servizi non fosse d’accordo a ridurre il prezzo. Per risparmiare sugli acquisti viene abrogata la norma del 2006 che impone la pubblicazione dei bandi di gara sui giornali. Sul fronte dei ministeri: taglio del 50 per cento della carta, in vista della dematerializzazione degli atti. Riduzione dei costi della telefonia, razionalizzazione del patrimonio immobiliare. L’Inps dovrà rinegoziare le convenzioni stipulate con i Caf. Infine, sforbiciata di un ulteriore 50 per cento delle auto blu. Per quel che riguarda il pubblico impiego, che conta circa 3,5 milioni di lavoratori, i tagli riguarderebbero tra le 100 mila e le 300 mila persone: obiettivo che sarà raggiunto con la messa in mobilità obbligatoria per due anni o con un accompagnamento alla pensione. A partire dal 1 ottobre il valore dei buoni pasto, anche per i dirigenti, non potrà superare i 7 euro. Gli uffici pubblici resteranno chiusi nella settimana di Ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno, quando i lavoratori saranno messi obbligatoriamente in ferie, quando non si potranno monetizzare i giorni di vacanza, riposi e permessi non goduti. Si parla poi di “tendenziale eliminazione” degli incarichi di studio e ricerca affidati ai dirigenti e di divieto di consulenze a chi è andato in pensione.
Ieri il quotidiano La Repubblica annunciava in prima pagina uno stop alle tariffe: oggi parla di “retromarcia” e sostiene che è saltato, dopo un serrato contrasto in Consiglio dei Ministri, l’articolo 6 della bozza di decreto legge che prevedeva questo blocco sulle tariffe di luce, gas e autostrade. Secondo il quotidiano il viceministro del Tesoro Grilli aveva giocato insieme agli uffici del ministero dell’Economia questa “carta antinflazionistica”, anche per stemperare l’aumento di un punto dell’Iva, che comunque non potrà essere evitato il prossimo anno, secondo il quotidiano, che poi spiega: il ministro dello Sviluppo Corrado Passera è stato però inflessibile, considerando che ne sarebbero derivati troppi danni alle aziende quotate in Borsa. E si riferiscono le parole dello stesso Monti, che ha sottolineato come i prezzi debbano essere adeguati agli investimenti.
La leader della Cgil Susanna Camusso, sul fronte del pubblico impiego, lamenta: l’unica cosa che ci hanno detto è che taglieranno del 20 per cento i dirigenti, ma solo quelli a concorso, e non quelli a chiamata decisi dalla politica, e del 10 per cento gli impiegati! Questi non sono altro che tagli lineari, non hanno niente a che vedere con una spesa pubblica più efficiente e di maggiore qualità. Ma si può tagliare allo stesso modo i dipendenti del ministero dell’economia, i vigili del fuoco, gli infermieri?”. Avrebbe preferito l’aumento dell’Iva? “Abbiamo sempre detto no”, perché “si traduce in una compressione dei consumi” e “meno consumi vogliono dire meno produzione e dunque aziende che chiudono e lavoratori che perdono il posto”. Domanda: “ma come si fa a difendere la pubblica amministrazione italiana?”. Risposta della Camusso: e chi la difende? Siamo i primi a dire che si deve tagliare”. Per esempio? “Tutte le consulenze valgono 1,5 miliardi. Abolire le società controllate al 100 per cento dagli enti locali e che non forniscono ai cittadini. Sono solo poltrone in meno per la politica”.
200 milioni in meno sarebbero previsti per gli Atenei, secondo La Repubblica, che – contestualmente – scrive che sarebbero in arrivo “più fondi agli istituti cattolici”. Il Corriere della Sera parla dei “timori” del Pd in una situazione in cui comunque “i partiti fanno resistenza” sui tagli, ed evidenzia che i Democratici sono “contrari anche ai tagli all’Università”. E nuove tensioni potrebbero arrivare oggi dall’Aula della Camera, che esaminerà le mozioni di sfiducia individuale presentate da Italia dei Valori e Lega nei confronti del Ministro del lavoro Fornero: “Il governo teme vendette e agguati”, scrive La Repubblica. Il quotidiano racconta che ieri pomeriggio Monti ha convocato tutti i capogruppo della maggioranza per chiarire che “ogni critica al ministro Fornero” sarebbe stata letta “come una critica a me e all’intero governo”: “tutto quello che ha fatto il ministro è stato da me condiviso passo dopo passo. I suoi provvedimenti sono il fiore all’occhiello del governo”. Il quotidiano dà conto del pressing del capogruppo Pdl Cicchitto per garantire la presenza in Aula dei suoi deputati. Ma anche nel Pd si annida una “fronda di resistenti”. E proprio alla vigilia di questa votazione, il Corriere della Sera intervista il leader Idv Di Pietro che, sui suoi rapporti con il Pd, risponde a Bersani: “Non si tratta di azzannare o insultare. Io sto ponendo al Pd delle questioni politiche. Oggi in Aula discutiamo della sfiducia a Fornero”. Di Pietro la accusa di lasciare a casa migliaia di esodati mentendo sui numeri, dice che in un Paese civile si sarebbe dimessa senza bisogno di una mozione di sfiducia: “Ebbene, che fa il Pd? Sono curioso di vedere come voteranno tutti i suoi parlamentari. E che cosa farà Bersani? Continuerà a fare il San Sebastiano che si immola per il governo del Ragionier Monti?”.
Barclays
Il Sole 24 Ore racconta delle dimissioni dell’ad di Barclays, Bob Diamond, e della cronaca delle “dodici ore che hanno sconvolto la city”. Ieri infatti è stato reso noto un memo inviato nel 2008 dall’amministratore delegato uscente al top management della banca in cui sarebbe la Banca d’Inghilterra (e dunque l’esecutivo, allora a guida laburista) a fare indirette pressioni sulla banca per abbassare il tasso libor. “In un memo del ceo dimissionario Diamond l’ipotesi di presunte pressioni sul Libor. Barclays attacca la Banca d’Inghilterra”, scrive il quotidiano. Una analisi di Leonardo Maisano spiega che le voci su “energici massaggi al debole meccanismo di definizione del tasso interbancario londinese circolavano da prima del credit crunch e l’approccio morbido dei regolatori inglesi le ha, di fatto, tacitate”. Ora la macchina della giustizia è partita: “L’indagine parlamentare annunciata da David Cameron non garantisce di avere, fin dall’inizio, la stessa potenza d’urto” di altre indagini, dallo scandalo sui rimborsi elettorali gonfiati alla vicenda Murdoch. L’auspicio è che “non ci siano equivoche conclusioni ma assolute certezze ora che si butta nella mischia il nome, onorato, della Banca d’Inghilterra”.
Europa
Oggi arriva in Italia per un incontro con il presidente del consiglio Monti, la Cancelliera Merkel, accompagnata da una folta delegazione del suo governo. La Stampa intervista il ministro degli esteri Westerwelle, che ribadisce il no della Germania agli eurobond, “neanche in un futuro lontano”: “una mutualizzazione dei debiti in Europa sarebbe un fondamentale errore di costruzione, che metterebbe a rischio l’Ue”. Sulla stessa pagina si dà conto degli scricchiolii della maggioranza di cui gode la Merkel: la sorella bavarese dei Cristiano Democratici Tedeschi, la Csu, ha minacciato di far cadere il governo. Il leader del partito Seehofer si è detto preoccupato per i cinque salvataggi decisi finora nell’eurozona.
Internazionale
Uno dei tre editoriali de Il Foglio è dedicato agli attacchi dei talebani alle scuole femminili in Afghanistan: due attentati con il gas per far chiudere le scuole frequentate della bambine. L’ultimo, lunedì, a Jowzjan, che ha portato al ricovero per intossicazione per decine di studentesse. Perché la regola numero 24 del mullah Omar dice: “Non è consentito lavorare per il regime fantoccio, né in una madrasa né come insegnanti di scuola. I musulmani dovrebbero studiare in moschea”.
La Repubblica riproduce una intervista realizzata dalla testata turca Cumhuriyet con il presidente siriano Bashar Al Assad. Ovviamente parte del colloquio è dedicata all’abbattimento di un aereo turco da parte della Siria stessa e Assad nega che si sia trattato di un atto intenzionale: “L’aereo è stato abbattutto da un’arma con una gittata dai due ai due chilometri e mezzo, perché si trovava a meno di due chilometri e mezzo dal territorio siriano. In tempo di pace non si abbattono aerei, tantomeno di un Paese amico come la Turchia. Ma noi siamo in stato di guerra, e quando l’identità di un simile aereo è ignota si presume che sia un aereo nemico. Volava a bassissima quota, perciò non era visibile sui radar siriani. Ma c’è un altro dato importante, di cui non si è parlato: lo spazio aereo è stato violato nello stesso punto in cui Israele ha sempre cercato di farlo”. Lei come ha reagito alla notizia dell’abbattimento? “A livello psicologico non è stato piacevole, perché i turchi sono un popolo fratello. Per quanto ci riguarda il nemico è solo Israele. Ma abbiamo avuto la sensazione che Erdogan e il suo governo vogliano sfruttare questo incidente per trarne vantaggi politici. E questo è molto pericoloso”. Quanto ai piani di transizione per la Siria, elaborati da Kofi Annan, Assad dice: “Noi non accettiamo imposizioni esterne. Tutto verrà deciso dall’interno. Se il mio unico interesse, personale, fosse di conservare la presidenza, avrei soddisfatto le condizioni americane e le richieste pervenutemi con i petrodollari. Avrei potuto vendere i miei principi in cambio di petrodollari. Di più: avrei accettato di installare uno scudo missilistico in Siria”.
Il Sole 24 Ore ha un inviato in Siria, che dà conto della situazione nel piùù grande ospedale militare di Damasco: l’aumento delle vittime tra i militari contraddice la versione che il regime controlla la situazione, scrive Alberto Negri.
Ci sarebbero diserzioni in aumento, i militari parlano di “migliaia di jihadisti” a Idlib, al confine con la Turchia, e accusano i rivoltosi di far uso di munizioni batteriologiche che impediscono le guarigioni.
di Ada Pagliarulo e Paolo Martini